Le tifoserie italiane (ed europee) contro la ripresa dei campionati
Due muri: da un lato la volontà di diverse leghe europee di riprendere i rispettivi campionati, dall’altra la posizione netta delle tifoserie organizzate d’Europa di non ricominciare. Una posizione così netta da portare alla sottoscrizione di un comunicato (“No al calcio senza i tifosi”) da parte di circa 350 gruppi organizzati di tutto il continente. E in Italia gli ultrà continuano a pensarla così, ovvero che non si dovrebbe riprendere a giocare senza tifosi negli stadi.
Gli striscioni che sono stati esposti negli ultimi giorni in diverse città chiedono di non riprendere. Da Bergamo a Napoli, da Roma a Lecce, passando per Genova e Torino il mondo delle curve è unito nel “no” alla riapertura dei giochi. Tra gli ultimi comparsi c’è quello del Ferraris a Genova: “Stop football” recita, firmato B.S., “Brigata Speloncia”, uno dei gruppi della Gradinata Nord del Genoa.
Anche la Curva Nord dell’Inter si è espressa rilasciando un comunicato: “Come si fa solo a pensare che possa ripartire il calcio quando è oramai assodato che per lungo tempo dovremo rispettare tutti delle regole ove il contatto fisico non è previsto?” A Bergamo era comparso lo striscione: “Il nostro dolore volete dimenticare. Ma senza la sua gente non ha senso tornare a giocare”.
La città di Roma è invece spaccata tra chi non vorrebbe ricominciare e chi preferirebbe giocare. Nella sponda giallorossa le manifestazioni dei gruppi organizzati sono state più d’una, con diversi striscioni appesi in varie parti della città.
Si tratta di prese di posizione sicuramente slegate dai risultati sportivi delle squadre in questione e che si rifanno all’idea per la quale un calcio “anti-Covid”, con contatti limitati e soprattutto senza tifosi, sarebbe uno spettacolo non degno di essere visto e che darebbe vita a quello scenario calcistico post-moderno, già in via di affermazione, per il quale l’importanza del tifo dal vivo viene sostituita dal dominio delle Pay-TV. Ciò di cui non si tiene conto è però l’importanza del calcio in quanto fonte di sostentamento per tantissimi lavoratori “dietro le quinte” come cuochi, giardinieri e magazzinieri, motivo per cui un’eventuale non ripartenza rappresenterebbe un disastro per molti.
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