Esclusiva RG24. Alessandro Canovi: “Bisogna seguire l’esempio della Francia”
La nostra redazione ha contattato il noto agente FIFA Alessandro Canovi per parlare dell’attuale situazione e delle ultime sul fronte Insigne-Raiola:
Come stai passando da agente e procuratore questo periodo?
“Il lavoro di agente è un’opportunità per migliorare il rapporto con i propri clienti, non potendo fare altro visto che è tutto bloccato. Si potrebbe anche aprire un dibattito sulla visione sul calcio in Italia rispetto ad altri paesi come la Francia dove hanno delle visioni future. Qui viviamo nell’incertezza. Non è un momento facile dal punto di vista lavorativo”.
Come cambia adesso il lavoro del procuratore visto che ci saranno, se si dovesse riprendere, differenze sanitarie ed economiche?
“Il mondo del calcio non è avulso dalle dinamiche della società civile. Il problema economico riguarda anche il calcio, vedremo come riprenderà; prima della pandemia leggevo delle polemiche che non ritenevo giuste a livello morale, però erano vere a livello sportivo ovvero che il lavoro dell’agente era un mestiere antico e invece si deve guardare più nell’attualità non in quanto di quelli che mettono i giocatori da una squadra all’altra ma proprio come servizio che offriamo, come aiutiamo il cliente. Forse saranno messe delle specificazioni al lavoro dell’agente che prenderà valore, visto che il calciatore avrà sempre più bisogno di un assistente personale. Penso che si tornerà alle qualifiche dell’agente di venti o trent’anni fa, ovvero quando si occupavano solo ed esclusivamente dei propri clienti”.
E’ d’accordo con la linea di Tommasi che ha posto un focus importante sul ruolo del giocatore come lavoratore?
“Certo, siamo tutti lavoratori, non siamo avulsi dalla realtà. Il calcio non è un mondo diverso da quello normale. Stiamo parlando di un mondo fatto da gente che lavora. Questa situazione mi auguro riporterà a dei valori antichi, come erano quelli di venti o trent’anni fa perché immaginando l’economia più in difficoltà, sarà riflesso anche sul calcio”.
Divorzio Insigne-Raiola: che pensiero ha su questa situazione visto che difficilmente un giocatore lascia Raiola ma sono proprio i giocatori a cercarlo visti i benefici che può portare?
“Conosco tutte le parti in causa, come il vecchio procuratore, come Raiola. Immagino sia un rapporto personale che non è andato perché da quello che leggo è stato Mino ad aver revocato il rapporto. Ma è una cosa abbastanza naturale che tra giocatore e agente non nasca l’empatia giusta per lavorare. Forse in questo caso bisogna vedere anche gli ultimi due anni travagliati di Insigne che adesso con Gattuso ha trovato la quadratura del cerchio”.
Il campionato francese è stato il secondo a fermarsi dopo quello italiano per l’emergenza Covid. Quale è la situazione della Ligue 1 per il futuro?
“In Francia hanno dato una data, il diciassette giugno per riprendere a giocare. Chiaramente sempre con determinate condizioni per svolgere in piena sicurezza l’attività. E’ quello che mi auguro succeda anche in Italia. Io non vedo nulla di male nel dare delle date e siamo tutti maturi per capire che senza determinate condizioni sanitaria non si può giocare. Questo fatto di non dare date, di incolpare al calcio, al movimento calcistico di cercare di riprendere; io lo vedo come un valore il voler cercare di riprendere sempre rispettando il principio sanitario. In Francia l’hanno fatto. Il calcio è un movimento importante, stiamo parlando di una grande industria per il mondo. Non vedo nulla di male nel dare degli obiettivi basta che si parla chiaramente. Siamo tutti coscienti che devono esserci le condizioni per riprendere ma almeno si lavora per farlo. Io mi sento di dire che quello di ostacolare è sbagliato come atteggiamento”.
La redazione di RadioGoal24 ringrazia Alessandro Canovi per il suo intervento.