Inter, il “metodo Zhang” tra polemiche con la Lega e misure di sicurezza
Una settimana di lavoro individuale ad Appiano Gentile e poi tutta la nuova fase di tamponi e test sierologici ai quali giocatori, dirigenti e staff tecnico sono stati sottoposti. Responso: non c’è un positivo. È quello che più comunemente si chiama “metodo Zhang”. Ovvero: sotto le dipendenze dell’Inter non sgarra proprio nessuno. Già abituato con Suning a far fronte al Covid-19 sul territorio cinese, già abituato a cambiare abitudini e approccio al prossimo, già abituato alla salita vertiginosa della curva epidemica da coronavirus, il giovane presidente dell’Inter fin dal principio ha alzato il tono verso la Lega e poi messo l’intero ecosistema nerazzurro in isolamento.
Zero margine, smartworking e ogni tipo di contatto neutralizzato. Solo così è stato possibile mantenere il numero di positivi a zero. Nessuno ha rischiato nulla in casa Inter e oggi i risultati si vedono anche alla Pinetina. Le dichiarazioni aspre dell’ad Marotta danno continuità alla linea dura portata avanti dalla proprietà. Se non esistono garanzie e davanti a linee guida improponibili, la società non ne vuole sapere di esporre i propri dipendenti e tesserati. Perciò il protocollo la Lega ha dovuto rivederlo con la Federazione che, ieri sera, ha dato l’ok per l’ennesimo invio al Governo, pronto a sua volta a girarlo in mattinata al Cts. Tra poco sapremo se la macchina avrà modo di attivarsi per davvero, fino alla sperata (per molti) ripartenza della stagione.
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