Premier League, anche il Watford contro le partite in campo neutro
Premier League – In un articolo del 6 Maggio che potete trovare qui vi avevamo parlato della difficile situazione legata alla ripresa della Premier League, il famoso Project Restart. Notizia di ieri è quella legata alla polemica legata ai tamponi, della quale ha parlato il Corriere dello Sport. Il nodo più importante che sembra difficile da sciogliere, però, è quello legato alla volontà dei club nella zona rossa della classifica di giocarsi la permanenza nella massima serie in campo neutro.
Il Watford si è ufficialmente esposto in merito attraverso un comunicato uscito poco fa sui canali social e sul sito internet della squadra britannica.
Il club, terzultimo in classica, si è opposto alla possibilità di giocarsi la retrocessione su un campo che non sia il proprio con queste motivazioni: “Al tempo del coronavirus non esiste un ambiente completamente sicuro per giocare – ha spiegato l’amministratore delegato al Times –La polizia parla di tifosi che potrebbero infrangere le restrizioni al riavvio del campionato e sarebbe un problema per le autorità, ma credo che avremmo un maggiore controllo sui fan se giocassimo nei nostri impianti. Non c’è altruismo. Ci sono 20 diversi interessi in ballo: a volte si allineano, ma nella maggior parte dei casi finisco per proteggere le singole società. Alcuni club sono felici di aderire al Project Restart perché probabilmente hanno un vantaggio a partecipare a questo torneo modificato nel format, ma quando almeno sei squadre, e io sospetto siano anche di più, sono preoccupate per il rovescio della medaglia e gli effetti devastanti del giocare questo mini-campionato, allora credo che la Premier League abbia il dovere di occuparsene”.
La volontà governativa è quella di ricominciare e concludere il torneo, tanto è vero che il kit dei test per il COVID-19 è già stato inviato ai club di Premier League, circa 40mila per un costo complessivo di 4 milioni di sterline.
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