La Bundesliga riparte: cosa succede nel resto d’Europa?
La Federazione tedesca, venerdì 17 aprile, si riunirà in assemblea per decidere se e quando far ripartire la Bundesliga. Al momento la voce più nota che gira è quella che i vertici della Bundesliga siano d’accordo su una data: il campionato tedesco potrebbe riprendere nel weekend del 9 maggio, più che del 2 come prospettato, per poi concludersi il 21 giugno. Naturalmente sempre con partite a porte chiuse e minimo di presenze negli stadi: 239 persone, tutto compreso. L’interruzione anticipata della stagione costerebbe, ai club di prima e seconda divisione tedesca, circa 770 milioni di euro (secondo quanto riportato da il Kicker): 13 società delle 36 sarebbero a rischio fallimento.
Caos in Spagna: il presidente de LaLiga, Javier Tebas, ha proposto più date per tornare a giocare ma al momento non c’è accordo tra i vertici della Federazione spagnola ed i club (come riportato da La Gazzetta dello Sport). Le date proposte dal presidente Tebas (30 maggio, 6 giugno o 28 giugno) non hanno avuto riscontri positivi, almeno per il momento. C’è inoltre stato un momento di tensione con la Real Sociedad che inizialmente aveva deciso di tornare ad allenarsi in barba ad ogni suggerimento dei medici e dei virologi, allarme poi rientrato col dietrofront annunciato dal club.
Per quanto riguarda la Premier League, l’ANSA riporta che i club della massima divisione inglese sono d’accordo sul tornare ad allenarsi a metà maggio e riprendere il campionato (a porte chiuse) intorno alle metà di giugno. La Premier League punta a concludere la stagione per la metà di luglio, ma per il momento non si tratta di un programma ufficiale.
Nell’intervista esclusiva rilasciata a RadioGoal24, Alessandro Canovi ha parlato tra le altre cose anche delle situazioni della Ligue1 e della Serie A: “In Francia hanno dato una data che è il 17 giugno, giorno in cui dovrebbe riprendere il campionato, chiaramente sempre che ci siano i presupposti per svolgere in piena sicurezza l’attività e giocare. Siccome non siamo un popolo di imbecilli anche noi italiani, non ci vedo niente di male a dare delle date, poi siamo abbastanza maturi da capire che non si può riprendere se non ci sono le condizioni sanitarie. Questo fatto di non dare date non lo capisco, non significa che si debba riprendere per forza poi, ma così sembra che brancoliamo nel buio”.
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