Pres. Imolese: “Serie C insostenibile, chiuderà tutto”
Lorenzo Spagnoli, presidente dell’Imolese ed ex stella del Cervia del reality Campioni, il sogno, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttomercatoweb dove ha parlato, tra i tanti argomenti toccati, anche della precarietà del sistema calcio e della Serie C. Queste le sue parole:
Parlare di progetti ora è complicato
“Ora cambia tutto, siamo entrati in un’epoca che non abbiamo mai vissuto. Dobbiamo capire in che era entriamo e tutti i discorsi che c’erano in ballo, i progetti, le idee le vanno messi parte, cercando di capire cosa succederà”.
Il mondo della C diventa ormai insostenibile
“Il mondo della Serie C era insostenibile anche prima della pandemia. Se non cambiavano riforme, se non aiutavano i 60 club la C era destinata a morire lentamente. Adesso ancora di più, non si può parlare di Serie C, siamo al default: gli sponsor hanno dato la disdetta, i propri presidenti hanno le aziende in difficoltà, per non dire chiuse e non abbiamo più la forza di mettere di tasca nostra un milione, un milione e mezzo. Era sbagliata già prima come Lega, perché i presidenti non devono mettere un milione così. Il calcio era messo male, adesso non c’è più. Sento di proposte per giocare a giugno-luglio: mi piacerebbe, ma in Serie C non si può: solo un pullman per andare in trasferta non ce lo possiamo permettere. E per quel che riguarda gli stipendi anche i calciatori devono capire che si sta entrando in un’altra epoca. È possibile che la Serie C non sia più un lavoro a tempo pieno”.
Come pensate di muovervi a riguardo?
“L’immagine dei calciatori è passata in modo sbagliato, l’Assocalciatori non vuole la cassa integrazione. Stanno lavorando male. Non hanno capito che si chiuderà tutto e i calciatori non prenderanno un soldo per causa di forza maggiore. Io dico che il calciatore deve fare la cassa integrazione e se ti opponi ti devi vergognare. Tommasi e Calcagno ci vogliono far credere che in Serie C prendono 1.500 euro. Una cifra simile la percepiscono giusto i diciottenni, quelli che si sono appena affacciati al professionismo. Gli altri arrivano a prendere molto di più e non sono certo quattro mesi di cassa integrazione a rovinarli, anche perché in molti casi non hai nemmeno una casa da pagare. Non voler accettare questa cosa è un insulto a chi è a casa e prende 800 euro, dovendo per giunta mantenere una famiglia”.
I calciatori non possono trovare l’accordo col club?
“Sì, ci arriveremo perché non c’è scelta. Ma non accetto che l’AIC dica che i club vogliono approfittare della situazione per non pagare. Venissero a vedere le aziende dei proprietari dei club: quelle dei miei familiari sono chiuse, con gente in cassa integrazione. Abbiamo coccolato e viziato i calciatori. E sentirci dire dall’Assocalciatori che ce ne approfittiamo mi fa venire il vomito”.
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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?



