Ancora una volta. Il film si ripete. La Curva Sud giallorossa rimarrà chiusa per il match Roma-Atalanta che si disputerà il 19 Aprile.
Questo è il verdetto emesso dal Giudice sportivo.
Ormai sembra diventato un appuntamento fisso, una consuetudine che si ripete spesso per i giallorossi. Ebbene si dopo le 2 chiusure dello scorso anno e quella di quest’ anno la storia si ripete, questa volta il movente è rappresentato dagli striscioni esposti durante il match prepasquale contro il Napoli.
Sono apparsi molti striscioni esposti sulla vicenda CIRO, e soprattutto sulla madre, accusata di lucrare e fare business ed invitata a tacere.
Gli striscioni dei giallorossi dal punto di vista penale non costituiscono reato, ma la violazione di un regolamento sportivo nello specifico il “P” che vieta d’introdurre all’ interno striscioni non autorizzati dal Gruppo Operativo per la Sicurezza (GOS) su richiesta della Società Sportiva.
Questa vicenda ha scatenato una vera e propria bufera mediatica, che ha visto tappezzare i vari Mass Media, tutto passa in secondo piano, non si parla piu’ della partita ma di una vicenda, che rischia di diventare una vera e propria Guerriglia nazionale, alimentata ancor di più dalle richieste da parte della famiglia Esposito che ha chiesto la chiusura della Curva Sud e le dimissioni del Gup responsabile al controllo sugli striscioni. Il legale Angelo Pisani(legale famiglia Ciro) va oltre: «Chiediamo di applicare, secondo le regole europee, 5 punti di penalizzazione per la Roma e squalifica dello Stadio Olimpico».
Da questo verdetto partirà al 100% il ricorso società capitolina, che pur se chiaramente distante dagli striscioni come ha ribadito il presidente James Pallotta è una sentenza che fa sicuramente molto fastidio e rumore, perché in passato ci sono stati striscioni esposti da altre tifoserie ma mai nessuno ha pagato con la chiusura di un settore dello stadio.
Speriamo che questa storia abbia un epilogo e che si ritorni a parlare delle vicissitudini legate ai 90 minuti di gioco,
questo è IL CALCIO CHE VOGLIAMO.