La Serie A in estate può funzionare?
Cominciamo col dare la risposta: sì, a non poche condizioni però.
A cosa sta pensando la Lega? Come riportato da Tuttosport, L’ad Luigi De Siervo e il responsabile delle competizioni Andrea Butti stanno lavorando ad un nuovo calendario per la Serie A che preveda le rimanenti gare di campionato da disputare in estate al posto dell’Europeo (posticipato al 2021). Si punta a tornare in campo il 31 maggio, disputando i recuperi delle gare interrotte e sospese tra febbraio e marzo, per poi ripartire con le giornate rimanenti da disputare tra il 4 giugno ed il 12 luglio. Il programma prevede di giocare le partite in tre turni settimanali di due giorni ciascuno fino al 21 giugno. Durante questi primi sei turni le gare saranno spalmate su tre fasce orarie giornaliere. Dal 24 giugno, poi, le fasce si ridurranno a due per evitare la partite delle 15, troppo a rischio per le temperature, ma si amplierà la spalmatura su tre giorni. Quest’oggi si radunerà anche l’UEFA per vagliare questa ed altre ipotesi sulla ripresa dei vari campionati.
La Serie A in estate, dunque, potrebbe funzionare? Come detto, sì. Ma servono innanzitutto le condizioni sanitarie che lo permettano, Gravina stesso ha detto che al nord si potrebbe non giocare e pertanto il campionato italiano potrebbe concludersi disputando tutte le gare rimanenti tra il centro ed il sud, servono tamponi a tappeto per tutti i calciatori ed i dipendenti delle varie società per evitare qualsivoglia contagio. E tutto questo solo per far scendere in campo le squadre, poi resta da capire quanto appeal potrebbe avere verso il pubblico. Se la gente fosse libera di andare al mare, ad esempio, le partite potrebbero anche passare in secondo piano (e come dar torto alla gente dopo mesi di detenzione forzata). Diversamente, se fossero vietate le partenze e gli esodi verso le seconde case, allora le partite trasmesse in estate avrebbero un grosso share. In ogni caso tutte le gare si disputerebbero a porte chiuse ed al momento la riapertura degli stadi è prevista solo per la prossima primavera, a meno che non venga trovata una cura o una vaccinazione.
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