Gama: “Ci aspettiamo pari tutele sanitarie dei nostri colleghi uomini”
Sara Gama, capitano dell’Italia, della Juventus e consigliere FIGC, ha chiesto tutele per il movimento femminile. Come riportato dall’ANSA, con Sara Gama si è schierato anche il The Telegraph che ha scritto: “Se il calcio pensa di salvare solo gli uomini, e non anche le donne, allora non si salva. Se il calcio maschile viene salvato mentre quello femminile è lasciato a se stesso, il calcio non sarà stato salvato affatto. Sarà regredito. L’ascesa del calcio femminile e l’umore favorevole degli ultimi anni si riveleranno un miraggio“.
Andiamo a leggere le parole di Sara Gama all’ANSA al termine del Consiglio Federale: “Serve un protocollo ad hoc per la nostra serie A e il professionismo. Ci aspettiamo pari tutele sanitarie dei nostri colleghi uomini, che venga redatto un protocollo ad hoc perché quello dei dilettanti per noi non va bene per riprendere. Attendiamo poi anche le risorse per tornare ad allenarci e vivere da professioniste quali siamo, perché le calciatrici oggi sono consapevoli di essere professioniste a tutti gli effetti e quindi si aspettano un riconoscimento ufficiale del loro status. Quello che conta è il salto di qualità: bisogna approdare al professionismo. Siamo a un bivio, ma nei momenti di crisi ci sono anche grandi possibilità, si può riformare il calcio”.
Alle parole di Sara Gama si sono aggiunte quelle della presidente della Divisione calcio femminile Ludovica Mantovani: “La scelta di credere ancora nella conclusione del nostro campionato d’élite, a cui mancano solo 6 giornate, è una sfida che le calciatrici, tra le quali troviamo il patrimonio sportivo della nostra Nazionale A, accoglieranno con entusiasmo vista la loro grinta e dedizione. Questa pausa di riflessione, che pone la nostra Serie A in una situazione unica all’interno della Federazione, deve essere vista come un’opportunità”.
Infine, anche la 34enne campionessa brasiliana Marta ha rincarato la dose al quotidiano britannico: “Credo che la prossima generazione di calciatrici debba lavorare di più. Dobbiamo continuare a inviare questo messaggio perché abbiamo bisogno di sostegno. Affinché il calcio femminile abbia i diritti, devono perseverare. Non possono arrendersi”.
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