I club di Serie A contro il protocollo dicono “no” ai ritiri. Salta tutto? Ancora no, la Lega prova a rilanciare: chiede un incontro con Federmedici e Federcalcio per un nuovo protocollo condiviso con ministeri e Cts, riporta La Gazzetta dello Sport. Oggi le parti si ritroveranno in un’altra video-riunione. Prima di partire, le società vogliono chiarire alcune cose.
I nodi sono sostanzialmente tre: la quarantena a cui verrebbe sottoposta l’intera squadra in caso di nuova positività; la responsabilità penale dei medici; il lungo ritiro “bolla” di due settimane. Le contro-richieste si rifanno al modello tedesco: in caso di nuovo contagio, le società vogliono che sia solo il singolo a procedere all’isolamento. Così come che la responsabilità non gravi solo sui medici sociali ma venga condivisa secondo modalità che sarà il governo a stabilire. E infine i ritiri: i club chiedono di cancellarli dal protocollo e di poter procedere come succede adesso (giocatori in campo e poi a casa, e dal 18 con allenamenti collettivi veri, non a gruppi di 7-8 giocatori).
Tale questione resta la più dibattuta: l’a.d. interista Beppe Marotta è stato il primo a sollevarla, seguito dalla quasi totalità dei club di A. L’opposizione al ritiro nasce da differenti presupposti, soprattutto organizzativi: è difficile (se non impossibile data la chiusura degli hotel) individuare una struttura in grado di accogliere parte o l’intero gruppo squadra. Dal governo per il momento nessuna certezza ma neanche una chiusura preconcetta. Servono due settimane, che però non ci sono.
Come sempre, le nostre istituzioni politiche e calcistiche dimostrano la loro inefficienza ed inettitudine, con un’incapacità sia di prendere decisioni volte a soddisfare una logica gestionale, sia di assecondare le richieste dei diretti interessati o, ancora meno, dei cittadini. Adesso si aspetta l’ennesimo protocollo, con la differenza che mentre prima gli attori coinvolti nella sua approvazione erano solo Figc e Cts, adesso vi prendono parte anche Federmedici e ministeri, andando a complicare un quadro già di per sè ingarbugliato. Alquanto meschina la decisione di scaricare tutta la responsabilità sui medici sociali, mentre quella dei ritiri, considerando la non disponibilità di strutture adeguate, fa pensare che chi l’abbia decisa non abbia una visione concreta della realtà.
Per tutte le NEWS del giorno in tempo reale clicca qui – LIVE
Ascolta il nostro podcast!
Ascolta l’intervista esclusiva al procuratore sportivo Alessandro Canovi!