I 5 migliori Parma degli ultimi vent’anni
In quel di Parma si sono scritte sicuramente numerosissime pagine di grande calcio. Tra il ‘90 e il ‘00 soprattutto il Parma ha vissuto annate magiche condite da moltissimi trofei nazionali ed internazionali, noi abbiamo scelto di presentare invece le cinque migliori annate dell’ultimo ventennio (dal 1999-00 al 2019-20)!
1999-2000
Il Parma del 1999-2000 fu reduce dalla pazzesca annata precedente in cui vinse Coppa Italia e Coppa UEFA, classificandosi quarta in campionato sotto la guida di Malesani. Sicuramente la Champions League e la Coppa UEFA nel 99-00 non furono granché soddisfacenti, ma i gialloblù centrarono comunque il quinto posto in campionato (quarti a pari merito con l’Inter ma sconfitti allo spareggio) e vinsero la Supercoppa Italiana per 2-1 contro il Milan a San Siro. Quel Parma in estate salutò big come Chiesa, Veron, Sensini e Fiore, che furono Sostituiti dai giovani Di Vaio, Ortega e Paolo Cannavaro tutti e tre provenienti dalla Serie B, oltre che dai colpi Ousmane Dabo e Marcio Amoroso. Fu particolarmente azzeccata l’intuizione di prendere Marco Di Vaio dalla Serie B, visto che il ragazzo allora ventiduenne segnò 56 gol in 3 stagioni. Dabo e Ortega non ebbero certo lo stesso impatto di Di Vaio.
2000-2001
I gialloblù del presidente Tanzi continuarono a rivoluzionare la rosa anche nell’estate del 2000: furono ceduti per cifre importanti Hernan Crespo (alla Lazio per 57 milioni), Mario Stanic (al Chelsea per 8,5 milioni) e Dino Baggio (anch’esso alla Lazio per 7,5 milioni). In entrata quell’anno il Parma ricevette Conceição, Almeyda e Sensini (di ritorno dopo una sola stagione alla Lazio) nell’ambito dell’affare Crespo, in più arrivarono Lamouchi e Micoud dalla Ligue 1, M’Boma dalla Serie B, un giovanissimo Amauri dal Bellinzona, Serena in prestito dall’Inter e l’attaccante Milosevic dal Saragozza per ben 25 milioni di euro. Conceição, Almeyda e Micoud ebbero un ottimo impatto disputando una grande stagione, mentre Milosevic fu un flop da soli 8 gol in stagione. La stagione si concluse con un quarto posto in campionato che valse il ritorno del Parma in Champions League, mentre una sconfitta col PSV fermò i ducali agli ottavi in Coppa UEFA e la Fiorentina gli soffiò la Coppa Italia in finale nel doppio confronto. Quella stagione vide l’esonero del tecnico Malesani, l’addio per eccessivo stress dopo poche settimane da parte di Arrigo Sacchi e la chiamata di Ulivieri che sistemò le cose.
2002-2003
Dopo una difficile stagione 2001-2002 terminata al decimo posto, che però portò in bacheca una Coppa Italia, il Parma nell’estate del 2002 decise di ripartire in panchina con Cesare Prandelli. Nonostante i sanguinosi addii sul mercato di giocatori come Micoud, Cannavaro, Sensini, Laursen, Almeyda e Di Vaio, il Parma riuscì ad azzeccare le mosse in entrata acquistando alcuni calciatori che si rivelarono veri e propri crack: fu molto buono il rendimento dei nuovi Diana, Barone ed Emanuele Filippini, ma il vero upgrade si ebbe con Daniele Bonera, Mark Bresciano, Adrian Mutu, Alberto Gilardino e l’Imperatore Adriano (quest’ultimo in prestito dall’Inter). Prandelli riportò la squadra in quinta posizione ma perse di misura la Supercoppa Italiana contro la Juventus per 2-1, in Europa invece si fermò due volte al secondo turno (sia in Champions che in UEFA). Adriano e Mutu formarono una coppia inarrestabile, si classificarono entrambi terzi nella classifica marcatori segando 16 gol ciascuno.
2013-2014
Dopo diverse stagioni difficili, complice la discesa in Serie B della stagione 2007-08, con Donadoni alla guida i gialloblù tornarono ad assaporare posizioni d’alta classifica. La stagione 2013-2014 vide il Parma posizionarsi sesto e centrare il ritorno in Europa League (ex Coppa UEFA) che però saltò perché il Parma venne escluso dalle coppe europee a causa del mancato ottenimento della licenza UEFA, gli subentrò il Torino. Il Parma del 2013-2014 fece poco Di rilevante sul mercato in realtà, se non salutare l’attaccante Belfodil in direzione Inter ed acquistare Cassani, Felipe, Parolo e Cassano. Proprio Antonio Cassano ebbe un ottimo impatto al livello di numeri coi gialloblù, in appena un anno e mezzo disputò 56 presenze, segnando 18 gol e siglando 9 assist, ma con i tifosi fu guerra aperta dopo una furiosa lite a fine gara con la curva, con tanto di rescissione dal club il giorno subito dopo per la questione del mancato pagamento degli stipendi. Un altro giocatore dal rendimento molto alto quell’anno fu Marco Parolo che si ripeté anche nella stagione successiva diventando rapidamente un idolo della tifoseria: in appena due stagioni Parolo arrivò ad indossare la fascia di capitano, disputando 75 presenze e segnando 11 gol.
2018-2019
Una menzione va fatta anche al Parma della scorsa stagione, quando i ragazzi guidati da Roberto D’Aversa centrarono una salvezza tranquilla al ritorno in Serie A dopo il fallimento e la risalita dai dilettanti, stazionando per qualche giornata anche in zona coppe. In estate il DS Faggiano decise di optare per acquisti di una certa esperienza, così da non temere il salto in massima categoria e affrontare le difficoltà con giocatori che ne hanno viste di tutti i colori: arrivarono a parametro zero Gobbi, Gervinho e Bruno Alves, in più furono acquistati Kucka, Biabiany, Gagliolo, Grassi e Inglese. La stagione si concluse con un quattordicesimo posto e il duo formato da D’Aversa e Faggiano misero le basi per l’ottima stagione di questa stagione.
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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?



