17 marzo, la giornata del Chino.
Il 17 marzo 1976 a Montevideo nasce Alvaro Alexander Recoba Rivero, conosciuto semplicemente come Recoba o come El Chino, poiché i tratti del suo volto sono simili a quelli orientali. Idolo assoluto in Uruguay, amore sconfinato del presidente Moratti ed uno dei ricordi più dolci per il Venezia. Recoba arriva in Italia nell’estate 1997, nel primo anno e mezzo in Serie A si limita a mostrare lampi di talento, ma trova poco spazio nell’Inter di Ronaldo il fenomeno, così nel gennaio 1999 accetta la corte del Venezia di Zamparini ed in quei sei mesi di prestito in Veneto mostra al campionato tutta la sua grandezza. Il Venezia occupava l’ultimo posto in classifica, l’arrivo del Chino cambia l’inerzia della stagione e la squadra di Novellino riuscì a salvarsi; l’attacante uruguaiano segnò 10 goal in 19 partite, memorabile la tripletta rifilata alla Fiorentina (4-1 per il Venezia). Oltre a Recoba quel Venezia dei miracoli poteva contare su altre grandi personalità del nostro calcio: l’allenatore, Walter Novellino, che tanto bene farà qualche anno dopo con la Sampdoria, Marotta, oggi dirigente dell’Inter, dopo i successi ottenuti con la Sampdoria e la Juventus. Recoba dopo quei sei mesi torna in nerazzuro in uno dei reparti offensivi più forti e sfortunati della storia del calcio italiano: Vieri, Ronaldo, Baggio e Recoba; il Chino troverà sempre più spazio anche per i numerosi infortuni al ginocchio del fenomeno. E’ un genio con la palla tra i piedi, fa innamorare i tifosi, un pò meno gli allenatori, che ne evidenziano la svogliatezza e la poca disponibilità al sacrificio. Pippo Maniero, suo compagno d’attacco nei sei mesi a Venezia:
“Nelle ripetute non lo vedevi neanche. Odiava la corsa, la tattica: era disgustato da queste cose . E Novellino diventava matto. Arrivava alle 10 meno due minuti, sistematicamente. Faceva morire dal ridere, di uno svogliato unico. Il mister si incazzava ma chiudeva un occhio. Anche perché poi alla domenica la risolveva lui”.
Recoba rimase all’Inter fino al 2007, e dopo una stagione opaca al Torino lasciò l’Italia; gli ultimi anni della carriera li trascorse nelle due società dove tutto era iniziato: prima al Danubio, poi al Nacional. El Chino oggi è fuori dal mondo del calcio, difficile che rilasci interviste e che si mostri davanti alle telecamere, ma per i tifosi dell’Inter, del Venezia e per tutto l’Uruguay resta una leggenda, e tutt’oggi per loro il 17 marzo è la giornata del Chino.
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