“In Italia il calcio tatticamente è una cosa molto, molto seria. Sotto l’aspetto calcistico siamo i più avanzati e ormai tutti conoscono tutto.”
Se siamo i più avanzati in ambito calcistico lo dobbiamo anche al padre di questa frase, Fabio Capello, uno degli allenatori italiani più vincenti di sempre. Notizia di questi giorni è il ritiro dal mondo del calcio del tecnico friulano che ha fatto le fortune di grandi club come Milan, Juventus, Roma e Real Madrid e che è stato l’unico italiano ad aver allenato la nazionale inglese di calcio.
Una storia ricca di successi, diretti, senza troppi giri di parole e senza sfarzose prestazioni ma semplicemente attraverso l’abnegazione, il lavoro e l’acquisto quasi obbligato alle proprie società di grandi campioni. Noi di RadioGoal24 abbiamo raccolto i 5 momenti più significativi della carriera di “Don Fabio”:
20 GIUGNO 1991 – IL GRANDE MILAN
Il meccanismo della storia di Capello al Milan ingrana quando Sacchi viene scelto come successore di Vicini per la nazionale italiana e Don Fabio viene chiamato da Silvio Berlusconi per tentare di dare un seguito all’epoca vincente del Milan di fine anni ’80. Fabio Capello aveva già ricoperto il ruolo di allenatore del Milan nel 1986 da traghettatore nel post Liedholm, dopo di che aveva solo ricoperto un ruolo dirigenziale. Con la stagione 1991-1992 inizia la sua vera storia da allenatore, partendo con la critica avversa, vista la poca inesperienza e l’accusa di essere troppo “aziendalista”. Tra critiche e accuse Capello si dedica ad una rosa già forte ma reduce da una stagione che ha visto trionfare l’incredibile Sampdoria di Boskov. Azzittire la critica è stato molto semplice per Capello, in 4 stagioni, quattro scudetti, tre Supercoppe italiane, una Coppa dei Campioni e una Supercoppa Europea. Da aggiungere anche due panchine d’oro. Se si deve far riferimento ad un ciclo vincente si può solo ed unicamente parlare del Milan di Capello, regina del calcio italiano ed europeo di inizio anni’90.
18 MAGGIO 1994 – LA COPPA DEI CAMPIONI
Il fascino della coppa dalle grandi orecchie attira ma soprattutto incensa qualsiasi allenatore e il 18 Maggio 1994 Fabio Capello iscrive il suo nome nella storia vincendo la Coppa dei Campioni. Un cammino intrapreso battendo l’Aaru, il Copenaghen, il Porto, l’Anderlecht, il Werder Brema e in semifinale il Monaco di Wenger. In finale il Milan affronta il Barcellona ad Atene, con Capello che si trova ad affrontare uno che il calcio lo ha letteralmente rivoluzionato, Johan Crujiff. Eppure Don Fabio imperturbabile non viene scosso minimamente dallo squadrone blaugrana e con un sonoro 4-0, grazie anche alla prestazione divina di Savicevic va a vincere la sua prima ed unica coppa dei campioni, probabilmente il punto più alto della propria carriera.
ESTATE 1996 – DON FABIO RE DI SPAGNA
Nell’estate 1996 una sola squadra al mondo ha vinto più del Milan e una sola squadra al mondo può strappare Capello dalla panchina rossonera; il Real Madrid. I “blancos” mettono sotto contratto Capello nell’estate 1996, il quale si porta con sè giocatori dalla Serie A come Panucci , Roberto Carlos e Clarence Seedorf e acquistando Mijatovic, Suker, Secretario e Zè Roberto. In un testa a testa con il Barcellona la squadra di Capello a fine stagione vincerà la Liga, facendo entrare Capello nella storia del calcio spagnolo e consacrandolo fuori dal nostro paese. Tornerà al Real nella stagione 2006-2007 dove vincerà di nuovo il campionato ma senza convincere ed ottenendo un clamoroso esonero nonostante il successo in Liga.
17 GIUGNO 2001 – FABIO MASSIMO, IMPERATORE DI ROMA
Si dice che vincere qualcosa a Roma sia più bello e più gratificante di qualsiasi altro posto e sicuramente Fabio Capello lo sa meglio di chiunque altro. Vincere uno scudetto dopo 17 anni in una città dove il calcio conta più di qualsiasi altra cosa ti gratifica e in effetti raramente si è visto un Capello così sanguigno e felice come quello della stagione 2000-2001, la stagione del terzo scudetto romanista. Anche qui il processo è il solito, dopo un anno di transizione, arriva una campagna acquisti fatta di campione, partendo dall’asse centrale, Samuel, Emerson e Batistuta, un tris di campioni, costati tantissimo ma che regaleranno la vittoria finale alla Roma, grazie alle giocate dei tre e a quelle di un Totti nella definitiva ascesa e di un gruppo completato da quantità e qualità di giocatori come Montella, Delvecchio, Tommasi, Cafù, Candela, Aldair e tanti altri. La sua avventura a Roma terminerà nel 2004 con una separazione shock, che lo porterà sulla panchina dell’acerrima rivale giallorssa, la Juventus, squadra nella quale Capelllo aveva dichiarato non sarebbe mai andato.
27 MAGGIO 2004 – JUVENTUS, NUOVI PERCORSI VECCHIE ABITUDINI
Allenatore vincente in una squadra vincente, questo è stato Fabio Capello alla Juventus. Un cammino iniziato il 27 Maggio 2004 con la così detta “fuga” notturna da Roma, tra la furia del popolo romanista che da lì in poi ha sempre condannato il comportamento di Don Fabio. Ma una squadra come la Juventus non poteva non affidare ad uno come Capello una squadra ricca di campioni e con l’ambizione di tornare a vincere in Serie A. Da Roma lo raggiungono Zebina ed Emerson, dall’Olanda arriva il giovane Ibrahimovic. Due stagioni perfette che vedono la Juventus dominare in Italia e vincere due titoli consecutivi. Capello conferma di essere vincente se non fosse per la grossa macchia di Calciopoli che spazza via questi due successi, gettando una leggera ombra sulla carriera di Don Fabio che da lì in poi sarà sempre lontana dall’Italia.