I nerazzurri fanno 3 su 3, nove punti e sono in vetta insieme a Juventus e Napoli. Davanti ai sessantamila di San Siro l‘Inter batte 2-0 la Spal, grazie al 5° centro stagionale di Icardi (assegnato dal Var) e dalla perla finale di Perisic. “Se vogliamo tornare a salire sugli aerei che portano in giro per l’Europa dobbiamo fare il check-in in queste partite”, chiaro Spalletti prima della sfida. Temeva questa partita, le insidie di una gara dal profumo di trappola.
La squadra ha risposto compatta, con personalità e voglia di vincere. Idee chiare e fisionomia, reparti corti e un’ottima condizione fisica. Si iniziano a vedere le trame offensive tipiche delle formazioni di Spalletti, anche se c’è ancora (giustamente) da lavorare. Colpiscono i nuovi, Skriniar e Borja Valero su tutti, trasformati alcuni giocatori soprattutto negli atteggiamenti. Perisic e Icardi si sono presi sulle spalle l’Inter, con il capitano già capocannoniere dopo tre giornate. Contro la Spal non è stata una gara facile, con gli uomini di Semplici che hanno dimostrato, anche a San Siro, di essere una buona squadra e di poter ambire alla salvezza. Il 3-5-2 della Spal copre bene il campo, chiudendo molti spazi ai nerazzurri. Borriello e Paloschi fanno molto lavoro per far salire la squadra, con Lazzari a destra e Costa a sinistra che cercano la profondità.
La partita viene sbloccata da una giocata di Icardi, sempre più a suo agio nel gioco di sponda, che lancia Joao Mario in porta. Il portoghese viene atterrato da Vicari, l’arbitro dà punizione al limite, dopo quasi 5’ arriva la decisione del Var. Rigore, Icardi incrocia e batte Gomis. La Spal prova a colpire in contropiede, ma Paloschi in due occasioni non impensierisce Handanovic. L’Inter ha il controllo della gara, ma la manovra non è ancora fluida come vorrebbe Spalletti. Il trio di centrocampo Gagliardini-Borja-Joao Mario manca in alcuni momenti della gara di velocità nella trasmissione del pallone e nell’andare oltre la linea difensiva con gli inserimenti senza palla, tanto cari al tecnico toscano. Joao Mario fatica a trovare una posizione e predilige più il pallone tra i piedi che la profondità. Meglio Brozovic nella ripresa nel ruolo di trequartista, con il croato più propenso nell’attacco alla porta e nel velocizzare l’azione. Meglio Perisic che Candreva sulle fasce, con l’italiano che quando taglia in mezzo la campo, come richiede Spalletti ai suoi esterni, fatica nel trovare la giocata finale. Bene la linea difensiva, Miranda e Skriniar sono già una coppia collaudata. La gara viene chiusa nella ripresa da un gioiello di Perisic sul cross di D’Ambrosio, più propositivo di Dalbert alla prima a San Siro, che al volo di sinistro quasi spacca la porta con Gomis che può solo guardare. C’è da lavorare, Spalletti lo sa bene. Ma trovarsi in vetta dopo tre partite con 8 gol fatti e uno subito è sicuramente un bell’antipasto, con la mano dello chef toscano che si vede sulla squadra e con ancora grandi margini di miglioramento. Cartolina da San Siro? L’Inter è una squadra. Forse, la notizia più bella.