Federico Melchiorri, attaccante del Cagliari, è alle prese nuovamente con un infortunio grave al crociato anteriore. In questo approfondimento stileremo la classifica degli infortunati plurimi della storia del calcio.
10. Francesco Totti
Come non inserire in questa classifica un nome travagliato come quello del Pupone romanista. Anche se meno gravemente di altri, la carriera del capitano della Roma è stata segnata continuamente dai gravi infortuni. Primo su tutti è il noto infortunio al legamento della caviglia per opera di un intervento da dietro di Richard Vanigli, difensore dell’ Empoli, che gli costò il campionato 2005/2006. Altrettanto famosi sono i tempi record in cui Totti è riuscito a recuperare per scendere in campo per i fatidici mondiali del 2006. Nell’aprile del 2008 subì anche un infortunio al legamento crociato anteriore che lo costrinse a stare fermo per ben 3 mesi che però non equivale per gravità all’infortunio del 2006. Da quell’infortunio la bandiera giallorossa non ha potuto più correre normalmente.
9. Federico Melchiorri
Questo attaccante luminoso classe’87 del Cagliari si aggiunge ora nella classifica dei giocatori più sfortunati con gli infortuni plurimi. Dopo il cavernoma alla testa nel 2010 ed un infortunio grave al ginocchio l’aprile scorso, il fato ha nuovamente deciso di giocare con la carriera del povero ragazzo che ora si vede costretto a rimanere fermo per la rottura del crociato anteriore, di nuovo.
8. Gigi Riva
Un altro noto italiano è presente in questa lista nera di giocatori sfortunati che hanno dovuto affrontare il crudele fato. Questo centravanti famosissimo ha subito due infortuni gravissimi entrambi con la nazionale. Il primo infortunio accadde in un match del 1966 contro il Portogallo: rottura del perone sinistro ed il secondo quattro anni dopo in un match contro l’Austria in cui il terzino Hef gli spezza il perone destro con un’entrata a forbice.
7. Djibril Cissé
Giocatore francese che ha militato per poco anche nella Lazio, ha subito più o meno lo stesso di Riva, ma con un filo in più di gravità: si ruppe per la prima volta tibia e perone della gamba sinistra in un match con il Liverpool. La gamba che era ridotta a penzoloni, è stata soccorsa prontamente dallo staff medico che ha sventato il pericolo di amputazione dell’arto. Nel 2006, in un match contro la Cina, si fratturò nuovamente tibia e perone, stavolta della gamba destra.
6. Ronaldo
Come può il fenomeno brasiliano a non far parte di questa sciagurata lista? Molto famoso è l’infortunio al ginocchio che rovinò clamorosamente la carriera di uno dei giocatori più forti di tutti i tempi. Nella finale di Coppa Italia del 2000 il fenomeno tornò sul rettangolo di gioco dopo 6 mesi di calvario per un infortunio al ginocchio destro e la standing ovation che lo accolse aveva commosso l’intero panorama calcistico. Ancora una volta però il destino sembra essere maledetto per lui e dopo pochi minuti crolla a terra tenendosi il ginocchio e gelando lo stadio. Le sue lacrime sono impresse ancora nelle menti di tutti.
5. Ilkay Gundogan
Il centrocampista tedesco è di sicuro molto sfortunato ed attualmente lotta con una rottura del legamento del crociato verificatosi esattamente il 15 di questo mese. Davvero una sfortuna per lui che interrompe così la sua prima esperienza in Inghilterra e per Pep Guardiola, tecnico del Manchester City, che vive un momento non facile. I medici indicano che il suo ritorno è previsto per il 29 giugno del prossimo anno. Tuttavia non è il primo infortunio per l’ex Borussia Dortmund: nella stagione 2013/2014 subisce una distorsione della spina dorsale che lo tenne fermo per ben 403 giorni.
4. Abou Diaby
Uno dei giocatori che ha impressionato di più per la sua sfortuna riguardo agli infortuni è questo giocatore francese. Cresciuto nel vivaio dell’ Arsenal, ha dimostrato sin da subito il suo potenziale e Arsene Wenger non ha voluto farsi sfuggire l’occasione. Entrato in prima squadra all’età di 20 anni, il mastodontico ragazzo ha dimostrato da subito il suo bagaglio tecnico risultando però essere molto discontinuo sul piano fisico: il giocatore si infortunava con moltissima frequenza, tanto da non riuscire a disputare più di due partite consecutive. Nel 2013 registra ben 39 infortuni, impressionante.
3. Giuseppe Rossi
Non poteva mancare il giocatore italiano per eccellenza che è stato sciagurato dagli infortuni. Il Pepito aveva un futuro luminoso davanti a lui ed era considerato come tra le più grandi prospettive del calcio italiano, sopratutto quando si trasferì al Villarreal portando la bandiera italiana all’estero. Per il club spagnolo diventò un punto di riferimento finché nel 2011 non si fratturò il legamento crociato. Dopo 559 giorni di calvario durante la quale tornò in italia con la maglia della Fiorentina, l’attaccante tornò a correre e ad incantare in Serie A. Rossi però venne di nuovo colpito da una lesione del legamento del crociato proprio sul più bello della stagione e da quel momento non tornò più quello di prima. Tornato a giocare dopo 115 giorni, dovette subito rifermarsi per una ricaduta per poi rimanere fermo per altri 234 giorni. Giuseppe Rossi, uno dei giocatori che avrebbe potuto dare una svolta al calcio italiano è stato segnato dal crudele destino.
2. Marco Van Basten
Una delle storie più tristi del mondo del calcio è quella di Marco Van Basten, uno dei più forti centravanti di tutti i tempi. L’olandese è stato tre volte premiato con il Pallone d’oro e nonostante tutti i titoli vinti, ha dovuto combattere con un infortunio alla caviglia per tutta la durata della sua carriera. All’età di 29 anni, Il cigno di Utrecht annuncia il suo addio al calcio, tra le lacrime dei tifosi del Milan, del bel calcio e del calciatore stesso.
1. Sebastian Deisler
Analogamente al Cigno di Utrecht, anche questo centrocampista tedesco ha dovuto combattere per tutta la carriera con un infortunio cronico al ginocchio. Considerato in passato come “il futuro del calcio tedesco”, Deisler ha veramente toccato il cielo con il dito sia con il Bayern Monaco che con la Germania. Il crudele destino però ha deciso di giocare con la sua vita e di rovinargli la carriera già sin dai 19 anni. Alla fine, travolto anche psicologicamente, ha annunciato all’età di 27 anni il suo addio al calcio nel momento in cui fisicamente stava bene: non si fidava più del suo fisico.