Leonardo Pavoletti non parteciperà ai prossimi Europei di Francia. Ormai questa è una notizia risaputa che, comunque, lascia ancora scalpore. Il miglior marcatore italiano, ben 14 reti, della stagione di Serie A appena terminata, non gli hanno valso la strameritata convocazione nell’imminente competizione europea che vedrà gli azzurri di Antonio Conte fronteggiarsi con le migliori nazionali europee.
Il Ct azzurro ha stilato una lista di ben 30 pre-convocati per l’Europeo che il 31 diverranno solamente 23. Nel reparto offensivo degli stessi figurano Insigne, Immobile, Pellè, Eder e Zaza; con rispetto parlando poca roba… Ciò che ogni italiano si starà chiedendo è per quale strano e mistico motivo tra quegli attaccanti pre-convocati non figura il nome di Leonardo Pavoletti? Cos’ha fatto di tanto sbagliato questo poderoso attaccante classe ’88? Ci sono molteplici spiegazioni più o meno giustificabili, più o meno razionali. Innanzitutto Conte ha voluto in qualche modo premiare alcuni attaccanti, perché in questo discorso ci limiteremo a parlare solo del reparto offensivo, ma ci sarebbe da ridire su molte altre scelte a mio parere, che hanno permesso la qualificazione dell’Italia agli Europei come ad esempio Graziano Pellè che, però, con 11 goal segnati in Premier League con il Southampton in questa stagione ed un andamento costante se l’è meritata, o come ad esempio l’italo-brasiliano Eder che nell’Inter ha giocato in 6 mesi poco e molto male ma in Nazionale si è sempre meritato la sufficienza, soddisfacendo il futuro allenatore del Chelsea, che poi, tra l’altro, il calciatore interista è in grado di giocare sia da prima prima punta che, soprattutto da seconda punta. Un’altra motivazione che ha portato, molto probabilmente, all’esclusione di Pavoletti, che intanto è diventato l’idolo di moltissimi tifosi italiani sul web che hanno speso parole e condivisioni per una sua meritata convocazione in azzurro, è che il Ct italiano sia voluto ripartire da un gruppo “sicuro” dove, bene o male, gli attaccanti si sono già allenati insieme più volte e si conoscono maggiormente a livello di gioco; infatti per l’attaccante del Genoa questa è stata la prima esperienza in assoluto con l’Italia. Conte ha giudicato Insigne come un puro fantasista, non come una prima punta e quindi la sua presenza non avrebbe escluso quella di Pavoletti. Simone Zaza invece si è dimostrato grintoso in campionato, segnando in ogni occasione possibile e, soprattutto non mollando mai; probabilemte Conte ha apprezzato ciò, oltre al fatto che già lo conosceva molto meglio rispetto a Leonardo Pavoletti, avendolo visto in Serie A più volte ed avendolo già convocato in azzurro. L’unico dubbio irrisolto è quello legato a Ciro Immobile, arrivato, anzi tornato al Torino nel mese di gennaio dopo due anni pessimi passati con il Borussia Dortmund ed il Siviglia, ed infortunato fino a poche settimane fa. Il napoletano in campionato in poco meno di 6 mesi è riuscito a segnare solamente 5 goal, mostrandosi, in alcune partite, ancora fuori forma. Allora perché convocarlo, anzi pre-convocarlo agli Europei se la sua condizione non è ancora al 100% quando c’è un’attaccante uscito fuori dal nulla che ha segnato 14 reti con tanto di due mesi fuori dai campi per infortunio?
In teoria le giustificazioni sarebbero terminate. Ma ora sorge una domanda molto spontanea… In Nazionale non dovrebbe essere convocato chi ha fatto meglio nel presente e non chi “vive tra gli allori” di un passato decente? Lasciando fuori i meriti e la duttilità tattica di Pellè ed Insigne e volendo anche Eder, anche se ha fatto una stagione veramente pessima, cosa hanno fatto di più Zaza e, soprattutto, Immobile per “rubare” il posto tra i pre-convocati a Pavoletti? Quest’anno come non mai l’Italia arriva molto male agli Europei, tra infortunati e giocatori di basso livello, quindi certo, una maggiore conoscenza già dell’ambiente e del modo di giocare dei compagni aiuta, come nel caso di Zaza e Immobile, ma ciò non toglie che Leonardo Pavoletti abbia meritato sul campo la convocazione, non solo tramite i suoi goal, ma anche grazia ai movimenti che faceva ogni domenica sul campo, grazie agli assist ai compagni, grazia anche agli aiuti che dava in difesa; però lui in Nazionale non si era mai visto, non ha mai giocato con tutti gli altri attaccanti e, quindi, tutto ciò che di buono aveva fatto in campionato è stato brutalmente cancellato in un soffio da Antonio Conte. Neanche a dire che l’attaccante originario di Livorno giocasse in un top club come Juventus, Napoli o Roma dove le possibilità di segnare per una punta diventano maggiori; 14 goal nel Genoa sono veramente tanta roba, con tutto il rispetto per il club genoano, poiché le possibilità di segnare sono nettamente minori ed il club di Preziosi fino a circa metà febbraio lottava ancora per salvarsi.
Questi Europei dovevano essere di Pavoletti, se lo meritava, anche perché occasioni del genere capitano poche volte, anche se “Pavogol”, soprannome datogli dai supporters del Genoa, ha ancora 27 anni, per la precisione a novembre ne compierà 28, quindi le possibilità di crescere e migliorarsi ci sono ancora.
Insomma, per cadere un po’ nella goliardia e per alleggerire l’approfondimento, da come si sarà capito: “Io sto con Pavoletti“.