Da calciatore Luis Enrique era abituato ad attaccare i difensori con le sue proverbiali serpentine palla al piede. Ora che è costretto invece a difendersi dagli attacchi altrui, non ci sta più. La tensione nello spogliatoio del Barcellona è altissima per tanti motivi: il k.o della settimana scorsa contro la Real Sociedad, i malumori di Messi, il terremoto societario con gli allontanamenti di Zubizarreta e Puyol, la recente decisione di anticipare le elezioni presidenziali. E non ultimo c’è l’impegno di stasera contro l’Atletico Madrid. Una sfida da dentro o fuori nella corsa per vincere la Liga 2014/15.
Luis Enrique non intende assumersi più responsabilità sulla crisi della squadra di quelle che gli competono. Ma ostenta tranquillità. Finché i giocatori lo seguiranno, lui resterà al suo posto. Lasciando intendere che non aspetterà di essere esonerato. Certo non è un buon viatico per la sfida di stasera. Anche perché l’avversario già di suo “non ha punti deboli” e mancherà Xavi per infortunio.