Dalla stagione 2018-2019 il cambio di orario, non si gioca più solamente alle 20:45 con la contemporaneità tanto amata da tutti noi “malati” di UCL, ma alle 18.55 e 21.00.
PRO: una modifica che ha sostanzialmente uniformato il calendario delle partite a quello dell’Europa League e attraverso un’offerta più articolata del prodotto ha un obiettivo preciso: valorizzare al meglio tutte le gare, permettere ai tifosi di seguirne più di una durante la stessa sera, sfruttare così tutte le finestre disponibili per i ricavi. Durante la fase a gironi tutte le partite dell’ultima giornata si sono effettuate in contemporanea.
Contro: lo spettatore va a perdere l’abitudine che lo aveva fatto innamorare della coppa dalle grandi orecchie, non solo, giocandosi in giorni feriali risulta difficile poter seguire la propria squadra del cuore sia allo stadio che in televisione visto l’orario “lavorativo” delle 18:55.
Capitolo diritti tv e bookmakers: Il grosso del guadagno lo hanno loro, con gli orari spezzati, come spiegato dal Uefa, il prodotto televisivo cresce di valore, permettendo potenzialmente a molti più utenti di poter seguire le gare in integrale, prestando attenzione alla singola gara. La contemporaneità comporta un dislivello netto tra l’appeal di una gara di cartello o una di bassa fascia o comunque dal risultato scontato o che non ha nulla da chiedere. Per non parlare dal punto di vista pubblicitario: avere più eventi, vuol più tempo di trasmissione equivale a più fasce pubblicitarie da offrire. Stesso discorso vale per le scommesse, si scommette di più, c’è una suddivisione talmente ampia tra le due fasce orarie che il giocatore può decidere se unire gli eventi con i diversi orari oppure scommettere prima sulle gare del pomeriggio e poi su quelle della sera.
-Final Four dal 2024
Anche qui, valutando pro e contro ci viene in mente una domanda, ma Ceferin parla per il bene del calcio dal punto di vista strettamente sportivo, o dal punto di vista puramente economico? Immaginiamoci una settimana di fine Maggio, a campionati finiti in cui le migliori 8 d’Europa s’incontrano in una città a caso per eleggere quale sarà la regina d’Europa. Bellissimo certo, ma questo comporta rimanere senza champions da febbraio/marzo, sportivamente si perde l’emozione della musichetta il mercoledì, si risparmiano dei turnover infiniti in campionato e soprattutto permetterebbe ad ogni squadra di arrivare al top al grande appuntamento, questa a mio avviso è una formula per cui accetterei di cambiare le mie abitudini.