Fiorentina, Vlahovic: “voglio restare e vincere con questa maglia”

Fiorentina, Vlahovic: “voglio restare e vincere con questa maglia”

La Fiorentina ha vissuto una stagione, la seconda consecutiva, complicata dal punto di vista dei risultati con troppi alti e bassi; una squadra che, nonostante una rosa con buoni elementi, non è riuscita a trovare la giusta continuità di rendimento e il motivo principale è stato, senza ombra di dubbio, l’infortunio di Ribery. In assenza del francese a prendersi la squadra sulle spalle è stato Dusan Vlahovic, giovane talento serbo. L’attaccante, ventenne, in questa stagione ha dimostrato di avere un talento superiore a molti sui coetanei; tanti i colpi di classe del centravanti tra cui quello contro l’Inter che ha regalato un prezioso punto al club viola. Vlahovic, in questo periodo di quarantena, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole: “Firenze è casa mia. Vorrei restare a lungo in viola e vincere qui. Io sogno di tornare ad esultare presto proprio davanti alla curva Fiesole piena. Dedicherò il primo gol post Covid a chi lotta in prima linea con il virus. Chiesa? Federico è un calciatore top e con lui in campo mi trovo davvero a meraviglia. Iachini? Mi sta insegnando i movimenti giusti e la posizione da tenere in campo“.

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Pezzella: “Ho avuto paura, la Fiorentina mi è stata vicino”

Pezzella: “Ho avuto paura, la Fiorentina mi è stata vicino”

Il leader e capitano della Fiorentina, il difensore German Pezzella, ha convissuto per molte settimane con il Coronavirus dopo esser stato contagiato dai compaghi di squadra. In una bella intervista al Corriere della Sera il ragazzo ha raccontato il suo periodo di convivenza col virus addosso, tra paure e pensieri, senza però che sia mai stato lasciato solo. Pezzella ha infatti raccontato della costante vicinanza dello staff medico della Fiorentina e dei compagni di squadra che non l’hanno mai abbandonato in questo periodo difficile. Andiamo a vedere cos’ha detto nell’intervista:

German Pezzella, capitano della Fiorentina, come si è accorto di essere positivo al Covid 19?
«All’inizio avevo solo un po’ di tosse e febbre, ma considerando che in squadra c’erano già dei casi, ho immaginato subito di essere rimasto infettato. Poi mi hanno fatto il tampone e a quel punto non ci sono stati più dubbi».

Ha avuto paura?
«Confesso di si. È vero che per me il virus è stato simile all’influenza, ma nei primi giorni della malattia ti vengono un sacco di pensieri. Per fortuna la famiglia e gli amici, pur non fisicamente, mi sono stati vicini».

Qual è stato il momento più duro?
«Quando ho avuto la conferma che si trattava di coronavirus. Come ho detto, il sospetto ce lo avevo, ma la conferma è un’altra cosa. Ho cercato, dentro di me, di non perdere la serenità, ma non è stato facile».

La Fiorentina e i suoi compagni l’hanno sostenuta?
«Moltissimo. Lo staff medico mi ha seguito sin dal primo momento e con i compagni di squadra siamo sempre stati in contatto. D’altra parte non ero l’unico del gruppo a trovarsi in quella situazione e capire come si sentivano gli altri era importante».

Adesso che è tornato negativo ha ripreso un po’ di attività fisica?
«Seguo un percorso personalizzato come gli altri giocatori della Fiorentina. Non è semplice allenarsi così, ma speriamo che presto si possa tornare al centro sportivo».

È pronto per tornare a giocare o pensa che sia prematuro visto la situazione del Paese?
«La decisione sulla ripartenza deve essere presa dai medici e dagli esperti. Quando succederà l’importante è che sia garantita la sicurezza di noi giocatori e di tutti gli addetti ai lavori».

 

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Toldo: “Campionato falsato a discapito della meritocrazia sportiva”

Toldo: “Campionato falsato a discapito della meritocrazia sportiva”

Francesco Toldo è stato per moltissimi anni uno dei più forti portieri del mondo tra gli anni novanta e duemila; Toldo è stato eccellente sia con la maglia della Fiorentina indosso che con quella dell’Inter, oltre che con la Nazionale italiana al quale ha reso un grande servizio prima dell’avvento di Buffon. Francesco Toldo dopo aver appeso guanti e scarpini al chiodo si è un po’ allontanato dal mondo del calcio, ma quest’oggi è tornato a parlare a Il Giornale, rilasciando una bella intervista. Andiamo a vedere cosa ha detto:

Toldo, 10 anni fa l’Inter usciva sconfitta dal Camp Nou ma con la finale di Champions League ottenuta. Ci racconti come hai vissuto quella serata e qualche aneddoto particolare legato a quella partita?

“Siamo stati monumentali, forti del 3-1 dell’andata, tutto il mondo calcistico conosce la forza del Barcellona al Camp Nou. Hanno caratteristiche fuori dall’ordinario, mettono in difficoltà qualsiasi squadra; però contro di noi non l’hanno fatto vedere! L’Inter del Triplete era costruita da uomini prima che da calciatori, mi ricordo la grande parata di Julio Cesar su Messi e nonostante il rosso a Thiago Motta abbiamo retto fino alla fine della partita. Un aneddoto? Il giorno prima ci fu una grande litigata a pranzo tra di noi per motivi che non posso dirti, fanno parte dei segreti di quell’anno….ma tutto si risolse nel migliore dei modi ed entrammo in campo più uniti che mai”.

In tanti hanno esaltato quella squadra che conquistò il triplete. Qual era la vera forza del gruppo?

“La vera forza del gruppo era il confronto diretto e il dirsi le cose in faccia senza che nessuno si offendesse. C’erano inoltre grandi campioni che si misero a disposizione del gruppo anteponendo l’interesse della squadra a quello personale. L’aspetto principale è rappresentato da Mourinho che, insieme alla società di Massimo Moratti, lavorava con gli stessi obiettivi. Lungo il cammino si sono aggiunti i tifosi che hanno sempre di più compreso la grandezza della stagione e la sinergia è stata fondamentale per arrivare a quei grandi traguardi”.

Ci racconti qualche aneddoto su José Mourinho? Che tipo di allenatore e di motivatore era?

“Mou prima di tutto è uno psicologo, la gestione del gruppo per lui è fondamentale, la chiarezza e la comunicazione sono punti saldi. Ottiene rispetto dal gruppo quando egli per primo s’arrabbia coi giocatori più importanti nelle riunioni in spogliatoio. Più volte ha attaccato per motivazioni varie i grandi campioni senza che nessuno si offendesse per i concetti sensati che riusciva ad esprimere. Era il primo agli allenamenti e l’ultimo a chiudere la porta. Con lui potevi tranquillamente disquisire di qualsiasi argomento, era sempre preparato. Spiccava la sua dote nel parlare più lingue straniere e lo dimostrò alla sua presentazione alla Pinetina. Tutt’ora ci sentiamo…”.

Capitolo Inter attuale. Cosa ne pensi di Antonio Conte e della squadra allestita da Marotta e Ausilio? Quanto manca per colmare il gap con la Juventus?

“Penso che ci siamo alzati di livello rispetto alle annate precedenti anche se non basta, non per confrontarsi con la Juventus, questo no! Perché l’Inter deve tracciare sempre e comunque la sua rotta e rispettarla. L’Inter ha una sua notevole storia calcistica ed avrebbe meritato molti scudetti in più sul petto”.

Il calcio e lo sport si sono dovuti fermare per la pandemia da coronavirus. Pensi sia giusto riprendere o archiviare la stagione 2019-2020?

“Voglio pensare ad un calcio più vicino alla normalità della gente per cui il buon senso imporrebbe di fermarsi e rivedersi a campionato nuovo. Purtroppo però l’introito maggiore del calcio è rappresentato dai diritti tv che se venissero a mancare improvvisamente causerebbero un danno enorme all’indotto e a cascata fino all’economia di tutti i giorni. Quindi mi aspetto una ripartenza in sicurezza proprio per vincere contro questo Covid-19 e ritornare lentamente alla normalità”.

Cosa ne pensi delle polemiche di questi giorni su questo tema che sta infiammando il mondo del calcio?

“Si tratta di riflessioni che poi col tempo passano, trovo ingiusto scaricare al solito mondo dorato del pallone colpe che giocatori non hanno. Il governo guidato da un pool di scienziati si sta esprimendo e trovo che in un momento di difficolta si debba cercare di criticare di meno e agire di più. Alla fine giusto ripartire”.

Sei stato grande protagonista con l’Italia nel 2000. Le tue innumerevoli parate in semifinale sono valse la finale poi purtroppo persa contro la Francia. Ci racconti le tue emozioni di quella partita e della finale?

“La partita con l’Olanda rientra nelle immortali del calcio, ricorre il ventennio fra pochi giorni e gli sportivi continuano a riviverla. Se ti dicessi che la sera prima ho immaginato esattamente nella mia testa tutto ciò che l’indomani sarebbe accaduto? Ci crederesti? Ebbene è andata proprio così, ero convinto di alzare un muro per contenere gli olandesi, solo Kluivert ha retto psicologicamente”.

Tema dolente, il 5 maggio: cos’è successo in quella partita? Ti aspettavi l’addio di Ronaldo a fine stagione?

“Epilogo amarissimo di un campionato falsato da altre forze a discapito della meritocrazia sportiva. Senza voler polemizzare a distanza di tempo, vicenda chiusa. Ronaldo? Il brasiliano più forte e simpatico che abbia conosciuto, malgrado le sue avversità fisiche sfoggiava sempre un sorriso contagioso”.

Una volta in Inter-Juventus sei stato protagonista con Christian Vieri di una carambola che è valsa il pareggio nerazzurro. Senti tuo quel gol?

“Il gol era mio, Bobone l’ha preso solo per la classifica cannonieri che meritava di vincere. Tutt’ora con Bobo scherziamo sulla paternità del gol, tanto io so che e mia (ride; ndr). Personalmente sono fiero e ancora divertito del gol a San siro con la Juventus. lo racconto spesso ai miei figli e prendo l’esempio quando parlo ai giovani dicendo loro che con la convinzione unita al talento, ovviamente insieme alla buona sorte, raggiungi i sogni che ti prefiggi… Fatelo ragazzi, sognate e realizzate i vostri obiettivi”.

Cosa ne pensi delle dicharazioni di Romelu Lukaku durante una diretta Instagram con la moglie di Mertens:

“Tra dicembre e gennaio 23 su 25 calciatori hanno avuto la febbre. Non sapremo mai se era coronavirus o meno” “Ho imparato a non giudicare quando non conosco bene la situazione, penso che all’inter ci sia uno staff sanitario con medici preparatissimi che tutelano i propri giocatori e credo che ognuno debba rispondere per il suo mestiere”.

Vuoi mandare un messaggio su come dovrebbe e potrebbe migliorare il mondo del calcio?

“Il calcio è lo sport principale in Italia e per questo bisognerebbe conservarlo e migliorarlo per appassionare sempre più sportivi. Per questa ragione mi piacerebbe che ogni campione cerchi di essere esemplare sia quando gioca ma soprattutto nella vita privata. Così facendo alzi si innalza il livello d’umanità intorno a questo sport. I giovani ragazzi di oggi che giocano nei dilettanti e nel calcio minore osservano ogni comportamento dei nostri idoli, diamo il buon esempio allora!”.

 

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Fiorentina, Milenkovic: ” Vorrei giocare ma la salute viene prima di tutto”

Fiorentina, Milenkovic: ” Vorrei giocare ma la salute viene prima di tutto”

Nikola Milenkovic, difensore della Fiorentina, ha rilasciato dichiarazioni interessanti al quotidiano Tuttosport: “Ammetto di aver avuto paura, nessuno poteva sapere cosa sarebbe potuto succedere. Mi sono preoccupato per i compagni e i membri dello staff. Per fortuna ora stanno tutti bene. La voglia di tornare a giocare è tantissima. Non è facile per uno sportivo rimanere così a lungo a casa. Non vedo l’ora ma purtroppo sarà diverso, temo che per un po’ dovremo giocare senza pubblico ed il calcio senza tifosi perde molto. Però potremo almeno portare alle persone un po’ di spensieratezza. Se ho iniziato il conto alla rovescia? Certo, aspetto ci dicano che è possibile ricominciare. Tenendo però sempre conto che la salute viene sempre prima di tutto“.

Una battuta sul suo compagno di quadra e nazionale Vlahovic, sul contratto in scadenza e sul progetto Fiorentina
“Non mi ha stupito, so quanto Dusan sia legato a Firenze e a questi colori e quanto gli piacerebbe lasciare qui il segno. Per quanto mi riguarda in questo momento penso solo alla Fiorentina che insieme alla città mi ha accolto da subito benissimo facendomi sentire come a casa. E da parte mia ho sempre cercato di ricambiare tutto questo affetto mettendo massimo impegno e professionalità in campo e fuori”.

“Ora purtroppo è tutto fermo e la vita di tutti ha altre priorità che vanno al di là del calcio. Quando tutto sarà finito ci saranno modo e tempo di parlarne anche se come ho detto più volte che a Firenze io sto bene e credo molto nel progetto. Il presidente da subito ha mostrato entusiasmo e attaccamento. Ha dato il via per il nuovo centro sportivo che sarà il più grande d’Italia, ha investito molto nel mercato di gennaio e ce la sta mettendo tutta per costruire uno stadio nuovo e moderno, segno di serietà e ambizione. Quanto a me e ai miei compagni dobbiamo lavorare sodo e credere in quel che facciamo, così potremo toglierci delle belle soddisfazioni“.

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Commisso e la Viola, più di 870mila euro contro il Coronavirus

Commisso e la Viola, più di 870mila euro contro il Coronavirus

La Fiorentina non si ferma e continua con le iniziative in favore degli ospedali di Firenze. Nonostante la prima fase del Covid-19 sia passata, la società di Rocco Commisso continua con le raccolte fondi e le donazioni in favore di chi sta combattendo il virus negli ospedali. Su GoFundME la Fiorentina ha aperto una raccolta fondi chiamata Forza e Cuore che fin qui ha visto raccolti più di 870mila euro.

In primis si è mosso il presidente Rocco Commisso che ha iniziato la raccolta fondi donando di tasca sua 250mila euro, poi ha svolto un grande lavoro anche in America dove è riuscito a raccogliere soldi anche da aziende (Discovery, ad esempio) e personaggi illustri (Rudolph Giuliani, ex sindaco di NY). La Fiorentina, per sottolineare la vicinanza tra il capoluogo toscano e la Grande Mela, ha pubblicato una grafica attraverso i propri canali social e apparsa anche sul sito: “Firenze, New York. Così lontani, così vicini”.

A Commisso si sono aggiunti poi i calciatori che non sono certo rimasti a guardare: su tutti Federico Chiesa che ha donato 10mila euro e Frank Ribery, che ne ha donati addirittura 50mila! Hanno partecipato poi tifosi, singolarmente ma anche gruppi organizzati come i Viola Club. I ragazzi della Curva Fiesole sono poi scesi in campo mettendosi a disposizione del personale sanitario, facendogli recapitare materiale di ogni genere.

Il grande cuore dell’universo Fiorentina, dal presidente ai calciatori, passando per i tifosi, ha portato a raccogliere circa 870mila euro e le iniziative non si sono certo fermate. D’altronde la Fiorentina ha toccato con mano le pericolosità del virus e la paura che esso incute, ricordiamo che ad inizio quarantena risultarono positivi al Coronavirus i vari Pezzella, Vlahovic e Cutrone, che fortunatamente ad oggi invece risultano tutti negativi e sono definitivamente guariti.

 

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Napoli, Milenkovic primo candidato per sostituire Koulibaly

Napoli, Milenkovic primo candidato per sostituire Koulibaly

Ormai da settimane in casa   sembra certa la partenza del roccioso difensore senegalese. Koulibaly viene da una stagione nella quale ha purtroppo giocato poco per numerosi problemi fisici, e ne ha risentito tutta la squadra; un peccato considerando che con l’acquisto estivo di Manolas a Napoli erano convinti di avere una delle migliori coppie centrali del campionato. I due alla fine hanno giocato pochissimo insieme, ma l’aria di rivoluzione che si respira a Castel Volturno lascia intendere che potrebbero esserci poche occasioni per rivederli con la stessa maglia. Kalidou sembra oramai convinto di cambiare aria e così il Napoli chiede informazioni e prepara un investimento per sostituire il senegalese; il primo obbiettivo ad oggi sembrerebbe essere Milenkovic, centrale difensivo, ma all’occorrenza anche terzino destro, classe 97′, serbo, in forza alla Fiorentina. La notizia dell’interesse è stata riportata  dal Corriere dello Sport, che mette in evidenza come la dirigenza partenopea apprezzi la duttilità del ragazzo e l’esperienza accumulata, nonostante la giovanissima età. D’altro canto non sarà facile trattare con Rocco Commisso, che più volte nelle ultime settimane ha dichiarato di voler mantenere i giocatori più forti della rosa per poter puntare a degli obbiettivi importanti nella prossima annata.

 


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La Fiorentina chiede informazioni per Romero e Mandragora

La Fiorentina chiede informazioni per Romero e Mandragora

Il progetto di Commisso è ambizioso, il presidente viola ha fatto capire che non è intenzionato a vendere i suoi gioielli; per strappare giocatori come Chiesa e Castrovilli alla Fiorentina  è necessario  mettere mano al portafogli e presentarsi alla dirigenza toscana con un’offerta irrinunciabile. Scenario abbastanza complicato, considerando la situazione attuale del calcio. L’unica altra via percorribile, per quanto difficile anch’essa, è quella di mettere sul piatto dei giocatori interessanti e provare ad intavolare uno scambio. La Fiorentina, come riportato da TuttoSport, negli ultimi giorni ha chiesto informazioni per due giocatori “bianconeri”, Mandragora, che gioca nell’Udinese, e il difensore argentino Romero, in forza al Genoa, ma di proprietà della Juventus. Sul centrocampista italiano è forte l’interesse anche della Roma, intenzionata ad offrire il cartellino di Cristante, pur di arrivare all’ex centrocampista di Pescara e Genoa. Sia per Romero che per Mandragora (il cartellino è dell’Udinese, ma la Juventus ha il diritto di riacquistarlo), bisognerà tener conto dei probabili tentativi della Juventus di inserirli in una trattativa che possa portare Castrovilli in bianconero… vedremo anche se, come detto in precedenza, Commisso si è più volte esposto in maniera decisa sul fronte cessioni, dichiarando di voler mantenere a Firenze tutti i giocatori migliori.

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Cutrone: “un onore vestire il rossonero, prometto tanti gol per la Viola”

Cutrone: “un onore vestire il rossonero, prometto tanti gol per la Viola”

Il giocane attaccante viola Patrick Cutrone ha rilasciato una lunga e bella intervista a La Nazione dove si è raccontato toccando numerosi argomenti: il passato in rossonero al Milan, il presente il viola con la Fiorentina, i suoi obbiettivi e la quotidianità ai tempi del Coronavirus.

Quando ha scoperto di avere contratto il virus, qual è stata la prima reazione?

“Ad essere sincero, quando ho iniziato a stare male ho immaginato che sarebbe potuto essere il Covid-19. Ho avuto la febbre altra per un po’ di giorni e, naturalmente, un po’ di paura, ma poi piano piano le cose sono migliorate. E’ stata una gioia sapere che adesso sono tornato negativo”.

Flachi alla “Nazione” ha detto che nel gioco somiglia a Pippo Inzaghi. Si rivede nel paragone?

“Di sicuro mi stimola incredibilmente ma rimango coi piedi per terra. Inzaghi è stato un modello per me che venivo dal settore giovanile del Milan”.

Ci parli del suo rapporto con Vlahovic e Chiesa.

“Molto buono. Siamo tutti giovani e tutti e tre abbiamo voglia di lavorare per far crescere noi stessi e la Fiorentina”.

L’esperienza del Milan, dove è esploso ma che ha dovuto lasciare, cosa le ha insegnato?

“Il Milan è una società molto importante, è stato un onore per me poter giocare a San Siro. Difficile dire cosa mi ha insegnato l’esperienza in rossonero. Sono cresciuto lì, se sono oggi un calciatore di A è sicuramente anche grazie a loro. E devo ringraziare tantissimo i tifosi per l’appoggio che mi hanno sempre dato, mi hanno aiutato moltissimo sia nei momenti belli che in quelli più difficili”.

E’ arrivato a gennaio con Iachini. E’ l’allenatore giusto per la sua voglia di riscatto?

“La Fiorentina è un club prestigioso e credo che, anche grazie all’aiuto del mister, potrò continuare il mio percorso di crescita. Iachini è un allenatore che chiede molto ai suoi calciatori e farò di tutto per rendermi utile nel suo gioco”.

In campionato ancora non ha segnato in maglia viola. Questo le dà carica quando ci sarà la ripresa?

“Ovviamente. Il mio primo gol in viola è stato al Franchi in coppa Italia, voglio riprovare presto quelle emozioni. Di sicuro in questo momento le priorità sono altre, ma spero che si possa tornare a giocare prima o poi per potere regalare nuove soddisfazioni ai tifosi viola”.

Isolamento causa virus a parte, con chi aveva legato fuori dal campo a Firenze?

“Conoscevo già alcuni ragazzi della squadra perché ci avevo giocato in Nazionale e questo mi ha aiutato. Devo dire che ho trovato un bel gruppo che mi ha accolto benissimo e con il quale mi auguro di tornare ad allenarmi presto”.

Come vive la concorrenza dopo l’arrivo a Firenze di Kouame?

“Per me non è un problema, anzi mi stimolerà a dare sempre di più per migliorarmi e conquistare il posto da titolare. Oggi ogni squadra deve avere un certo numero di attaccanti per far fronte alle situazioni diverse che si trovano in una partita. Bene o male tutti gli attaccanti in rosa hanno caratteristiche diverse, per cui anche con Kouame posso coesistere tranquillamente. Ovviamente poi starà al mister decidere chi mettere in campo a seconda dello stato di forma, piuttosto che dell’avversario che incontriamo”.

Il suo sogno nel cassetto?

“Nonostante sia giovane, i sogni sono tanti. Tutti questi sono accomunati da tanta voglia di fare e da grandi aspirazioni sia con la maglia viola che con la Nazionale”.

Cosa l’ha convinto ad accettare la proposta della Fiorentina?

“Quando il mio procuratore mi ha parlato di questa possibilità ho immediatamente detto di sì. Ho sempre ritenuto la Fiorentina una grande società con alle spalle un passato glorioso ed importanti traguardi davanti. Firenze è una città bellissima e la tifoseria fa sentire sempre la sua presenza e il suo affetto”.

 

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Fiorentina, Commisso: “Con l’offerta giusta Chiesa può partire”

Fiorentina, Commisso: “Con l’offerta giusta Chiesa può partire”

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso ha rilasciato alcune importanti dichiarazioni sul mercato della viola in uscita nel corso di un’intervista all’emittente Telelombardia

In particolare modo il patron della Fiorentina ha lasciato intendere che se dovesse arrivare una offerta congrua il gioiello viola Federico Chiesa potrebbe essere ceduto mentre su Castrovilli ha mostrato più cautela.

Ecco le sue parole «Voglio che la Fiorentina diventi come Milan, Inter e Juve, club in cui i giocatori vogliono restare: è il mio obiettivo. Castrovilli? Ha un contratto lungo, sicuramente resta. Chiesa? L’ho tenuto la scorsa estate, possiamo pure accontentarlo se arriva l’offerta giusta… Ma non se ne è discusso in questi mesi, la situazione di Firenze è cambiata agli occhi di Chiesa e di tutti: vogliamo fare una squadra forte».

Ricordiamo che il costo del cartellino di Federico Chiesa, secondo il sito Transermarkt è pari a 48 milioni di €.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?

 




Fiorentina, 5 punti da cui ripartire

Vi era un periodo in cui la Fiorentina sembrava poter tornare a stupire a livello italiano ed europeo, culminato con la semifinale di Europa League del 2015 con Vincenzo Montella in panchina (persa complessivamente 5-0 contro un fortissimo Siviglia), dopodiché il buio: piazzamenti in declino (fino a sfiorare una clamorosa quanto inaspettata retrocessione lo scorso anno), cessioni importanti, rose e allenatori deludenti, la tragica scomparsa di Davide Astori, il cambio di società che nell’ultima estate ha visto Rocco Commisso subentrare alla storica gestione dei Della Valle, e ora i vari giocatori e membri dello staff colpiti dal Coronavirus. La Fiorentina sta attualmente vivendo una stagione con più bassi che alti, e i tempi di gloria sono ancora lontani. Dopo aver affrontato lo stesso tema per quanto riguarda il Torino, andiamo a vedere 5 punti da cui ripartire per la squadra viola dopo l’eventuale ripresa del campionato.

1- Il ritorno di Ribéry

Per chi se ne fosse dimenticato, Franck Ribéry aka Scarface è ancora un giocatore della Fiorentina. Il francese era approdato a Firenze al termine dell’ultra-decennale avventura con il Bayern Monaco, accettando la sfida lanciata dalla nuova proprietà viola.  Nonostante i 37 anni da poco compiuti, Ribéry ha stupito tutti, oltre che per la sua tecnica sopraffina che gli ha fatto mettere a segno 2 gol e 2 assist in 11 presenze, per l’estrema grinta agonistica e la voglia con cui ha dimostrato di voler dire ancora la sua. Un esempio perfetto è la prestazione contro la Juventus al Franchi a inizio stagione, nella quale non ha risparmiato sudore anche rincorrendo un certo Cristiano Ronaldo; merita una menzione anche il gran gol a San Siro contro il Milan, in una delle poche serate da incorniciare per la Fiorentina in questa stagione(1-3). Infine,  l’infortunio che lo tiene fuori dallo scorso 30 novembre (Fiorentina-Lecce 0-1). Il rientro, inizialmente previsto per metà marzo, è ora posticipato dall’emergenza sanitaria. Sempre che il campionato ricominci…

2- La sbocciatura (e la guarigione) di Vlahovic

L’attaccante croato classe 2000, dopo qualche sporadica apparizione nella passata stagione, è ora in pianta stabile in prima squadra; prima con Montella, poi con Iachini, sotto la cui gestione ha soffiato il posto da titolare a Patrick Cutrone, neo-acquisto viola che sta fino ad ora deludendo le aspettative dopo il ritorno dalla Premier League. Vlahovic ha ripagato la fiducia con 8 reti e 2 assist in 26 presenze tra campionato e Coppa Italia: non certo un bottino che faccia gridare al miracolo, ma si tratta pur sempre di un ragazzo che ha appena compiuto 20 anni ed è alla sua prima vera stagione da professionista, in una squadra tra l’altro in difficoltà. Alto, dotato di un sinistro letale sia a effetto che di potenza (chiedere a Cagliari e Inter per ulteriori delucidazioni), Vlahovic ha tutto ciò che serve per sfondare, carattere permettendo. Lo scorso 14 marzo è uscita la notizia della sua positività al Covid-19, dal quale è recentemente guarito. Che lo malattia lo abbia forgiato caratterialmente?

3-La scoperta Castrovilli

Eravamo dubbiosi sul menzionare o meno Gaetano Castrovilli, poteva sembrare scontato essendo le sue qualità sotto gli occhi di tutti. Metterlo in questa lista era tuttavia inevitabile, è senza dubbio lui la nota positiva per eccellenza della Fiorentina in questa stagione, con 3 gol e 2 assist in 26 presenze. Dopo essersi distinto tra il 2017 e il 2019 alla Cremonese, il centrocampista classe ’97 si è dimostrato pronto per il grande salto nella massima serie, attirando anche le attenzioni di pretendenti illustri come Juventus e Inter. In Serie B Castrovilli ha avuto modo di acquisire esperienza nonostante la giovane età, collezionando 55 presenze, 6 gol e 8 assist in due stagioni. Senza nulla togliere a  Montella, che sin da inizio stagione ha scommesso su di lui schierandolo sempre titolare.

4-Il Kouamé che verrà

Che sia nella prossima stagione o dopo la ripresa del campionato, Christian Kouamé vestirà la maglia viola. Un colpo passato inosservato a causa della rottura del legamento crociato che dallo scorso ottobre tiene fuori il centravanti ivoriano classe ’97, che al Genoa ha dimostrato in soli due mesi di essere già ben altra cosa rispetto al giocatore della scorsa stagione (5 reti e 4 assist), promettente ma ancora tecnicamente acerbo. Nelle sole 11 partite disputate all’inizio della stagione, Kouamé ha messo a segno 5 reti e 3 assist. Deve sicuramente migliorare la coordinazione, ma è dotato di un ottimo stacco di testa e ha migliorato il tiro. Dovrebbe essere disponibile per un’eventuale ripresa della Serie A a giugno. La Fiorentina lo aspetta, avendo anche battuto la concorrenza di alcuni club inglesi per accaparrarselo alla cifra di soli 11 milioni di euro. Curiosità: ha segnato proprio contro la Viola alla 2a giornata di questo campionato.

5-Lirola può tornare utile?

Chiudiamo questa lista  con un’incognita. Pol Lirola l’anno scorso si è dimostrato uno dei migliori terzini della Serie A con il Sassuolo (38 presenze, 2 gol e 7 assist). In questa stagione è stato utilizzato come esterno nel 3-5-2 e ha dimostrato inizialmente qualche problema di adattamento, non riuscendo ad essere incisivo nella partecipazione ai gol come in maglia neroverde. Tuttavia ha mostrato segnali di risveglio nelle ultime apparizioni, segnando un gol decisivo per la qualificazione della Fiorentina ai quarti di finale di Coppa Italia nella sfida casalinga contro l’Atalanta e mettendo a frutto 2 assist contro Napoli e Sampdoria in campionato. Complessivamente ha totalizzato 27 presenze in questa stagione. Che sia l’uomo in più per la Fiorentina del futuro?

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