Il mondo del calcio, si sa, è fermo a causa dell’emergenza Coronavirus. Ci sono tuttavia Paesi che, per diversi motivi, non si sono ancora decisi ad alzare bandiera bianca ed è plausibile pensare che non lo facciano neanche in futuro. Andiamo dunque a scoprire i campionati ancora in corso nonostante la pandemia, i motivi e le situazioni di contagio nei relativi Stati.
Vysejsaja Liha – Bielorussia
Quello bielorusso è ad oggi il campionato (in corso) di livello più alto al mondo, nonostante siamo abituati da anni ormai a vedere la relativa nazionale e il Bate Borisov (squadra più rappresentativa fuori dai confini) fare figuracce nelle competizioni europee. La Vysejsaja Liha (“Prima Divisione”) è iniziata il 19 marzo, è arrivata alla terza giornata e comincia ad attirare l’attenzione degli altri Paesi in termini di diritti TV (stretti accordi tra la Federcalcio locale e Russia, India e Israele). Non mancano perplessità sulla mancata sospensione della competizione: gli ultras del Neman Hrodna FC (e non solo) hanno diramato un comunicato nel quale hanno annunciato uno sciopero del tifo per proteggere sé stessi e gli altri, invitando le altre tifoserie a fare lo stesso. Nel Paese ex-sovietico il Governo non vuole decidersi ad adottare misure restrittive (per approfondire, leggere i consigli del Presidente Lukashenko per evitare il contagio), anche se ufficialmente vi sono 562 infetti, 52 guariti e 8 deceduti. Tuttavia, si garantisce una disinfestazione degli stadi due volte a settimana e il controllo della temperatura all’ingresso degli impianti. Nonostante ciò, la situazione in alcune città come quella di Vitebsk è grave e molti cittadini hanno optato volontariamente per quarantena e chiusura di esercizi commerciali. Per quanto concerne la mera cronaca sportiva, la capolista è l’FK Enerhetik-BDU Minsk, mentre fa scalpore la falsa partenza di squadre ben più quotate come la Dinamo Brest (campione in carica, della quale fu per un breve periodo allenatore Maradona), Dinamo Minsk e lo stesso Bate Borisov, tutte e tre a metà classifica (per la gioia degli scommettitori).
Liga Primera – Nicaragua
Nel piccolo Stato centroamericano si gioca a porte chiuse, ma di contro i tifosi continuano a ritrovarsi fuori dagli stadi per sostenere i loro beniamini. Il motivo della mancata sospensione della competizione potrebbe risiedere nel fatto che le 10 squadre partecipanti al campionato, ad eccezione del Diriangén, la più antica e titolata del Paese con 26 trionfi, sono sotto il controllo statale. Non è dunque un caso che sia stato l’unico club a protestare per la situazione attuale, essendo i giocatori scesi in campo con guanti e mascherine nella partita disputata contro il Deportivo Ocota. In Nicaragua risultano tuttavia solo 5 contagiati e un decesso. Solo un giocatore, il russo Nikita Solodchenko, ha chiesto e ottenuto il permesso di andare in Spagna dove risiede la famiglia. A guidare la classifica del campionato dopo 13 giornate è momentaneamente il Managua FC a 29 punti, seguito nella lotta al titolo dal Real Estelì e dallo stesso Diriangén a 27. In posizione più defilata (dai 21 punti in giù) tutte le altre squadre. Per saperne di più, TMW riporta in esclusiva le parole di un giornalista locale informato sulla situazione.
Amstel League – Burundi
Si continua a giocare nel piccolo Paese dell’Africa Orientale, in cui mancano tre giornate alla fine del campionato a 16 squadre. In Burundi sono stati fino ad ora registrati solamente 3 casi e per capire il livello delle misure di sicurezza messe in atto dal Governo, che sta fondamentalmente negando l’esistenza del problema , è sufficiente sapere che il Presidente Nkurunziza ha dichiarato che il suo Paese verrà risparmiato dall’epidemia in quanto “ha messo Dio al primo posto”. Nonostante ciò molte persone si sono messe in quarantena volontaria. Tornando a parlare di calcio, dopo 27 giornate (su un totale di 30) la lotta al titolo è serrata e coinvolge il Le Messager Ngozi e il Musongati, rispettivamente a 55 e 51 punti, ma i secondi hanno una partita da recuperare essendo la giornata in corso. Segue l’Aigle Noir a 41 punti e più giù tutte le altre.
Vyssaja Liga – Tagikistan
Nell’ex-repubblica sovietica confinante con la Cina, a quanto pare, non vi sono ancora casi registrati di Covid-19 (sarà vero?) e la vita prosegue normalmente, escluse la chiusura degli aeroporti e le indicazioni per i cittadini provenienti da altri Paesi di seguire la quarantena. Eppure il calcio si gioca a porte chiuse, in una situazione a dir poco paradossale. Ieri è andata infatti in scena la Supercoppa nazionale tra l’Istiklol di Dushanbe (squadra più blasonata del Paese e reduce da 6 titoli consecutivi, con sede nella capitale) e il Khujand, finita 2-1, mentre oggi prende ufficialmente il via la Vyssaja Liga con 16 club partecipanti. Come per gli altri Stati trattati fino ad ora, il presidente del Tagikistan non sembra essersi reso conto della particolare emergenza sanitaria. E dunque, come si suol dire, buon campionato a tutti e che vinca il migliore…
Lungi da qualsiasi considerazione inerente la politica, tema dal quale ci distanziamo come testata calcistica, è bene sottolineare che non è difficile immaginare il motivo comune per il quale in questi Paesi i campionati di calcio tengano ancora banco: la spasmodica voglia delle federazioni di sfruttare l’occasione per ottenere guadagni facili con i diritti TV e mettere in mostra il prodotto-calcio locale.
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