L’Atalanta può cambiare il calcio italiano: perché ora alla sua filosofia ha aggiunto i risultati. Motivo per cui, in Italia, solo ora possiamo pubblicare un titolo così senza creare polemiche.
Quarto posto in campionato a poche giornate dal termine e finale di Coppa Italia: l’Atalanta va ormai considerata una realtà europea della nostra Serie A, una squadra in grado di competere per le prime posizioni. Ed essere arrivati a questo punto fa bene a tutti. Perché la Dea sta cambiando il nostro calcio nel suo momento più buio (a livello sportivo, tecnico, economico e chi più ne ha più ne metta): in un periodo in cui esiste solo una squadra, Gasperini ha tirato su un progetto straordinario fatto con stipendi e acquisti “da metà classifica”. È una di quelle squadre che ha le potenzialità per essere uno spartiacque, per definire un prima e un dopo di lei. Gasperini è certamente l’allenatore italiano più rivoluzionario degli ultimi anni (sì, anche più di Sarri). Perché l’Atalanta non ha speso cifre considerevoli, non ha mai accettato di far polemica e non si è mai dichiarata più forte di ciò che è. Lo ha semplicemente dimostrato sul campo, l’unico modo per parlare ed essere ascoltati nel calcio.
Gasperini sta tracciando una linea che deve ispirare la maggior parte dei nostri club, che vivono di poche idee e tante pressioni. L’Atalanta in Serie A è come l’Ajax in Champions: un modello per tutti. Quando si ha una programmazione valida, un allenatore capace, si punta sui giovani e (finalmente) sul bel calcio, si ha di fronte un progetto da studiare ed imitare.
Stiamo pian piano imparando che non bastano i soldi né i top player: il calcio è altro. È un gioco di squadra innanzitutto. È idee. È proporre qualcosa. È tirare in porta. È coraggio di fronte ad avversari più forti tecnicamente. L’Atalanta è la miglior squadra italiana per ciò che mostra e rappresenta. E per ciò che sta ottenendo: salute finanziaria, continuità tecnica, fiducia nei giovani e adesso anche risultati.
Tutto il campionato può e deve imparare da Gasperini e i suoi ragazzi. Sono la squadra migliore perché hanno il miglior progetto. L’acqua che serviva nel deserto del nostro calcio.



