Un allenatore fa bene a puntare tutto su un solo obiettivo durante una stagione? Questa è la domanda che sorge spontanea a tutti, dopo aver visto la prestazione del Napoli in Europa League. Non tanto nell’ultima partita vinta 2 a 0, ma quanto nella gara di andata. La risposta non è sicuramente univoca, infatti si tinge di parecchie sfumature.
Prima di tutto bisognerebbe analizzare che il campionato italiano si differenzia da qualsiasi gara di stampo europeo. Il livello di difficoltà nelle sfide delle altre parti del mondo si alza di parecchio e questo comporta stanchezza e di conseguenza prestazioni positive scostanti nel proprio campionato. Considerando che,in chiave Napoli, se la squadra si fosse qualificata, le gare di Europa League si sarebbero andate ad infoltire proprio in quella fase di campionato delicata, che poteva ostacolare la sua corsa verso il titolo di campione d’Italia. Il binomio, quindi, campionato-europa non è per tutti. Molti allenatori, se impegnati in diverse gare, utilizzano il famosissimo turnover: ovvero alternano i giocatori titolari con le riserve per dargli più tempo per recuperare la forma fisica. Nel bagaglio calcistico “sarriano” però il termine turnover non è presente ed è fattore decisamente da non sottovalutare, se si vuole capire il motivo dell’atteggiamento sempre assunto da Sarri nei confronti delle gare europee. La rosa del Napoli non dispone di tantissime riserve, e questo il mister partenopeo lo sa, in quanto la sua panchina è limitata dai giocatori titolari, di cui Sarri non ne può fare a meno.
Insigne, Callejon e Mertens formano il classico tridente del Napoli, che difficilmente viene trasformato dal tecnico. Solo la presenza di Zielinski potrebbe costringere Sarri a rivoluzione l’assetto del centrocampo, mettendolo al posto di Hamsik, il problema però è sempre lo stesso: sia il giocatore polacco, che Milik come altri sono spesso infortunati o reduci da importanti infortuni e di conseguenza non a disposizione di Sarri.
Tuttavia in campionato, il Napoli ha saputo trasformare questo aspetto “limitante” in un punto di forza: i giocatori, infatti, ormai giocano a memoria, essendo sempre gli stessi a scendere in campo.
Triangolazioni, passaggi corti, difesa ad elastico, sono tutte caratteristiche del gioco tecnico-tattico di Sarri che però, non si sposa al meglio con le caratteristiche che una squadra deve avere, se è impegnata in più fronti.
Napoli, un solo obiettivo: è giusto puntare solo sul campionato?
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