Intervenuto questa mattina a GoalCafè, su RadioGoal24, Sebastiano Siviglia, ex difensore di Roma e Lazio, ex capitano biancoceleste, ha lasciato le sue impressione sul momento della Nazionale e sul Derby della Capitale:
Sebastiano Siviglia, tante presenze nella Lazio, poche con la Roma…
“La mia è stata una fortuna, avere un trascorso alla Lazio dove ho realizzato quelli che erano i miei desideri, quelli di giocare, di vincere e di migliorarmi. Sicuramente è stato un passaggio importante della mia carriera la Lazio”.
Come vedi la situazione della nostra nazionale?
“Diciamo che rispecchia il degrado del nostro paese, purtroppo il nostro calcio è malato, si è persa un’identità e sicuramente sono stati fatti degli errori che oggi paghiamo, ma che sono figli di programmi che non premiano nel modo più assoluto il nostro calcio. Bisogna dire che questo non è un problema che riguarda solo Ventura ma che riguarda sopratutto il nostro sistema che deve essere assolutamente migliorato, che possa portare i giusti frutti. Sono ormai 15 anni che il nostro calcio non ha più una certa linearità, dall’ultimo mondiale vinto c’è stata un’escalation di cose che non sono andate per il verso giusto, non è una casualità che in 15 anni non si sia ottenuto quello che ci aspettavamo dalla nostra Italia, abbiamo perso quella era un po’ la nostra vera identità. Purtroppo è un dispiacere, un colpo sicuramente importante ma penso che difficilmente le cose cambieranno a breve”.
Ancelotti è l’uomo giusto per ripartire?
“Io sono convinto che non è la guida tecnica che deve subire una certa attenzione, penso che sia il nostro sistema calcio che deve essere rimodernato, che deve diventare più appetibile, deve orientarsi verso quelle che sono non soltanto le menti dei calciatori ma le strutture, siamo indietro rispetto a tanti altri, non soltanto in Europa, ma a tanti altri paesi che invece si sono evoluti, noi invece siamo rimasti indietro e questi sono i risultati. Bisogna ritornare ad avere amor proprio, non orientarsi solo ed esclusivamente verso gli interessi dei club più importanti. Alla fine guardando le squadre maggiori del nostro campionato, sono imbottite di stranieri e penso che da questo punto di vista va rivisto qualcosa, non solo il cambio di panchina”.
Derby Roma-Lazio, in ballo la lotta scudetto?
“Si, senza alcun dubbio, tutte e due le squadre stanno attraversando un periodo importante e florido, quindi sono convinto che sarà una partita spettacolare. Spero tanto che le scorie di questo mancato mondiale non si ripercuotano su questa partita o sul campionato in generale. Certo è una partita molto interessante, dove ci può essere una svolta decisiva per magari raggiungere la vetta. Vedo due ottime squadre che stanno facendo un ottimo calcio, la Lazio ha sicuramente più continuità, la Roma dopo un inizio un po’ stentato ha trovato la giusta quadratura e quindi credo che anche la Roma possa essere incisiva, ha trovato solidità, ha trovato in Di Francesco un allenatore che sta dando i giusti risultati. La Lazio invece ha una continua crescita, per questo mi fa pensare che possa realmente puntare al colpo grosso, con la vittoria del derby e poi la vittoria del campionato”.
Quindi in caso di vittoria del Derby, la Lazio può ambire allo scudetto?
“Si trova a pochissimi punti dalla vetta, nessuno proibisce alla Lazio di puntare alla massima aspettativa, sono convinto che vincere il derby significa tanto, significa un’iniezione di ulteriore fiducia dopo un periodo di grande continuità che sta portando a degli ottimi risultati, tra qualche mese c’è anche una finestra di mercato che può eventualmente incentivare questo sogno, quindi perché no. Penso sia decisivo questo periodo e questa partita, se la vinci ti potrebbe proiettare ad avere una fiducia enorme,se la perdi potrebbe portare una flessione, per entrambe le squadre, potrebbe esser pericolosa per il proseguo del campionato”.
Come può la Lazio far male alla Roma tatticamente?
“La cosa che emerge della Lazio è la compattezza e trova in Immobile quel giocatore che riesce ad attaccare gli spazi con grande determinazione e anche con grande qualità nella scelta. Penso che il gioco della Lazio ha premiato molto il collettivo, sta facendo la differenza e il fatto di essere solidi e di avere un’arma lì davanti che possa far male in qualsiasi momento penso che siano le armi a disposizione di Inzaghi. Si sa che è una partita a se, a volte si tende ad osservare il campionato per dare una dimensione di quello che potrebbe essere la partita ma poi ti accorgi che nel derby tutto viene azzerato. Chi arriverà con meno scorie dalle nazionali avrà maggiori vantaggi. Se c’è un’assetto rodato è quello della Lazio. La Roma ha avuto un inizio stentato, non tanto di risultati ma di gioco, non erano ben rodate le idee di Di Francesco, mentre Inzaghi è partito subito forte e tutt’ora sta dando una marcia notevole. Penso quindi che la Lazio abbia la capacità e la forza di poter gestire la partita. Sono convinto che diventa ancora più forte se lascia il pallino del gioco alla squadra di Di Francesco, come già detto, sono influenti la compattezza e le ripartenze di Immobile che sa attaccare lo spazio con qualità”.
Chi sarà l’uomo in più per la Lazio, Immobile?
“Io lo vedo come il giocatore cardine di questa macchina, può soffrire un po’ la stanchezza della nazionale ma penso che sia l’uomo che può far male in qualsiasi momento, è il capocannoniere del campionato e ha nei numeri e nella qualità la punta di diamante di una squadra che sta facendo benissimo, quindi perché no, ha fatto tantissimi goal ed è in cima ai numeri europei. Penso che sia giusto e logico dire che sia l’uomo che possa rompere gli equilibri”.
I lanci per Immobile, soprattutto vista la difesa della Roma che soffre gli inserimenti, possono essere la chiave della partita?
“Si, è quello che dicevo prima, lasciare il pallino alla Roma significa portare la difesa della squadra di Di Francesco molto alta e Immobile penso che possa realmente fare male in quel caso. Giocheranno molto su questo, lasciare il pallino agli altri e avere la giusta concentrazione per recuperare palla e verticalizzare subito per sorprendere la difesa che lavora molto alta”.
A cosa e su chi dovrà porre maggiore attenzione la Lazio?
“Inevitabilmente le corsie esterne, dove la Roma lavorerà molto, al centro sarà difficile, dove la Lzio porta 6/7 giocatori molto stretti creando una fitta ragnatela. Sarà difficile dare rifornimenti a Dzeko in verticale. Loro cercheranno di puntare molto sugli esterni quindi la Lazio deve stare attenta e raddoppiare, e stare attenta ai rovesciamenti di fronte per cercare di chiudere i varchi appetibili per gli attaccanti della Roma”.
Che compagno è stato Kolarov e che effetto ti fa vederlo con la maglia della Roma e in caso di goal esultare?
“Quelle sono scelte personali che Aleksandar fa guardando avanti nel proprio percorso e seguendo il proprio desiderio. Penso che sia un ragazzo che quando è arrivato alla Lazio ha dimostrato subito di avere qualità importanti, che poi ha dimostrato anche al City, mantenendo le premesse di essere un grandissimo atleta. Io lo ricordo come un ragazzo che realmente aveva delle grandi doti, ragazzo serio e per bene, che aveva una forza fisica straordinaria, un gran mancino, lo ricordo con affetto. C’è stata la parentesi City dove ha ottenuto grandi risultati e adesso questa nuova avventura. Senza alcun dubbio sarà una spina nel fianco, cercherà di fare buona figura e dimostrare quello che è il suo valore. Penso sia una atleta che ha fatto il suo percorso ed è normale che le esperienze personali si possano prevedere. quindi ora si trova all’altra sponda ed è normale che guardi quello che è il suo futuro”.


