Dopo la buona prova contro l’Hellas Verona, in cui è andato anche a segno, Radja Nainggolan ha rilasciato delle dichiarazioni al quotidiano Il Romanista. Ecco le parole del centrocampista della Roma: “Quindi non è vietato segnare anche in questo ruolo? Battute a parte, il gol l’ho vissuto come qualcosa di naturale, frutto del lavoro. Mi ha fatto piacere che sia arrivato anche su una bella azione. Io non ho mai avuto dubbi, già nelle partite precedenti ho avuto delle occasioni, ma al di là della soddisfazione personale è stato importante sbloccare il risultato e dare il via a una bella vittoria davanti ai nostri tifosi. Adesso dobbiamo restare concentrati e andare avanti su questa strada. Molti ritengono che la mia posizione sia uno dei motivi di maggiore contrasto con l’allenatore. Ma che ne sanno? Dieci metri più avanti o più indietro a me non cambiano niente. Dove gioco gioco. Mica voglio negare che lo scorso anno sia stata la miglior stagione per me, ho fatto tanti gol e tante partite importanti. Ma io ho sempre fatto la mezz’ala, sto solo cercando di riabituarmi al ruolo. Io non sono un trequartista, di solito quelli che giocano lì sono giocatori alla Ronaldinho. Il mio ruolo l’anno scorso è stata un’invenzione di Spalletti e si è rivelata perfetta per me. Ma ora sono tornato al vecchio ruolo e anche questa posizione a perfetta per me. Stiamo parlando di niente. Chi dice che non crediamo in lui dice cazzate. Di sicuro l’anno scorso è stata una bella annata, col record di punti eccetera. Ma è un capitolo chiuso. Sono andati via giocatori importanti, lo sappiamo, ma quando cambi diversi elementi ci vuole solo tempo, per far inserire i nuovi e per avere il gioco che vuole l’allenatore. L’unica cosa ad essere cambiata sono le caratteristiche dei giocatori. Prendi Defrel, è un attaccante che si sta adattando a giocare esterno sacrificandosi molto anche in fase difensiva, sta cercando la dimensione giusta anche lui. Come Alisson, che l’anno scorso giocava una partita ogni sei e quest’anno gioca sempre. E tutta una questione di ambientamento. Ma siamo tutti sulla stessa barca. Il mister vuole fare giocare bene questa squadra, noi siamo con lui. Ci è mancato solo il risultato con l’Inter. Se avessimo vinto noi 3-1, e la partita ce ne avrebbe data la possibilità, nessuno avrebbe sollevato il problema del sistema di gioco. Ma questo è il calcio. A Bergamo abbiamo giocato peggio e vinto e tutti ci hanno elogiato, con l’Inter abbiamo giocato meglio e perso e vengono fuori tutti i dubbi. Il mio obiettivo è fare meglio dello scorso anno, questo è chiaro. Se sono rimasto a Roma è perché voglio vincere con questa squadra, questa maglia, questa piazza. Sarà un’emozione che non si può descrivere. Spero che prima o poi possiamo festeggiare qualcosa. Nel corso del mercato estivo avevo molte offerte ma per me è importante lo stile di vita giusta con le persone che amo, sono felice dove sto e non avevo nessun motivo di cambiare. Non è solo questione di stare bene a Roma, è che qui ricevo tanto affetto, forse qualcosa ho anche dato, certo, non c’è cosa più bella. L’altro giorno prima della partita con l’Atletico, Carrasco mi chiedeva perché fossi rimasto qui. Perché qui ho tutto, gli ho risposto. La società vuole crescere, io voglio vincere. una squadra di grandi tradizioni. Siamo la capitale d’Italia, non può essere che non vinca qualcosa per tanto tempo. Sono sicuro che presto succederà. Io all’Inter? Spalletti è sicuramente è un grande allenatore, non posso certo negarlo. Con lui mi sono trovato bene, certo, e avendo segnato tanto è naturale che il mio rendimento abbia colpito tutti, ma la mia scelta è fatta. Mi sono affezionato a questa città ormai, dove mi sento rispettato. Quando uno da tanto poi riceve tanto. Il campionato? Il livello di competitività si è alzato. Secondo me ci sarà maggior equilibrio. Ci sono squadre più forti. La Juventus, comunque, resta sempre la favorita. Il 3-0 di Barcellona a stato brutto. Ma resta sempre la più forte. E vicino a loro metto anche il Napoli. E qui ci siamo anche noi. Antipatia per la Juventus? Nasce tutto dai tempi di Cagliari, vedevo in campo certi atteggiamenti dei giocatori nei confronti degli arbitri e gli arbitri mi sembravano sempre un po’ condizionati. Quando poi è successo che nello scontro diretto ci hanno dato due rigori contro fuori area ho detto che la storia è sempre la stessa, non cambia mai. E gli juventini mi hanno attaccato. Io ho solo risposto. Sono stato attaccato anche durante l’ultimo Roma-Juventus quando i tifosi avversari mi hanno gridato uomo di mer.. tutto il tempo. Segnare, in quella circostanza è stato bello, anche se gli unici gol che mi piacciono sono quelli che servono per vincere. Il Var? Speravo fosse più utile. A noi per ora non lo è stato, con l’Inter mi aspettavo che l’arbitro nel dubbio si consultasse. Ma io forse non dovrei entrare in questi discorsi. Nazionale? Non riesco proprio a capire perché non sono rispettato per come sono. La mia vita è questa, non manco di rispetto a nessuno, sono disponibile per tutti. Magari non gli piaccio, non so, questo può essere. Io dico quello che penso, sempre, non penso di far male a nessuno, amo le persone che parlano chiaro. Magari pago quello. Ma non ho davvero niente di cui rimproverarmi. Non nego di divertirmi, ma mi pare che reggo bene tutto. Se un giorno non reggerò più certi orari cambierei stile. Io do il massimo nel mio lavoro, che è anche la mia passione, ma poi voglio rilassarmi”.
Roma, Nainggolan: “Sono rimasto per vincere”
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