Mario Mandzukic sta vivendo un grande momento di forma ed è pronto per strappare al Milan la Supercoppa. In vista della gara di venerdì l’attaccante della Juventus ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera: Come ho iniziato col calcio? Grazie a mio padre, che era un bravo stopper. Lui mi portava agli allenamenti e io mi sono innamorato di questo sport. Il mio idolo era Ronaldo, il Fenomeno. Passione, coraggio e orgoglio, sono concetti essenziali. Rappresentato quello che provo o che voglio sentire: nel calcio ma anche nella vita privata”.
Sul rapporto con i gol: “Giudicato per i gol fatti? Metto tutta l’energia che ho, che è tanta, per aiutare la Juventus a vincere. La cosa più importante è che lo sappiano i compagni e l’allenatore. E qualche volta ho l’impressione che lo capiscano meglio i tifosi di tanti esperti. Ma è meglio vincere le partire che contare i propri gol”.
Sulle panchine: “Non è un’arrabbiatura vera e propria. Tutto nasce da questo mio amore viscerale per il calcio. Ed è più un dispiacere: come quando un bambino piccolo sta giocando in cortile e viene chiamato, perché deve tornare a casa. Non riesco a nascondere le mie emozioni, non sono un robot. Ci metto tanta passione ed è normale che mi dispiaccia uscire. Ma non è niente di così grave”.
Sulla competizione con Higuain: ““Io corro più di Higuain? No, io corro più di tutti! Tridente con Dybala? I bravi giocatori possono sempre trovare un’intesa. Il calcio è in realtà molto semplice. Anche se a volte qualcuno deve renderlo complicato e difficile”.
Battuta finale sull’aria da cattivo che lo circonda: “Ma no, sono ‘cattivo’ solo sul campo. Garanzie quando è arrivato Higuain? No. In una squadra come la Juve arrivano solo quelli più forti. Con Higuain ci capiamo benissimo, sia in campo che fuori. Forse a qualcuno piacerebbe che ci fosse disaccordo tra noi due, ma c’è grande stima reciproca. Poi ognuno di noi deve dimostrare sul campo quanto vale e si deve ricavare il proprio spazio. In coppia col Pipita? Perché no? Non mi sono mai posto il problema o fatto dei film in testa. E credo che abbiamo dimostrato di essere capacissimi di giocare insieme. Ho una visione del calcio nella quale bisogna essere aperti alle varie possibilità, senza farsi troppi problemi, ma lavorando per vincere”.
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