Alla scoperta di Valentin Rongier: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Valentin Rongier nasce il 7 novembre del 1994 a Mâcon, un comune francese della regione Borgona-Franca Contea situato all’estremo est della Francia. Rongier è un centrocampista centrale e trequartista, destro naturale ma discretamente abile anche col sinistro, è alto 172 cm e pesa 70 kg. Vistosi sfumare il colpo Radja Nainggolan, Daniele Pradè si è rituffato nel mercato per cercare un centrocampista da regalare a Vincenzo Montella per rinforzare il reparto forse più scoperto della Fiorentina. I soldi per acquistare Rongier verranno dalle imminenti cessioni di Saponara, Dabo, Eysseric e Cristoforo, Pradè dovrà poi sborsare non meno di 14 milioni che è la cifra richiesta dal Nantes per liberare il ragazzo. Il patron Rocco Commisso vuole una rosa competitiva ed il tempo stringe, ma la Viola sembra essersi finalmente svegliata sul mercato. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Valentin Rongier è nato a Mâcon come già detto, ma all’età di cinque anni la famiglia si è spostata a Saint Herblain (distante 367km da casa!). Il ragazzo inizia a giocare a calcio all’età di sei anni nel Saint Herblain Olympic Club e dopo solo una stagione, quella del 2000-2001, con quella maglia viene adocchiato e tesserato dal Nantes. Gli osservatori del Nantes intravedono sin da subito un grande potenziale in quel ragazzino di appena sette anni che gioca centrocampista, rimanendo stupiti e colpiti dalle giocate di un bambino così piccolo, e decidono subito di prenderlo prima che qualcun altro lo noti. Ha così inizio un amore che dura da diciotto anni e che, qualora la trattativa dovesse andare a buon fine, finirebbe con una stretta di mano pacifica e leale, senza isterismi o litigi. Dicevamo, Rongier inizia a giocare col Nantes quando ha solamente sette anni e con i gialloverdi fa tutta la trafila dai primi calci alla primavera, dal 2001 al 2013, quando all’età di diciannove anni viene promosso nel Nantes 2, la seconda squadra del club che milita nel Championnat National (terza divisione francese, semiprofessionistica). Rongier gioca due stagioni da regista di centrocampo col Nantes 2, dal 2013-al 2015, finendo l’annata 2014-2015 anche con qualche presenza da titolare nella Ligue 1 sul finire di stagione (8 presenze, 1 gol ed 1 assist). Le ottime prestazioni col Nantes 2 (39 partite e 2 gol) e le convincenti apparizioni del ragazzo con la prima squadra convincono la dirigenza e l’allenatore Mikel Del Zakarian a promuoverlo nel Nantes, facendolo diventare così un calciatore professionista a vent’anni. Nella prima stagione come calciatore stabilmente in prima squadra, quella del 2015-2016, Rongier disputa col Nantes solamente le prime undici gare di campionato perché nella gara contro il Caen è costretto ad uscire anzitempo dal campo per un infortunio piuttosto serio. La diagnosi del giorno dopo sarà spietata: rottura parziale del legamento crociato, stagione finita. Nonostante l’infortunio, Rongier nell’ultima gara di campionato contro il PSG torna a calcare il campo nei cinque minuti finali del match. La stagione 2016-2017 si rivela determinante per la sua carriera: il ragazzo smaltisce il terribile infortunio dell’anno precedente, si piazza titolare in mezzo al campo e diventa il regista titolare del Nantes, tanto che a fine anno colleziona 35 presenze, 2 gol ed 1 assist. Anche in questa stagione rimedia però un paio di infortuni: si frattura il setto nasale e si stira i muscoli della coscia, ciononostante questi due infortuni lo terranno fuori solamente per cinque partite. La stagione 2017-2018 si apre con la rottura della clavicola che costringe Rongier a stare fuori quattro partite, ma una volta smaltito quell’infortunio il ragazzo torna in campo e gioca 35 partite, segna 2 gol e sigla 2 assist. Questa stagione si rivela fondamentale sia per il club perché il tecnico Claudio Ranieri guida il Nantes ad una corsa all’Europa League che sfuma solamente nelle ultime giornate, ma soprattutto per Rongier che viene utilizzato non più solo come mediano regista ma spesso anche come trequartista. La stagione 2018-2019 segna la definitiva maturazione del ragazzo: Valentin Rongier nel ritiro estivo viene nominato capitano della squadra dal neo tecnico Vahid Halilhodžić, gioca indifferentemente sia come centrocampista centrale che come trequartista ed attira su di se le attenzioni di numerosi club europei tra cui la nuova Fiorentina di Rocco Commisso. A fine stagione le presenze sono 43, condite da 4 gol e 7 assist. Il ragazzo non è stato mai chiamato da Deschamps per giocare con la Nazionale francese.

Caratteristiche tecniche:

Valentin Rongier è un centrocampista centrale molto tecnico che gioca come regista, è il cervello della squadra, ma all’occorrenza può giocare anche come trequartista. È un calciatore estremamente tecnico: è bravissimo con la palla tra i piedi sia nel dribblare l’avversario per liberarsi da una marcatura asfissiante sia nel giocare il pallone avanti di prima per sorprendere la difesa, quest’ultima caratteristica è favorita anche dalla sua abilità nell’usare discretamente il piede debole (il sinistro). Rongier è dotato anche di un’eccezionale tecnica balistica che gli permette di essere pericoloso anche nei tiri dall’enorme distanza, tiri peraltro molto potenti. Ovviamente il ragazzo si disimpegna benissimo sia nei passaggi corti che nei lanci lunghi. Valentin Rongier è utilissimo anche in fase difensiva: è estremamente forte nei contrasti ed è molto presente in marcatura generalmente sulla seconda punta o il trequartista avversario. Ha chiaramente anche lui dei punti deboli: è spesso soggetto ad infortuni, pur essendo forte e duro nei contrasti non lo si può definire un calciatore aggressivo, non possiede forza fisica sufficiente a competere con avversari più grossi di lui, non è abile nei calci piazzati ed è piuttosto lento nella corsa nonostante sia un giocatore agile. Lui stesso si è definito come un adepto di Marco Verratti, ammettendo di ispirarsi al centrocampista italiano nel modo di giocare; ciò detto, si può paragonare anche ad un Lucas Torreira o ad un David Pizarro. Nel 4-3-3 di Vincenzo Montella troverebbe una perfetta collocazione nel centro di centrocampo, coadiuvato da Benassi e Castrovilli (o Zurkowski) come mezzali. In Francia lo hanno soprannominato Le Métronome per la sua abilità nel dettare i tempi di gioco. Rongier è considerato un ottimo calciatore con ancora enormi margini di miglioramento, molti sostengono che a breve potrà anche ottenere la sua prima convocazione in Nazionale.

Numeri:

Valentin Rongier vince numerosi duelli difensivi e nonostante questo è pulitissimo negli interventi, gli riescono un discreto numero di dribbling, gioca correttamente un’enormità di palloni in avanti ed ovviamente le percentuali di passaggi completati e lanci andati a buon fine sono da vero cecchino. Un dato non troppo buono riguardo quello legato ai gol ed agli assist, dovrebbe essere decisamente più alto per un calciatore del suo talento e della sua pericolosità.

Partite disputate in carriera: 132     Gol segnati in carriera: 10     Assist siglati in carriera: 12

Duelli difensivi vinti: 62%     Cartellini gialli/rossi in carriera: 6/0     Dribbling riusciti: 52%

Passaggi completati: 87%     Lanci lunghi completati: 69%     Passaggi giocati in avanti: 81%




Alla scoperta di Daichi Kamada…storia, numeri e caratteristiche tecniche

Il Genoa ha praticamente finalizzato l’acquisto di Daichi Kamada, trequartista giapponese che proviene dall’Eintracht Francoforte. Si tratta del secondo giocatore nipponico approdato in Serie A per questa stagione, dopo il difensore Tomiyasu del Bologna.  Il giovane classe ’96 nei prossimi giorni svolgerà le visite mediche e sarà subito a disposizione di Andreazzoli, pronto finalmente a cercare di sfondare in Europa dopo l’esperienza in Germania. Si tratta di un ragazzo sempre pronto a migliorarsi e con tanta umiltà. E’ consapevole che probabilmente non partirà da titolare, ma la squadra ligure ha dimostrato in questi anni (sopratutto per trovare plusvalenze) di non avere paura a lanciare giovani talenti. Vi ricordiamo che potete trovare RadioGoal24 anche su Instagram, Facebook e Youtube, dove potrete seguire i nostri podcast oltre all’apposita sezione Radio.

Storia:

Kamada nasce il 5 agosto del 1996 ed esordisce da professionista nella massima divisione giapponese nel 2015, con la maglia del Sagan Tosu. La sua prima stagione la vive soprattutto da subentrato, conquistando tuttavia più di 1000 minuti in campo con ben 3 goal all’attivo. la stagione successiva diventa finalmente titolare della propria sqaudra, ed i risultati si vedono: 28 presenze e 7 goal sono il suo bottino, diventando uno dei protagonisti del Tosu, grazie anche alla sua giovane età. Il terzo e ultimo anno non fila liscio come quello precedente a causa di diversi infortuni che lo tengono lontano dai campi per diverse partite, chiudendo la stagione con  appena 16 presenze e 3 goal. Nella stagione 2017/2018 il giocatore decide di fare il passo in avanti della sua carriera approdando in Europa: si trasferisce all’Eintracht di Francoforte su consiglio si molti suoi compagni, visto che la Germania rappresenta ad oggi il miglior bacino di giocatori giapponesi in Europa. La prima stagione, complice la necessità di adattamento, non lo vede protagonista, viste le solo 3 presenze accumulate fra campionato e coppe. Ecco allora che nel 2018/2019 viene mandato in prestito nella seconda divisione belga nel Sint-Triden: tuttavia si vede fin da subito che il livello del campionato è fin troppo basso: 15 reti in 33 partite giocando da trequartista ed una abilità ben oltre superiore a quella dei suoi avversari. La grande stagione convince l’Eintracht a riprenderlo subito, facendo esordire qualche giorno fa in Europa League da subentrato: tuttavia i tedeschi, che hanno parecchia concorrenza in quel ruolo, hanno deciso comunque di cederlo: l’occasione Genoa non può fallirla.

Caratteristiche tecniche:

Kamada è un trequartista, e fin qui tutto ok: ma è un giocatore che pur giocando da raccordo con il centrocampo sa fare bene una cosa: fare goal. E’ infatti un tipo di calciatore che è capace di destreggiarsi in area di rigore e soprattutto è molto freddo davanti al portiere: è quindi un numero 10 che preferisce andare nell’uno contro uno sfruttando la sua agilità coadiuvata comunque da una buona corporatura  (1.80 di altezza). E’ quindi un giocatore che rispetto agli assist, preferisce i goal, ma non è da sottovalutare anche la sua capacità di rientrare in fase difensiva per dare una mano a centrocampo: spirito di dedizione e talento sono quindi i suoi punti caratteristici, ma sarà sicuramente difficile adattarsi ad un campionato in cui l’abilità tattica è fondamentale: destreggiarsi fra i centrali italiani non sarà infatti lo stesso rispetto al campionato belga o quello giapponese: sarà importante quindi non pensare di poter fare tutto subito ma dovrà mettersi a disposizione per imparare a giocare nel nostro calcio come prima cosa.

Numeri:

Azioni totali/ riuscite: 57.9%   Goal: 0.31   Assist: 0.13   Tiri/ in porta: 36.9   xG: 0.26   Passaggi/ accurati: 80.5%   Lanci Lunghi/ Accurati: 61.7%   Cross/ Accurati: 27.3%   Dribbling/ Riusciti: 55.6%   Duelli /Vinti: 42%   Duelli Aerei/ Vinti: 27.1%   Intercett. palla: 1.5  Palle perse / propria metà campo: 22.8%  Palle recuperate/ propria metà campo: 62.3%

 




Alla scoperta di Jorrit Hendrix: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Jorrit Hendrix nasce a Peel En Maas, un comune nella provincia del Limburgo (la più meridionale dei Paesi Bassi), il 6 febbraio del 1995. Hendrix è un mediano che può giocare anche mezzala o difensore centrale, è mancino di piede pur non cavandosela poi male anche col destro, è alto 181 cm e pesa 75 kg. Joey Saputo, il patron del Bologna, ha già speso quasi 55 milioni di euro in questo calciomercato estivo e non intende fermarsi: la squadra dei rossoblù ha bisogno di almeno un altro centrocampista e per questo il tycoon italoamericano ha dato mandato ai manager del club Bigon (direttore sportivo) e Sabatini (coordinatore sportivo) di trovare un forte e giovane centrocampista che possa rinforzare la squadra agli ordini di Mihajlovic. Dopo un mese di osservazione e valutazione si è deciso di puntare con forza su Jorrit Hendrix, il mediano del PSV Eindhoven, il quale cartellino viene valutato circa 7,5 milioni di euro. La trattativa portata avanti da Bigon e Sabatini è a buon punto e dopo settimane di colloqui siamo vicini ad una svolta: l’affare salterà o si siglerà a breve, questione di giorni. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Jorrit Hendrix muove i suoi primissimi passi da calciatore alla tenera età di sei anni, nel lontano 2001 quando inizia a giocare per una piccola squadra locale della sua cittadina natia. Nel gennaio del 2005, quando Hendrix non ha ancora compiuto dieci anni, viene notato ed acquistato dal PSV Eindhoven i quali osservatori restano stregati da questo prodigioso bambino che gioca come difensore centrale. Hendrix si trasferisce con la sua famiglia ad Eindhoven, a circa 50km da casa, e lì inizia una storia d’amore col PSV che durerà quindici anni e che proprio in questi giorni sembra destinata a terminare. Hendrix fa tutta la trafila delle giovanili, dal 2005 al 2013, dai nove ai diciotto anni, gioca grandi stagioni soprattutto con l’U19 del PSV, fin quando non viene promosso nello Jong PSV (la seconda squadra del PSV, la formazione dove vengono testati giovani e riserve in pratica) che milita nella seconda lega nazionale olandese, la Eerste Divisie. In quella stagione Hendrix collezionerà solamente 6 presenze, perché dopo poche partite di quel difensore centrale se ne innamora il tecnico della prima squadra Philip Cocu che lo promuove immediatamente. Cocu non promuove soltanto il ragazzo, lo fa diventare in breve tempo un inaspettato titolare della squadra, lo fa esordire in Europa League e soprattutto comincia a mutarne il ruolo: se Hendrix fin qui è stato solo un difensore centrale, Cocu ne capta le capacità e intravede in lui un talentoso centrocampista tanto da spostarlo per qualche partita da centrale a terzino sinistro e poi posizionandolo in mediana a far da regista. Il ragazzo terminerà la stagione 2013-2014 come mai avrebbe immaginato: 20 presenze in Eredivisie, 6 in Europa League e 3 assist siglati. Da lì in poi per Hendrix ci sarà un’escalation generale. Dal 2014-2015 si sposta definitivamente in mediana, tornando difensore centrale solo in qualche rara occasione, diventando a soli diciannove anni una colonna imprescindibile del PSV e dello scacchiere di Cocu. Nel 2015 arriverà l’esordio anche in Champions League, nel 2016 quello con la Nazionale dell’Olanda, nella stagione 2016-2017 testerà anche il dolore rimanendo per 13 gare out per un infortunio al legamento collaterale mediale. Nel mentre arriveranno anche numerosi trofei: nella stagione 2014-2015 vince il campionato olandese, nella stagione 2015-2016 farà la doppietta campionato e Supercoppa, nel 2017 arriverà un’altra Supercoppa e nella stagione 2017-2018 vincerà il suo terzo campionato nazionale. Nei quindici anni tra le fila del PSV, dalle giovanili fino alla prima squadra, Jorrit Hendrix ha giocato oltre 200 partite guadagnandosi il soprannome di New Hero, diventando un idolo della tifoseria oltre che un calciatore imprescindibile per il club. Con la nazionale maggiore Orange il ragazzo non ha avuto molta fortuna: con l’Olanda ha esordito nel settembre del 2016 contro la Grecia (subentrando al 65°) in quella che a tutt’oggi resta l’unica partita giocata con i “grandi” connazionali. Diversamente da quanto fatto con la Nazionale maggiore con le nazionali Under è sceso in campo moltissime volte, vincendo nel 2012 gli Europei di categoria in Slovenia con l’U17.

Caratteristiche tecniche:

Jorrit Hendrix è un centrocampista molto duttile, potendo giocare anche come centrale difensivo e terzino fa di lui un calciatore polivalente ed utilissimo. Pur essendo un mancino naturale, se la cava discretamente anche col piede debole. Ha un fisico compatto: pur non essendo un adone (181×75) è discretamente forte fisicamente, è soprattutto dotato di enorme resistenza e aggressività. Il ragazzo è dotato di grande velocità e agilità, si disimpegna perfettamente sia con l’appoggio vicino che col lancio lungo grazie al suo mancino precisissimo, ha una grande visione di gioco, è bravo sia nel dribblare l’avversario che nel difendere 1vs1 quando è puntato, è anche molto bravo nel leggere il gioco avversario per intercettare palloni. Hendrix è un calciatore perfetto soprattutto nei primi quaranta metri di campo dove garantisce una presenza continua e assidua sia nella fase d’impostazione che in quella di recupero. È un calciatore molto intelligente, come centrocampista regista predilige l’immediata verticalizzazione una volta recuperato il pallone. I punti deboli del ragazzo non sono molti ma sono piuttosto rilevanti: non è decisamente portato per il gioco aereo ed è quasi nullo in zona gol, essendo un giocatore che spesso si ferma a metà campo, pur fornendo talvolta qualche assist. Pur avendo piedi buonissimi, non è bravo nei calci piazzati. Da non sottovalutare l’aspetto fisico: il ragazzo ha subito un solo infortunio in carriera, pertanto è un calciatore integro che garantisce sempre la presenza. Marcel Brands, DT del PSV dal 2010 al 2018, ha definito Jorrit Hendrix come un novello Franck De Boer ma ci sentiamo di poter definire questo paragone piuttosto esagerato; assomiglia nel modo di giocare più a calciatori come Fernandinho e Shelvey, anche se in patria l’hanno paragonato al primo Van Bommel. Nello scacchiere tattico di Sinisa Mihajlovic non avrebbe problemi a giocare in coppia con Pulgar davanti la difesa nel 4-2-3-1, infatti questo binomio garantirebbe al Bologna sia qualità che quantità a metà campo dando vita ad un’interessantissima mediana da seguire con attenzione.

Numeri:

Jorrit Hendrix ha una buona percentuale riguardo ai duelli vinti, un’ottima media di palloni intercettati, un buonissimo quantitativo di cartellini presi anche considerato il ruolo e le mansioni che ha, la percentuale di dribbling riusciti è stupefacente ed ha una clamorosa percentuale di passaggi completati (considerato il fatto che molti sono lunghi ed in avanti).

Partite disputate in carriera: 199     Gol segnati in carriera: 7     Assist siglati in carriera: 15

Percentuale duelli vinti per partita: 59%     Palloni intercettati per partita: 5

Cartellini presi in carriera gialli/rossi: 19/0     Percentuale dribbling riusciti per partita: 65%

Percentuale passaggi completati: 85%     Percentuale passaggi in avanti: 74%




Alla scoperta di Nicolas Pépé: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Nicolas Pépé nasce il 29 maggio del 1995 a Mantes-la-Jolie, una cittadina situata nel nord della Francia, da genitori ivoriani. Pur essendo nato in Francia ha preferito mantenere la nazionalità ivoriana ed infatti ha deciso sin da subito di difendere i colori della Nazionale della Costa d’Avorio. Pépé è un’ala destra che può giocare anche come attaccante, è di piede mancino, è alto 183 cm e pesa 73 kg. Aurelio De Laurentiis vuole regalare ad Ancelotti un top player in attacco e dopo la fumata nera nella trattativa per James Rodriguez si è deciso a virare con decisione su Nicolas Pépé, lo stesso Ancelotti ha ammesso in conferenza stampa che “lo stiamo trattando, inutile nasconderlo”. Il Lille valuta Nicolas Pépé circa 70 milioni di euro, una cifra importante che Cristiano Giuntoli (il DS del Napoli) sta cercando di abbassare magari inserendo qualche contropartita nell’affare. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Nicolas Pépé a differenza di tantissimi suoi colleghi non è cresciuto calcisticamente in prestigiose academy o in storici vivai, tutt’altro, ha giocato fino ai diciotto anni in squadre locali in giro per la Francia fin quando non è arrivata la grande occasione con l’Angers, ma partiamo dal principio. Dopo aver girato numerose squadre locali Pépé riceve la chiamata dello Stade Poitevin FC, siamo nel 2012 ed il ragazzo ha diciassette anni, dunque si ritrova ad allontanarsi per la prima volta da casa, esattamente a 370 km. Nicolas Pépé gioca la stagione 2012-2013 come attaccante tra le fila della squadra primavera dello Stade Poitevin FC e le ottime prestazioni in quel campionato convinceranno l’Angers ad acquistarlo nell’estate del 2013. Pépé appena maggiorenne firma per l’Angers e nella stagione 2013-2014 gioca per la squadra primavera dove viene spostato sulla fascia destra, comincia così la sua carriera come ala ed effettivamente le prestazioni del ragazzo si riveleranno ottime. L’Angers inserisce Pépé nella rosa della prima squadra per la stagione 2014-2015 ed il ragazzo all’età di 19 anni esordisce prima in Coupe de la Ligue, poi in Coupe de France ed infine anche in Ligue 2, totalizzando però solo 8 presenze. Lo scarso minutaggio impone all’Angers di valutare il ragazzo dove può giocare con regolarità, per questo Pépé viene prestato all’Orléans che nella stagione 2015-2016 nel Championnat National, la terza divisione francese, ed è lì che Pépé attira molte luci su di se: con la maglia giallorossa giocherà 30 partite, segnerà 7 gol e siglerà 2 assist, ottenendo la promozione della squadra in Ligue 2. A fine stagione Nicolas Pépé ritorna alla base e parallelamente alla promozione dell’Orléans anche l’Angers ha guadagnato la promozione alla lega superiore. Pépé gioca da titolare l’intera stagione 2016-2017 in Ligue 1 tra le fila dell’Angers, scendendo in campo in 39 occasioni, segnando 3 gol e siglando 2 assist. El Loco Bielsa, l’allora tecnico del Lille, fa sborsare al suo presidente ben 10 milioni di euro per acquistare Pépé che nel giugno del 2017 diventa ufficialmente un nuovo giocatore del Lille sottoscrivendo un quinquennale. Dal 2017 Pépé gioca per il Lille e sia Bielsa che Galtier l’hanno praticamente sempre schierato titolare, dapprima alternandolo come ala e centravanti e successivamente spostandolo definitivamente come sull’out di destra. In due stagioni tra le fila dei Les Dogues il ragazzo ha collezionato 79 presenze, segnando ben 37 gol e siglando 17 assist, riportando il Lille in Champions League ma senza vincere alcun trofeo. Nicolas Pépé viene soprannominato la Perle Noire, ovvero la Perla Nera, che curiosamente è lo stesso soprannome che affibbiarono a Pelè. Essendo arrivato piuttosto tardi nel calcio dei grandi Pépé ha collezionato solo 17 presenze con la Nazionale della Costa d’Avorio segnando 4 gol, l’esordio con la Nazionale è arrivato nel novembre del 2016 quando subentrò all’86° nel match amichevole contro la Francia. Ha partecipato alla Coppa d’Africa del 2019.

Caratteristiche tecniche:

Nicolas Pépé è un’ala destra che può spendersi anche come centravanti, è mancino ma gioca decentemente anche col piede destro. I punti di forza di Pépé sono numerosi: è dotato di una velocità fulminea, possiede un dribbling ubriacante, ha una freddezza glaciale sotto porta, ha un tiro preciso e potente, è bravissimo a servire assist illuminanti ai compagni ed è dotatissimo balisticamente. Pépé è anche un cecchino riguardo ai calci di rigore. Nonostante sia un top player devastante sia in spazi aperti che nello stretto, bravo a calciare sia dalla distanza che a finalizzare sotto porta, Pépé ha comunque dei difetti importanti: nonostante la buona fisicità non è affatto forte e perde numerosi duelli corpo a corpo, non è uno specialista dei calci piazzati (rigori esclusi), è piuttosto noto per essere un calciatore egoista che spesso si incaponisce in azioni solitarie ed è praticamente nullo nel gioco aereo. È un giocatore poco atto al sacrificio e spesso se ne resta alto per farsi innescare una volta che la sua squadra ha recuperato palla. Essendo in grado di giocare sia sulla fascia che come centravanti Pépé tornerebbe utilissimo sia nel 4-4-2 che nel 4-3-3 di Ancelotti e si rivelerebbe un grandissimo colpo per il Napoli. Per il suo modo di dribblare e finalizzare, oltre che per la sua duttilità offensiva, viene paragonato ad Anthony Martial.

Numeri:

Pépé è un calciatore estremamente forte ma il suo incaponirsi nel dribbling lo porta ad avere una statistica non troppo alta di dribbling riusciti, diversamente ha dei buoni numeri quanto a cross andati a segno e tiri che centrano lo specchio della porta, le statistiche dei passaggi completati e delle palle recuperate nella metà campo avversaria sono da vero top player.

Partite disputate in carriera: 143     Gol segnati in carriera: 47     Assist siglati in carriera: 21

Dribbling completati: 46%     Cross completati: 33%     Tiri nello specchio: 47%

Passaggi completati: 80%     Palloni recuperati nella metà campo avversaria: 60%




Alla scoperta di Aaron Long: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Aaron Long nasce a Oak Hill, un piccolissimo comune nella contea di Fayette nella Virginia Occidentale, il 12 ottobre del 1992. Aaron Long è un difensore centrale di piede destro che gioca nei New York Red Bulls e nella Nazionale statunitense, è alto 186 cm e pesa 78 kg. Long è stato inserito nella MLS XI dell’ultima stagione ed ha anche vinto il premio come MLS Defender of the Year. Rocco Commisso, neo presidente della Viola, vuole regalare ai propri tifosi ed al tecnico Vincenzo Montella una squadra matura che sappia migliorare il tragico risultato sportivo dello scorso campionato, per questo ha dato mandato al neo DS Pradé di acquistare giocatori pronti e non più tutti giovanotti come faceva Corvino: tra i vari nomi seguiti dalla Fiorentina c’è anche quello di Aaron Long, difensore che Commisso conosce bene in quanto connazionali, e la trattativa per portarlo a Firenze è appena cominciata. I New York Red Bulls valutano Long circa 5 milioni di euro, ovvero la cifra della clausola rescissoria nel contratto del ragazzo, e la Fiorentina al momento ha offerto 3 milioni; la concorrenza per Aaron Long è tanta: oltre alla Fiorentina sul ragazzo ci sono anche Lione e West Ham. Commisso vuole almeno un americano tra le fila della sua Fiorentina per entrare nel mercato statunitense del merchandising. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Aaron Long, a differenza della stragrande maggioranza dei ragazzi americani, sognava fin da bambino di giocare a calcio. Si è diplomato alla Serrano High School dove praticava sia football che soccer, cominciando la sua carriera come mediano, per poi iscriversi alla UC Riverside dove giocherà per quattro stagioni nella college soccer dell’Università. Parallelamente alla carriera universitaria nella squadra della UC Riverside, Long ha giocato nel 2012 e nel 2013 nel FC Tucson che militava nella USL League Two (la quarta categoria del calcio statunitense, non riconosciuta come professionistica). Durante gli anni del college Aaron Long totalizza 88 presenze e 16 gol, sommando i numeri ottenuti sia con la UC Riverside che col FC Tucson, concludendo così una carriera collegiale sportiva sbalorditiva. Terminata la carriera universitaria Long viene draftato dai Portland Timbers nel MLS SuperDraft del 2014 (il Draft si svolge a gennaio) come trentaseiesima scelta (al secondo round) e viene immediatamente prestato in USL Pro per testarne le capacità tra i grandi. Aaron Long viene così prestato dalla casa madre Portland prima ai Sacramento Republic e successivamente agli Orange County Blues, con due short-term loans (ovvero due prestiti brevi da 3 mesi l’uno) che frutteranno a Long però solamente 5 presenze in totale. Aaron Long gioca poco e neanche tanto bene, pertanto Portland decide di tagliare il ragazzo nel luglio 2014 non facendogli firmare il contratto professionistico (tagliandolo quando ancora aveva il contratto da rookie), di questa decisione ne approfittano i Seattle Sounders FC che puntano sul talento inespresso del ragazzo e lo tesserano per la squadra riserve (che milita nella USL Championship, la terza divisione americana). Aaron Long finisce la stagione 2014 allenandosi con la prima squadra dei Sounders senza mai però scendere in campo, mentre gioca la stagione 2015 con i Seattle Saunders II da titolare totalizzando 28 presenze, segnando 1 gol e siglando 2 assist, e qui la carriera di Long cambia: il ragazzo ha quasi 23 anni e fino ad ora ha sempre giocato come mediano brillando però solo nella carriera giovanile e fallendo tra i grandi, allora il tecnico dei Saunders II (poi rinominati Tacoma Defiance) Ezra Endrickson ha la geniale intuizione di spostare Long come difensore centrale ed il ragazzo ripaga il suo allenatore giocando una grande stagione. Le ottime prestazioni di Aaron Long tra le fila dei Tacoma Defiance fanno girare la testa ai New York Red Bulls che nella pre-season 2016 decidono di acquistarlo e testarlo anch’essi nella squadra riserve (anch’essa militante in USL Championship): Long totalizzerà 26 presenze e 4 gol in questa stagione giocando alla stragrande, vincendo sia il campionato che il premio USL Defender of the Year. Le strepitose prestazioni di Long coi Red Bulls II convincono la dirigenza a promuoverlo in prima squadra per la stagione 2017. Dal 2017 Aaron Long gioca stabilmente in prima squadra coi New York Red Bulls dove da allora ha totalizzato 105 presenze condite anche da 6 gol e 2 assist, durante questi anni è stato nominato MLS Defender of the Year ed è stato inserito nella MLS XI (entrambi i premi gli sono stati assegnati per la stagione 2018). Nel settembre del 2018 Aaron Long ha ricevuto la sua prima chiamata in Nazionale e da allora ne è diventato un punto fermo totalizzando 11 presenze e segnando 2 gol; ha rappresentato la sua Nazionale nella CONCACAF Gold Cup 2019 dove gli Stati Uniti sono arrivati fino in finale perdendo poi col Messico per 1-0 e Long è stato inserito nella Gold Cup Best XI del torneo. Per via della sua tardiva esplosione avvenuta solo all’età di 24 anni è stato soprannominato The Late Bloomer.

Caratteristiche tecniche:

Aaron Long è un difensore centrale che all’occorrenza può anche giocare come mediano. Pur essendo un destro naturale preferisce agire sul centro-sinistra e comunque non se la cava affatto male col piede debole. Essendo 186×78 ha una fisicità imponente che lo attesta come uno dei giocatori più resistenti e forti dell’intero continente americano. Le doti migliori di Aaron Long sono senza dubbio l’esuberanza fisica, la grande velocità, la quasi imbattibilità nel gioco aereo e l’aggressività nell’uscire in anticipo sull’attaccante. Long ha due punti deboli: non ha dei piedi buonissimi, pertanto gioca unicamente da stopper, e troppo spesso parte palla al piede perdendo alle volte il pallone nella propria metà campo. Per velocità, abilità nel gioco aereo e aggressività ricorda molto Antonio Rüdiger. Nella Fiorentina di Vincenzo Montella, che utilizza spessissimo il 4-3-3, giocherebbe al centro della difesa vicino ad un difensore più tecnico come Milenkovic, dunque Long dovrebbe alternarsi a Pezzella nel ruolo di stopper.

Numeri:

Aaron Long come detto ha una statistica molto grave di palloni persi nella propria metà campo, in compenso ha un’ottima statistica riguardo ai cartellini presi, ha dei numeri interessantissimi anche riguardo ai duelli vinti sia aerei che terreni, intercetta numerosi palloni e nonostante non abbia piedi da centrocampista ha una statistica a dir poco sorprendente riguardo ai passaggi completati.

Partite disputate in carriera: 131     Gol segnati in carriera: 11     Assist siglati in carriera: 3

Palloni persi per partita: 8     Cartellini gialli/rossi: 9/1     Passaggi completati: 82%

Duelli terreni vinti: 72%     Duelli aerei vinti: 63%     Intercetti per partita: 6




Alla scoperta di…Rodolfo Pizarro: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Giampaolo è sembrato chiaro per quanto riguarda le indicazioni sul mercato da presentare alla dirigenza del Milan: il primo reparto da toccare è il centrocampo e, dopo gli acquisti di Krunic e Banncer, il diesse Massara è pronto a chiudere un ultimo colpo per completare il reparto. L’obiettivo è quello di prendere un giovane che possa crescere e non pretendere un posto da titolare: negli ultimi giorni è stato offerto a Maldini il giovane  Rodolfo Pizarro, trequartista messicano in forze al Monterrey con una clausola rescissoria di 8 milioni. Il costo non proibitivo dell’operazione potrebbe quindi essere un ottimo incentivo per puntare sul ragazzo classe 1994. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Rodolfo Pizarro nasce in Messico il 15 febbraio del 1994. Esordisce in Liga MX (prima divisione messicana) già a partire dalla stagione 2012/2013 con il Pachuca, collezionando alla sua prima stagione ben 16 presenze e segnando il suo primo goal da calciatore professionista lo stesso anno in una partita di coppa. La stagione successiva diviene un titolare inamovibile della sua squadra finendo la sua stagione con ben 39 presenze, mentre nel 2014/2015 comincia anche ad essere presente in zona goal segnando 2 goal in campionato. Nello stesso anno arriva anche la chiamata dalla nazionale del Messico, esordendo in una partita per le qualificazioni alla CONCACAF. Con il Pachuca riesce anche a giocare la COCACAF Champions League, realizzando 4 presenze. Il campionato 2015/2016 è quello della sua consacrazione, totalizzando ben 37 presenze e ben 6 goal con più di 10 assist all’attivo. In questa stagione vince anche la Coppa de Campeon de Campeones, prestigioso scontro fra i detentori del titolo di apertura e clausura del campionato messicano. Nella stagione 2016/2017 passa a gennaio alla Guadalajara, con buoni risultati anche in questa squadra ed una partecipazione con il Messico under 23 alle Olimpiadi.  L’avventura con questa squadra non dura però poco perché nel 2018 passa al Monterrey, sua squadra attuale. Riesce a replicare anche qui i numeri degli anni precedenti, con 30 presenze e 6 goal in campionato alla sua stagione di debutto più le varie partecipazioni alle coppe nazionali.

Caratteristiche tecniche:

Pizarro è un trequartista, che all’occorrenza può giocare anche come esterno d’attacco sia sinistro che destro, vista la sua abilità con entrambi i piedi. E’ un tipo di giocatore molto dinamico, a cui piace non solo smistare il pallone e regalare assist, ma anche destreggiarsi in dribbling e numeri da circo. E’ un tipo di giocatore molto fumantino quindi, che cerca il numero ogni volta che può sfidando spesso la difesa avversaria con continui cambi di direzione o colpi di tacco per i compagni. Questo lo rende soprattutto imprevedibile, che a conti fatti può essere vista come la sua qualità migliore. Il suo essere un giocatore piuttosto “bello da vedere” potrebbe essere però anche una lama a doppio taglio nel caso arrivasse in Serie A, dove ci sono difese che difficilmente si fanno stordire da giocate di questo genere. L’adattamento ad un calcio molto più tattico potrebbe essere quindi il suo più grande problema nel caso arrivasse al Milan. In rossonero giocherebbe da trequartista dietro alle due punte, considerando che non è un calciatore che ricopre alla perfezione la fase difensiva.

 Numeri:

Azioni totali/ riuscite: 58.6%   Goal: 0.22   Assist: 0.12   Tiri/ in porta: 39   xG: 0.23   Passaggi/ accurati: 79.9%   Lanci Lunghi/ Accurati: 52.9%   Cross/ Accurati: 29.3%   Dribbling/ Riusciti: 50.1%   Duelli /Vinti: 41.5%   Duelli Aerei/ Vinti: 29.9%   Intercett. palla: 1.95  Palle perse / propria metà campo: 24.0%  Palle recuperate/ propria metà campo: 51.8%

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Alla scoperta di Nahitan Nández: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Nahitan Michel Nández Acosta nasce a Punta del Este (Uruguay), una graziosa e turistica località marittima a 7 km dalla città di Maldonado, il 28 dicembre 1995. È uruguaiano a tutti gli effetti e gioca per la Nazionale del suo paese natio, ma è in possesso anche del passaporto italiano per via delle origini della sua famiglia. Nández è un centrocampista tuttofare, destro di piede, è alto 172 cm e pesa 72 kg. Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, aveva messo gli occhi su Nahitan Nández già a gennaio provandolo a portare in anticipo in Italia ma tutto saltò per una questione di dilazione del pagamento, ora Giulini e il DS Carli stanno riprovando insistentemente ad acquistare Nández per regalare al tecnico Maran un centrocampista forte che possa sostituire Niccoló Barella. Il Boca Juniors valuta Nahitan Nández circa 20 milioni di euro e l’offerta recapitata dal Cagliari si avvicina chirurgicamente a quelle cifre, pertanto le sensazioni di una chiusura imminente dell’affare sono positive.

Storia:

Nahitan Nández ha una storia calcistica piuttosto particolare tanto che all’età di diciotto anni sembrava ormai destinato ad una carriera nelle categorie inferiori, giocando più per puro divertimento che altro, ma cominciamo dal principio. Nández inizia a giocare a calcio all’età di sette anni e fino ai quindici ha giocato per piccole realtà come il Maldonado, l’Atenas, l’Atlético Fernandino e l’Ituzanigó, poi però nel 2010 arriva la svolta inaspettata: viene chiamato dallo storico Defensor Sporting. Nahitan Nández accetta e si trasferisce da solo a Montevideo per giocare nel Defensor Sporting ma la lontananza da casa (ben 130 km da Punta del Este) si fa sentire e l’adattamento non va come sperato, quindi dopo una sola stagione Nández saluta e torna a casa per giocare altri due anni con le formazioni locali. Fin qui Nahitan Nández ha sempre giocato come trequartista. Nel 2013 il ragazzo compie diciotto anni e siccome gioca ancora in piccoli club di periferia militanti in categorie regionali la carriera di Nández sembra destinata a morire su questi binari, ma il calcio regala sempre sorprese e chance inaspettate: nell’estate del 2013 arriva l’impensabile chiamata del prestigiosissimo Peñarol e Nández questa volta parte deciso alla volta di Montevideo. Nahitan Nández firma col Peñarol e gioca la sua prima stagione, la 2013-2014, nella primavera del club dove si mette in mostra come centrocampista centrale e non più da trequartista, grazie ad una geniale intuizione del trainer Alvaro Regueira; nella sua prima stagione tra le fila del Peñarol, grazie alle sue buonissime prestazioni in primavera, si guadagna anche la chiamata dalla prima squadra dove giocherà perfino 5 partite. Dal 2014-2015, all’età di diciannove anni, entra stabilmente a far parte della prima squadra del Peñarol dove giocherà per altre tre stagioni totalizzando 87 presenze, 8 gol e 11 assist, vincendo anche due campionati nazionali. Nel frattempo, mentre esordisce col Peñarol, comincia a giocare anche con la Nazionale dell’Uruguay, prima con l’Under 20 e poi con la Nazionale maggiore. Nahitan Nández nell’estate del 2017 ha ventuno anni ed è considerato come uno dei più interessanti giovani centrocampisti del panorama sudamericano, tanto che il Boca Juniors sborsa circa 3 milioni di euro per accaparrarselo (il 30% delle futura rivendita andrà al Peñarol). Alla notizia della sua cessione al Boca, i tifosi del Peñarol esprimo tutto il loro dissenso per aver perso Nández El Leon, il giovane che in soli quattro anni era già diventato un idolo della tifoseria. Dal 2017 al 2019 gioca col Boca Juniors dove scende in campo in 53 match, segna 6 gol e sigla 6 assist, vince un campionato nazionale ed una Supercoppa argentina, ma soprattutto si specializza nel ruolo di tuttofare di centrocampo andando a ricoprire anche i ruoli di trequartista ed esterno destro oltre che al naturale ruolo di centrocampista centrale. Nández El Leon, chiamato così per la sua grinta, viene adocchiato dai club di mezza Europa per via della sua versatilità e delle sue ottime prestazioni sia col Boca Juniors che con l’Uruguay, qualora il Cagliari riuscisse a chiudere la trattativa siglerebbe sicuramente un colpo di mercato clamoroso, soffiando il ragazzo a club più blasonati che militano perfino in Champions. Ha esordito con la Nazionale U20 dell’Uruguay nel gennaio del 2015, a 19 anni, giocando inizialmente qualche amichevole e successivamente scendendo in campo sia nel Mondiale che nel Sudamericano di categoria, totalizzando in soli otto mesi ben 18 presenze e segnando anche 1 gol. Nel settembre del 2015 entra in pianta stabile a far parte della Nazionale uruguaiana maggiore, dove da allora ha giocato 27 presenze, scendendo in campo sotto la guida del maestro Óscar Tabárez quasi sempre nel ruolo di esterno destro di centrocampo del 4-4-2. Nahitan Nández è considerato da Tabárez come un imprescindibile de La Celeste.

Caratteristiche tecniche:

Nahitan Nández è un centrocampista tuttofare, in grado di giocare sia da regista che da mezzala, oltre che da trequartista ed esterno di centrocampo. Destro naturale, gioca decentemente anche col piede debole. Pur non essendo alto è estremamente forte fisicamente in quanto compatto e resistente, è molto aggressivo, molto veloce, discretamente abile nei cross, dotato di un buon dribbling, abilissimo nella difesa della palla e in possesso di buonissima visione di gioco. Tipicamente irruento come la stragrande maggioranza degli uruguaiani, è devoto alla rincorsa dell’avversario ed al sacrificio, in campo si presenta come un leader data la sua spiccata personalità. I punti deboli del ragazzo sono fondamentalmente tre: non segna molto, scende troppe volte palla al piede incaponendosi ed è esageratamente vulnerabile nel gioco aereo. Nel calcio moderno Nahitan Nández è il centrocampista che viene definito Box to Box. Per la sua grinta, la tenacia e l’irruenza ricorda molto proprio Niccoló Barella, il centrocampista che dovrebbe andare a sostituire, ma è stato paragonato più volte anche ad Arturo Vidal. Nel 4-3-1-2 di Rolando Maran andrà a sostituire Barella nel ruolo di mezzala ma potrebbe giocare anche come centrocampista centrale regista.

Numeri:

Nahitan Nández ha dei numeri notevoli riguardo ai passaggi completati, vince un buon numero di duelli difensivi, prende numerosi cartellini ed ha una percentuale tutto sommato accettabile di cross riusciti.

Partite disputate in carriera: 140     Gol segnati in carriera: 14     Assist siglati in carriera: 17

Passaggi tentati per partita: 40     Percentuale passaggi completati: 80%     Cartellini gialli/rossi: 44/3

Percentuale duelli difensivi vinti: 60%     Percentuale cross riusciti: 33%




Alla scoperta di Ömer Toprak: storia, numeri e caratteristiche tecniche

Ömer Toprak nasce a Ravensburg, nel sud della Germania, il 21 luglio 1989. Essendo nato in Germania è tedesco a tutti gli effetti ma dal 2011 ha ottenuto anche la nazionalità turca grazie alle origini dei propri genitori. Ömer Toprak è un difensore centrale, ambidestro, è alto 186 cm e pesa 83 kg. Al Sassuolo hanno appena perso Demiral, dunque il DG Carnevali ed il tecnico De Zerbi si sono messi alla ricerca di un degno sostituto individuando in Toprak il difensore ideale per dare sicurezza ed esperienza ad un reparto giovane. Il Borussia Dortmund ha scelto di ringiovanire l’intero reparto difensivo affidandosi a numerosi giovani calciatori e per questo Ömer Toprak è finito in fondo alle gerarchie del tecnico Lucien Favre. Toprak è valutato dal Dortmund circa 5 milioni di euro, la concorrenza per accaparrarselo è tanta ed il Sassuolo dovrà essere parecchio convincente per spuntarla. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Ömer Toprak inizia a giocare a calcio fin da piccolissimo, all’età di sei anni, nella squadra locale del Ravensburg dove farà tutta la trafila delle giovanili fino all’Under 17. All’età di sedici anni, nel 2005, viene visionato e successivamente acquistato dal Friburgo che lo inserisce nella squadra Under 19. Ömer Toprak gioca nel Friburgo U19 per due stagioni, dal 2005 al 2007, giocando 27 partite e segnando 4 gol, portando anche la formazione giovanile a vincere il campionato nella seconda stagione. Le buonissime prestazioni nell’U19 convincono la dirigenza del Friburgo a testare il ragazzo nella squadra riserve del club che nel 2007-2008 milita in Oberliga (quinta divisione tedesca), in quella stagione Ömer Toprak si alterna tra U19 e Friburgo II giocando in totale 37 partite e segnando 2 gol. Ömer Toprak nel 2008-2009 viene promosso in prima squadra, all’età di 19 anni, e da lì inizia a giocare titolare al centro della difesa del Friburgo dove vi resterà per tre stagioni, fino al 2011. Ömer Toprak nelle tre stagioni con la prima squadra del Friburgo totalizza 71 presenze, segna 4 gol e sigla anche 1 assist, in più porta il Friburgo dalla Zweite Liga a metà classifica della Bundesliga. La sua rapida crescita lo porta ad essere uno dei giovani difensori più interessanti del panorama calcistico tedesco e nell’estate del 2011, quando Toprak ha 22 anni, il Leverkusen sborsa 3 milioni di euro per acquistarlo dal Friburgo. Nel Bayer Leverkusen diventa sin da subito una colonna imprescindibile della formazione titolare: gioca con la squadra di Leverkusen per ben sei stagioni, dai 22 ai 28 anni, esordendo sia in Champions League che con la Nazionale della Turchia. Nei sei anni col Bayer Leverkusen si attesta come uno dei difensori centrali più forti dell’intera Bundesliga, venendo più volte accostato e cercato dai grandi club europei, ed al termine della sua esperienza col Leverkusen avrà giocato 203 partite, segnato 7 gol e siglato 5 assist. Nell’estate del 2017, all’età di 28 anni, Ömer Toprak viene acquistato dal Borussia Dortmund per 12 milioni di euro e coi Schwarzgelben gioca 50 partite e sigla 2 assist in due stagioni (2017-2019). Al termine della stagione 2017-2018 rimedia un infortunio muscolare alla coscia destra che lo terrà fuori anche nei primi quattro mesi della stagione 2018-2019. È stato eleggibile dalla Nazionale della Germania fino al 2011 quando ha ottenuto la nazionalità turca. Con la Germania gioca solo 6 presenze e segna 2 gol, tutte con la selezione Under 19; con la Turchia esordisce direttamente nella Nazionale maggiore giocando 27 partite e segnando 2 gol. Ömer Toprak nel Sassuolo di De Zerbi sarebbe un centrale difensivo perfetto, in grado di impostare l’azione grazie alle sue ottime doti tecniche, proprio come piace al tecnico bresciano.

Caratteristiche tecniche:

Ömer Toprak è un difensore centrale dotato di buonissima fisicità, all’occorrenza è stato schierato anche (in pochissime occasioni) come terzino destro. Ömer Toprak è un difensore centrale estremamente tecnico, abile a giocare con entrambi i piedi nonostante sia nato destrimano, è dotato di estrema velocità ed è molto forte nel gioco aereo. È in grado di svolgere sia il compito di regista difensivo che di marcatore, essendo tanto bravo con i piedi quanto aggressivo e duro nei contrasti. Ömer Toprak è un centrale difensivo di sicura affidabilità e gli unici punti deboli che ha sono la tendenza agli infortuni (per quanto ne ha avuti sempre di brevi e mai di gravi e duraturi) e lo scarso apporto alla fase offensiva, non essendo un giocatore che segna granché. Ömer Toprak può tranquillamente giocare come centrale sia in una difesa a 4 che in una a 3, anche per questo De Zerbi lo stima e lo vuole, per avere un centrale perfetto sia per il 4-3-3 che per il 3-5-2. Ömer Toprak ricorda molto Iván Helguera nel modo di giocare: tecnica, rapidità ed aggressività. Curiosità: Ömer Toprak è il quinto giocatore con il picco di velocità più alto mai toccato in Bundesliga (35 km/h), il secondo nella scorsa stagione dietro al solo Denis Zakaria del Mönchengladbach.

Numeri:

Ömer Toprak ha una percentuale esagerata di precisione dei passaggi, vince molti duelli sia aerei che terreni, intercetta numerosi palloni e prende pochissimi cartellini.

Partite disputate in carriera: 388     Gol segnati in carriera: 16     Assist siglati in carriera: 8

Passaggi tentati per partita: 59     Percentuale completati: 91%     Cartellini gialli/rossi: 13/1

Percentuale duelli aerei vinti: 64%     Percentuale duelli terreni vinti: 68%     Intercetti per partita: 6




Alla scoperta di Arnaut Danjuma: storia, numeri e caratteristiche tecniche

La Roma è sicuramente alla ricerca di un esterno offensivo: dopo la partenza di El Shaarawy, i giallorossi non possono affidarsi solo a Kluivert, Under e Perotti, con la necessità di un giocatore che completi il reparto. Sono stati fatti molti nomi in questi giorni, fra cui quello di Bailey, che resta tuttavia una pista più che complicata. Ecco perché sta prendendo piede l’ipotesi alternativa di Arnaut Danjuma, nome poco noto ai molti ma che affascina e non poco soprattutto i professionisti del settore come lo è d’altronde il diesse Petrachi. Stiamo parlando infatti di un olandese di origini nigeriane che gioca al Brugge ed è un classe ’97. Si tratta di un’ala mancina che può tuttavia ricoprire, in situazione di emergenza, anche posizioni più basse del campo. Il costo del cartellino si aggira intorno ai 15 milioni, ma il basso costo per l’eventuale stipendio renderebbe la trattativa non difficilissima. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Il giocatore è nato il 31 Gennaio 1997 a Lagos, in Nigeria, ma si è trasferito poi in Olanda, prendendo la cittadinanza. Calcisticamente nasce nel PSV, dove partecipa nel 2015 alla Viareggio Cup. Nella stagione 2015/2016 arriva il suo esordio fra i professionisti, con il debutto nella seconda squadra del PSV in Ereste Divise, la seconda divisione olandese. Nello stesso anno partecipa anche alla UEFA Youth League. La stagione successiva passa al NEC, dove ha la possibilità di esordire e giocare in Eredivise. Colleziona ben 12 presenze segnando anche un goal in campionato; ciò però non basta ad evitare la retrocessione della squadra nella seconda divisione per la stagione successiva. Arriva tuttavia anche la chiamata della nazionale under 21 dell’ Olanda, definendo quindi la sua scelta di giocare con gli Oranje anche in futuro. In Serie B olandese, nel campionato 2017/2018, fa vedere a tutti le sue qualità: ben 28 presenze, 17 assist ed 11 goal gli permettono di farsi notare a molti osservatori europei, fra cui quelli del Brugge, che decide di acquistarlo per l’anno successivo. La prima stagione in Belgio è andata abbastanza bene, con 5 goal in campionato ed uno in Champions League con l’Atletico Madrid. Ha esordito anche in nazionale maggiore in competizioni ufficiali, nella partita con la Germania in Nations League.

Caratteristiche Tecniche:

Danjuma è un giocatore molto semplice da decifrare: è un esterno sinistro che usa prevalentemente il destro e che quindi ama accentrarsi per tirare a giro. E’ un ala a cui non piace entrare nel vivo del gioco, ma che di solito tende a rimanere sulla fascia aspettando la palla e provando quindi il dribbling. tende però ad essere molto generoso in fase difensiva, rientrando spesso in occasione dei contropiedi avversari sfruttando la sua grande velocità; quest’ultima è sicuramente la sua arma principale che, combinata alla sua grande potenza fisica, gli permettono di essere una vera e propria minaccia palla al piede. Di solito tende a tirare con il destro, ma non disdegna l’utilizzo del mancino per cambi di direzione improvvisi soprattutto in area piccola, piazzando tiri precisi sul palo opposto. Ha anche un buonissimo tiro da lontano, come si può ben vedere dal goal segnato contro l’Atletico Madrid, ma generalmente preferisce, quando è pressato, scaricare la palla al centro per far girare il pallone e fare cambio di gioco sull’altra fascia. Fra i suoi difetti rientrano sicuramente la troppa frenesia con cui alcune volte conclude l’azione (tiri improbabili, dribbling forzati o passaggi imprecisi) ed il fatto che non è di certo un asso né sui colpi di testa, né nei movimenti senza palla, essendo un esterno che preferisce partire con la sfera fra i piedi per essere pericoloso.

Numeri:

Azioni totali/ riuscite: 62%   Goal: 0.34   Assist: 0.28   Tiri/ in porta: 46%   xG: 0.26   Passaggi/ accurati: 78.2%   Lanci Lunghi/ Accurati: 56%   Cross/ Accurati: 39.5%   Dribbling/ Riusciti: 53.3%   Duelli /Vinti: 45%   Duelli Aerei/ Vinti: 25.5%   Intercett. palla: 1.55  Palle perse / propria metà campo: 20.3%  Palle recuperate/ propria metà campo: 55.1%




Alla scoperta di Almendra: storia, numeri e caratteristiche tecniche

La Roma, come affermato dal suo direttore sportivo Gianluca Petrachi, è alla ricerca di un centrocampista, considerando l’addio di De Rossi e probabilmente quello di N’Zonzi. Oltre a Jordan Veretout, con cui la battaglia con il Milan si fa ogni giorno più agguerrita, un altro nome uscito in questi giorni è quello di Augustin Almendra, mediano in forze al Boca Juniors descritto come uno dei più puri talenti del calcio argentino. La trattativa sembra già essere in piedi, con la Roma che vorrebbe prendere un altro giovane tassello della squadra da consegnare a Fonseca: bisogna vedere se il suo acquisto sia legato a Veretout come alternativa, o magari come acquisto a prescindere. A livello economico non è per nulla impossibile, visto che il prezzo del cartellino si aggira intorno ai 3 milioni di euro. Rimanete sintonizzati nei prossimi giorni su tutte le novità tramite il nostro canale Spreaker, sul nostro sito web www.radiogoal24.it e sul canale YouTube.

Storia:

Augustin Ezequiel Almendra nasce l’11 Febbraio del 2000 in Argentina. La carriera da professionista di Almendra comincia due anni fa, nel Boca Juniors, quando esordisce nella SuperLiga a soli 17 anni collezionando 3 presenze nella competizione: già da qualche anno faceva comunque parte delle sezioni giovanili della Selecion, giocando nel 2018 anche una partita di Copa Argentina ed una di Copa Libertadores da subentrato. L’anno successivo il giovane centrocampista si dimostra più di un semplice talento da svezzare: in SuperLiga conquista 15 presenze segnando anche il suo primo goal con la squadra maggiore del Boca Juniors, giocando anche le altre competizioni come la Coppa, la SuperCoppa e la Libertadores. Partecipa anche al mondiale under 20 in Polonia con l’Argentina, collezionando tuttavia solo una presenza.

Caratteristiche tecniche

Almendra è un centrocampista moderno, capace di spaziare dal ruolo di semplice mediano alla mezz’ala box to box. E’ un centrocampista che vuole sempre avere la palla fra i piedi, che sia in difesa o sulla trequarti: ha un tocco pregevole, come tipico dei giocatori della sua nazione, anche se a volte pecca troppo nella giocata sbagliando sorattutto la misura nel lancio lungo. Il suo più grande difetto è quindi rappresentato dall’inesperienza, fattore fondamentale per quanto riguarda i giocatori che sono nel suo ruolo: a livello difensivo tende a prediligere molto il pressing aggressivo, rivelandosi quindi un possibile ottimo profilo per il gioco del neo tecnico della Roma Fonseca. Nella Roma giocherebbe probabilmente mediano nel 4-2-3-1 oppure in qualsiasi posizione del centrocampo a 3, considerando che al Boca Juniors ha giocato sia al centro sia come mezz’ala destra. In patria lo paragonano a Riquelme, anche se Almendra come caratteristiche sembra più “mediano” che “seconda punta”. Non scomodando i grandi campioni del passato, potremmo paragonare come caratteristiche tecniche Almendra ad una vecchia conoscenza in casa giallorossa, ovvero Leandro Paredes. Una sua caratteristica, quasi “fissa”, è quello di portare avanti il pallone palla al piede quando vede gli avversari coprire tutte le linee di passaggio, risultando molto spesso imprevedibile: a volte questo tuttavia gli costa la perdita del pallone, un errore che non gli sarebbe di certo permesso in Serie A.

Numeri:

Azioni totali/ riuscite: 64%   Goal: 0.08  Assist: 0.04   Tiri/ in porta: 22%   xG: 0.09   Passaggi/accurati: 83.9%   Lanci lunghi/ accurati: 48.8%   Cross/ accurati: 33.3%   Dribbling/ riusciti: 62.1%   Duelli/ vinti: 50.9%   Duelli aerei/ vinti: 35%   Intercetti Palla: 5.84   Palle perse/ propria metà campo: 37%   Palle recuperate/ propria metà campo: 46,20%