Pastore: “La società deve vendere ma io vorrei restare alla Roma”

Pastore: “La società deve vendere ma io vorrei restare alla Roma”

Javier Pastore, centrocampista della Roma, ha parlato a Telefe Noticias della situazione sua e del club giallorosso. Il trequartista giallorosso, nel corso dell’intervista al profilo Instagram del programma argentino, ha parlato senza sbilanciarsi troppo del suo futuro, chiarendo l’amore per la città di Roma e per la società e la sua volontà di rimanere fino a fine contratto (altri due anni) nella Capitale. La sua volontà potrebbe però cozzare con i piani del club: Javier Pastore ha infatti dichiarato che arriveranno numerosi giovani calciatori alla Roma, perché guadagnano poco e costano meno, e che quindi qualcuno dovrà andarsene ma che la società non gli ha recapitato offerte di altri club al momento. Andiamo a vedere le parole di Javier Pasrore:

Si dice che io sia spesso vicino al trasferimento in Cina, in Giappone, in Argentina o in Inghilterra, ma la verità è che voglio rimanere alla Roma. Ora però sono concentrato sulla fine di questo campionato e sul raggiungimento degli obiettivi con il club. Ho altri due anni di contratto, mi piacerebbe veramente portarli a termine. Mi sento molto bene, mi piace tantissimo la città, io e la mia famiglia siamo molto felici. Però la verità è che del mio futuro non ho ancora parlato con nessuno, nemmeno con il mio club che non mi ha dato nessuna informazioni su eventuali offerte per la mia partenza. Il club con le conseguenze dell’emergenza sanitaria ha sofferto molto, ma come molti altri. Le società sono imprese e hanno bisogno di soldi quando sono in perdita, quindi nessuno di noi sa cosa succederà. Quando terminerà la stagione il club dovrà tornare in positivo e per far ciò dovrà vendere giocatori o comprare giocatori più giovani che guadagnano di meno. Mi piacerebbe tornare al Talleres o all’Huracan perché sono due club che mi hanno formato e mi hanno dato la possibilità di essere qui dove sono. Questa è una cosa che ho sempre nella testa. Però io spero di poter stare bene fisicamente in questi prossimi anni, spero di non avere nessun infortunio importante che mi possa accorciare la carriera”.

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Roma, due rinforzi per Fonseca: tornano Pastore e Zappacosta

Roma, due rinforzi per Fonseca: tornano Pastore e Zappacosta

La Roma è tornata a lavoro in attesa di una ripresa, che al momento sembra lontana, quantomeno del campionato; i ragazzi di Fonseca, prima dell’interruzione causa coronavirus, erano in corsa per il quarto posto e dovevano affrontare il Siviglia negli ottavi di finale di Europa League. Nella speranza di poter tornare a competere in campo, il tecnico giallorosso può sorridere; nella giornata di ieri, infatti, si sono rivisti Zappacosta e Pastore pronti finalmente a dare il loro contributo. Il terzino, preso per fare il titolare sulla corsia di destra, è fermo dal quattro ottobre a causa della rottura del crociato mentre il fantasista argentino ha dovuto lottare con i soliti problemi fisici che gli hanno impedito di avere quella continuità a livello di rendimento. Ora, però, il calvario per entrambi sembra terminato e i due sono pronti a dare il loro contributo nel finale di stagione (sempre che si riprenda). Fonseca, con il loro recupero, può contare su due pedine fondamentali. Zappacosta può dare una valida alternativa in un ruolo che non ha mai trovato un vero e proprio padrone; per quanto riguarda Pastore, invece, la sua qualità tornerà sicuramente utile sulla trequarti con Pellegrini che potrà rifiatare e Mkhitaryan agire da attaccante esterno.

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River Plate, caccia agli argentini in Serie A

Il River pesca in Italia

Secondo il portale argentino fichajes.net, i Millonarios avrebbero messo nel mirino due calciatori argentini di Serie A, il centrocampista del Milan  Lucas Biglia e il fantasista della Roma Javier Pastore, entrambi poco protagonisti quest’anno con le rispettive squadre. La squadra di Marcelo Gallardo, che ha perso il campionato all’ultima giornata a favore degli storici rivali del Boca, ha bisogno di nuove pedine a centrocampo per far fronte ai problemi di gioco emersi nell’ultimo periodo, e vuole arrivare in fondo alla Copa Libertadores (persa anch’essa nella scorsa edizione in finale contro il Flamengo a novembre). Tra i nomi sul taccuino del dirigente uruguagio Enzo Francescoli, ex-giocatore del Cagliari e figura di culto del River, c’è anche un altro centrocampista, il cileno Charles Aranguiz del Bayer Leverkusen. Biglia, ormai ai margini del progetto tecnico tecnico rossonero e da tempo attanagliato dagli infortuni, in questa stagione ha collezionato 6 presenze (più una da subentrato) e 1 assist.Anche Pastore, da quando è arrivato nella Capitale quasi due anni fa, è costantemente ai box, un peccato se pensiamo alle prodezze mostrate nelle poche partite disputate in giallorosso, e quest’anno ha raccolto solo 13 apparizioni e 1 assist tra campionato ed Europa League. Due giocatori che hanno in comune le sfortune recenti, l’età ormai non proprio giovanissima e il fatto di essere approdati nelle rispettive piazze con molte aspettative, ma con caratteristiche diverse sul campo. Che il ritorno in patria possa essere occasione di rinascita?

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?




Inter, Sabatini verso le dimissioni: ecco i 3 motivi che lo hanno convinto a lasciare!

Il martedì mattina in casa nerazzurra è iniziato con una gigantesca notizia: Walter Sabatini, ufficialmente coordinatore tecnico del Suning Sports Group, ha ufficialmente chiesto le dimissioni ai dirigenti cinesi, una scelta che in un’intervista qualche ora più tardi ha così motivato: “Con Suning stiamo discutendo in un clima di totale comprensione reciproca. L’Inter è l’Inter. Sarebbe stato bello costruire una storia un po’ più consistente. Parlo al passato? Non me ne sono neppure accorto. Sono molto distratto. Comunque ho detto la verità: stiamo ancora discutendo. Non voglio fare il ciarlatano e dire qualcosa che poi verrà smentita a breve“.  Abbiamo prima specificato il suo ruolo ma, esattamente, cosa è un coordinatore tecnico? Da un punto di vista formale, Sabatini doveva gestire, sportivamente ed economicamente, le attività delle società sotto il controllo del gruppo Suning, vale a dire una sorta di mediatore fra i dirigenti delle singole squadre (il Suning Jiangsu e l’Inter) ed il C.D.A cinese capitanato dal presidente Zhang. Perché l’ex direttore sportivo di Palermo e Roma ha voluto lasciare? Partiamo dal presupposto che il dirigente aveva un contratto annuale con la società cinese: tale scelta è tipica di Sabatini, che quasi sempre ha preferito non legarsi dal punto di vista contrattuale con una squadra per più anni consecutivi, ma rinnovare ad ogni estate in caso di progetto avviato. Ovviamente tale strategia serve proprio in casi come questi, ad evitare discorsi “troppo complicati” (perché con contratti pluriennali entrano in gioco sopratutto questioni economiche) e lasciarsi serenamente se qualcosa non è andata bene. Cerchiamo allora di capire il perché Sabatini abbia preso questa decisione, il perché abbia voluto lasciare un progetto ambizioso come quello dell’Inter… proprio lui che spesso (ai tempi della Roma) si è definito un “sognatore”. Noi ne abbiamo individuati 3:

Poca autonomia nel suo ruolo

Parliamoci chiaro, il ruolo di Sabatini non è proprio quello di coordinatore tecnico: il dirigente italiano si è sempre contraddistinto per il suo lavoro da direttore sportivo “vecchio stampo”, che cerca la trattativa non tramite fax ed e-mail, ma attraverso un lavoro più diretto, con ore e ore di discussioni al telefono o addirittura di persona, magari a pranzo, per cercare di strappare il prezzo più vantaggioso possibile. E’ chiaro che una posizione più “gestionale” non è adatta alle sue corde, tant’è che ai suoi tempi romani gli veniva criticato sopratutto la sua negligenza da “direttore generale” più che da direttore sportivo. Il dover curare due società, così diverse e così lontane, ha impedito a Sabatini di poter svolgere al meglio il lavoro che adora, ovvero chiudersi a guardare videocassette, viaggiare, fumare e parlare sopratutto di calcio. Nonostante questo Sabatini ha avuto comunque, in questo anno,  un ruolo fondamentale nella costruzione della squadra: anche in questi mesi ha lavorato moltissimo per portare giocatori come De Vrij ed Asamoah a Milano, provando diverse soluzioni per la rosa del prossimo anno. Il problema è che, anche nel fare mercato, il coordinatore non ha mai avuto quella autonomia che ha sempre posseduto nelle precedenti esperienze: ricordiamoci che l’Inter un direttore sportivo ce l’ha, vale a dire Piero Ausilio. Per carità, non stiamo dicendo che ci sia stato un conflitto fra i due, o comunque un rapporto poco amichevole, anzi. Tuttavia lo “spartirsi il lavoro” non è proprio nelle corde dell’ex Palermo, abituato ad essere la punta di una piramide sorretta da tantissimi osservatori e talent-scout. L’impossibilità di poter costruire da solo, di fare sua la “creatura” Inter (altro termine che molto spesso usava ai tempi della Roma) probabilmente ha svolto un ruolo fondamentale nella sua decisione.

Rapporti poco felici con Suning

Un altro tema strettamente legato a quello precedente, è il rapporto con il Suning Group. Se con Ausilio gli animi sono sempre stati sereni e cordiali, lo stesso non si può dire rispetto alla dirigenza cinese. In particolar modo hanno pesato molto due questioni degli ultimi mesi: l’addio di Capello ed il mancato arrivo di Javier Pastore. L’allenatore italiano aveva infatti un rapporto idilliaco con Sabatini, visto che era stato proprio quest’ultimo a chiamarlo per allenare il Jiangsu (anche se ad 8 milioni all’anno era difficile dire di no). La scelta sembrava assolutamente quella giusta, visto che grazie all’esperienza dell’ex c.t. dell’Inghilterra la squadra cinese era riuscita ad ottenere un’insperata salvezza. I problemi sono però arrivati nel mercato di gennaio: Sabatini aveva infatti praticamente chiuso per la cessione di Alex Teixeira al Corinthians, una operazione avallata anche dall’allenatore, che aveva invece chiesto la permanenza di Moukandju. Tuttavia, all’improvviso, la dirigenza Suning ha voluto fare la voce grossa decidendo di cambiare completamente le strategie del dirigente italiano: stop a Teixeira e fuori Moukandju. Tale decisione, oltre ad aver completamente rovinati i rapporti fra i cinesi e Capello, ha infastidito anche Sabatini che, il 26 Febbraio, se ne è uscito così tornando a parlare dell’affare Teixeira: “Le possibilità al momento sono pari a zero. Il Corinthians ha lavorato molto, ma i cinesi hanno cambiato idea all’ultimo momento. E questo accade con frequenza“. Parole dure da parte di un dirigente nei confronti dei proprio superiori, nonostante l’italiano sia sempre stata una persona molta schietta e diretta, sopratutto quando gli viene invaso il proprio spazio lavorativo (e anche questo si ricollega alla mancanza di autonomia). Oltre a questo pesa la mancanza anche di due arrivi, vale a dire degli ex “italiani” Guarin e Luiz Adriano, le cui trattative sono fallite per disposizione della dirigenza Suning in accordo con le nuove regole adottate in materia di investimenti da parte del governo orientale. Le divergenze non si sono però fermate solo in Cina, visto che i problemi si sono presentati anche in Italia: il caso più clamoroso è quello di Javier Pastore, centrocampista argentino da sempre pupillo di Sabatini, che anni fa lo portò in Italia con la maglia del Palermo. Anche qui il giocatore sembrava in pugno, ma l’intervento dei superiori ha rovinato tutto, facendo fallire la “strategia aggressiva” dell’Inter sul mercato di gennaio, per dare anche maggiore morale in vista del girone di ritorno per cercare di centrare l’obiettivo Champions League.

E, ovviamente, una questione di soldi

Ovviamente c’entra anche una questione puramente economica: come abbiamo detto nel paragrafo precedente, il governo cinese ha voluto fare una nuova regolamentazione per quanto riguarda l’investimento di capitali cinesi nei paesi esteri. In particolare, secondo la nota testata calcistica-economica Calcio e Finanza, Il governo cinese ha apportato cambiamenti significativi nelle sue politiche e regolamenti, specialmente in relazione ai controlli sul capitale. Essendo Suning un’azienda cinese, con la maggior parte delle sue attività in Cina, la sua capacità di investire denaro al di fuori del paese potrebbe essere influenzata negativamente da questi controlli. In risposta al persistente deflusso di capitali dall’oriente, la PBOC e la SAFE hanno implementato una serie di misure di controllo del capitale negli ultimi mesi, comprese procedure di controllo severe per società nazionali cinesi di rimettere valuta estera per investimenti esteri, pagamenti di dividendi e rimborsi di prestiti agli azionisti. Anche il governo cinese ha mostrato interesse alla regolamentazione delle attività commerciali degli investitori in squadre sportive straniere in particolare e, come parte dei suoi sforzi in corso per regolare gli investimenti all’estero da parte delle imprese cinesi, ha pubblicato un insieme di linee guida sugli investimenti il 18 agosto 2017 che classificano gli investimenti all’estero. Sotto queste linee guida, gli investimenti nel settore dello sport sono stati classificati come “investimenti limitati”. In generale, gli “investimenti limitati” richiedono o la presentazione o l’approvazione da parte della Commissione per lo sviluppo nazionale e le riforme (National Development and Reform Commission) e del Ministero del commercio o delle loro rispettive controparti locali. Mentre alcuni “investimenti limitati” (ad esempio, gli investimenti nel settore sportivo) in precedenza richiedevano solo di essere notifica, secondo le linee guida di agosto 2017 tali investimenti ora richiedono l’approvazione. Questo ha influenzato anche direttamente Sabatini, in quanto la cifra da lui richiesta per il rinnovo di contratto (2 milioni di euro) è risultata eccessiva per la dirigenza. Oltre a questo l’Inter deve fare i conti anche con il Fair Play Finanziario, soggetto giuridico che si sta imponendo economicamente in maniera significativa per molte squadre italiane. Per quanto riguarda le stime del bilancio interista, emerge che il break-even point (punto di pareggio economico, ovvero ricavi= costi: è la base per il mantenimento economico di qualsivoglia azienda) è ancora lontano dal raggiungimento a causa della contrazione nei ricavi. Rispetto al bilancio al 30 giugno 2017,  viene stimato che il fatturato possa essere in calo di circa 50/60 milioni, mentre i costi della produzione dovrebbero essere stabili (l’aumento degli ammortamenti è “pareggiato” dalla diminuzione del monte ingaggi): una cifra dovuta in particolar modo alla diminuzione nelle voci proventi da gestione calciatori (cioè le plusvalenze) e ricavi commerciali.




Inter, sfuma Pastore: l’agente lascia Milano. Brozovic resta

Salta tutto in casa Inter: Javier Pastore non vestirà la maglia nerazzurra. Secondo quanto riportato da FcInter1908, l’agente del trequartista argentino sta lasciando in questi minuti Milano, senza essere riuscito a trovare un accordo con la società di Suning. Di conseguenza, bloccata anche la cessione di Marcelo Brozovic al Siviglia: il croato resta all’Inter. Secondo le prime indiscrezioni, è stato proprio il patron nerazzurro a bloccare la trattativa, considerandola troppo costosa.




Inter, pronta l’offerta per Pastore: i dettagli

L’Inter, dopo il pareggio con la SPAL, torna a pensare al mercato; i nerazzurri hanno bisogno di un trequartista per completare la rosa in vista della seconda e decisiva parte di stagione. L’obiettivo è Pastore del PSG; per il giocatore argentino è pronta un’offerta di prestito oneroso con obbligo di riscatto, a 30 milioni di euro, legato al raggiungimento della Champions League.




Inter, Pastore si complica. Il PSG offre Lucas Moura

Continua il corteggiamento dell’Inter per strappare Javier Pastore al Paris Saint-Germain. Secondo quanto riprtato da Calciomercato.com, la trattativa per il trequartista argentino si sarebbe complicata negli ultimi giorni, con un mezzo ripensamento da parte della società francese. Il club allenato da Emery avrebbe quindi proposto Lucas Moura, 25enne brasiliano che non ha scaldato i cuori dei dirigenti nerazzurri. Ausilio e Sabatini continueranno a trattare con la società parigina, mentre l’accordo con Simonian (agente di Pastore) è stato già trovato da tempo.




Inter, bloccato Martinez del Racing. Ora tutto su Pastore o Correa

Comincia ad entrare nel vivo il mercato dell’Inter. In uscita, sono a un passo dall’addio Joao Mario e probabilmente anche Eder, mentre in entrata dovrebbe arrivare Lautaro Martinez, attaccante classe ’97 del Racing Club. Il giovane bomber, già bloccato dalla società nerazzurra secondo La Gazzetta dello Sport, potrebbe arrivare subito nel mercato di gennaio. Per quanto riguarda il trequartista, gli obiettivi si sono ridotti a due nomi: Javier Pastore e Joaquin Correa. Il primo ha già dato la disponibilità per un trasferimento a Milano, mentre per arrivare al secondo è stato offerto al Siviglia uno scambio con Brozovic.




Inter, continua la ricerca del trequartista: Pastore, Ramires e Mkhitaryan i grandi obiettivi

In casa Inter non si pensa ad altro se non ad accontentare Spalletti con il trequartista richiesto già da questa estate. L’edizione odierna della Gazzetto dello Sport approfondisce l’argomento, racchiudendo in tre nomi il mercato programmato da Sabatini e Ausilio: il primo è quello di Javier Pastore, del Paris Saint-Germain. Con appena 218′ giocati nelle 16 presenze stagionali, l’argentino potrebbe rischiare di non essere convocato al Mondiale, ecco perchè l’Inter potrebbe avere una chance per portarselo a casa. Il secondo nome è quello di Ramires, sondato più volte. Il brasialiano, attualmente allo JS Suning, gradirebbe il ritorno nel calcio che conta e l’operazione sarebbe facilitata in quanto l’affare riguarderebbe le due propietà di Suning. Infine, il terzo nome è quello di Henrick Mkhitaryan, fantasista del Manchester United. L’armeno è il giocatore più costoso dei tre, ma probabilmente anche quello in cui vale la pena investire più soldi. Il 28enne sta trovando poco spazio nell’ultimo mese tra l’11 di Mourinho e il buoni rapporti con il mister portoghese potrebbbero far decollare la trattativa.




Inter, Joao Mario verso l’addio. Idea Ciciretti per gennaio?

Walter Sabatini sta rientrando in Italia e le acque cominciano a smuoversi. Nell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, si è cercato di fare il punto sul mercato dell’Inter e di fare chiarezza sul ruolo del trequartista tanto desiderato da Spalletti. Joao Mario continua ad essere sul piede di partenza, con Paris Saint-Germain e Manchester United che continuano ad osservare con interesse la situazione del portoghese. I francesi possono giocare la carta Pastore, mentre gli inglesi possono vantare un possibile scambio con Mkhitaryan. Per quanto riguarda il mercato di gennaio, gli occhi della società nerazzurra sono puntati su Amato Ciciretti, 23enne trequartista del Benevento. Il mancino è in scadenza con le Streghe e basterebbe un’offerta non esagerata per intavolare una trattativa.