Milinković-Savić: la maturazione e l’evoluzione tattica
La carriera di un calciatore è spesso condizionata, nel bene o nel male, dagli allenatori con i quali lavora. È sicuramente il caso di Sergej Milinković-Savić: il timido centrocampista arrivato alla Lazio nell’estate del 2015 non esiste più, è stato scalzato dal nuovo Milinković-Savić tuttocampista box-to-box, ma questa evoluzione non è dovuta solo ad una maturazione del ragazzo ma anche grazie ai saggi insegnamenti datigli da Simone Inzaghi.
Il 6 agosto 2015 Milinković-Savić (classe ‘95) approda alla Lazio dal Gent, dopo un’operazione da 10 milioni di euro più ricchi bonus. Sergej Milinković-Savić arriva a Formello appena ventenne, dopo una turbolenta trattativa fallita tra Fiorentina e Gent, e ad accoglierlo sulla panchina dei biancocelesti c’è Stefano Pioli che nel suo scacchiere tattico sin da subito trova difficoltà nel collocarlo. La prima stagione di Milinković-Savić alla Lazio va un po’ così: non ha un vero e proprio ruolo, non incide quasi mai né da titolare né da subentrante, si vede che ha gran classe e colpi importanti ma è fin troppo timido in mezzo al campo, dunque con Pioli si instaura un rapporto complicato ed il tecnico dei biancocelesti lo prova sia da trequartista che da mediano ma senza risultati. Nell’aprile del 2016 Simone Inzaghi rileva Stefano Pioli sulla panchina della Lazio ma la musica per Milinković-Savić non cambia: nelle ultime sette partite del campionato 2015/16 il gigante serbo non vede quasi mai il campo. La svolta per Milinković-Savić arriva però l’anno successivo (stagione 2016/17) quando Simone Inzaghi viene confermato sulla panchina dei biancocelesti, dopo il “no” di Bielsa, e cambia mansioni e ruolo al Sergente: Milinković-Savić viene abbassato da trequartista del 4-2-3-1 a mezzala del 4-3-3, non gli viene più chiesto di agire da rifinitore ma da centrocampista box-to-box, inizia così una nuova vita per Milinković-Savić che risponde positivamente e gioca una stagione da 39 partite complessive condite da 7 gol e 7 assist. Dall’estate del 2017 Simone Inzaghi imposta la sua Lazio prima col 3-5-1-1 e poi col 3-5-2, Milinković-Savić ormai si è preso il posto a centrocampo da mezzala e nessuno glielo toglie più: si consacra così come uno dei centrocampisti più forti dell’intero panorama calcistico, il presidente Claudio Lotito respinge al mittente numerose succose offerte per il Sergente che diventa così una colonna portante della Lazio ed un idolo dei tifosi. Con la Lazio il ragazzo ha fin qui disputato 194 partite condite da 36 gol e 26 assist, ha inoltre vinto due Supercoppa italiana e una Coppa Italia, individualmente ha invece ritirato il premio come Miglior Centrocampista 2018/19 ed è stato inserito nella Squadra dell’anno Serie A 2018.
Sergej Milinković-Savić deve tutto alla sua professionalità ed a Simone Inzaghi, tecnico che ci ha visto lungo sulle sue caratteristiche trasformandolo in un tuttocampista box-to-box: tecnica per destreggiarsi a centrocampo, qualità per uscire col palleggio dal pressing avversario, gamba per le corse e le rincorse, fisicità per vincere i duelli aerei e terreni, ed uno spiccato tempo per gli inserimenti. Come riportato dalla Lega Serie A, Milinković-Savić è il giocatore della Lazio che corre di più in partita con 10.916 chilometri di media ed è anche il centrocampista che recupera più palloni in Serie A (309 fin qui).
Insomma, se Sergej Milinković-Savić è arrivato alla Lazio per poco più di 10 milioni ed ora ne vale almeno 80 (dati Transfermarkt) i meriti vanno equamente divisi tra il ragazzo ed il tecnico Simone Inzaghi.
Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?