Rakitic: “Non rientro nella trattativa di Lautaro ma se arrivasse sarei felice”

Rakitic: “Non rientro nella trattativa di Lautaro ma se arrivasse sarei felice”

Il centrocampista del Barcellona Ivan Rakitic in un’intervista a RadioCope ha parlato della ripresa in Germania, di mercato e della situazione in Spagna:

“È triste che non ci sia pubblico e che ci siano metri di distanza tra i giocatori in panchina. Ma penso che tutto sia andato bene. Ho parlato con diversi colleghi, anche con Neuer. Ora hanno un bel vantaggio su di noi, ma è bello che siano tornati in campo, è la cosa più emozionante. Anche per noi è stato speciale tornare ad allenarci, finalmente ci sentiamo di nuovo dei calciatori e possiamo divertirci tutti insieme. Abbiamo fatto un lavoro sul campo, ma ci sono alcune regole da seguire. Paura? No, al massimo rispetto delle regole, ci vuole tempo per capire come si evolve la situazione. Non ci fermiamo per chiacchierare e ci facciamo la doccia a casa.
Mi sono allenato molto in questi 2 mesi, mi sento bene. Quello che conta è riprendere senza che ci siano timori, non fa differenza una settimana in più o in meno”

Il giocatore croato ha parlato inevitabilmente anche di mercato: “La situazione è la stessa da 2-3 anni, io penso solo a lavorare bene con i miei compagni e giocare ad alti livelli. Il resto vedremo, di certo ho voglia di giocare. Sono tranquillo, sto bene qui e anche la mia famiglia. Le voci? Ci sono abituato, non è una novità. Naturalmente mi sarebbe piaciuto che il presidente o Abidal avessero smentito. Con Bartomeu non ho ancora parlato. Una chiamata non cambia la situazione, ma sarebbe bello avere qualche chiarimento. Non ho pensieri negativi ora, penso solo ad allenarmi. Io la chiave per Lautaro? Non ho avuto nessuna notizia dalla dirigenza. Se dovesse venire sarei contento ma non ho un ruolo nella vicenda”.


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Juventus, per il Mundo Deportivo Pjanic al Barça si fa. Prevista contropartita

Juventus, Mundo Deportivo: Pjanic al Barça si fa. Prevista contropartita

Juventus – Secondo quanto riporta l’edizione odierna del Mundo Deportivo  il Barcellona starebbe monitorando il nostro campionato, sia per quanto riguarda Lautaro Martinez, sia per un altro giocatore della nostra Serie A. Il Barça straebbe spingendo sull’acceleratore per arrivare al centrocampista della Juventus Miralem Pjanic. Secondo il quotidiano spagnolo il club blaugrana sarebbe disposto a inserire Semedo nell’operazione, nome gradito al club bianconero.

Il giocatore portoghese avrebbe accettato l’eventuale trasferimento a Torino. Per il calciatore ex Benfica sono 110 presenze e 1 gol con il Barça. Un altro nome che potrebbe rientrare nella trattativa è quello di Arthur, da tempo accostato proprio alla squadra torinese ma che non scalda più di tanto il direttore Paratici, convinto di avere già in casa l’erede di Pjanic, ovvero Bentancur. Da registrare anche l’interesse verso Jorginho del Chelsea, pupillo di mister Sarri.

Sempre secondo il Mundo Deportivo Pjanic avrebbe dato già l’ok per il buon esito della trattativa.

In bianconero il centrocampista bosniaco ex Roma ha collezionato 166 presenze in tutte le competizioni mettendo a segno 22 reti. Il costo del suo cartellino, secondo il sito Transfermarkt, è pari a 52 milioni di €. Semedo viene valutato 32 milioni di €.


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Liga, ripartenza del campionato fissata per fine giugno

Liga, ripartenza del campionato fissata per fine giugno

Liga – Secondo quanto riporta il quotidiano AS la Liga è pronta a ripartire ed è già stato definito un piano per la ripresa. A partire da metà ma più realisticamente da fine giugno, le squadre scenderanno in campo tutti i giorni della settimana, lunedì compreso, con un intervallo di 72 ore tra una partita e l’altra per ciascuna squadra. Le partite cominceranno tutte dalle 18 nelle aree meno calde del paese tranne quelle nelle zone più calde della Spagna che cominceranno alle 23.  Dal lunedì al venerdì le partite inizieranno più tardi alle 19:30, mentre il fine settimana si giocherà prima delle 19:30 negli stadi della Spagna settentrionale e proseguirà fino alle 23:00 nel sud del paese.

Questi sono i punti principali del accordo raggiunto tra Federcalcio spagnola (RFEF) e Lega (LFP) per la ripartenza del campionato. I presidenti Luis Rubiales e Javier Tebas, secondo il quotidiano sportivo, hanno applicato l’articolo 5 del Codice di comportamento firmato lo scorso aprile grazie alla mediazione di Irene Lozano, presidente del Consejo Superior de Deportes, il braccio sportivo del governo spagnolo. Il fatto che le partite rimarranno a porte chiuse elimina il fattore che la RFEF ha considerato la chiave di contrasto, ovvero il calcio il lunedì, un giorno che non è mai stato considerato buono per i fan. Il presidente della Federazione, tuttavia, va oltre ed è in discussione sulle competizioni. LaLiga, nello spirito di una buona comprensione del Patto di Viana, tornerà al comitato congiunto di monitoraggio RFEF-LFP dopo le dimissioni dalla partecipazione al “caso delle registrazioni”. Questo programma permetterebbe di chiudere il campionato prima del 29 luglio, scadenza fissata dalla UEFA per la fine dei tornei nazionali.


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Liga, presidente Tebas: “Acquisti e stipendi andranno ridimensionati”

Liga, presidente Tebas: “Acquisti e stipendi andranno ridimensionati”

Liga – è più che probabile che il prossimo calciomercato avrà cifre diverse da quelle alle quali siamo stati abituati negli ultimi anni. Ne abbiamo giù parlato in un precedente articolo, scordatevi le cifre da capogiro sborsate per i vari Neymar, Coutinho o Dembelè. Lo scoppio della pandemia legata al Covid-19 ha stravolto il mondo ed inevitabili sono le conseguenze economiche in qualsiasi settore, compreso quello legato al calcio. Il costo del cartellino di molti calciatori si è abbassato notevolmente, in base a valutazioni fatte considerando valori teorici in base anche ad età e lunghezza dei contratti.

Parlando complessivamente dei vari campionati nazionali, se consideriamo tutti i maggiori tornei, ovvero Serie A, Premier League, Liga, Bundesliga, Ligue 1 arriviamo a perdite pari a 8,5 miliardi di euro. Solo la Serie A arriva a perdite pari a 1, 5 miliardi di dollari. Se i campionati non dovessero ripartire a livello di diritti tv perderebbero 4 miliardi di euro.

Il calciomercato e i contratti avranno cifre differenti nei prossimi anni, a questo i club ed i calciatori faranno bene ad abituarsi in fretta, In questo senso si è espresso il presidente della Liga Javier   e le sue parole sono sicuramente condivisibili da tutti i presidenti di Lega.

“I club dovranno ridurre gli ingaggi dei loro calciatori, non c’è altra soluzione. Le società hanno rose che superano il limite salariale previsto per la prossima stagione e le formazioni dovranno attingere tantissimo dalle proprie giovanili perché non potranno permettersi trasferimenti che vadano oltre l’importo economico, è impossibile. Non credo che ci saranno molto acquisti la prossima stagione, né in Spagna né da altre parti. Non c’è la possibilità per farlo. Dopo la pandemia i club dovranno abbassare gli stipendi dei calciatori, oppure acquistare di meno e a prezzi inferiori”.


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Spagna, la Federazione ufficializza la positività di 5 calciatori

Spagna, la Federazione ufficializza la positività di 5 calciatori

In Spagna lo stallo che sta vivendo il calcio è molto simile alla situazione italiana, si vive sospesi tra lo stop definitivo della stagione ed il tentativo di riprendere per salvare il salvabile. Dal 4 maggio le squadre sono tornate ad allenarsi nei centri sportivi e da qualche giorno si vocifera di una nuova possibile ondata di contagi all’interno di alcune società. Per fare chiarezza, come riportato dal sito Onefootball, è intervenuta la Federazione che ha confermato i sospetti, ufficializzando la positività al Covid-19 di 5 calciatori tra Prima e Seconda divisione. Come sta accadendo negli altri paesi europei che hanno riscontrato altri casi di contagio tra i calciatori ( Germania ed Italia) anche in Spagna si è optato per mantenere segreta l’identità dei contagiati. La strada da seguire per il recupero dei calciatori è più o meno quella che sta seguendo la Bundesliga: isolamento di quindici giorni solo per il singolo giocatore; una novità concerne i familiari o i conviventi  del contagiato che dovranno effettuare i test di controllo a spese della Liga.

 


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Liga, tutte le novità post Covid-19 e una data di ripartenza

Liga, tutte le novità post Covid-19 e una data di ripartenza

Il calcio è pronto a tornare in campo; se da una parte Eredivisie e Ligue One hanno deciso di terminare in anticipo la stagione calcistica, lo stesso non si può dire per Bundesliga e Liga. Il ritorno in campo del massimo campionato tedesco (il prossimo sedici maggio) ha creato una sorta di reazione a catena; il tecnico del Leganés, Javier Aguirre, ha rivelato al quotidiano spagnolo Marca la data indicata per far ripartire in calcio in Spagna. Si tratta del venti giugno con la fine prevista per il 26 luglio. Le novità per la Liga, però, non finiscono qui. Una bellissima iniziativa arriva dal presidente del Getafe che, per contrastare i problemi causati dalla pandemia coronavirus, ha deciso di far rinnovare gratuitamente l’abbonamento ai suoi tifosi. Ecco le sue parole: ” L’anno prossimo, i 13.500 abbonati del Getafe andranno allo stadio gratuitamente. Non addebiteremo alcun costo, entreranno senza pagare nulla nel nostro impianto. Pagherò io di tasca mia il costo degli abbonamenti, loro non dovranno sborsare un centesimo”. Altra iniziativa volta a contrastare l’emergenza sanitaria ma soprattutto a tutelare la salute dei giocatori arriva dalla RFEF (la Rojal Federacion Española de Futbol) che ha proposto di chiudere la stagione calcistica con l’aumento delle sostituzioni; i cambi a disposizione di una squadra passeranno da tre a cinque. Una novità che potrebbe essere adottata anche in Premier League. Il calcio inizia a muoversi per tornare alla normalità e in Liga sono già tante le idee per contrastare il virus.

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Ripresa, la situazione nei maggiori campionati europei: 10 positivi in Germania

Il pallone d’élite in Europa vorrebbe la ripresa, ma non sa quando e se ci riuscirà, soprattutto a quali condizioni. I campionati esteri affrontano le difficoltà dettate dalle rispettive realtà, come riporta La Stampa.

Germania

In Germania si pensava di essere vicini al via. Ma a raffreddare gli entusiasmi è arrivata la notizia che i risultati dei primi test a tappeto sui giocatori hanno rivelato 10 casi di positività tra Bundesliga e seconda divisione. Un dato che peserà sulla decisione che, mercoledì, verrà presa dalla cancelliera Angela Merkel, quando si pronuncerà sulle modalità della ripresa, ovviamente a porte chiuse. I club sperano di tornare in campo il 16 maggio, confidando nelle parole di elogio che il ministro dell’Interno, Horst Seerhofer, ha avuto per il protocollo sanitario approntato. E nonostante i primi test, la scorsa settimana, abbiano segnalato la positività di tre tesserati del Colonia. In Inghilterra rischia di affondare ancor prima del varo il cosiddetto “Project Restart”, il piano per tornare a giocare entro la metà di giugno. In attesa di conoscere, giovedì 7, le linee guida della ‘Fase 2’ dell’emergenza sanitaria, a mettersi di traverso sono i cinque-sei club – Brighton in testa – in lotta per non retrocedere dalla ricca Premier League. Non accettano l’idea di doversi guadagnare la salvezza in campo neutro, lontano dagli stadi amici, e pongono come condizione il ‘congelamento’ della stagione 2019-’20. Sul fronte opposto le società più titolate, che vogliono disputare le rimanenti 92 partite. Ci sono in gioco l’accesso alle coppe europee ed i soldi dei diritti televisivi.

Francia

Il calcio francese è l’unico dei quattro grandi ad essersi ufficialmente arreso per questa stagione. Ed i 40 club di Ligue 1 e Ligue 2, riunitisi in assemblea generale, hanno sottoscritto un prestito collettivo garantito dallo Stato che coprirà parte dei crediti eventualmente non restituiti. Denaro che dia ossigeno alle casse, soffocate dal Coronavirus.

Spagna

I giocatori della Liga da oggi possono allenarsi individualmente, ma solo se i centri sportivi sono stati sanificati e con test negativi. Non tutti i club sono però ancora pronti a rispettare entrambe le condizioni, quindi la ripresa è scaglionata. L’associazione dei calciatori ha chiesto al governo Sanchez di essere più esplicito su cosa accadrebbe in caso di nuove positività alla ripresa. Inoltre vogliono una pausa di almeno tre giorni tra un incontro e l’altro e niente partite se la temperatura sarà sopra i 32 gradi.

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Spagna, le due squadre basche chiedono la finale di coppa a porte aperte

Spagna, le due squadre basche chiedono la finale di coppa a porte aperte

La stagione calcistica 2019-2020 sarà ricordata come la stagione martoriata dal Coronavirus. Quasi tutte le federazioni europee hanno deciso di sospendere la stagione e ci sono serie possibilità che in molti paesi non si riprenderà a giocare. In Spagna la scorsa settimana è stato presentato un protocollo per tornare ad allenarsi proprio oggi, il 4 maggio; il governo lo ha approvato e per il momento è stata concessa la possibilità ai calciatori di tornare nei centri sportivi. Ciò non significa che la Liga sia certa di riprendere, anzi, le prossime settimane saranno un crocevia fondamentale per monitorare l’andamento del virus e quindi poi decidere su quali attività potranno riprendere. Notizia di questa mattina è la richiesta, assurda sotto certi punti di vista, di Real Sociedad e Athletic Bilbao di giocare la finale di Copa del Rey a porte aperte. La sfida è senza dubbio un incontro storico, con due squadre basche finaliste della coppa nazionale, ma una richiesta del genere è al momento inaccettabile, considerando che per la ripartenza di concerti, eventi pubblici, spettacoli teatrali si parla addirittura di gennaio 2021. Le due società hanno richiesto la possibilità di posticipare l’evento se fosse impossibile assicurare la presenza dei tifosi nel giro di poche settimane, rinunciando così (solo l’Athletic che è ottavo, mentre la Real Sociedad è quarta) alla possibilità di ottenere la qualificazione in Europa League, ma allo stesso tempo hanno sollecitato a riconoscere l’ufficialità del trofeo indipendentemente da quando verrà disputata la finale.


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Rakitic: “Voglio tornare a giocare, altri lavoratori convivono con il virus”

Rakitic: “Voglio tornare a giocare, altri lavoratori convivono con il virus”

Il centrocampista croato del Barcellona ha rilasciato un’intervista al quotidiano Marca, nella quale esprime la sua decisa volontà di ritornare a giocare. Il numero 4 blaugrana aggiunge che è disposto a correre il rischio di essere contagiato come avviene per qualsiasi altra professione lavorativa. Il croato spinge verso un’azione di solidarietà verso tutti quei lavoratori che non hanno mai smesso di svolgere la loro professione durante questa crisi, come commessi dei supermercati e medici. Ecco le parole di Rakitic:

“Sono pronto a correre il rischio di essere contagiato, ma voglio tornare a giocare. Lo dico con la consapevolezza che il rischio sarà molto piccolo, ma anche per la solidarietà con coloro che hanno lavorato per noi dal primo minuto e che continueranno così per molti giorni. Dobbiamo giocare con le massime misure di sicurezza, sapendo che non sarà mai sicuro al cento per cento, per noi come per qualsiasi lavoratore. Anche i dipendenti dei supermercati si cambiano negli spogliatoi e hanno le stesse possibilità di contrarre il virus rispetto a noi, o forse anche di più. Loro corrono quel rischio e anche io voglio farlo.

Penso  che abbiamo un debito, dobbiamo restituire alla società quel che abbiamo ottenuto in questi anni, e non dico solo il termini economici: dobbiamo tornare a far divertire la gente, perché non parli solo di virus. Leggo in questi giorni di danni economici, di calendari, di retrocessioni, ma non leggo nulla di passione della gente.”

Riguardo lo stop del Campionato francese:

Penso che non esista una ricetta univoca – dice Rakitic in una lunga intervista a Marca – Ciascun Paese si regola secondo la propria situazione”.

 

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La Liga riparte, dal 4 maggio riprendono gli allenamenti

La Liga riparte, dal 4 maggio riprendono gli allenamenti

Javier Tebas, il presidente della Liga, ha informato i club della massima divisione spagnola che il 4 maggio potranno tornare ad allenarsi. Dal 4 maggio i club spagnoli potranno far allenare individualmente i propri tesserati, mentre dall’11 maggio le squadre potranno ritrovarsi anche in gruppo per l’allenamento. Il campionato spagnolo dovrebbe riprendere a giugno, su questo ancora qualche dubbio va sciolto, ma i vertici della Liga e i club spagnoli sono concordi sul terminare la stagione. Javier Tebas ha annunciato la ripresa degli allenamenti dopo aver approvato il protocollo sanitario fornito dal ministero della Salute per la ripresa del calcio, contenente tutt e le norme da rispettare per tornare a disputare il campionato. Domani ci sarà un altro incontro tra il Consiglio superiore dello Sport (CSD) e l’Assocalciatori spagnola (AFE) per poter risolvere gli ultimi formali dettagli e riprendere ufficialmente gli allenamenti. A riportare la notizia è il quotidiano spagnolo AS.

Riprendono gli allenamenti, ma a che prezzo?

In pieno stile BundesligaTebas prova a rilanciare la Liga, ovvero una delle aziende più importanti del Paese. Da qui a riprendere la Liga ce ne passa ancora ma sembra chiaro come l’intenzione sia quella di provare in tutti i modi a ripartire entro la fine del mese prossimo o al massimo a inizio giugno. Una svolta importante per uno dei Paesi più colpiti dell’epidemia, una scelta forse fin troppo azzardata e prematura. le vittime registrate in Spagna nelle ultime 24 ore sono 325: i nuovi casi di Covid19 sono 2.144 e portano il totale dall’inizio dell’epidemia a 212.917, con un incremento dell’1%, maggiore rispetto a quelli registrati i giorni scorsi.

Queste le parole del presidente della Liga Javier Tebas: “Non capisco perché ci sarebbero più pericoli nel giocare a calcio a porte chiuse, con tutte le misure di precauzione, che nel lavoro in una catena di montaggio, o nello stare su un peschereccio in alto mare e in cose del genere. Se a importanti settori dell’economia non fosse data la possibilità di ripartire, in una modalità sicura e controllata, potrebbero scomparire. Questo potrebbe succedere al calcio professionistico. In altri paesi le squadre sono pronte ad allenarsi, questo è l’esempio da seguire”.

 

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