La Liga riparte, dal 4 maggio riprendono gli allenamenti
La Liga riparte, dal 4 maggio riprendono gli allenamenti
Javier Tebas, il presidente della Liga, ha informato i club della massima divisione spagnola che il 4 maggio potranno tornare ad allenarsi. Dal 4 maggio i club spagnoli potranno far allenare individualmente i propri tesserati, mentre dall’11 maggio le squadre potranno ritrovarsi anche in gruppo per l’allenamento. Il campionato spagnolo dovrebbe riprendere a giugno, su questo ancora qualche dubbio va sciolto, ma i vertici della Liga e i club spagnoli sono concordi sul terminare la stagione. Javier Tebas ha annunciato la ripresa degli allenamenti dopo aver approvato il protocollo sanitario fornito dal ministero della Salute per la ripresa del calcio, contenente tutt e le norme da rispettare per tornare a disputare il campionato. Domani ci sarà un altro incontro tra il Consiglio superiore dello Sport (CSD) e l’Assocalciatori spagnola (AFE) per poter risolvere gli ultimi formali dettagli e riprendere ufficialmente gli allenamenti. A riportare la notizia è il quotidiano spagnolo AS.
Riprendono gli allenamenti, ma a che prezzo?
In pieno stile Bundesliga, Tebas prova a rilanciare la Liga, ovvero una delle aziende più importanti del Paese. Da qui a riprendere la Liga ce ne passa ancora ma sembra chiaro come l’intenzione sia quella di provare in tutti i modi a ripartire entro la fine del mese prossimo o al massimo a inizio giugno. Una svolta importante per uno dei Paesi più colpiti dell’epidemia, una scelta forse fin troppo azzardata e prematura. le vittime registrate in Spagna nelle ultime 24 ore sono 325: i nuovi casi di Covid19 sono 2.144 e portano il totale dall’inizio dell’epidemia a 212.917, con un incremento dell’1%, maggiore rispetto a quelli registrati i giorni scorsi.
Queste le parole del presidente della Liga Javier Tebas: “Non capisco perché ci sarebbero più pericoli nel giocare a calcio a porte chiuse, con tutte le misure di precauzione, che nel lavoro in una catena di montaggio, o nello stare su un peschereccio in alto mare e in cose del genere. Se a importanti settori dell’economia non fosse data la possibilità di ripartire, in una modalità sicura e controllata, potrebbero scomparire. Questo potrebbe succedere al calcio professionistico. In altri paesi le squadre sono pronte ad allenarsi, questo è l’esempio da seguire”.
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