Torino, Belotti ad un bivio: restare in granata o andare al Napoli

Torino, Belotti ad un bivio: restare in granata o andare al Napoli

Come riporta il quotidiano La Stampa il capitano del Torino Andrea Belotti si trova ad un vero e proprio bivio: restare in granata o accettare di cambiare squadra. Al momento il contratto del numero 9 scadrà il 30 Giugno 2020 e sicuramente c’è tempo per parlare di rinnovo. Su di lui, però, sembra essere forte l’interesse del Napoli che sarebbe disposto a inserire nella trattativa Petagna più 20 milioni di euro. Trattativa che sarebbe agevolata dal fatto che il nuovo DS granata sarà Davide Vagnati, attuale uomo mercato della SPAL, squadra nella quale gioca (in prestito) Petagna. C’è da dire, però, che da quanto filtra il presidente del Torino Urbano Cairo gradirebbe una soluzione senza contropartite tecniche e avrebbe già fissato il prezzo del cartellino del “Gallo” : 40 milioni di €. Belotti gode da sempre della stima di Rino Gattuso, il quale lo vede già come possibile erede di Milik. Il Napoli è senza dubbio la squadra che più di tutte sta “corteggiando” il capitano granata ma non va dimenticato anche l’interesse di altre squadre di Serie A come Milan e Roma e anche di club di Premier League come Manchester United e soprattutto Everton di Carlo Ancelotti che già lo avrebbe voluto nella sua avventura partenopea. Belotti veste la maglia del Torino dalla stagione 2015/16 e con i granata ha disputato 179 partite mettendo a segno 85 reti. La stagione 2016/17 è stata senza dubbio la più prolifica con ben 28 reti in tutte le competizioni.

La prossima stagione è quella che porta all’Europeo, slittato al 2021 causa emergenza Coronavirus perciò il “Gallo” dovrà valutare bene se restare in una società nella quale sa di essere importante ed ha la titolarità garantita (salvo cali di rendimento drammatici) o calarsi in una realtà più grande e conquistarsi il posto di domenica in domenica.


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Mazzola: “Orgoglioso di quanto fatto all’Inter. Avrei voluto chiudere al Toro”

Mazzola: “Orgoglioso di quanto fatto all’Inter. Avrei voluto chiudere al Toro”

Sandro Mazzola, figlio dell’indimenticato Valentino, a 71 anni dalla tragedia del Grande Torino a Superga si è aperto a La Gazzetta dello Sport, raccontando aneddoti della sua bella carriera ed emozioni che lo legano a questa ricorrenza: “Alle 17 uscirò anch’io sul balcone di casa: mio nipote mi darà la sua 10…”.

Andiamo e vedere cos’ha detto nell’intervista:

PRIMA VOLTA A SUPERGA – «Per me è sempre stato così il 4 maggio: un raccoglimento intimo, un’emozione intensa da non condividere se non in famiglia. Ecco perché nella mia vita ho evitato con cura di salire a Superga proprio nel giorno della tragedia. Ci sono andato spesso, sia chiaro, ma quando non c’era folla e quindi uno o due giorni prima o magari uno due giorni dopo. Non ho mai dimenticato la prima volta. Ero nella Primavera dell’Inter e per un impegno scolastico di vitale importanza non potetti salire sul pullman dei compagni che andavano appunto ad affrontare il Toro al Filadelfia. La defezione venne segnalata ai dirigenti in società da Benito Lorenzi e, credo su suggerimento di “Veleno”, mi ritrovai a bordo di un’auto del club subito dopo quell’esame in classe. Beh, avvicinandoci a Torino, vidi il colle e la Basilica: me li avevano descritti diverse volte, ma vederli fu traumatico. Da quel momento non capii più niente. Dovettero trascinarmi in campo e giocai probabilmente la peggiore partita della mia vita. Ho detto giocai? Ma in realtà vagavo inebetito: però sia durante che dopo, nessuno dei miei compagni osò dirmi niente. Erano stati informati di quel mio dramma privato».

CELEBRAZIONI AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – «Capisco il momento e capisco anche il disorientamento di tifosi così legati a quella squadra. Ma non ci sarà proprio niente, niente? Ah, un breve rito al Filadelfia e una mobilitazione da casa tra le cinque e le cinque e cinque… Eh, io il balcone ce l’ho… E pure la maglia granata numero 10: regalata a mio nipote l’anno scorso. Quando Valentino si ritrovò sul prato del Fila in mezzo ai giovanissimi del Toro: si celebrava il secolo dalla nascita di papà. Un pensiero delizioso del club e per me, figlio e nonno, un’emozione struggente. Alla fine mi diedero la parola, riuscii a esprimere giusto un paio di ringraziamenti a Cairo, a Pulici. Il groppo in gola impediva alle sillabe di formarsi».

RIMPIANTI DELLA CARRIERA – «Alla fine della stagione 1976-77 io avevo deciso di smettere con il calcio giocato. Avrei compiuto 35 anni in novembre e quindi non ero così malmesso: insomma, avrei potuto reggere uno-due anni ancora ma il presidente dell’Inter, Ivanoe Fraizzoli, aveva disegnato per me un dopo calcio incredibilmente lusinghiero. “Sandro, ti consegnerò l’Inter, organizzamela tu. Gli avevo dato un assenso di massima ma mai avrei immaginato cosa sarebbe accaduto dopo».

TORINO – «Il Toro mi chiama e mi offre di chiudere la carriera con loro… Era un ottimo Toro, peraltro, c’era il gruppo del tricolore, volevano arricchirlo. Io rimasi folgorato dalla prospettiva di finire nel club di papà».

INDECISIONE – «La notte che precedette la decisione non riuscii a chiudere occhio. Mi tornavano alla mente i flash della mia poca vita con papà. Eravamo al Filadelfia, inseguivamo un pallone, a un certo punto papà che mi stava davanti si fermava, si girava e con le mani faceva dei gesti come a significare vieni Sandro, raggiungimi. Ricordo questa nottata di sofferenza infinita. Ma poi al mattino decisi di declinare quella proposta».

SENTIMENTI CONTRASTANTI – «In me hanno convissuto sentimenti contrastanti. L’orgoglio di essere stato una bandiera dell’Inter, di aver vinto tutto in nerazzurro e di rappresentare uno dei calciatori più importanti di questo glorioso club. Che però poi si mescola al grosso rammarico dell’occasione persa: manca alla mia vita quell’altra ricca dose di orgoglio che avrei provato indossando la maglia di papà».

PARAGONE CON PAPÀ VALENTINO MAZZOLA – «Se mi hanno mai detto che ho superato mio papà? Non avrebbe potuto perché io forse ho vinto di più, ma papà da centrocampista vinceva la classifica cannonieri. Altro livello. Inarrivabile».

 

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Calciomercato e non solo: tutti le incognite della Serie A dopo il 30 giugno

Calciomercato, questione stipendi…quante incognite nella Serie A che cerca una soluzione per ricominciare. Il calcio italiano ha l’obbligo di trovare soluzioni efficaci ed intelligenti per evitare di cadere in un burrone giuridico che rischia di inghiottire le relative certezze di questi tempi pieni di affanni. Dal 1° luglio, infatti, con chi giocheranno i calciatori col contratto in scadenza? E quelli in prestito da chi verranno pagati? La maggior parte delle squadre di Serie A ha in casa problemi di questo tipo, secondo La Gazzetta dello Sport.

Il calciomercato si prospetta ingarbugliato. Che dire di Mertens? Il belga non ha ancora rinnovato con il Napoli e dal 30 giugno in poi è in teoria libero di giocare con chi meglio ritiene. Ovvio, è un caso limite, ma non inverosimile. Alla stessa stregua il Milan che sta pensando di rinnovare il contratto a Ibrahimovic, rischia di restare in mezzo al guado. Situazione diversa per i romanisti Smalling e Mkhitaryan, per i quali la Roma ha strappato un accordo, rispettivamente con Manchester United e Arsenal, per il prolungamento del prestito oltre il 30 giugno. Capitolo Kulusevski: a luglio vestirà ancora la maglia del Parma o sarà già a Torino?

Per non dimenticare, poi, la spina degli stipendi. Molte società in queste settimane hanno dialogato coi giocatori per dilazionare il pagamento degli emolumenti da febbraio in poi o per concordare eventuali tagli. Un braccio di ferro pericoloso che alla lunga ha portato a molti rinvii.

Nel calderone dei problemi ci sono anche le date del mercato. Su questo argomento la Fifa, all’inizio della tempesta, ha parlato di una finestra unica da luglio a fine gennaio. Qualcuno si è illuso che ci fossero le porte aperte ad un maxi mercato. Poi, la correzione di Infantino e dei suoi collaboratori ha chiarito che le singole federazioni dovranno delimitare i tempi delle contrattazioni, per evitare pericolose sovrapposizioni con il campionato in corso. Ma questo è il punto dolente: quando si avranno le idee più chiare sulla sfera agonistica e su quella contrattuale? Per ora regna la confusione

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Calciomercato Torino, per il centrocampo si valutano giovani della Serie B

Calciomercato Torino, per il centrocampo si valutano giovani della Serie B

Calciomercato-Per rinforzare il centrocampo la dirigenza del Torino sta seguendo con attenzione giovani promesse della Serie B. Nell’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si parla del Torino che verrà, soprattutto per quanto riguarda il centrocampo. La dirigenza granata, infatti, sta valutando parecchi profili della Serie B. Idee per la nuova stagione, nell’attesa che riparta e termini quella attuale. Secondo indicazione di mister Longo, si stanno monitorando alcuni giovani di ottima prospettiva che al momento giocano in Serie B. I nomi più gettonati sono su tutti quelli di Marius Marin, centrocampista classe ’98 del Pisa, che ha disputato 20 partite con 3 assist, e Giulio Maggiore, sempre del 1998, mediano dello Spezia, 22 partite 1 gol e 4 assist per lui.
Oltre ai 2 giocatori citati vanno poi aggiunti quelli del trequartista ventenne Davide Frattesi, giocatore di proprietà del Sassuolo ma oggi in prestito all’Empoli con cui ha giocato 27 partite, segnato 5 gol e fornito un assist e infine il ventiduenne mediano del Perugia Marco Carraro, 25 partite e 1 assist per lui. In particolare Frattesi, che tanto bene sta facendo in questa stagione, è seguito fin dalle giovanili, ai tempi in cui militava nella Roma prima del passaggio al Sassuolo e tra i giocatori citati è quello che ha il costo del cartellino più alto secondo i parametri di Transermarkt. Carraro invece è seguito attentamente anche dalla Fiorentina che nell’eventualità, così come il Toro, dovrà trattare con l’Atalanta che è proprietaria del cartellino. L’ obiettivo della dirigenza granata è quella di formare un gruppo eterogeneo, con un buon mix tra giocatori di esperienza e giovani di prospettiva, in particolare modo nel tentativo di formare un centrocampo solido, muscolare ma con qualità. In questo senso va anche visto il possibile rinnovo di contratto di Rincon.

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Calciomercato Inter, per arrivare ad Izzo si valuta una contropartita

Calciomercato Inter, per arrivare ad Izzo si valuta una contropartita

Calciomercato – In casa Inter il mercato tiene sempre banco e si pensa ai nuovi innesti per la prossima stagione, nell’attesa di riprendere e completare questa. Il nome che circola negli ultimi giorni è quello del difensore del Torino Armando Izzo, anche se in realtà si tratta di un ritorno di fiamma sto che era già stato accostato ai nerazzurri nella scorsa sessione di mercato. Come riporta TuttoSport per il difensore granata si stanno valutando alcune ipotesi. La prima sarebbe quella di uno scambio con Roberto Gagliardini, nome gradito al Torino. Il centrocampista dell’Inter (16 presenze per lui quest’anno) non è sicuramente tra i titolari di Antonio Conte e se nel mercato estivo dovesse arrivare un altro centrocampista (uno tra i gettonati Vidal, RakiticArthur) ecco allora che le porte del’ex Atalanta all’Inter potrebbero chiudersi. Su di lui è registrato l’interesse della Fiorentina, anche se il centrocampista starebbe valutando anche una possibilità estera, ad esempio in Premier League. La seconda ipotesi per l’acquisto di Izzo invece è quella meno percorribile, ovvero l’acquisto secco senza contropartite a cifre più basse rispetto al prezzo del cartellino, stimato in 16 milioni di €.

Izzo in questa stagione, non brillantissima in verità, in maglia granata ha disputato 23 presenze segnando una rete. Nella sua esperienza al Torino, dopo 4 anni di Genoa, ha collezionato 68 presenze mettendo a segno 7 gol.

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Coronavirus, ecco i club contrari alla ripresa della Serie A

Coronavirus, ecco i club contrari alla ripresa della Serie A

Coronavirus – Il quotidiano ‘La Repubblica‘ pone l’accento sulla ripresa degli allenamenti prima e della conseguente ripresa del campionato poi. Come tutti ben saprete il 4 Maggio comincerà la famosa fase 2 e fino a quel momento continuano le discussione su come, quando e perché debba riprendere la Serie A. Al momento sono 7 le squadre che sono contrarie alla ripresa del campionato( (Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Bologna e Fiorentina) e che hanno sollevato parecchie rimostranze alla vigilia dell’assemblea della Lega Serie A. Oltre a questo c’è da valutare anche un’altra questione, quella sui contratti in scadenza il 30 giugno e sui prestiti con diritto o obbligo di riscatto.  Quello che al momento sappiamo è che il Governo, nella giornata di domani, dovrà rendere note direttive e linee guida.
Tra le 7 squadre citate ce ne sono 2 che di riprendere proprio non hanno intenzione, concetto già esposto a più riprese: sono il Torino e il Brescia, nelle figure dei rispettivi presidenti Urbano Cairo e Massimo Cellino i quali si sono esposti in prima persona per ribadire la loro assoluta contrarietà alla ripresa della Serie A.

Ci sono altri 2 club di Serie A, invece, che sono voluti intervenire ufficialmente per smentire alcune voci che le volevano nel gruppo delle contrarie alla ripresa del campionato. Parma e Fiorentina, attraverso i loro canali, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni.

Parma Calcio 1913, in riferimento ad erronee ed imprecise indiscrezioni di stampa, è costretto a ribadire in modo inequivoco la posizione assunta sin dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Ossia la piena disponibilità alla ripresa della stagione calcistica, qualora le condizioni sanitarie del Paese lo permettessero e – di conseguenza – le decisioni delle autorità competenti la definissero”, ha chiarito il Parma.

“La Fiorentina smentisce categoricamente di essersi dichiarata contraria alla ripresa del campionato. La Fiorentina ha sempre dichiarato di essere totalmente disponibile alle decisioni che la Lega e il Governo prenderanno”, si legge in una nota del club viola.

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Torino, suggestione Choupo-Moting del Psg

Il Torino pensa al grande colpo per l’estate: Eric Maxim Choupo-Moting, attaccante del PSG. Secondo quanto riportato da ‘Tuttosport’, i granata pensano di regalarsi l’attaccante ex Stoke City, Schalke e Mainz, visto che Zaza è desinato ad andarsene per lo scorso rendimento e i molti infortuni, mentre la permanenza di Belotti non è sicura (su di lui il Napoli, che potrebbe inserire Petagna come contropartita). Per Choupo-Moting, in scadenza di contratto al termine di questa stagione, Cairo e Bava starebbero pensando a un’offerta di contratto biennale da circa 2 milioni all’anno, metà dello stipendio che percepisce attualmente a Parigi. Possibile l’inclusione anche di un’opzione per il terzo anno. Il classe 1989 sarebbe cercato anche da altri club. Il Torino ed il PSG tratteranno: l’idea di aggiungere un attaccante di caratura internazionale stuzzica i palati granata.

L’attaccante camerunense viene da due stagioni da riserva nei parigini, durante le quali ha collezionato 48 presenze condite da 8 gol e 3 assist in tutte le competizioni. Prima punta di ruolo, in carriera ha giocato anche da seconda punta ed esterno d’attacco.

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15 aprile 1992, il Torino irrompe tra le grandi d’Europa

15 aprile 1992, una data memorabile per i tifosi del Torino, ma in generale per gli amanti del calcio italiano, è il giorno del riscatto granata, la rivincita di una società gloriosa quanto disgraziatamente sfortunata.

Tornato in Serie A da appena una stagione, nella quale aveva conquistato un incredibile quinto posto, il Torino di Mondonico nella stagione 1991-1992 si gioca le sue carte in Coppa Uefa. Al tempo l’attuale Europa League prevedeva che ogni squadra partisse da i 32esimi di finale, la competizione procedeva sino all’assegnazione del titolo con turni ad eliminazione diretta costruiti sulla doppia sfida con le reti segnate in trasferta che valevano doppio in caso di parità nella differenza reti. Prima di affrontare il Real Madrid, il Torino eliminò in sequenza: KR Reykjavik (8-1); Boa Vista (2-0) , formazione che aveva superato l’Inter nei 32esimi; AEK Atene (3-2); BoldKlubben 1903 (3-0). Nelle quattro squadre semifinaliste c’erano ben due italiane, i granata se la dovevano vedere con il Real, mentre nell’altra sfida il Genoa sfidava l’Ajax.  La gara d’andata con i blancos si gioca il 1 aprile 1992 ed il Toro fa capire di che pasta è fatto, nonostante la sconfitta di misura per 2-1, con Hagi e Hierro che ribaltano la rete del vantaggio di Casagrande. La sfida di ritorno si gioca in un Delle Alpi stracolmo, ci sono ben 60mila persone caricate dagli ultimi due successi in campionato, in trasferta con l’Hellas l’11 aprile e nel derby con la Juventus giocatosi il 5 aprile, la città crede nella finale, nonostante lo svantaggio maturato nell’andata e la qualità dell’avversario. Le due formazioni si schierano con lo stesso modulo, il 4-4-2, per il Real Madrid: Buyo tra i pali, difesa con Chendo, Lasa, Rocha e Hierro, a centrocampo Milla, Michel, Maqueda ed Hagi, in attacco Butragueno e Paco Llorente; il Toro schiera Marchegiani in porta, Annoni, Cravero, Bruno e Mussi in difesa, Fusi, Scifo, Venturin e Lentini a centrocampo, l’ex Vazquez a supporto di Casagrande. Al settimo minuto arriva il primo boato del Dell’Alpi: cross di Lentini che Rocha spedisce nella sua porta, 1-0 per il Torino, che sarebbe già qualificato; la gara resta pericolosamente in bilico fino al 74esimo minuto, quando un altro cross di Lentini lacera la difesa del Real, finendo stavolta sui piedi di Fusi, che spinge in rete da pochi passi. 2-0. Torino in finale di Coppa Uefa. Purtroppo nella doppia sfida in finale la spunta l’Ajax per la regola delle reti in trasferta, 2-2 al Delle Alpi: alla doppietta di Casagrande, rispondono Jonk e Pettersson, mentre la partita di Amsterdam terminerà 0-0.  A distanza di 28 anni la cavalcata  del Toro di Mondonico  rimane ancora oggi il miglior risultato nelle competizioni internazionali dei granata, condita da quel 15 aprile 1992 e frenata ad un passo dal sogno da una formazione carica di giovani talenti (Berckamp, Winter, De Boer, Blind), che per tutti gli anni 90′ vincerà in Olanda ed in Europa. In campionato i granata si piazzano terzi alle spalle del Milan di Sacchi e della Juventus, conquistando un’altra qualificazione alla Coppa Uefa.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?

 




Calciomercato Torino, si seguono 3 giocatori per il dopo Sirigu

Calciomercato Torino, si seguono 3 giocatori per il dopo Sirigu

Sulle pagine odierne di Tuttosport si affronta il tema mercato del Torino, più precisamente quello riguardante il portiere. Sembra, infatti, che il club granata si stia muovendo per trovare un sostituto dell’ex estremo difensore del Paris Saint Germain sia nel caso in cui Salvatore Sirigu dovesse partite per andare a giocare le Coppe europee, sia per avere un secondo di fiducia. Il nome che circola con insistenza è quello di Simone Scuffet, 23 anni ora in forza allo Spezia ma di proprietà dell’Udinese. Ora bisognerà vedere se la trattativa verrà fatta con gli Aquilotti, che vantano un diritto di riscatto, o con l’Udinese che ne detiene ancora il cartellino. Altri due nomi seguiti sono Alberto Paleari ventisettenne portiere del Cittadella e quello di Lorenzo Montipò del Benevento, da tempo seguito.

Non sarà per nulla semplice sostituire un portiere di esperienza e carisma come Salvatore Sirigu ma il Ds del Toro Massimo Bava si sta già muovendo con largo anticipo.

 

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Torino, le notizie odierne di mercato

Torino, il punto odierno sul mercato.

Asse Milano-Torino

Non è un mistero che Antonio Conte apprezzi le qualità di Armando Izzo. Il difensore napoletano è un elemento avvezzo ai meccanismi della difesa a tre e non avrebbe difficoltà ad interpretare lo stesso modulo in nerazzurro, andando ad aggiungersi alle alternative a disposizione del tecnico nerazzurro nella prossima stagione. Inoltre, già da almeno un paio di sessioni il suo nome è tra i più caldi in prospettiva uscita da Torino e la prossima potrebbe essere la volta buona affinché l’operazione possa andare in porto. Nell’ottica di un mercato di scambi senza grosse fuoriuscite di denaro a causa della situazione economica provocata dall’allarme Coronavirus, attenzione al profilo di Roberto Gagliardini. Chiuso in nerazzurro da una concorrenza folta, in granata l’ex atalantino potrebbe trovare una prospettiva di rilancio da protagonista assoluto. Uno scenario di mercato ancora da concretizzarsi, ma sul quale sarà bene tenere i fari accesi.

Sliding doors in attacco

Il campionato è fermo, ma il direttore sportivo del Torino, Massimo Bava, è al lavoro per cercare rinforzi in vista della prossima stagione. Il dirigente granata sta cercando anche nuovi attaccanti da portare in rosa, sono tre in particolare gli obiettivi per rinforzare il reparto offensivo. Il primo nome è quello di Andrea Pinamonti del Genoa, giocatore che piace molto al tecnico Moreno Longo, il secondo è Andrea Petagna, anche se il Napoli difficilmente lo lascerà partire, il terzo è Alberto Cerri, che è considerato però un’alternativa ai primi due che restano invece gli obiettivi primari.

Nuove leve per la difesa

Nell’attesa che la situazione portata dal Coronavirus si risolva, il Torino continua a guardarsi intorno per eventuali colpi di mercato da mettere a segno quando tutto sarà tornato alla normalità. L’ultimo entrato nella lista, come riportato da Tuttosport, è Bruno Amione. Amione è un difensore argentino classe 2002, attualmente in forza all’Atletico Belgrano, club con sede a Cordoba (in Argentina) che milita in Primera Division. Il giovane centrale è uno dei giovani talenti visionato dagli osservatori nel corso di una serie di viaggi all’esterno fatti negli scorsi mesi, ed è tra i giocatori che più ha impressionato il DS Bava. Sul giovane difensore si registra anche un forte interesse delle spagnole Valencia e Villareal, oltre che del Genoa che già nelle scorse sessioni di mercato aveva provato a mettere le mani sul ragazzo che però avendo passaporto extracomunitario complicava e non poco la trattativa. Problema comunque risolto: in estate Amione otterrà il passaporto comunitario.

 

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