Diritti TV, gigante internazionale pronto a investire in Serie A

Calcio italiano nel radar dei private equity. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, un gigante internazionale degli investimenti che sta discutendo con la Lega Serie A per il lancio di una iniziativa nel settore dei diritti TV, in grado di fornire per i prossimi dieci anni un flusso di liquidità alle società di calcio. Si tratta del gruppo Cvc, già noto per gli investimenti nella Formula 1 e nel Sei Nazioni di rugby, che avrebbe avviato discussioni preliminari per presentare una proposta, al momento ancora in fase iniziale. L’obiettivo sarebbe costituire una newco dove confluirebbero i diritti tv a partire dal 2021, quando scadrà il contratto con Sky e Dazn. L’accordo potrebbe valere dieci anni e resta da capire quanto potrebbe essere valutata la newco e quali saranno le regole di governance. La Lega calcio (e quindi le società) avrebbero comunque subito un importante incasso cash. Poi la newco andrebbe a trattare con i broadcaster per la rivendita dei diritti. No comment da Cvc.

Quella del fondo internazionale sarebbe un’iniziativa di lungo termine e differente rispetto ad altre operazioni allo studio da parte dei private equity in queste settimane: tra le operazioni presentate c’è anche quella del fondo americano Blackstone, anticipata sabato scorso dal Sole 24 Ore, che prevede un finanziamento di circa 100 milioni per sopperire alle esigenze finanziarie di breve termine della Serie A in seguito alla pandemia. Cvc gestisce asset per 80,5 miliardi di dollari. La società vanta più di 300 investitori provenienti da tutto il mondo: è la decima società al mondo per investimenti in questo campo. Cvc ha una forte esperienza nel settore della gestione degli avvenimenti sportivi: CVC Partners ha detenuto circa il 70% di Formula One Group. Tra i suoi investimenti italiani più recenti c’è invece il gruppo farmaceutico Recordati. La proposta di Cvc andrà comunque misurata con i dettami della Legge Melandri che obbliga al bando per i diritti per il prossimo triennio il cui timing risulta ritardato rispetto alle intenzioni iniziali dei vertici della Lega. Del resto con lo scoppio dell’emergenza coronavirus il principale nodo da sciogliere è diventato quello della ripresa o meno del campionato. Al momento fra Lega Serie A e broadcaster resta l’interlocuzione sul tema dei diritti TV. L’Assemblea del club ha ribadito l’1 maggio, nel corso della sua ultima riunione, di non voler concedere sconti ai titolario dei diritti TV. A ballare, al momento, è l’ultima rata da 233 milioni di euro e dal canto loro sia Sky, sia Dazn, sia Img – i detentori dei diritti per l’Italia (i primi due) e per l’estero (Img) – si erano espressi per chiedere uno sconto o una dilazione per il prossimo campionato.

È chiaro che una variabile importantissima, cui stanno guardando sia i club sia i detentori dei diritti, sta nella ripresa del campionato. Si guarda alla Germania dove la cancelliera Angela Merkel dovrebbe decidere oggi sulla ripresa o meno del campionato. Sarà sicuramente un precedente importante anche se non anticipato al momento da buoni presupposti: DFL, la Lega calcio tedesca, ha rivelato che 10 calciatori sono stati trovati positivi al coronavirus.

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Gravina: “Non ucciderò il calcio”. Lega, sollecitazioni al Governo

Non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro“: così il presidente della Figc, Gabriele Gravina intervenendo a un meeting online organizzato dall’Ascoli Calcio.

No allo stop

Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente sociale nel nostro Paese, possa ripartire con minori individualismi. Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con ‘è finita’ dico che, finché sarò presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati. Io sto tutelando gli interessi di tutti, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti”.

Danni economici

“Il tempo lavora a nostro favore, il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest’ultima ipotesi non è percorribile”.

Le conseguenze

“Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso partner e istituzioni internazionali, Uefa, Fifa. In Francia – le parole di Gravina – è il Governo che ha stabilito ciò che doveva fare la Federazione. Il Paris Saint Germain, ad esempio, ha detto subito di aver perso 200 milioni dopo l’annuncio della chiusura del campionato ed al momento non sa se riuscirà a partecipare alle coppe europee. E anche i club della Ligue 2 hanno deciso di presentare proposte alternative. Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? Chi viene promosso? Chi retrocede? Quali diritti andremo a calpestare? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole“. “Sento dire che dobbiamo aspettare il contagio 0 e il vaccino. In questo modo in pratica ci stanno dicendo che non potremo disputare neanche il campionato 2020/2021 – ha aggiunto il n.1 della Figc – Quando sarà pronto il vaccino? Quando sarà disponibile? C’è differenza tra il gioco del pallone nelle piazzette e negli oratori e l’industria calcio, che è un’altra cosa. Ai calciatori con famiglie cosa diremo? Che magari per i prossimi 2-3 anni dovranno cambiare mestiere?”.

Play-off e play-out: la proposta di Gravina

Gravina ha invitato a una riflessione: “non è il caso di fare una riforma, intesa come modalità di sviluppo sostenibile e non solo per quanto riguarda il format playoff/playout? – le sue parole – E’ questo il tema su cui dobbiamo concentrarci: siamo gli unici in Europa ad avere cento squadre professionistiche e non si possono più sostenere. Questa è la mia progettualità e lo dico da imprenditore, non da politico; sono portato a fare i calcoli ed a capire le criticità delle Leghe. Il vero imprenditore deve alzare l’asticella della qualità”.

Intanto è atteso per oggi l’invio, da parte della Lega Serie A, di un comunicato dei club del massimo campionato all’indirizzo del governo per chiedere date certe sulla ripresa. Tuttosport fa il punto anzitutto sui motivi per cui non è arrivato già nella giornata di ieri: alcune società, a partire da Inter e Juventus, avrebbero infatti giudicato troppo pesanti i toni della prima versione del comunicato. Dopo la discussione informale di oggi, la Lega Calcio ne riparlerà in videoconferenza oggi, con l’obiettivo di arrivare a un documento che metta d’accordo tutti, ma la vera discussione ci sarà nell’assemblea odierna. L’obiettivo è quello di coinvolgere l’esecutivo e superare un eventuale scontro frontale. Ma non solo. Cellino e Cairo, infatti, sarebbero tornati a puntare i piedi, contrari alla ripartenza immediata del campionato di calcio. La maggioranza delle squadre resta per il sì e siamo ancora lontani dal rapporto di forze ipotizzato/auspicato dal ministro Spadafora, ma il fronte dell’unanimità è ancora lontano da raggiungere.

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Lega-Sky, è gelo sui diritti TV

Lega-Sky: è gelo sui diritti TV!

Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport la lettera inviata martedì di Sky, oltre alla netta presa di posizione della Serie A, ha finito per interrompere ogni dialogo tra via Rosellini e la tv di Santa Giulia. Attenzione, possibile che, in queste ore, qualche contatto informale tra le parti ci sia anche stato, ma solo per ribadire le proprie posizioni. E, se quella di Sky è quella di lavorare allo scopo di «trovare soluzione reciprocamente utile», quella della Lega è una porta sbarrata. Certo, magari più avanti potrà anche riaprirsi, ma non sono questi i tempi e, soprattutto, non è questo lo scenario. Tanto più che anche quei club che inizialmente erano disposti ad ascoltare le ragioni delle televisioni ora si sono irrigidi ti e adeguati alla maggioranza. La linea adesso è: niente sconti e niente dilazioni. Quindi, la prossima e ultima rata per i diritti tv, di complessivi 233 milioni, contando Sky, Dazn e Img, dovrà essere pagata entro la regolare scadenza del 1° maggio. A breve i legali di via Rosellini prenderanno contatto con i colleghi di Santa Giulia. Ma è già chiaro che, qualora non venissero rispettati i termini, scatteranno le ingiunzioni di pagamento.

Rapporto Lega-Sky ai minimi termini!

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Serie A, la ripresa slitta ancora

Serie A, ci si potrebbe tornare ad allenare a maggio, ma non il 4, come riportato da Tuttosport.

Nessun ritorno in campo per gli allenamenti in concomitanza con la “fase 2“, ma è praticamente certa la data del 18 maggio. Per questioni di sicurezza, certo, ma molto anche per esigenze politiche che rimandano alla volontà di far ripartire insieme tutte le attività sportive senza concedere una corsia preferenziale alla Serie A. Questa linea è diventata praticamente una certezza nella mattinata di ieri, poche ore prima della conferenza con gli Stati Generali del calcio, quando lo stesso ministro dello Sport  Spadafora aveva risposto alle interrogazioni in Senato. Dunque, nonostante le impressioni sul fatto che il meeting Lega Serie A-Governo si fosse concluso senza prendere decisioni, evidentemente qualcosa si è mosso e ad oggi, almeno secondo il giornale di Torino, questo ne sarebbe l’esito.

In campo il 6 giugno

Due settimane in più complicheranno un poco i piani della Figc e della Lega di Serie A ma i tempi per concludere la stagione, considerando una ripartenza delle gare dal 6 giugno, ci sono per disputare tutte le gare di campionato che mancano. In questo modo la stagione potrà essere ultimata.

Insomma, due settimane in più vengono considerate un compromesso accettabile. Nei prossimi giorni Spadafora incontrerà il proprio omologo alla salute, Roberto Speranza, e poi porterà la questione in Consiglio dei Ministri. 

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Le decisioni prese nell’assemblea di Lega

Le decisioni prese nell’assemblea di Lega

È terminata l’assemblea di Lega tra i vertici della Serie A ed i vari club. Questa è la note che si può leggere sul sito della Lega Serie A:

Impatto del Covid-19 sul sistema calcio

Il coronavirus ha costretto il mondo intero ad affrontare una crisi senza precedenti. L’Italia è tra le nazioni più colpite con una drammatica caduta del PIL del Paese e milioni di lavoratori interessati dalla misura degli ammortizzatori sociali.

Il settore calcio vivrà parimenti una situazione estremamente difficile, anche in caso di ripresa differita delle restanti partite di campionato e di Coppa Italia, mettendo a repentaglio la tenuta di tutto il sistema, da sempre sostenuto dalla Lega Serie A grazie al contributo mutualistico versato per le serie minori e gli altri sport.

Linee guida Lega Serie A su riduzione compensi a calciatori, allenatori e tesserati federali della prima squadra

Il contesto sopra descritto richiama tutti ad un atto di forte responsabilità, con i Club pronti a fare la propria parte sostenendo ingenti perdite per garantire il futuro del calcio italiano.

Perdite che necessariamente dovranno essere contenute incidendo sulla riduzione dei costi, la cui principale voce per le Società è rappresentata dal monte salari. In linea con le azioni volte a diminuire il costo lavoro adottate a livello nazionale e internazionale, la Lega Serie A ha deliberato oggi, all’unanimità con esclusione della Juventus che ha già raggiunto un accordo coi propri giocatori, una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre. Questo intervento, necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020. Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati.

Termine della stagione sportiva 2019/2020

La Lega Serie A sta seguendo l’evoluzione dello scenario in stretto coordinamento con la Uefa, la FIGC e l’ECA. È stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno.

L’Assemblea riunita oggi ha inoltre analizzato le raccomandazioni per la ripresa di gare e allenamenti delle varie discipline sportive prescritte dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, alla luce dell’attuale situazione di emergenza sanitaria. A tal proposito entro fine settimana la Federcalcio emanerà le relative norme medico sanitarie.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?