Insigne addio, un altro divorzio in casa Raiola

Mino Raiola, il noto procuratore, si è appena separato da un suo assistito, il capitano del Napoli Lorenzo Insigne.

Le motivazioni dell’addio, che in verità già era nell’aria da mesi, sono molteplici ma i più le adducono ad incomprensioni sulla gestione da parte di Raiola, nate soprattutto per la causa intentata dallo stesso Insigne contro gli ex procuratori. Sta di fatto che la separazione è stata consensuale, dopo esattamente un anno dall’inizio del rapporto, essendo cominciato nell’Aprile del 2019. La scorsa estate l’idea del 24 partenopeo sembrava fosse quella di cambiare aria, ma la richiesta importante di De Laurentiis per il suo cartellino (60 milioni di €) e l’anno di nascita (1991) hanno allontanato qualsiasi pretendente. La volontà di Insigne era addirittura quella di cambiare campionato, provando un calcio diverso come quello della Premier League ma per le motivazioni appena accennate non se n’è fatto nulla e “Lorenzinho” è rimasto all’ombra del Vesuvio. Anche questa sembra essere una delle cause del divorzio con Raiola, accusato di aver puntato più su altri giocatori (vedi Haaland o De Ligt su tutti) tralasciando quelle che erano l’esigenze di Insigne. Alla fine è presumibile che il 24 resterà fino al 2025 se dovesse concretizzarsi un rinnovo a vita (l’attuale contratto scadrà nel 2022) che sembra una soluzione gradita a tutte le parti. La difficile situazione ambientale della scorsa stagione, che si è protratta fino all’inizio di questa (vedi ammutinamento di Salisburgo e rapporti tesi con Ancelotti), che poteva essere ala leva per il suo cambiamento, è rientrata con l’arrivo di Rino Gattuso e del ricucito feeling con i tifosi partenopei. Al momento i nomi che circolano per la procura di Insigne sono quelli del duo Pastorello-Pisacane.

Il punto di vista di Raiola.

Quanto incidono i procuratori nelle trattative? Molto, stando a vedere la storia dello stesso Raiola o di Jorge Mendes, citando i 2 più importanti su piazza. Tanto importante è però la fiducia che si deve instaurare tra procuratore e assistito e l’importanza di questo lo si ritrova nelle trattative di Re Mino. Basti pensare alla carriera di Ibrahimovic, giocatore di un talento fuori al comune ma che, anche grazie al rapporto di fiducia ed amicizia con il suo procuratore, è riuscito ad ottenere contratti ultramilionari in ogni club in cui ha giocato. Nella sua carriera Raiola ha trasformato in oro quai tutto ciò che ha toccato. Il quasi è obbligatorio perché non sempre i rapporti con i suoi assistiti sono stati semplici. Prima di insigne anche l’attaccante belga dell’Inter aveva terminato il suo rapporto professionale con Re Mino per passare alla “scuderia” P&P Sport Management, ovvero la società di Federico Pastorello. Sembra lo spoiler di ciò che succederà con Insigne. Lukaku aveva accusato Raiola di non seguirlo a dovere e di con capire quelle che erano le esigenze di trasferimento dell’attuale 9 intervista ai tempi del Manchester United (rapporto difficile con il club, cessione doverosa). Un altro addio a Raiola è arrivato dall’ex attaccante del Milan M’Baye Niang, il quale dopo aver “divorziato” dal suo ex procuratore si è lasciato andare a dichiarazioni forti come:”Di solito non ho l’abitudine di scrivere ed espormi su questi fatti, ma questa volta sarò chiaro. Non sono rappresentato da Mino Raiola ed è un bene per la mia famiglia”.

Della questione ne ha parlato anche ai nostri microfoni quest’oggi Alessandro Canovi, agente e procuratore FIFA: “Conosco tutte le parti in causa, come il vecchio procuratore, come Raiola. Immagino sia un rapporto personale che non è andato perché da quello che leggo è stato Mino ad aver revocato il rapporto. Ma è una cosa abbastanza naturale che tra giocatore e agente non nasca l’empatia giusta per lavorare. Forse in questo caso bisogna vedere anche gli ultimi due anni travagliati di Insigne che adesso con Gattuso ha trovato la quadratura del cerchio”.

 


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Ascolta l’intervista esclusiva al procuratore sportivo Alessandro Canovi!




Esclusiva RG24 – Alessandro Canovi: “Bisogna seguire l’esempio della Francia”

Esclusiva RG24. Alessandro Canovi: “Bisogna seguire l’esempio della Francia”

La nostra redazione ha contattato il noto agente FIFA Alessandro Canovi per parlare dell’attuale situazione e delle ultime sul fronte Insigne-Raiola:

Come stai passando da agente e procuratore questo periodo?

“Il lavoro di agente è un’opportunità per migliorare il rapporto con i propri clienti, non potendo fare altro visto che è tutto bloccato. Si potrebbe anche aprire un dibattito sulla visione sul calcio in Italia rispetto ad altri paesi come la Francia dove hanno delle visioni future. Qui viviamo nell’incertezza. Non è un momento facile dal punto di vista lavorativo”.

Come cambia adesso il lavoro del procuratore visto che ci saranno, se si dovesse riprendere, differenze sanitarie ed economiche?

“Il mondo del calcio non è avulso dalle dinamiche della società civile. Il problema economico riguarda anche il calcio, vedremo come riprenderà; prima della pandemia leggevo delle polemiche che non ritenevo giuste a livello morale, però erano vere a livello sportivo ovvero che il lavoro dell’agente era un mestiere antico e invece si deve guardare più nell’attualità non in quanto di quelli che mettono i giocatori da una squadra all’altra ma proprio come servizio che offriamo, come aiutiamo il cliente. Forse saranno messe delle specificazioni al lavoro dell’agente che prenderà valore, visto che il calciatore avrà sempre più bisogno di un assistente personale. Penso che si tornerà alle qualifiche dell’agente di venti o trent’anni fa, ovvero quando si occupavano solo ed esclusivamente dei propri clienti”.

E’ d’accordo con la linea di Tommasi che ha posto un focus importante sul ruolo del giocatore come lavoratore?

“Certo, siamo tutti lavoratori, non siamo avulsi dalla realtà. Il calcio non è un mondo diverso da quello normale. Stiamo parlando di un mondo fatto da gente che lavora. Questa situazione mi auguro riporterà a dei valori antichi, come erano quelli di venti o trent’anni fa perché immaginando l’economia più in difficoltà, sarà riflesso anche sul calcio”. 

Divorzio Insigne-Raiola: che pensiero ha su questa situazione visto che difficilmente un giocatore lascia Raiola ma sono proprio i giocatori a cercarlo visti i benefici che può portare?

“Conosco tutte le parti in causa, come il vecchio procuratore, come Raiola. Immagino sia un rapporto personale che non è andato perché da quello che leggo è stato Mino ad aver revocato il rapporto. Ma è una cosa abbastanza naturale che tra giocatore e agente non nasca l’empatia giusta per lavorare. Forse in questo caso bisogna vedere anche gli ultimi due anni travagliati di Insigne che adesso con Gattuso ha trovato la quadratura del cerchio”.

Il campionato francese è stato il secondo a fermarsi dopo quello italiano per l’emergenza Covid. Quale è la situazione della Ligue 1 per il futuro?

“In Francia hanno dato una data, il diciassette giugno per riprendere a giocare. Chiaramente sempre con determinate condizioni per svolgere in piena sicurezza l’attività. E’ quello che mi auguro succeda anche in Italia. Io non vedo nulla di male nel dare delle date e siamo tutti maturi per capire che senza determinate condizioni sanitaria non si può giocare. Questo fatto di non dare date, di incolpare al calcio, al movimento calcistico di cercare di riprendere; io lo vedo come un valore il voler cercare di riprendere sempre rispettando il principio sanitario. In Francia l’hanno fatto. Il calcio è un movimento importante, stiamo parlando di una grande industria per il mondo. Non vedo nulla di male nel dare degli obiettivi basta che si parla chiaramente. Siamo tutti coscienti che devono esserci le condizioni per riprendere ma almeno si lavora per farlo. Io mi sento di dire che quello di ostacolare è sbagliato come atteggiamento”.

La redazione di RadioGoal24 ringrazia Alessandro Canovi per il suo intervento.




Insigne; “Con Gattuso ho un rapporto bellissimo. Mi manca giocare”

Insigne; “Con Gattuso ho un rapporto bellissimo. Mi manca giocare”

A tutto Lorenzo Insigne; il capitano del Napoli ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli dove ha affrontato vari argomenti tra cui il rapporto con Gattuso. Ecco le parole dell’attaccante azzurro: “Dobbiamo stare a casa, solo così possiamo sconfiggere il Virus. Dobbiamo rispettare le regole, quando sarà finito tutto sarà ancora più bello abbracciarci. Voglio fare i complimenti agli infermieri che stanno facendo un lavoro straordinario. Ora sono loro i nostri idoli, ce la stanno mettendo tutta per farci vincere questa battaglia”. Quanto le manca il campo? “Tantissimo, ma non solo a me, credo a tutti. Stiamo facendo un grande sacrificio e dobbiamo continuare farlo fino a quando non sarà tutto finito. La cosa importante è la salute. Ci stiamo allenando a casa, io preferisco allenarmi fuori sul balcone. Siamo in contatto con lo staff del mister. Stiamo lavorando tanto, è giusto perché nel nostro mestiere è implicato lo stare in forma. Facciamo tapis-roulant e lavoriamo sulla forza quando si deve”. Come è il suo rapporto con Gattuso? “Dal primo giorno che è arrivato mi ha subito parlato, fatto sentire importante. Quella per me è stata una cosa positiva. Poi io ho un bellissimo rapporto con lui. Stando in quarantena, ci sentiamo spesso, per gli allenamenti e per tutte le altre questioni”.Da capitano, ha sentito i suoi compagni di squadra? “Ci sentiamo spesso, scherziamo tra di noi. C’è chi si rasa i capelli, chi la barba. Ieri li ho sentiti e gli ho detto stare tranquilli. Dobbiamo continuare ad allenarci per farci trovare pronti quando riprenderemo a giocare, per ripartire da dove ci siamo fermati”.  Nelle ultime partite giocate il Napoli era ripartito alla grande. “Stavamo facendo bene. Vorrei rigiocare la partita con il Lecce, perché non abbiamo fatto bene, sprecando tante occasioni. Ma abbiamo fatto anche grandi partite, come col Barcellona. E questo è merito del mister e dello staff che ci hanno preparati al meglio per affrontare quelle partite”. Parlando di Nazionale, un anno in più per prepararsi all’Europeo può fare bene? “Sono d’accordo con mister Mancini: un anno in più sicuramente è utile. Avremo più esperienza, una maggiore consapevolezza. Possiamo recuperare anche degli infortunati e questo sarà importante. Se quest’anno potevamo fare un grande Europeo, sono convinto che anche l’anno prossimo potremo arrivare in fondo”. Un appello in vista della Pasqua? “Pasqua e Pasquetta sono l’occasione per divertirci, ma quest’anno dobbiamo rispettare le regole e stare a casa. Ci manca l’ultimo step per superare tutto e non dobbiamo rovinare tutto ora. Quando finirà tutto, ci sarà il tempo per recuperare e festeggiare tutti insieme”.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?

 




La Lazio sogna il colpo scudetto: piace Insigne del Napoli

La Lazio sogna il colpo scudetto: piace Insigne del Napoli

La Lazio, in questa stagione, ha sognato lo scudetto (difficile, quasi impossibile, che si possa terminare la stagione).  Il campionato giocato dai biancocelesti ha fatto sognare una città intera e, in vista del prossimo anno, la volontà è quella di lottare per le prossime stagioni. Per questo Inzaghi ha chiesto un duplice sforzo alla società: tenere tutti i big e prendere un giocatore che possa far fare il salto di qualità. Il nome è quello di Lorenzo Insigne. L’esterno del Napoli potrebbe essere convinto dall’amico Immobile ad abbracciare il progetto Lazio ma ci sono due problemi : il prezzo del cartellino (60 milioni) e l’ingaggio pari a cinque milioni l’anno. Ostacoli importanti per le casse di Lotito ma, se la Lazio vuole veramente fare il salto di qualità, ha bisogno di investire cifre importanti. Insigne potrebbe essere il primo passo.

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Coronavirus, le iniziative del Napoli: Insigne in prima fila

Coronavirus, Insigne e compagni lanciano iniziative per far fronte all’emergenza

 L’emergenza Coronavirus  continua a diffondersi e tutto il mondo del calcio è impegnato ad esortare al rispetto delle regole emanate dal Governo, ma anche a lanciare iniziative benefiche per aiutare il paese. Secondo quanto riporta TMW, il capitano del Napoli Lorenzo Insigne è stato protagonista di un aiuto importante all’Ospedale Cotugno. Sui social ha invitato i tifosi a farsi avanti mentre l’entità della sua donazione è stata svelata dal governatore Vincenzo De Luca: “Vorrei ringraziare Insigne, tra le persone più attive della città per aiutare gli ospedali di Napoli. Ci ha donato 100mila euro“. Protagonisti anche gli altri compagni di squadra: Marta Ponsati, compagna di Callejon, ha subito invitato tutta la squadra ad una raccolta fondi per il Cotugno, arrivata quasi ad 800mila euro. Successivamente un’altra campagna è stata lanciata da Jessica Ziolek, compagna di Milik, appoggiata da tutta la squadra con offerte e condivisione sui social.

Il club invita i tifosi a non uscire, pubblicando quotidianamente sui social i video degli azzurri che si allenano da casa. Tanti i calciatori che condividono con i tifosi le loro sessioni, e Lorenzo Insigne in questo caso ha provato a sfruttare anche l’ironia. il capitano ha lanciato la #PizzaChallenge, mostrandosi in cucina ed invitando i tifosi a fare lo stesso. Una clip arrivata a mezzo milione di utenti su Instagram mentre ieri, in un altro video, ha coinvolto i tifosi nel mostrare altri momenti creativi della loro giornata a casa.

Coronavirus: gli aggiornamenti in tempo reale sulle squadre di Serie A – LIVE

Coronavirus: gli aggiornamenti in tempo reale sui campionati FIFA/UEFA – LIVE

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Serie A: chi sono stati i migliori fin qui?

Serie A: chi sono stati i migliori fin qui?

Mettiamo caso che, e solo quello possiamo fare in questi giorni di quarantena dove possiamo aggrapparci unicamente al mondo delle ipotesi, il campionato finisse ufficialmente oggi perché non si avrebbero più date utili per recuperare i vari impegni… chi vincerebbe il campionato? Chi retrocederebbe? Chi andrebbe a giocarsi le coppe europee? Tutte domande che ci siamo già fatti in queste ultime settimane e alle quali ancora non abbiamo una risposta. Ci sorge spontanea un’altra domanda allora: se il campionato dovesse finire oggi, quali calciatori vincerebbero i premi individuali della stagione?

Come riportato dai siti della Lega Serie A, Transfermarkt e Fantagazzetta andiamo allora a vedere chi sono stati i migliori della stagione 2019-2020 di Serie A:

Il premio di Capocannoniere della stagione andrebbe a Ciro Immobile: l’attaccante della Lazio è stato fin qui capace di segnare addirittura 27 gol in 26 presenze!

Anche il premio di Assist Men della stagione andrebbe ad un laziale: Luis Alberto, geniale trequartista che alla corte di Inzaghi si è consacrato come uno dei migliori fantasisti in circolazione ed in questa stagione ha siglato ben 12 assist.

Diamo anche un premio, questo di fantasia, ad un difensore: chi ha recuperato più palloni quest’anno?
Nemmeno troppo a sorpresa troviamo una delle rivelazioni del campionato: Amir Rrahmani, difensore del Verona (promesso sposo al Napoli) che ha recuperato ben 358 palloni.

Nel calcio moderno è risaputo che si corre molto e quindi tutte le squadre in campo hanno uno o più motori soprattutto a centrocampo, Marcelo Brozovic dell’Inter è quello che corre di più: ben 12km e mezzo (in media) a partita, un numero a dir poco sbalorditivo.

La più grande minaccia aerea invece è Edin Dzeko della Roma: il bomber giallorosso ha infilato i portieri avversari ben 5 volte con colpi di testa.

Il premio come “iellati dell’anno” invece va al trio del Napoli Insigne, Mertens e Milik: i tre attaccanti di Gattuso hanno colpito ben 14 pali, rispettivamente 5 i primi due e 4 il polacco.

La palma di para-rigori della stagione se la dividono invece Gianluigi Donnarumma e Bartlomiej Dragowski, entrambi col 40% dei rigori parati avendone entrambi sventati 2 su 5 tiratigli.

I portieri non stanno lì solo per parare rigori, allora è giusto menzionare anche il portiere con la media voto più alta (che abbia almeno disputato 15 gare in stagione): nonostante la valanga di gol subiti quest’anno dal Torino, è Salvatore Sirigu il più meritevole con un sontuoso 6.54 di media voto!

Il premio più ambito però resta quello del Miglior Giocatore della Stagione e noi lo assegneremo basandoci sulla media voto tenuta in stagione dai calciatori: vince l’ambito premio Ciro Immobile e non solo grazie ai suoi gol (ripetiamo, ben 27!) e assist (addirittura 7), ma anche grazie ad una media voto notevole di 6.77 (fantamedia spaziale: 9.96!).


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Italia e Inghilterra, le nuove generazioni a confronto

Italia ed Inghilterra hanno una rosa di giovani talenti rispettivamente diversa. La differenza sta soprattutto nella cultura del calcio che si gioca nei propri paesi. In Inghilterra il settore giovanile è molto spesso ricco di ottimi talenti e questo discorso non va fatto solo per le big del campionato, ma anche per la maggior parte delle altre squadre che militano nella Premier League. Nel campionato inglese, le squadre puntano sempre sull’inserimento in prima squadra di ragazzi provenienti dalle giovanili, risultando spesso come buoni investimenti. Così facendo limitano al massimo l’acquisto di giocatori provenienti da altri campionati, permettendo così la crescita di una squadra di talento, ma anche di un buon livello di maturità ed esperienza in campo. Infatti, negli ultimi tempi, abbiamo visto ad esempio l’esplosione di molti talenti come, Alli, Kane e Sterling. Tutti giocatori che hanno fatto i primi passi nel più bel campionato d’Europa in giovane età, stupendo tutti con le loro giocate. Ora li andremo ad analizzare individualmente.

I Leoni Inglesi

Dele Alli (Tottenham)

Bamidele Jermaine Alli, meglio noto come Dele Alli, è un calciatore inglese classe ’96 di origini nigeriane, centrocampista del Tottenham e della nazionale inglese. Prodotto del settore giovanile del Milton Keynes Dons, ha fatto il suo il suo esordio in prima squadra il 2 novembre 2012, appena sedicenne, durante un match di FA Cup contro il Cambridge City, finito poi in un pareggio a reti inviolate. La stagione successiva è stata quella del definitivo salto nella formazione titolare della squadra e con ben 33 presenze e 6 reti all’attivo lo ha visto emergere come uno dei più interessanti talenti britannici al di fuori della massima serie inglese, tanto da entrare nelle mire di società prestigiose come Bayern Monaco e Liverpool dopo lo storico 4-0 del MK Dons ai danni del Manchester United, il 26 agosto 2014 in League Cup. Il 2 febbraio 2015 ha firmato un contratto quinquennale con il Tottenham nelle ultime ore di mercato, per un costo iniziale intorno ai 5.000.000 £. Tuttavia Alli è rimasto in prestito a Milton Keynes per tutto il resto della stagione 2014-15, annata che lo vedrà ancora una volta protagonista con 39 presenze e ben 16 reti all’attivo nella League One, risultando decisivo nella cavalcata dei Dons verso la promozione in Championship. Il 19 aprile gli viene assegnato il Football League Award come giovane giocatore dell’anno, mentre l’8 agosto 2015 ha debuttato in Premier League nella sconfitta esterna per 1-0 degli Spurs all’Old Trafford contro il Manchester United. Il 22 dello stesso mese ha segnato il suo primo gol in Premier contro il Leicester City. In quella stagione, dove è arrivato anche in doppia cifra di gol, viene nominato Giovane dell’anno PFA 2016 e anche inserito nella Squadra dell’anno della PFA 2016. Il 19 settembre 2016 ha rinnovato con gli Spurs fino al giugno 2022. Con la nazionale ha occupato tutte le categorie, meno quella Under 20. Ha esordito con la nazionale maggiore nell’ottobre 2015 ed il suo primo gol è avvenuto nel novembre dello stesso anno, in un’amichevole con la Francia.
Considerato da tempo come uno dei migliori prospetti del calcio inglese e europeo, Alli è un centrocampista moderno, “box to box”, in grado di ricoprire più ruoli a centrocampo e di essere presente in entrambe le fasi di gioco, sia difensiva che offensiva. In possesso di ottime doti balistiche, può andare a segno con conclusioni di potenza da fuori area, ma anche con ottimi inserimenti senza palla o con colpi di testa su azioni da calcio piazzato, dove sfrutta la sua grande prestanza atletica. Tecnicamente valido, sa anche districarsi bene nel dribbling grazie ad un’ottima capacità nella conduzione della palla.

Raheem Sterling (Manchester City)

Raheem Sterling è un giocatore giamaicano naturalizzato inglese classe ’94, ed è un ala destra del Manchester City e della nazionale inglese. Unitosi all’academy del Queen’s Park Rangers all’età di 10 anni, rimarrà nel club fino al trasferimento al Liverpool.  Sterling vi è giunto nel febbraio del 2010 per una cifra iniziale di 800.000 sterline e la sua prima apparizione con i Reds risale al 1º agosto 2010, in una partita amichevole contro il Borussia Mönchengladbach. Il 24 marzo 2012 ha fatto il suo esordio in Premier League, all’età di 17 anni e 107 giorni, sostituendo il compagno Dirk Kuijt nella sconfitta casalinga per 1-2 contro il Wigan, diventando il secondo più giovane calciatore della squadra ad esordire. Nell’agosto del 2012 ha debuttato nelle competizioni calcistiche europee, nella gara di qualificazione all’Europa League contro il Gomel (1-0). Il 20 ottobre seguente ha segnato il suo primo gol in campionato, decidendo la partita contro il Reading (1-0) e diventando il secondo più giovane calciatore del Liverpool a segnare un gol in una partita ufficiale mentre L’8 febbraio 2014 ha realizzato la sua prima doppietta con la maglia dei Reds, nella partita vinta per 5-1 contro l’Arsenal, affermandosi sempre di più come uno dei maggiori talenti calcistici in prospettiva.  Il 14 luglio 2015 è passato ufficialmente al Manchester City per 62,5 milioni di euro (68 milioni con i bonus), diventando così il calciatore inglese più pagato nella storia del calcio. Ha segnato il suo primo gol con la maglia dei citizens il 29 agosto contro il Watford, mentre il 17 ottobre seguente, ha realizzato una tripletta in casa, contro il Bournemouth. La sua prima stagione al City terminerà con 47 presenze fra campionato e coppe condite da 11 gol. La stagione 2016/2017 era iniziata molto bene sia per lui che per la sua squadra. Infatti, alla terza giornata, il City era capolista insieme al Chelsea e al Manchester United, contribuendo alla causa anche con una doppietta nella partita con il West Ham della terza giornata. In nazionale invece, ha debuttato contro la Serbia nel 2013 in una partita valida per la qualificazione agli Europei, con l’Under 21; precedentemente però fu convocato con la nazionale maggiore nel settembre del 2012. Attaccante esterno destro, può all’occorrenza giocare sull’altra fascia, come trequartista o seconda punta. Giocatore estremamente rapido, ama partire da sinistra per poi accentrarsi per provare la conclusione a rete o servire un assist Eccelle nel dribbling, nelle finte e nell’ultimo passaggio. Calciatore ambidestro, di classe, è uno dei giocatori più veloci al mondo, con una velocità massima di 35,02 km/h. Nel 2012 è stato inserito nella lista dei migliori calciatori nati dopo il 1991 stilata da Don Balón.

Harry Kane (Tottenham)

Harry Kane, classe ’93, è sicuramente una delle certezze della squadra inglese: nel 2016 e 2017 infatti ha vinto il premio come migliore realizzatore in Premier League. Nel 2017 ha infatti raggiunto e superato il record di reti in un anno in Premier League di Alan Shearer con un totale di 42 reti, diventando il miglior marcatore dell’anno in Europa con 58 reti all’attivo.
Proveniente dal settore giovanile del Tottenham, dal 2011 al 2013 è stato mandato in prestito più volte lontano dagli Spurs. Debuttò nel Leyton Orient dove ha segnato anche il suo primo gol, nel 2011; l’anno successivo si trasferì al Millwall e successivamente al Norwich City. Andò in prestito nel 2013 anche al Leicester, collezionando due gol in 15 presenze.
Nella stagione 2013/14 ritornato al Tottenham, mise a segno in tre gol in 10 partite di campionato. Nella stagione successiva ha segnato 21 reti, piazzandosi al secondo posto dietro Aguero del Manchester City a 26 reti. Le ultime due stagioni ha portato il Tottenham in alto in classifica grazie ai suoi gol che gli hanno permesso di vincere la classifica marcatori con 25 reti nel 2015/16 e 29 nel 2016/17, di cui 7 nelle ultime due gare di campionato.
Il 19 marzo 2015 il CT inglese Roy Hodgson lo ha inserito nella lista dei convocati per la partita contro la Lituania, valida per le qualificazioni a Euro 2016, e per l’amichevole contro l’Italia. Il 27 marzo 2015 ha fatto il suo debutto in nazionale maggiore, nel match vinto per 4-0 contro i lituani, subentrando al 71′ a Wayne Rooney e realizzando la sua prima rete con la maglia dell’Inghilterra dopo appena 79 secondi dal suo ingresso in campo. L’attaccante, grazie ai suoi goal, viene anche convocato per gli Europei 2016 in Francia: in tale manifestazione non è però riuscito a esprimersi su livelli soddisfacenti, come il resto della nazionale, eliminata clamorosamente agli ottavi di finale dalla matricola Islanda. Nonostante la pessima performance mostrata in quell’occasione nell’ottobre 2017 viene nominato capitano dei Three Lions per la gara di qualificazione ai Mondiali del 2018 contro la Slovenia, segno della fiducia di una nazione intera.
Harry Kane è un calciatore molto fisico, dotato di un’ottima tecnica. Riesce a realizzare bellissimi gol con entrambi i piedi e di testa ed essendo anche veloce, fa sì che il ragazzo inglese sia un’attaccante fra i più completi in circolazione.

In Italia però, c’è una cultura del calcio diversa: rispetto all’Inghilterra i nostri giovani non sono riusciti a ritagliarsi una vetrina importante, sia nel nostro campionato che in qualche paese estero. Vuoi per la mancanza di centri federali adeguati, vuoi per le differenze abissali fra Primavera e prima squadra, vuoi per il poco minutaggio concessogli a favore dei coetanei stranieri, negli ultimi anni non siamo riusciti ad assistere ad un ricambio generazionale adeguato di quei fenomeni che ci fecero vincere il Mondiale del 2006. Nonostante ciò non si può dire che, nell’attuale formazione nostrana, non esistano grandi giocatori. Fra questi spiccano senza dubbio Verratti, Insigne e Immobile: il trio delle meraviglie che ha contribuito al Pescara di Zeman della stagione 2011/12 di salire in Serie A e che è riuscito, qualche anno dopo, a prendersi anche la Nazionale Italiana. Analizziamo ora, uno per uno, i tre talenti:

L’Italia nel segno di Pescara

Marco Verratti (Paris Saint Germain)

Nato a Pescara nel 1992, Marco Verratti è uno dei centrocampisti più talentuosi in giro per l’Europa. Debuttò nel 2008 con la maglia del Pescara, dopo aver compiuto gran parte delle giovanili nella squadra del suo comune di nascita. Trascorse a Pescara quattro anni mettendo a segno solo due gol; nella stagione 2011/12 contribuì alla promozione della sua squadra in  Serie A riuscendo a meritarsi l’attenzione del più importante club della Francia: il Paris Saint Germain. Pagato 12 milioni di Euro, milita ancora oggi nel club francese, dove in 155 gare ha totalizzato solo 5 gol. Non è un dato negativo come potrebbe sembrare, poiché il suo lavoro a centrocampo è fondamentale per la sua squadra. Con il suo club ha vinto tutti i titoli nazionali ed il suo enorme talento ha fatto sì che anche leggendari giocatori come Xavi, si sbilanciassero sulle sue prestazioni. Il fenomeno spagnolo ha infatti affermato in un’intervista:  “Il suo stile di gioco ricorda il mio. È molto bravo sia nei passaggi corti che in quelli lunghi, serve ottimi assist ed è difficile togliergli il pallone. È uno dei migliori centrocampisti del mondo”.
Centrocampista completo, è un playmaker tecnico, reattivo e molto agile, dotato di ottime qualità nel proteggere il pallone e di un dribbling fulmineo, spesso integrato con improvvise finte con le quali disorienta l’avversario, eseguendo diversi passaggi in pochissimo tempo e fornendo assist per i compagni di squadra. Di statura minuta, è dotato di ottimo palleggio, qualità che gli consente di dettare i tempi ed impostare l’azione. Grazie alla sua duttilità, è in grado di ricoprire svariati ruoli, quali il trequartista, il centrocampista puro o il regista davanti alla difesa, posizione che ha iniziato a ricoprire durante la sua militanza nel Pescara, guidato da Zdeněk Zeman.
Si è reso protagonista di una veloce maturazione che ne ha fatto, a poco più di vent’anni, uno dei migliori centrocampisti del panorama internazionale. A livello atletico, è molto rapido nei movimenti, esibendo un mix tra efficacia e fisicità, pur non disponendo di un fisico imponente; dimostra, inoltre, pulizia nei tocchi di palla, tempismo nei contrasti, il tutto unito ad una buona dose di carisma, grinta e personalità in campo. Avvezzo a giocate tanto efficaci quanto rischiose, si ispira ad Andrea Pirlo e Alessandro Del Piero.

Lorenzo Insigne (Napoli)

Lorenzo Insigne, nato nel 1991, è un calciatore del Napoli e della nazionale Italiana. Ha fatto tutto il percorso delle giovanili con la squadra partenopea, fino al debutto in prima squadra nel 2010. Nei due anni successivi è andato in prestito a Cavese, Foggia e infine Pescara. Proprio nella squadra abruzzese è esploso il suo talento, permettendogli di chiudere la stagione con 18 gol in campionato, alle spalle del suo compagno di squadra Ciro Immobile. Insieme a lui e Marco Verratti, ha contribuito alla promozione in massima serie del Pescara. Ritornato al Napoli, nel 2012 ha firmato la sua prima rete con la maglia azzurra; il 18 settembre 2013 ha esordito anche nella massima competizione europea, la UEFA Champions League, nella gara interna contro i tedeschi del Borussia Dortmund, in cui realizzò anche la prima rete personale in Europa siglando su calcio di punizione il secondo gol del Napoli, vittorioso per 2-1. Il 15 gennaio 2014 ha realizzato contro l’Atalanta il primo goal in Coppa Italia e Il 27 febbraio dello stesso anno, grazie al gol nella gara di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League contro lo Swansea City, il napoletano segnò in tutte le competizioni a cui prese parte, diventando così il secondo calciatore italiano (dopo Antonio Di Natale) ad aver segnato in Serie A, Champions League, Europa League e Coppa Italia nella stessa stagione. Con la maglia del Napoli ha raggiunto le 100 presenze nel 2015 contro la Juventus al San Paolo, diventando ben presto l’idolo della tifoseria partenopea, che da tanto aspettava un “Figlio di Napoli” pronto a dare la carriera per quella maglia, alla pari di fedeli campioni come Totti e Del Piero (a cui si aspira). Il 2 settembre 2012, all’età di 21 anni, il CT Cesare Prandelli lo ha convocato per la prima volta in nazionale maggiore per le partite contro Bulgaria e Malta, valide per le qualificazioni al Mondiale 2014. Ha esordito l’11 settembre successivo nella partita di Modena contro Malta, subentrando nell’intervallo della gara ad Alessandro Diamanti. Il 14 agosto 2013, alla seconda presenza, ha firmato la prima rete in nazionale nell’amichevole contro l’Argentina disputata allo stadio Olimpico di Roma, fissando il risultato sul definitivo 2-1 per i sudamericani, mentre Il 6 settembre seguente ha giocato per la prima volta da titolare nella gara interna contro la Bulgaria. Il 1º giugno 2014 viene inserito nella lista dei 23 convocati per il Mondiale 2014 in Brasile, mentre il 20 fece il suo esordio nella manifestazione, nella seconda partita del girone persa per 1-0 contro la Costa Rica, subentrando al 57º minuto ad Antonio Candreva. Quella contro i sudamericani rimane la sua unica presenza in quella competizione, vista l’eliminazione dell’Italia nella fase a gironi. Chissà cosa sarebbe potuto cambiare con lui in campo più spesso? Inizialmente escluso nella gestione del CT Antonio Conte, complici infortuni e scelte tecniche, è tornato a giocare in nazionale quasi due anni dopo, il 24 marzo 2016, in un’amichevole contro la Spagna (1-1), durante la quale ha segnato un gol dopo esser entrato nella ripresa. E’ stato convocato per l’Europeo 2016 in Francia, nel quale ha esordiato subentrando nella terza partita del girone persa 1-0 contro l’Irlanda. Successivamente subentrerà anche durante le partite degli ottavi contro la Spagna e dei quarti contro la Germania, partita in cui ha messo a segno il primo dei tiri di rigore al termine dei quali l’Italia viene eliminata dalla competizione per gli errori fatali di Pellé, Zaza e Darmian.
Il suo ruolo originale era inizialmente quello dell’esterno offensivo sinistro nel 4-3-3 disegnato da Zdeněk Zeman durante la sua militanza nel Foggia e nel Pescara. Sebbene prediliga fungere da ala sinistra, è un giocatore tatticamente versatile, capace di svariare su tutto il fronte d’attacco, per poi convergere e calciare in porta; nel corso degli anni ha notevolmente ampliato il proprio raggio d’azione, operando su tutto il versante offensivo come playmaker a supporto delle punte o come seconda punta in virtù della sua visione di gioco, contribuendo all’azione di ripartenza servendo i compagni con lanci in profondità, passaggi filtranti, rapidi scambi di palla e fornendo assist. Abile battitore di calci di punizione e buon rigorista, nonostante la statura ridotta, dispone di un fisico compatto e gambe forti che, grazie al baricentro basso, gli permettono di imprimere grande potenza ai tiri a giro, sua dote migliore. Rapido nel fraseggio, elegante nei tocchi di palla e puntuale nell’anticipo, è dotato di un dribbling secco e fulmineo, di cui si serve per liberarsi della pressione fisica avversaria; buon finalizzatore, la sua rapidità gli consente di inserirsi negli spazi stretti, penetrare in area di rigore e dirigere le manovre d’attacco.

Ciro Immobile (Lazio)

Ciro Immobile, attaccante classe ’90, è in forza alla Lazio ed è la punta di riferimento della nazionale italiana. Centravanti capace di spaziare su tutto il fronte d’attacco, ha i suoi principali punti di forza nel senso del gol, nel fisico possente, nella buona tecnica, dribbling nello stretto e tiro di prima intenzione, da ogni posizione e con entrambi i piedi.
Mosse i primi passi nelle giovanili del Sorrento e successivamente della Juventus, per poi passare dal 2010 al Siena, al Grosseto e infine al Pescara, dove mostrò tutto il suo talento. Come già detto più volte, ha contribuito con i suoi gol alla promozione del Pescara in Serie A allenata da Zeman. Nella sua unica stagione con la squadra abbruzzese, in 37 gare mise a segno 28 gol, vincendo la classifica marcatori. Si trasferì poi al Genoa dove segnò solo 5 gol, mentre poi giocò una stagione di spicco con il Torino l’anno successivo segnando 22 gol in 33 partite. Con la splendida stagione vennero i tedeschi del Borussia Dortmund a bussare alle porte del Torino, strappandolo alla concorrenza di altre squadre europee. La sua stagione però non fu brillante come con i granata, poiché riuscì a segnare soltanto 3 gol con i gialloneri. Nel 2015/16 andò in prestito al Siviglia in Spagna, dove in sole 8 gare siglò 2 gol; terminò la stagione in prestito al Torino, mettendo a segno 5 reti. Dal 2016 in poi la Lazio ha creduto in lui acquistandolo a titolo definitivo per sostituire Miroslav Klose, ritiratosi dal calcio giocato. In 62 partite con la maglia biancoceleste, ha firmato il tabellino 47 volte in campionato, e nella stagione attuale è il capocannoniere della Serie A, con 24 reti.
Per quanto riguarda la nazionale, il 2 marzo 2014 ottenne la prima convocazione con la nazionale maggiore da parte del CT Cesare Prandelli. Esordì in nazionale il 5 marzo 2014, a 24 anni, nella partita amichevole Spagna-Italia (1-0), disputata a Madrid. Le ottime prestazioni offerte alla sua prima stagione nel Torino, con la conseguente vittoria della classifica marcatori in Serie A, lo portarono a esser convocato per il Mondiale 2014. Dopo l’esordio da subentrante nella vittoria per 2-1 contro l’Inghilterra, giocò da titolare l’ultima partita della fase a gironi contro l’Uruguay, che determinò l’eliminazione dell’Italia. Il 4 settembre successivo mise a segno il suo primo gol in nazionale mentre nella prima gara del CT Antonio Conte aprì le marcature nell’amichevole vinta 2-0 sui Paesi Bassi disputata a Bari. Nelle prime partite di qualificazione a Euro 2016 venne promosso titolare nella coppia d’attacco insieme con Simone Zaza; i due verranno poi scavalcati nelle gerarchie da Éder e Graziano Pellè: l’attaccante napoletano venne comunque convocato da Conte per l’Europeo 2016, in cui ottenne due presenze, entrambe nella fase a gironi. Confermato nel gruppo azzurro dal nuovo CT Gian Piero Ventura, suo allenatore ai tempi del Torino, il 9 ottobre 2016, durante la partita di qualificazione al Mondiale 2018 giocata a Skopje contro la Macedonia, realizzò la sua prima doppietta in maglia azzurra, che consentì all’Italia di vincere in rimonta per 3-2. Con 6 reti realizzate in 10 presenze si laureò capocannoniere del Girone G di qualificazione al Mondiale 2018, ma l’Italia mancò la qualificazione ai play-off nella sciagurata doppia partita contro la Svezia.

I tre volti principali di Italia ed Inghilterra, hanno sicuramente del talento da mostrare. Attendiamo così di vederli all’opera nel match che li metterà a confronto martedì 27 marzo nell’amichevole che si giocherà a Wembley. Sicuramente sarà una gara divertente dal punto di vista del gioco, perché con calciatori del genere, azioni spettacolari di certo non mancheranno.




Liverpool, Klopp vuole uno tra Suso e Insigne per sostituire Coutinho

Il Liverpool si sta inserendo prepotentemente in questa sessione di calciomercato dopo la cessione eccellente di Coutinho. I Reds sono pronti a investire parte dei 160 milioni incassati per il talento brasiliano, appena ceduto al Barcellona. In cima alla lista dei desideri di Jurgen Klopp ci sono due giocatori che militano in Serie A: Suso e Insigne. Lo spagnolo ha una valutazione di circa 40/50 milioni di euro e sembra essere il numero uno dei preferiti di Jurgen Klopp. Suso tra l’altro è cresciuto proprio nel settore giovanile del Liverpool ed è stato ceduto ai rossoneri nel 2015 quasi a costo zero. Insigne rappresenta la pista alternativa.




Napoli, Insigne: “Anno buono per lo Scudetto. Higuain? Ci ha mancato di rispetto”

“Sognavo fin da bambino di giocare al San Paolo con questa maglia, per lo scudetto è l’anno buono. Con Ventura andrei a cena, gli ho sempre obbedito. Ora serve un c.t. che ci possa far brillare all’Europeo, io un Mondiale potrei vincerlo anche a 31 anni. Balotelli può essere utile all’azzurro? A patto che capisca in fretta quanto è forte, deve farlo prima di smettere di giocare. Dice di essere nostro amico, manda messaggi e poi ci esulta in faccia? Al San Paolo gli ho detto due parole in dialetto, lui mi ha capito… non deve permettersi di mancarci di rispetto. Champions? Non volevamo certamente uscire così presto, abbiamo commesso l’errore di sottovalutare lo Shakhtar Donetsk nella prima partita e l’abbiamo pagata cara”.




Napoli, crisi di gol e risultati: il periodo nero della squadra di Sarri

Inversione di marcia Napoli. Il pareggio contro la Fiorentina arriva nel momento sbagliato, dopo lo stop dell’Inter in casa della Juventus con gli azzurri che potevano approfittarne per riprendersi la vetta della classifica. Un periodo negativo della squadra di Sarri che dura da 5 partite dove sono arrivare 2 vittorie, 2 pari e 1 sconfitta: 1,6 punti di media. Ma soprattutto appena 3 gol segnati: 0,6 di media a partita. Da Mertens a Hamsik, in attacco qualcosa si è incrinato. Numeri totalmente differenti da quelli dei primi tre mesi, dove il Napoli asfaltava gli avversari e dava spettacolo. Infortuni, rosa corta o le scelte di Sarri? Proviamo ad analizzare questa crisi del Napoli, dal punto di vista tattico e soffermandoci anche sulle statistiche di squadra e dei singoli.