Ripresa degli allenamenti, il protocollo è stato inviato!

Ripresa degli allenamenti, il protocollo è stato inviato!

Comune riportato da ANSA, il presidente della FIGC Gabriele Gravina nel primo pomeriggio ha inviato il protocollo contenente tutte le disposizioni per la ripresa in sicurezza degli allenamenti delle squadre di calcio, studiato dalla commissione medico scientifica della Federcalcio con l’aiuto di esperti del settore. I ministri Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza, rispettivamente a capo dei Ministeri dello Sport e della Salute, ora valuteranno il protocollo pensato e studiato dal gruppo di lavoro capeggiato dal Professor Paolo Zeppilli. La ripresa degli allenamenti è prevista per il 4 maggio, le squadre potranno tornare al lavoro ma con rigidi criteri di sicurezza: i giocatori verranno costantemente monitorati e i contatti con l’esterno dovranno di fatto essere azzerati, pertanto alcune squadre risolveranno la situazione andando in isolamento nel proprio centro sportivo sanificato, altre avranno invece bisogno di appoggiarsi a una struttura esterna ovviamente sanificata.

Gabriele Gravina nella giornata di ieri aveva rilasciato un’intervista alla trasmissione di RaiRadio1 “Un Giorno da Pecora” toccando proprio l’argomento ripresa degli allenamenti: “Condivido la speranza del ministro dello Sport Spadafora di poter ripartire il 4 maggio, con tutte le dovute cautele e garanzie. Abbiamo elaborato un protocollo sanitario rigido e attento, ma flessibile, e lo consegneremo domani ai ministri SpadaforaSperanza. Ci sarà un periodo di controllo per garantire la negatività di tutti coloro che partecipano agli eventi: se sono tutti negativi, non ci sono problemi di distanziamento, né di contagiosità. Serviranno tre settimane di sicurezza; quindi, tra fine maggio e inizio giugno si può iniziare. È un programma che riguarda la Lega di A, siamo in attesa del calendario. Mi auguro che ognuno possa giocare nel proprio stadio; se non sarà possibile, troveremo soluzioni alternative. E’ un momento complesso per il nostro Paese, per l’economia e per il calcio che è una delle industrie più importanti. Con senso di responsabilità, disponibilità e buon senso, troveremo la giusta via. Chi invoca oggi l’annullamento della stagione non vuole bene né al calcio, né agli italiani togliendo la speranza di futuro e ripartenza. Su questo terrò duro fino alla fine. Il 4 maggio è la data fissata dal Dpcm, noi ci stiamo attenendo e, puntualmente, cerchiamo di fare programmazione”.

 

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Coronavirus: il dramma della Serie C, parla Lucarelli

Coronavirus: il dramma della Serie C, parla Lucarelli

Intervistato da FanPage, l’attuale tecnico del Catania Cristiano Lucarelli ha detto la sua sulla crisi sanitaria ed economica che sta mettendo in ginocchio l’Europa. L’ex attaccante livornese si è soffermato sull’impossibilità di rimanere fermi per le categorie minori, obbligate a scegliere tra “morire di fame o per l’epidemia”, e di come in Serie C sia anche difficile rimanere a galla, non potendo difatti tagliare lo stipendio dei calciatori, che fanno una vita simile ai colleghi della massime serie, ma percependo 1200, 1300 euro al mese. Ecco le sue parole:

Sul taglio degli stipendi:

“Sì, per la Serie A sono d’accordo, penso che qualcosa si debba fare. In Serie B e in C diventa più complicato perché gli stipendi sono veramente bassi. Un giocatore di Serie C guadagna 1300 euro al mese, nonostante faccia una vita praticamente uguale ai calciatori di Serie A, si allena tutti i giorni e impegni e obblighi sono gli stessi. I ragazzi che erano rientrati a Catania abbiamo deciso di rimandarli a casa perché non riscuotendo lo stipendio non avevano la possibilità di pagarsi gli affitti. A certi livelli è giusto fare come ha fatto la Juventus e spalmare ciò che non viene pagato ora negli anni successivi, ma in B e in C è impensabile. Molti presidenti ci marciano anche un po’ sopra alla crisi. Il campionato di C per la promozione ha già dato tutti i verdetti, per la retrocessione più o meno lo stesso. Qualche presidente che non ha più niente da chiedere al campionato ci specula un po’ su questa situazione. Alla gente che guadagna 1300 euro al mese non puoi andargli a chiedere di fare delle rinunce”.

Su un’ipotetica ripresa:

“Condivido l’idea di Gravina, il calcio deve ricominciare da dove si è fermato, altrimenti avremmo a che fare con altri problemi per il nuovo campionato: ricorsi, contro ricorsi, ecc. Tutti parlano di di tagliare le squadre, affermano che 100 squadre professionistiche in Italia sono troppe, che ci vuole sostenibilità per il calcio e poi magari qualcuno parla di Serie A a 22 squadre, di Serie B a 25, di tre gironi da 22 in Serie C. Si parla di tagliare le squadre perché non ce la fanno e poi si allargano i campionati. Io non sono a favore né di una cosa né dell’altra, pero mi sembra strano che le stesse persone che fino ad un mese fa dicevano che ci sono troppe squadre, oggi parlano invece di fermare le retrocessioni e di mandare avanti solo le promozioni. Questa cosa mi sembra in controtendenza con quello che si è sentito dire fino ad oggi”.

Sulla paura di tornare a giocare:

“Avrei la stessa preoccupazione che ho quando vado a fare la spesa o quando mi muovo per esigenza. Se uno dovesse andar dietro a questa cosa allora il calcio non potrebbe più ripartire. Speriamo si possa trovare da qui a breve un farmaco che risolva questo problema, ma se questo non dovesse accadere in tempi brevi non possiamo pensare di stare immobili per mesi, perché oggi possiamo avere complicazioni per il virus ma se ognuno di noi non lavora e non produce, e mi riferisco a quei calciatori con uno stipendio normale, come facciamo? Bisogna fare una scelta: o si muore di fame o si rischia di morire per l’epidemia. Non possiamo tenere ferma ogni cosa, probabilmente dovremo cambiare i nostri comportamenti, essere più responsabili, avere rispetto del prossimo e aiutare tutti, ma non possiamo pensare di fermarci del tutto perché un domani il problema potrebbe essere quello di mettere in tavola un piatto di pasta”.

 




In Serie A regna il caos, ora altre due idee sul tavolo di Gravina

In Serie A regna il caos, ora altre due idee sul tavolo di Gravina

Non si riesce a decidere su questa benedetta Serie A, e la questione dovrebbe sorprendere fino ad un certo punto, dato che il virus ancora imperversa nel nostro paese. Le perplessità sono rivolte a come la Federazione, la Lega, la Uefa e le società stiano gestendo la necessità di ripartire, necessità lecita per ogni settore imprenditoriale, e quindi anche per il calcio. Bisogna pensare inevitabilmente a programmare come e quando si potrà tornare a lavorare, sempre basandosi sulle indicazioni sanitarie. Ma si sta programmando? No. Gli organi competenti e le società non sono riuscite a tirare fuori neanche una bozza di calendario, in Francia ad esempio hanno fissato la ripresa al 17 giugno, è un’indicazione chiara, che non significa che si giocherà al 100%, poiché il rispetto del calendario dipenderà solo ed esclusivamente dalla situazione sanitaria e dal rientrare dell’emergenza, però intanto è stato varato un programma di riferimento. Mentre in Italia e per Gravina di chiaro abbiamo ancora poco, se non che la stragrande maggioranza dei protagonisti sentano il desiderio di ricominciare la stagione. Ogni giorno quindi, tramite gli organi di stampa, vengono rese note idee diverse e possibilità, le ultime, che pare stiano trovando il favore di molti, finite sul tavolo di Gravina sono: evitare le partite nelle aree più colpite del paese come Torino, Milano, Bergamo e Brescia; l’introduzione di 5 sostituzioni a partita, dato che probabilmente le gare saranno giocate ogni tre giorni nei mesi più caldi dell’anno. Sulla prima idea c’è anche da rivelare una conseguenza di tale decisione: il definitivo abbandono per questa stagione di VAR e Goal line technology nel caso in cui venissero scelti dei campi neutri che non abbiano le attrezzature adeguate.




Gravina ipotizza la ripresa il 17 maggio, oggi assemblea di Lega

Gravina ipotizza la ripresa il 17 maggio, oggi assemblea di Lega.

Il calcio italiano lavora per prevedere tutti gli scenari futuri, con l’obiettivo di completare la stagione interrotta dall’emergenza Coronavirus. Il presidente federale Gabriele Gravina è intervenuto ai microfoni de La Domenica Sportiva: “Finire i campionati a settembre od ottobre? Si tratta di un’ipotesi. Al momento una possibile data per ripartire potrebbe essere il 17 maggio“. Intanto, in giornata, si terrà un’assemblea di Lega Serie A: saltato il tavolo per un accordo con l’AIC, i club del massimo campionato cercano almeno una linea comune sul taglio degli stipendi di marzo e aprile, con il 10% del totale stagionale che è l’obiettivo minimo da spuntare per molti.

Il Corriere dello Sport avanza due ipotesi sul completamento della stagione. La prima prevede un calendario in parallelo: a inizio giugno ripartirebbero i campionati nazionali con un ritmo di una partita ogni 3 giorni fino alla quarta settimana di giugno quando riprenderebbero la Champions (martedì 23 e mercoledì 24) e l’Europa League (giovedì 25). Da lì in poi ci sarebbe la classica alternanza, fino a quando i tornei nazionali non finiranno. La seconda è di andare avanti a blocchi: i vari campionati terminerebbero entro domenica 2 agosto e da lì in poi via alla Champions, che celebrerebbe la sua finale sabato 22 a Istanbul, e all’Europa League con l’ultimo atto il 19 a Danzica.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?

 

 




Gravina: “Cessione Roma? Si, credo andrà avanti”

Gravina: “Cessione Roma? Si, credo andrà avanti”

In un’intervista rilasciata a LaRoma24, il presidente Gabriele Gravina della FIGC ha parlato della cessione della Roma da Pallotta a Friedkin che nelle ultime ore ha fatto registrare un rallentamento ma non uno stop definitivo, come era stato erroneamente riportato da alcuni nella notte. Queste le parole di Gabriele Gravina“Ci sono delle norme che regolano il passaggio dei pacchetti azionari, noi siamo stati informati per le vie brevi, siamo in attesa di ricevere tutta la documentazione prevista dalle norme, ma forse ora ci sono altre priorità, quindi saranno oggetto di valutazione da parte della nostra commissione interna per dare il via libera al passaggio sotto il profilo sportivo, poi sapete che civilisticamente noi possiamo incidere poco. L’operazione va avanti? Mi sembra di sì, credo proprio di sì“.

Anche l’attuale presidente James Pallotta ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo la trattativa per la cessione del suo club a Dan Friedkin: “Che ‘cielo’ (giocando sulla traduzione di Sky) fai?”, le parole del presidente in merito alle ultime indiscrezioni, poi alla domanda se al momento l’affare è ancora possibile ha risposto con un secco Sempre“.

 

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D’Amico: “Lautaro non mi convince, ma probabilmente sbaglio”

D’Amico: “Lautaro non mi convince, ma probabilmente sbaglio”

Vincenzo D’Amico, ex attaccante della Lazio, è intervenuto quest’oggi a Maracanà, trasmissione in onda su TMWRadio, ed ha detto la sua sul possibile taglio degli stipendi dei calciatori, su Gravina, sull’eventuale proseguimento del campionato ed anche su Lautaro Martinez e Donnarumma, che pare siano due dei protagonisti della prossima sessione di calciomercato.

Sull’eventuale conclusione del campionato: “Se sarà possibile, io preferirei concluderlo sul campo. Magari giocando ad oltranza, con i calciatori che faranno meno ferie”.

Su Gravina: “Abbiamo sprecato qualche anno prima di arrivare a lui. Se avessimo trovato prima un presidente come lui, le cose sarebbero andate diversamente”.

Sulla scadenza dei contratti al 30 giugno e su un’ eventuale riduzione degli ingaggi: “Il barcone ha bisogno che si remi tutti dalla stessa parte. Il sacrificio va chiesto a tutti. Non capisco quale problema ci sarebbe ad andare oltre il 30 giugno nel giocare. Si prolungano i contratti e basta. Non credo ci siano giocatori che si rifiutino di giocare. Credo che alla fine servirà buonsenso da parte di tutti. Ma voglio capire cosa succederà dopo. Il giocatore dirà ok alla riduzione ora, ma magari chiedendo assicurazioni per gli anni a venire”.

Su Lautaro Martinez: “Non lo reputo un grande giocatore, ma il fatto che lo voglia Messi, forse mi fa pensare che io sbagli. Quindi accetterei la cessione, anche al costo di clausola”.

Su Donnarumma: “Non credo sia in scadenza. Ha 6 milioni di contratto, se offrono tanto, lo darei via”.

 

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Serie A, parla Gravina: “Lo scudetto verrà assegnato in ogni caso”

Serie A, parla Gravina: “Lo scudetto verrà assegnato in ogni caso”

Sono giorni decisivi per capire il futuro del calcio in periodo complicato per il mondo visto la pandemia causata coronavirus. Sono tante le possibilità per far concludere la stagione calcistica ma nulla è sicuro visto che bisognerà capire come si evolverà la situazione legata al virus. Una cosa, però, è certa: Gravina non vuole prendere in considerazione l’ipotesi di annullare la Serie A. Il presidente della FIGC è intervenuto ai microfoni di Sky Sport. Ecco le sue parole: “Abbiamo un piano al quale abbiamo dato priorità assoluta: saremmo tutti contenti di finire le stagioni sul campo. Siamo in contatto con la FIFA per le proroghe sui contratti qualora di debba andare oltre il 30 giugno. Siamo in attesa di comunicazioni da UEFA e FIFA che stanno lavorando molto bene. Dobbiamo trovare una soluzione e l’ideale sarebbe andare fino al 30 luglio. Dobbiamo attenerci al rispetto delle ordinanze e da quello che arriva dalle massime cariche politiche e scientifiche” . E sullo scudetto: “Sarà assegnato. Aggiungo poi anche che il calcio italiano non vive solo per l’assegnazione dello Scudetto ma ci sono anche gli altri campionati, quelli inferiori. Dobbiamo comunque arrivare alla definizione degli organici per la prossima stagione, dalle coppe europee a promozioni e retrocessioni”.

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Il “Piano Marshall” per salvare il calcio italiano

Il “Piano Marshall” per salvare il calcio italiano

Il Coronavirus ha messo in ginocchio il Paese e, di conseguenza, il calcio italiano. In questi giorni i club di Serie A si sono riuniti coi vertici delle Lega A e della FIGC per trovare soluzioni ai tanti problemi che si sono presentati dopo lo stop del calcio per l’esplosione del virus.

Secondo quanto riportato da Il Corriere dello Sport, club e vertici del calcio italiano hanno concordato quattro punti di un vero e proprio “Piano Marshall” da presentare al Governo per rilanciare il calcio e non condurlo al collasso:

1) Esenzione fiscale per tutto il periodo di inattività. In più verrà chiesto di accelerare il processo per varare delle nuove leggi per stadi e diritti TV.

2) Ritorno degli sponsor legati alle scommesse con una percentuale sul volume delle giocate che finisca direttamente nelle casse dei club. Verrà quindi chiesta l’abolizione del “decreto dignità”.

3) Taglio degli stipendi dei giocatori proporzionato al periodo di stop dei campionati.

4) Un nuovo gioco tipo “Totocalcio” i cui proventi siano destinati solo al calcio e ai club.

Come riportato da Tuttosport, durante l’ultima assemblea virtuale della Lega di Serie A alcuni presidenti si sono scontrati verbalmente: Lotito ha battibeccato dapprima con Cellino qualche giorno fa, ieri poi con Agnelli ed infine con Preziosi; non sono comunque mancate le repliche del patron bianconero e le dichiarazioni del presidente Ferrero e del DG friulano Marino. Il presidente biancoceleste è tra tutti il più ottimista circa un ritorno in campo: «Avete visto i dati? Oh, se sta a ritirà! Ma poi lo so: io parlo coi medici luminari, quelli che stanno in prima linea, no co’ quelli delle squadre…», al che Agnelli ha replicato con una battuta: “Eh certo, ora sei diventato anche virologo”, più cauti di Lotito sono sicuramente Ferrero che ha dichiarato: “C’è gente che muore, combattiamo una guerra che non si vede e parliamo di calcio? Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita, la prima adesso è la Juve e per me finisce così” e Marino, che alla ripresa di questa stagione non pensa proprio: “Sono preoccupato per la sopravvivenza del prossimo campionato, non per questo”, ai quali si allinea anche il patron rossoblù PrezioniPer me il campionato finisce qui”.

Chi sta giocando un ruolo fondamentale per il futuro del calcio è Andrea Agnelli, che non è solo presidente di un top club come la Juventus ma è a capo anche dell’ECA ed ha dunque un continuo dialogo coi vertici UEFA e FIFA, tra i quali spicca un’amicizia importante con Ceferin. Il numero uno bianconero – scrive il Corsport – ha portato avanti le esigenze delle società che vogliono vedere assegnati i titoli domestici e definite le classifiche sul campo. La volontà è quella di creare un calendario omogeneo nel quale la ripresa dei principali 12 campionati europei sia più o meno contemporanea, ma il fatto che Champions ed Europa League verranno disputate a luglio inoltrato metterà tutti sullo stesso piano e non ci sarà concorrenza sleale. Secondo La Gazzetta dello Sport la Lega e FIGC vogliono terminare la stagione ma non sarà possibile se il campionato italiano non riprenderà entro maggio. Chi non sarà occupato nelle coppe europee andrà in vacanza a luglio inoltrato e quando la Serie A riprenderà sarà inizialmente a porte chiuse e qualcuno giocherà lontano da casa per motivi logistici. Le coppe europee potrebbero essere completate con la formula delle Final Four per semifinale e finale mentre la prossima stagione potrebbe partire dopo settembre con la fase a gironi che terminerebbe tra dicembre e gennaio e gli ottavi già a febbraio. Entro il primo giugno ci sarà da terminare la stagione in vista di Euro 2021.

Al momento, dunque, vince la linea voluta da Andrea Agnelli.

 

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Gravina: “Ripresa del campionato? Solo ipotesi”

Gravina: “Ripresa del campionato? Solo ipotesi”

In una lunga un’intervista rilasciata a Radio Kiss Kiss Napoli, il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha parlato della possibile ripresa o meno del campionato, delle eventuali date e dell’ipotesi playoff e play out, non risparmiando attacchi alle leghe che compongono la nostra Federazione calcistica.

Così sull’ipotesi ripresa del 3 maggio: “La ripresa del campionato il 3 maggio? Di scientifico non c’è nulla. È una data ipotizzata, stiamo lavorando su alcune ipotesi di posizionamento di un calendario, ma oggi ogni previsione è priva di fondamento. Dobbiamo lavorare sulle ipotesi. E l’ipotesi 3 maggio farebbe chiudere il campionato al 30 giugno. Ma è ipotizzabile anche il 10 e il 17 maggio. Dobbiamo essere realisti. Oggi esiste una crisi di carattere generale, il calcio è in terza o quarta fascia nelle priorità. Ottimisticamente possiamo dire che c’è possibilità di ripartire. In questo momento ci sono delle priorità diverse. Sono molte fisse nella nostra mente quelle immagini dei militari coinvolti in attività amare. Mi dedico, insieme ai presidenti delle leghe componenti, a ipotesi diversi. Vogliamo salvare la stagione 2019/20, ma bisogna avere la certezza di non danneggiare la stagione 2020/21. Vogliamo portare a termine questa stagione nel miglior modo possibile, consapevoli che viviamo uno stato di emergenza generale”

Il presidente Gravina ha poi attaccato le leghe della Federazione: “La possibilità di anticipare non siamo riusciti ad ottenerla, come invece successo in altri Paesi. Dobbiamo essere più lungimiranti per prevedere anche ipotesi impreviste e stavolta non ci siamo riusciti. Ma questa è una emergenza impensabile, imprevedibile. Ma da questa esperienza dobbiamo trarre degli insegnamenti, non solo nel mondo del calcio. Le diverse leghe componenti potrebbero essere tutte più partecipi e collaborative per tracciare una strada per il nostro sistema. Ce lo auguriamo per il calcio e per tanti settori dell’economia del nostro Paese. Il calcio sta soffrendo, soffrirà, pagherà un prezzo molto alto, salato. Ma questo non riguarda solo il calcio. Nella speranza che questo prezzo possa avere una sorta di ritorno, nella sensibilità di ognuno di noi, nel dare un contributo positivo allo sviluppo dell’economia”

Infine sulla possibilità di cambiare il regolamento del campionato per portarlo a termine: Playoff e playout è un’idea. Non ci sono termini stabiliti. E’ un’idea marginale rispetto a quella della definizione del campionato. Se si può giocare con playoff e playout vuol dire che qualche partita di campionato si può giocare. Stiamo lavorando. Le ipotesi sono diverse: congelare la classifica; non assegnare i titoli; cercare di trovare una modalità per salvaguardare la competizione sportiva, tra le prime 4 ad esempio della Serie A o chi può avere titolo; cercare di non disputare, se non sarà permesso, ogni partita, ossia finisce qui il campionato e lì bisognerà capire il da farsi. Nell’ambito di tutta questa programmazione c’è da inserire una finestra per le Nazionali nel mese di giugno, ci sono da completare le competizioni internazionali e per quanto ci riguarda anche la Coppa Italia. Oggi dobbiamo essere responsabili”.

 

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Le difficoltà economiche della Serie A

Le difficoltà economiche della Serie A

L’ emergenza Coronavirus ha causato la perdita di quasi un miliardo euro, i club chiedono aiuto alle istituzioni, mentre la Lega prepara le contromosse per combattere le difficoltà economiche. Se la Serie A non dovesse ripartire andrebbero in fumo 720 milioni, ai quali vanno sommati i ricavi “indiretti”, che farebbero sforare la cifra ampiamente sopra il miliardo. Gravina e Dal Pino sono incaricati di far da tramite con il governo, portando sul  tavolo le idee dei club:

  • la cancellazione del bando pubblicitario imposto alle società di scommesse, con conseguente revisione del Decreto Dignità nella parte in cui vieta le sponsorizzazioni;
  • revisione della legge Melandri sui diritti televisivi;
  • una modifica della normativa sugli stadi, con un conseguente alleggerimento burocratico, che possa facilitare i progetti di costruzione.

Queste sono le proposte delle società, che  hanno la necessità che il governo si renda disponibile a rilanciare l’economia, compresa quella calcistica.  Nel frattempo si lavora anche ad una nuova contrattazione degli stipendi con i calciatori, allenatori e dirigenti, con la speranza che tutti possano rinunciare a qualcosa per il bene del paese.

 

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