Modificato il protocollo FIGC, Spadafora: “Allenamenti di gruppo dal 18 maggio”

Modificato il protocollo FIGC, Spadafora: “Allenamenti di gruppo dal 18 maggio”

Annuntio vobis gaudium magnum, habemus ripresa degli allenamenti! Il 18 maggio, come previsto dal Governo dall’inizio della Fase 2 e come sperato dai vari club di Serie A che avrebbero addirittura anticipato quella data, se fossero stati loro a decidere. Protocollo FIGC modificato e accettato secondo le osservazioni fatte dal CTS, pertanto si può andare avanti verso la ripresa del calcio cominciando dalla ripresa degli allenamenti collettivi di squadra. Come riportate da Goal.com, andiamo a vedere le parole del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora dopo la consegna del protocollo FIGC riveduto:

“Pochi minuti fa ho ricevuto una lettera del presidente della FIGC Gravina, in cui ha reso noto che la Figc ha accolto tutte osservazioni del Comitato Tecnico Scientifico, riadattando il protocollo consentendo senza altre difficoltà di riprendere gli allenamenti dal 18 maggio“.

Ma in cosa è stato modificato il protocollo FIGC? Come riportati da Onefootball, andiamo a vedere i quattro punti rivisti che hanno permesso la ripresa degli allenamenti di squadra al 18 maggio:

– Qualora durante il periodo di quarantena volontaria ci sia un positivo si dovrà provvedere all’immediato isolamento del soggetto interessato in una stanza ben aerata che dovrà rimanere chiusa, senza che nessuno possa accedervi ad eccezione delle squadre di emergenza.

– Nel caso sopraindicato, tutti gli altri componenti del gruppo dovranno non avere contatti con qualsiasi altro soggetto esterno per 14 giorni.

– In caso di accertata positività del soggetto, nei confronti dei suoi contatti stretti (verosimilmente tutto il gruppo squadra nel caso si tratti di uno dei suoi componenti, si procederà a: 1) isolamento fiduciario di tutto il gruppo per 14 giorni con sorveglianza attiva. 2) ripristino delle misure più rigide di distanziamento e sospensione temporanea degli allenamenti collettivi fino alla ripetizione dei test molecolari e sierologici. 3) pulizia e sanificazione di tutti i locali.

– L’intera delegazione sportiva (calciatori, personale dirigente, assistenti, maestranze e tutti gli altri lavoratori a qualsiasi titolo coinvolti) rimarrà posta, come è ovvio, sotto il controllo sanitario e la responsabilità dell’Autorità Sanitaria Locale su cui ricade la competenza della struttura ricettiva che ospita la delegazione medesima.

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Serie A, passo indietro del Governo, il 4 maggio ripartono gli allenamenti

Serie A, passo indietro del Governo, il 4 maggio ripartono gli allenamenti

L’ufficialità è arrivata in tarda mattinata: il 4 maggio ripartono gli allenamenti della Serie A. Il Governo cede alle pressioni del mondo sportivo, e quindi dal prossimo lunedì anche gli sport di squadra potranno tornare ad allenarsi. Il sito One football riporta la comunicazione che il Governo ha girato ai Prefetti per ufficializzare la decisione:

“E’ consentita, anche agli atleti e non, di discipline non individuali, come a ogni cittadino, l’attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento”.

Anche in questa situazione è stata messa in luce la forte tensione che al momento vige tra il Governo e le Regioni, infatti Emilia Romagna, Campania, Lazio e Sardegna avevano anticipato già ieri, tramite delle ordinanze, la possibilità di tornare ad allenarsi dalla prossima settimana. Nella confusione è anche intervenuto il presidente del Cagliari Giulini; il presidente del club sardo ha specificato che i rossoblu, nonostante l’apertura governativa, vorrebbero tornare a lavoro solo in presenza di un protocollo chiaro volto alla tutela di ogni singolo lavoratore presente nei centri sportivi. Tornare ad allenarsi senza un protocollo potrebbe essere inutile alla ripresa, ma anche ad un’ipotetica sospensione.

 

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Trigoria pronta, ma il Governo posticipa la ripresa degli allenamenti

Trigoria pronta, ma il Governo posticipa la ripresa degli allenamenti

Nella politica, così come nel nostro calcio, da sempre c’è poca chiarezza, ed anche questa volta si è persa occasione per esser chiari con la popolazione. Si era parlato di Fase 2, con conseguente ripresa degli allenamenti il 4 maggio nei vari centri tecnici rigorosamente da sanificare, nei quali poi far trascorrere alla squadra una sorta di ritiro per isolarli dai possibili contagi dell’ambiente esterno. Tutto da rifare. Il Governo, nella figura del Premier Giuseppe Conte, ha emanato un decreto che prevede la ripresa degli allenamenti il 18 maggio, data comunque troppo ravvicinata all’eventuale ripresa del campionato ipotizzata per giugno.

Come riportato da Il Messaggero, in vista della ripresa prevista inizialmente per il 4 maggio, la società Roma aveva predisposto la sanificazione di Trigoria in questi giorni, processo che avrebbe avuto 2-3 giorni di durata, ma che all’improvviso è stato cancellato e posticipato a ridosso della ripresa degli allenamenti per via del decreto che ha cambiato i piani della società. Sia i dirigenti che l’allenatore della Roma sono rimasti spiazzati da questa decisione ed insieme alle altre società stanno sperando che il Governo torni sui suoi passi e permetta la riapertura dei centri d’allenamento quanto prima, visto che nel decreto emanato non solo c’è stata la posticipazione degli allenamenti a due settimane più tardi del previsto ma è stato anche impedito alle società di portare l’intera squadra ad allenarsi al proprio centro sportivo.

Da Trigoria fanno sapere che al centro sportivo Fulvio Bernardini ci sono ben sei campi e spazio in abbondanza per non concentrare tutti i giocatori e lo staff nella stessa zona, e trattandosi di un processo iniziale di riatletizzazione non servirebbe nemmeno che si allenino tutti insieme. Il preparatore atletico della Roma, il fidato Nuno Romano di Mr Fonseca, giorni fa a Roma TV aveva dichiarato che: “Quello che è più difficile è conservare la resistenza dei giocatori in questo momento. Allenarsi con una cyclette, come stanno facendo ora i calciatori, è completamente diverso dal correre su un campo da calcio ed è lontano dalle specificità del campo, come ad esempio sprintare, calciare, fare azioni ad alta intensità, cose che bisogna cercare di replicare in un appartamento o in una casa”.

 

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Acerbi tuona contro il Governo “il 18 potrebbe essere tardi”

Acerbi tuona contro il Governo “il 18 potrebbe essere tardi”

Il centrale difensivo della Lazio Acerbi stamattina ha parlato ai microfoni di LazioStyle Radio commentando le nuove direttive governative riguardanti la ripresa degli allenamenti. L’ex calciatore del Sassuolo ha praticamente rimarcato gli stessi concetti espressi da Parolo ieri: non si capisce cosa cambi tra correre al parco o nel proprio centro sportivo con tutti i controlli medici del caso. Ecco le sue parole riportate da Tuttomercatoweb:

“Cosa avete pensato in questi due giorni dopo la conferenza del Premier Conte e le dichiarazioni del Ministro dello Sport Spadafora?
Io sono un calciatore e cerco di fare bene il mio mestiere. Non voglio fare polemica, ma c’è qualcosa che non quadra e penso di parlare a nome di tutti i giocatori. La corsa nei centri sportivi, con tanti campi, è più sicura a quella fatta in un parco pubblico, dove la distanza può non essere rispettata. Da quello che sento, è una cosa non chiara un po’ a tutti visto che si parla del tema sicurezza. Per quanto è grande Formello noi rischiamo anche di non vederci con gli altri compagni: per noi è importante allenarsi in campo con gli scarpini. Abbiamo sempre rispettato le norme, ma ora sono perplesso: non ha senso aprire i parchi e non permetterci di andare al campo.

Le risposte del governo?
Siamo abituati a muoverci, è la nostra passione e il nostro lavoro. Lavoriamo sempre in un certo modo, abbiamo bisogno di adrenalina per raggiungere gli obiettivi. Adesso che ci sarebbe la possibilità di andare nei centri sportivi, rispettando il decreto, non si può. Non è per creare polemica, è perché vorremmo capire perché correre nei parchi va bene e nei campi no. Se ci danno una motivazione adeguata, la accettiamo, ma il governo non ci ha neanche risposto. Non stiamo dicendo di fare le partitelle, ma solo di correre sul verde dei campi.

Le modalità di allenamento:
Abbiamo la fortuna di avere una struttura come quella di Formello. Ci sono 9-10 ore di luce da sfruttare durante il giorno, se ci dividono sui tanti campi non si incontrano neanche i compagni. Si fa un’oretta di corsa, senza palla e in piena sicurezza, prima di tornare a casa: perché non si può? Vorremmo delle risposte per fare al meglio il nostro lavoro, mi sembra è una richiesta legittima.

Il sistema calcio ha un valore sociale ed è una delle più grandi industrie del paese, su cui si reggono altri sport individuali…
Il calcio è lo sport più amato ed è un’industria. È normale che ci sia più voglia di riprendere, è fondamentale per l’economia nazionale. Vogliamo ricominciare nel modo giusto, rispettando anche le persone scomparse e chi ha perso il lavoro e non arriva a fine mese. Diventa dura riprendere la Serie A se non ci possiamo allenare individualmente il 4 maggio, perché si passerebbe al 18 e ci sarebbe poco tempo per finire il campionato. Adesso non stiamo staccando, dobbiamo farci trovare pronti: non siamo in vacanza, quindi servirà del tempo anche prima di cominciare la prossima stagione.

Un messaggio per le persone che si ammalano:
Bisogna tenere duro, nella vita ci sono sempre due strade: una è quella giusta e l’altra è quella sbagliata. La prima fa più paura all’inizio, perché ci sono degli ostacoli, ma se li superi diventa tutto più bello. Serve forza d’animo per oltrepassare le paure e prendere la direzione giusta non arrendendosi”.

 

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Coronavirus, ecco perché la Serie A rischia di non riprendere

Coronavirus, ecco perché la Serie A rischia di non riprendere

Sono giorni decisivi per il calcio che sta provando a ripartire per tornare, in un certo senso, alla normalità; tante le idee per terminare la stagione calcistica. Il primo campionato che dovrebbe riprendere è la Bundesliga il prossimo nove maggio? E la Serie A? Nei giorni scorsi si vociferava di far tornare in campo le squadre del massimo torneo calcistico italiano nell’ultimo weekend di maggio. Una speranza per tutti i tifosi che, nonostante non si possa andare allo stadio, vogliono rivedere la loro squadra del cuore e tornare a lottare con i proprio beniamini. Questa ipotesi, però, sembra difficilmente realizzabile; il Governo, infatti, ha deciso che gli allenamenti potranno essere svolti solo a livello individuale (massimo in due rispettando la distanza di sicurezza) e non di squadra. Il problema principale sta nel divieto di utilizzare il pallone, probabilmente fino al termine di maggio, perché considerato un possibile mezzo di contagio quando, ad esempio, si va a colpire la sfera di testa. Un problema non da poco: come si può pensare di tornare in campo se non ci si può allenare con lo strumento principale del calcio, il pallone? Un’altra domanda che l’emergenza coronavirus pone alle società calcistiche e soprattutto a chi è chiamato a prendere una decisione in merito. Se la Bundesliga sembra pronta a tornare in campo, la Serie A compie un sensibile passo indietro verso il ritorno alla normalità. Ma in Germania non si gioca ugualmente con il pallone? Non ci sono gli stessi rischi di contagio? La risposta ad entrambe le domande è abbastanza semplice: sì. Ma allora, quello che si fatica a capire, è perché loro avrebbero deciso di tornare in campo mentre in Italia ci sono più dubbi che certezze.

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La Serie A chiede aiuto al Governo per fronteggiare il coronavirus

La Serie A chiede aiuto al Governo per fronteggiare il coronavirus

Sono giorni importanti per capire come procedere nel tentativo di contenere il coronavirus, l’emergenza sanitaria che sta paralizzando il mondo intero. Il calcio naviga a vista con la speranza, al momento vana, di poter far terminare la stagione. L’europeo è stato rimandato al prossimo anno, le finali di Champions ed Europa League sono state posticipate a fine giugno. I campionati nazionali? Difficile dare una risposta certa a questa domanda. La Serie A vorrebbe tornare in campo ai primi di maggio per evitare una perdita pari a un miliardo di euro. Per non trovarsi in uno scenario drastico e che porterebbe ripercussioni pesanti, la Serie A è pronta a chiedere aiuto al Governo. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport uno dei punti riguarda la cancellazione del bando pubblicitario riguardanti le scommesse in modo di poter tornare a sponsorizzare le imprese di betting. Altro argomento riguarda i diritti televisivi venduti per un triennio; l’idea è quella di non cedere al 2021-2024. Il calcio si sta muovendo nel tentativo di fronteggiare un nemico tanto invisibile quanto potente.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?

 




Coronavirus: a sorpresa la Lazio torna ad allenarsi!

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Ha destato grande stupore e non poche critiche la decisione della Lazio di tornare ad allenarsi. Come riportato da Eurosport, il club biancoceleste ha diramato un comunicato ufficiale sul proprio sito: “Dopo alcuni giorni di stop, riprenderà a breve l’attività sportiva della Prima Squadra della Capitale. I biancocelesti torneranno a lavorare all’interno del Centro Sportivo di Formello nella giornata di lunedì prossimo, 23 marzo. Sarà possibile seguire in diretta la seduta solo su Lazio Style Channel, 233 di Sky, e su Lazio Style Radio 89.3 FM”.

In barba, dunque, alle raccomandazioni dei medici ed ai decreti emanati dal Governo, la società biancoceleste tornerà ad allenarsi a Formello lunedì 23 marzo nonostante solo pochi giorni fa la Lega Serie A avesse diramato questo comunicato: “In considerazione della grave evoluzione dell’infezione Covid 19 nel mondo, vista l’emergente diffusione dei contagi anche all’interno del calcio e del personale sanitario a esso dedicato e del progressivo aggravamento della situazione che sta coinvolgendo il Sistema sanitario nazionale, i medici della Serie A esprimono forte preoccupazione circa la tutela della salute dei propri tesserati qualora venissero ripresi a breve gli allenamenti e promosse altre attività di aggregazione. Pertanto, in modo unanime, i medici consigliano di non riprendere l’attività fino a netto miglioramento dell’emergenza Covid 19.”

Una decisione, quella del club biancoceleste di Claudio Lotito, che sicuramente farà ancora molto discutere.

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