Gravina: “Non ucciderò il calcio”. Lega, sollecitazioni al Governo

Non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro“: così il presidente della Figc, Gabriele Gravina intervenendo a un meeting online organizzato dall’Ascoli Calcio.

No allo stop

Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente sociale nel nostro Paese, possa ripartire con minori individualismi. Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con ‘è finita’ dico che, finché sarò presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati. Io sto tutelando gli interessi di tutti, mi rifiuto di mettere la firma ad un blocco totale, salvo condizioni oggettive, relative alla salute dei tesserati, allenatori, staff tecnici e addetti ai lavori, ma qualcuno me lo deve dire in modo chiaro e mi deve impedire di andare avanti”.

Danni economici

“Il tempo lavora a nostro favore, il danno economico è diviso per categorie: con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro, se si dovesse giocare a porte chiuse la perdita sarebbe di 300 milioni, se si ripartisse a porte aperte la perdita ammonterebbe a 100-150 milioni, anche se quest’ultima ipotesi non è percorribile”.

Le conseguenze

“Noi abbiamo forti responsabilità contrattuali verso partner e istituzioni internazionali, Uefa, Fifa. In Francia – le parole di Gravina – è il Governo che ha stabilito ciò che doveva fare la Federazione. Il Paris Saint Germain, ad esempio, ha detto subito di aver perso 200 milioni dopo l’annuncio della chiusura del campionato ed al momento non sa se riuscirà a partecipare alle coppe europee. E anche i club della Ligue 2 hanno deciso di presentare proposte alternative. Vi immaginate quanti contenziosi dovremmo affrontare in caso di stop? Chi viene promosso? Chi retrocede? Quali diritti andremo a calpestare? Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole“. “Sento dire che dobbiamo aspettare il contagio 0 e il vaccino. In questo modo in pratica ci stanno dicendo che non potremo disputare neanche il campionato 2020/2021 – ha aggiunto il n.1 della Figc – Quando sarà pronto il vaccino? Quando sarà disponibile? C’è differenza tra il gioco del pallone nelle piazzette e negli oratori e l’industria calcio, che è un’altra cosa. Ai calciatori con famiglie cosa diremo? Che magari per i prossimi 2-3 anni dovranno cambiare mestiere?”.

Play-off e play-out: la proposta di Gravina

Gravina ha invitato a una riflessione: “non è il caso di fare una riforma, intesa come modalità di sviluppo sostenibile e non solo per quanto riguarda il format playoff/playout? – le sue parole – E’ questo il tema su cui dobbiamo concentrarci: siamo gli unici in Europa ad avere cento squadre professionistiche e non si possono più sostenere. Questa è la mia progettualità e lo dico da imprenditore, non da politico; sono portato a fare i calcoli ed a capire le criticità delle Leghe. Il vero imprenditore deve alzare l’asticella della qualità”.

Intanto è atteso per oggi l’invio, da parte della Lega Serie A, di un comunicato dei club del massimo campionato all’indirizzo del governo per chiedere date certe sulla ripresa. Tuttosport fa il punto anzitutto sui motivi per cui non è arrivato già nella giornata di ieri: alcune società, a partire da Inter e Juventus, avrebbero infatti giudicato troppo pesanti i toni della prima versione del comunicato. Dopo la discussione informale di oggi, la Lega Calcio ne riparlerà in videoconferenza oggi, con l’obiettivo di arrivare a un documento che metta d’accordo tutti, ma la vera discussione ci sarà nell’assemblea odierna. L’obiettivo è quello di coinvolgere l’esecutivo e superare un eventuale scontro frontale. Ma non solo. Cellino e Cairo, infatti, sarebbero tornati a puntare i piedi, contrari alla ripartenza immediata del campionato di calcio. La maggioranza delle squadre resta per il sì e siamo ancora lontani dal rapporto di forze ipotizzato/auspicato dal ministro Spadafora, ma il fronte dell’unanimità è ancora lontano da raggiungere.

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Serie A, la ripresa slitta ancora

Serie A, ci si potrebbe tornare ad allenare a maggio, ma non il 4, come riportato da Tuttosport.

Nessun ritorno in campo per gli allenamenti in concomitanza con la “fase 2“, ma è praticamente certa la data del 18 maggio. Per questioni di sicurezza, certo, ma molto anche per esigenze politiche che rimandano alla volontà di far ripartire insieme tutte le attività sportive senza concedere una corsia preferenziale alla Serie A. Questa linea è diventata praticamente una certezza nella mattinata di ieri, poche ore prima della conferenza con gli Stati Generali del calcio, quando lo stesso ministro dello Sport  Spadafora aveva risposto alle interrogazioni in Senato. Dunque, nonostante le impressioni sul fatto che il meeting Lega Serie A-Governo si fosse concluso senza prendere decisioni, evidentemente qualcosa si è mosso e ad oggi, almeno secondo il giornale di Torino, questo ne sarebbe l’esito.

In campo il 6 giugno

Due settimane in più complicheranno un poco i piani della Figc e della Lega di Serie A ma i tempi per concludere la stagione, considerando una ripartenza delle gare dal 6 giugno, ci sono per disputare tutte le gare di campionato che mancano. In questo modo la stagione potrà essere ultimata.

Insomma, due settimane in più vengono considerate un compromesso accettabile. Nei prossimi giorni Spadafora incontrerà il proprio omologo alla salute, Roberto Speranza, e poi porterà la questione in Consiglio dei Ministri. 

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Ripresa Serie A, il meeting Lega-Governo è un nulla di fatto

Ripresa Serie A: nessuna decisione!

È  finito con un nulla di fatto il vertice tra la Lega di Serie A e il ministro dello sport Vincenzo Spadafora. L’incontro tra i club e il Governo era fissato per le 12 in conference call: le squadre all’unanimità avevano espresso la loro volontà di tornare a giocare nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e sicurezza.

Spadafora si è così espresso al termine del meeting che si è concluso con un nulla di fatto, lasciando ancora nell’incertezza istituzioni, presidenti, addetti ai lavori, tecnici, calciatori e tifosi:”È nostra intenzione studiare un programma che permetta di ripartire con gli allenamenti dal prossimo 4 maggio. Riprendere è necessario! Sappiamo di dover riaprire perché lo sport ha un valore economico e sociale. Nei prossimi giorni, dopo un confronto con il Ministro della Salute e il Comitato tecnico scientifico, emaneremo le disposizioni aggiornate in merito alla possibilità e alle modalità per una ripartenza degli allenamenti.

I punti in sospeso:

  • Protocollo sulla ripresa: il ministro non si è espresso sulla validità del protocollo messo a punto nei giorni scorsi dalla FIGC per quanto riguarda la ripresa in sicurezza degli allenamenti
  • Dubbi sulle strutture: molte delle squadre di Serie A non hanno campi di allenamento o strutture idonei per effettuare ritiri prolungati in sicurezza viste le nuove norme sanitarie a tutela dei calciatori
  • Nodo contratti e prestiti in scadenza fino al 30 giugno: per completare le competizioni vanno prolungati ma essendo contratti non possono essere modificati ulteriormente
  • Responsabilità in caso di nuovi positivi a COVID-19: su chi cadrebbe se saltasse fuori un positivo tra giocatori, allenatori, staff, medico ecc? I club non vogliono prendersene carico.

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Gravina:” Fermarsi? Un disastro. Vincerà chi farà più punti”

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha parlato alla trasmissione Che tempo che fa su Rai 2 in merito all’attuale situazione del calcio italiano, la cui ripresa era stata pronosticata per giugno. Gravina precisa di voler lasciare al Governo la responsabilità di un eventuale stop ai campionati: “Fermarsi oggi sarebbe un disastro. Se il calcio non ripartisse, ci sarebbe un pesante impatto negativo sul settore ma anche sul Paese, visto che movimentiamo circa 5 miliardi. Chi vincerà il campionato? La squadra che farà più punti perché sono convinto che continueremo a dare gioia e speranza agli italiani. Io non ho mai preso in considerazione l’idea di fermarci, non posso prendermi questa responsabilità: non posso essere il becchino del calcio italiano“, ha aggiunto, sottolineando che per quanto riguarda i rischi sanitariè stato preparato un protocollo, che andrà validato, che garantisce la negatività di un gruppo chiuso, non vedo quindi questo tipo di preoccupazione”.

Ci sono due correnti di pensiero: quella per la quale si dovrebbe chiudere tutta l’attività collegata al mondo dello sport e c’è una corrente che porto avanti che è quella di continuare“. Gravina ricorda di aver parlato di giugno: “Spero che l’Italia nel mese di giugno possa avere la possibilità di vivere un momento di sollievo diverso a quello che stiamo vivendo in questo momento”.

Proprio nel processo di ritorno in campo, sabato la commissione medica della Federcalcio ha consegnato il protocollo per la ripresa ai ministri dello Sport e della Salute, in attesa di un loro via libera per programmare il “restart” del campionato.

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Quale futuro per la Serie C? Galliani: “decide la FIGC”

Quale futuro per la Serie C?

È scontro su tutti i fronti. Balata (Serie B), Ghirelli (Serie C) e Sibilia (LND) non si sono trattenuti e nella giornata di ieri si sono scontrati duramente sul futuro delle rispettive leghe delle quali sono a capo. Tutto nasce dalla decisione del presidente della Serie C Ghirelli di terminare qui il campionato 2019/2020 di Serie C, promuovere direttamente in B le prime in classifica dei tre gironi (Monza, Reggina e Vicenza), sorteggiarne una quarta da promuovere senza tener conto dei punti e bloccare le retrocessioni in D. Questa decisione, inutile dirlo, ha destato l’ira di numerosi club che lottano per recuperare punti alle prime (fra tutti il Bari di De Laurentiis), del presidente della LND Cosimo Sibilia e del presidente della Serie B Mauro Balata.

Mauro Balata ha risposto così alle proposte di Francesco Ghirelli, con un comunicato apparso sul sito della Lega Serie B: “Le proposte avanzate dalla Lega Pro appaiono totalmente non condivisibili e irricevibili. Ci si riferisce sia alla scelta di interrompere la disputa del campionato in modo unilaterale, in un momento in cui il calcio italiano sta tentando la ripresa, sia ai meccanismi di passaggio di categoria, dove l’idea di procedere a un sorteggio per individuare la quarta società da promuovere in Serie B appare alquanto fantasiosa oltre che sconosciuta nel nostro sistema professionistico, e dunque una prospettiva che non può essere contemplata neppure in astratto. Senza alcun intento polemico, si ritiene in ogni caso necessario l’autorevole e urgente intervento del Presidente Federale, vista anche la preannunciata celebrazione delle seduta assembleare della Lega Pro del 4 maggio, affinché venga tutelato e affermato il valore delle regole e preservate le ragioni di tutte le componenti, riconducendo il tema nella sede federale deputata”.

Anche Cosimo Sibilia ha risposto con un comunicato apparso sul sito della LND: “Questa proposta peraltro, non è stata concordata né preventivamente illustrata dal presidente della stessa Lega Pro alle altre componenti federali direttamente interessate. Ovviamente ogni modifica regolamentare sulla specifica materia deve essere valutata dal Consiglio Federale della FIGC e, sul punto, la LND intende sin da ora chiarire che nessuna soluzione penalizzante per le Società che militano nel Campionato di serie D e, di riflesso, nei Campionati di Eccellenza potrà essere approvata e trovare l’adesione dei Dilettanti. Risulta evidente, in ogni caso, che proprio in momenti di particolare difficoltà, come quelli che stiamo vivendo, sarebbe necessaria una condivisione di sistema e un preventivo confronto nella sede più idonea, che resta la FIGC e il suo organo direttivo. Stupisce, inoltre, che nel mentre si evidenzia una situazione di crisi che attraversa il mondo professionistico, si propongano soluzioni che non solo non tengono conto dell’attuale format ma che, in contraddizione con l’accertata problematica della sostenibilità di un numero elevato di società della sfera professionistica, soprattutto in Serie C, addirittura ne preveda un aumento. La LND é certa che il Presidente Federale Gravina, che anche pubblicamente ha sottolineato l’esigenza di agire unitariamente per il bene del calcio italiano, sia di vertice che di base, saprà evitare fughe in avanti da parte di singole componenti”.

Galliani: “decide la FIGC”

Adriano Galliani, AD del Monza, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Giornale proprio sul futuro della Serie C e non solo: “Finire i campionati è infinitamente meglio che non giocare più, la prima data utile sembra quella di giugno ma se così non fosse dovremmo spostare le lancette più in là. Si potrebbe terminare con calma la stagione 2019-20, anche oltre settembre, e ripartire nel 2021 con la nuova stagione. La soluzione potrebbe essere quella di dividere la Serie A in due gironi da dieci squadre con le prime otto o le prime quattro che si sfidano ai play off per lo scudetto, facendo durare la stagione solo cinque mesi. Nel 2022 ci saranno i Mondiali in Qatar da novembre a dicembre, possiamo allinearci tornando poi al classico svolgimento della stagione tra agosto e maggio. Da quello che so e leggo, i campionati europei finiranno in periodi diversi da loro. Quindi si potrebbe trasformare la data del 30 giugno nella frase ‘fino ai termine del campionato’. Ovviamente andrà chiuso il mercato fino alla conclusione dei tornei in modo che chi non accettasse la nuova clausola, non possa accasarsi in un’altra squadra a campionato ancora in corso. Quello di Serie C è un campionato senza risorse che vive grazie al mecenatismo di 60 eroi che investono 120 milioni l’anno nel settore. Chissà quanti resisteranno alla tempesta economica prodotta dal virus”.

 

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Calcio italiano, ci siamo: ecco il protocollo per la ripresa degli allenamenti

Come ripartiranno gli allenamenti delle squadre ITALIANE?

Nelle ultime ore la commissione medica della Figc ha inviato al Governo il protocollo ufficiale che le squadre di calcio italiane dovranno seguire per tornare ad allenarsi. I due documenti regolano le norme di condotta generale e le misure da adottare durante gli allenamenti. Ecco i punti principali:

LA PREMESSA: NIENTE RISCHIO ZERO E DECIDE IL GOVERNO

Il documento precisa che “in mancanza di una prevenzione realmente efficace (vaccino, ndr), il rischio zero di contagio non esiste“. L’autorizzazione alla ripresa degli allenamenti e il giorno in cui potranno riprendere arriverà solo dalle “competenti autorità di governo” e non dai medici.

SANIFICAZIONE DELLE STRUTTURE E PROTEZIONE PER IL PERSONALE SANITARIO

Prima di entrare in ritiro, andranno sanificate tutte le strutture in cui risiederanno squadre, staff tecnico e personale extra-sportivo (come cuochi, addetti alle pulizie ecc): raccomandata la “pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali” e “la ventilazione dei locali”. Il personale sanitario addetto ai test Covid-19 dovrà essere fornito di dispositivi di protezione individuali quali mascherine, guanti e occhiali protettivi. La sanificazione ovviamente sarà periodica e riguarderà anche i macchinari delle palestre e per pullman e mini-van.

ESAMI E TAMPONI PRIMA DELL’ALLENAMENTO

Giocatori e staff tecnico dovranno sottoporsi a visite mediche, rilievo della temperatura, tamponi e indagine sierologica  (da ripetersi ogni due settimane) tra le 96 e le 72 ore precedenti al primo allenamento, mentre “il personale extra” non dovrà sottoporsi a test. Inoltre dovranno compilare un questionario su eventuali sintomi, ultimi spostamenti e contatti con persone positive.

GUARITI

Diversa la questione per chi ha contratto il virus ed è guarito. I medici spiegano che è considerato guarito chi “risolve i sintomi dell’infezione e risulta negativo in due test consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro”. Per i guariti verranno effettuati ulteriori specifici esami per capire se organi come cuore e polmoni abbiano avuto conseguenze dopo la contrazione del virus.

MAXI-RITIRI SENZA CONTATTI ESTERNI

Via al ritiro permanente chiuso: evitare assembramenti anche laddove è più difficile (spogliatoi, sale massaggi, sala da pranzo ecc), niente contatti con l’esterno, rilevazione quotidiana della temperatura. Le docce meglio fatte singolarmente in camera. Chiunque dovesse necessariamente accedere al luogo d’allenamento dovrà farlo adeguatamente coperto con mascherine e guanti e per un tempo limitato.

LA PRIMA SETTIMANA DI ALLENAMENTO

Ogni giorno test sierologici nei primi sette giorni di allenamento, che sarà effettuato in piccoli gruppi e preferibilmente all’aperto. Ogni giocatore dovrà essere a distanza di due metri dal compagno, uguale misura in palestra dove i massaggiatori dovranno indossare “mascherine, guanti, occhiali” e i calciatori “la mascherina chirurgica”. Riunioni tecniche in videoconferenza.

LE SETTIMANE A VENIRE

“Graduale ritorno alla normalità” con i piccoli gruppi di allenamento che man mano si allargheranno “fino alle simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi) con rispetto, quando non indispensabile, delle distanze interpersonali”. Gli allenatori dovranno indossare mascherine.

LA QUESTIONE PASTI

I giocatori mangeranno a distanza di due metri l’uno dall’altro e non dovranno entrare in contatto con il personale del ristorante, che comunque vestirà mascherina e guanti. Prima dell’ingresso nella sala mensa, lavaggio delle mani e disponibilità di “soluzioni idroalcoliche disinfettanti”. Le società senza foresteria dovranno “identificare un albergo di riferimento utilizzato in esclusiva. Naturalmente, è necessario utilizzare stanze singole. Soprattutto nella prima settimana non dovrà essere consentita attività ricreativa in bar, sale giochi, etc”.

LE EVENTUALI NUOVE POSITIVITÀ

Se un giocatore o un membro dello staff tecnico manifestasse sintomi correlati a infezione dovrà essere “isolato in una stanza ben aerata che dovrà rimanere chiusa, senza che nessuno possa accedervi ad eccezione delle squadre di emergenza e degli addetti al soccorso aziendale”. Inoltre “nei confronti dei suoi contatti stretti si procederà a isolamento fiduciario con sorveglianza attiva fino alla ripetizione dei test molecolari rapidi (2 test a 24 di distanza) e sierologici e verificare la loro negatività. I test sierologici saranno ripetuti entro 5-7 giorni”.

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Ripresa degli allenamenti, il protocollo è stato inviato!

Ripresa degli allenamenti, il protocollo è stato inviato!

Comune riportato da ANSA, il presidente della FIGC Gabriele Gravina nel primo pomeriggio ha inviato il protocollo contenente tutte le disposizioni per la ripresa in sicurezza degli allenamenti delle squadre di calcio, studiato dalla commissione medico scientifica della Federcalcio con l’aiuto di esperti del settore. I ministri Vincenzo Spadafora e Roberto Speranza, rispettivamente a capo dei Ministeri dello Sport e della Salute, ora valuteranno il protocollo pensato e studiato dal gruppo di lavoro capeggiato dal Professor Paolo Zeppilli. La ripresa degli allenamenti è prevista per il 4 maggio, le squadre potranno tornare al lavoro ma con rigidi criteri di sicurezza: i giocatori verranno costantemente monitorati e i contatti con l’esterno dovranno di fatto essere azzerati, pertanto alcune squadre risolveranno la situazione andando in isolamento nel proprio centro sportivo sanificato, altre avranno invece bisogno di appoggiarsi a una struttura esterna ovviamente sanificata.

Gabriele Gravina nella giornata di ieri aveva rilasciato un’intervista alla trasmissione di RaiRadio1 “Un Giorno da Pecora” toccando proprio l’argomento ripresa degli allenamenti: “Condivido la speranza del ministro dello Sport Spadafora di poter ripartire il 4 maggio, con tutte le dovute cautele e garanzie. Abbiamo elaborato un protocollo sanitario rigido e attento, ma flessibile, e lo consegneremo domani ai ministri SpadaforaSperanza. Ci sarà un periodo di controllo per garantire la negatività di tutti coloro che partecipano agli eventi: se sono tutti negativi, non ci sono problemi di distanziamento, né di contagiosità. Serviranno tre settimane di sicurezza; quindi, tra fine maggio e inizio giugno si può iniziare. È un programma che riguarda la Lega di A, siamo in attesa del calendario. Mi auguro che ognuno possa giocare nel proprio stadio; se non sarà possibile, troveremo soluzioni alternative. E’ un momento complesso per il nostro Paese, per l’economia e per il calcio che è una delle industrie più importanti. Con senso di responsabilità, disponibilità e buon senso, troveremo la giusta via. Chi invoca oggi l’annullamento della stagione non vuole bene né al calcio, né agli italiani togliendo la speranza di futuro e ripartenza. Su questo terrò duro fino alla fine. Il 4 maggio è la data fissata dal Dpcm, noi ci stiamo attenendo e, puntualmente, cerchiamo di fare programmazione”.

 

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Le decisioni prese nell’assemblea di Lega

Le decisioni prese nell’assemblea di Lega

È terminata l’assemblea di Lega tra i vertici della Serie A ed i vari club. Questa è la note che si può leggere sul sito della Lega Serie A:

Impatto del Covid-19 sul sistema calcio

Il coronavirus ha costretto il mondo intero ad affrontare una crisi senza precedenti. L’Italia è tra le nazioni più colpite con una drammatica caduta del PIL del Paese e milioni di lavoratori interessati dalla misura degli ammortizzatori sociali.

Il settore calcio vivrà parimenti una situazione estremamente difficile, anche in caso di ripresa differita delle restanti partite di campionato e di Coppa Italia, mettendo a repentaglio la tenuta di tutto il sistema, da sempre sostenuto dalla Lega Serie A grazie al contributo mutualistico versato per le serie minori e gli altri sport.

Linee guida Lega Serie A su riduzione compensi a calciatori, allenatori e tesserati federali della prima squadra

Il contesto sopra descritto richiama tutti ad un atto di forte responsabilità, con i Club pronti a fare la propria parte sostenendo ingenti perdite per garantire il futuro del calcio italiano.

Perdite che necessariamente dovranno essere contenute incidendo sulla riduzione dei costi, la cui principale voce per le Società è rappresentata dal monte salari. In linea con le azioni volte a diminuire il costo lavoro adottate a livello nazionale e internazionale, la Lega Serie A ha deliberato oggi, all’unanimità con esclusione della Juventus che ha già raggiunto un accordo coi propri giocatori, una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre. Questo intervento, necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020. Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati.

Termine della stagione sportiva 2019/2020

La Lega Serie A sta seguendo l’evoluzione dello scenario in stretto coordinamento con la Uefa, la FIGC e l’ECA. È stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno.

L’Assemblea riunita oggi ha inoltre analizzato le raccomandazioni per la ripresa di gare e allenamenti delle varie discipline sportive prescritte dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, alla luce dell’attuale situazione di emergenza sanitaria. A tal proposito entro fine settimana la Federcalcio emanerà le relative norme medico sanitarie.

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?




Il “Piano Marshall” per salvare il calcio italiano

Il “Piano Marshall” per salvare il calcio italiano

Il Coronavirus ha messo in ginocchio il Paese e, di conseguenza, il calcio italiano. In questi giorni i club di Serie A si sono riuniti coi vertici delle Lega A e della FIGC per trovare soluzioni ai tanti problemi che si sono presentati dopo lo stop del calcio per l’esplosione del virus.

Secondo quanto riportato da Il Corriere dello Sport, club e vertici del calcio italiano hanno concordato quattro punti di un vero e proprio “Piano Marshall” da presentare al Governo per rilanciare il calcio e non condurlo al collasso:

1) Esenzione fiscale per tutto il periodo di inattività. In più verrà chiesto di accelerare il processo per varare delle nuove leggi per stadi e diritti TV.

2) Ritorno degli sponsor legati alle scommesse con una percentuale sul volume delle giocate che finisca direttamente nelle casse dei club. Verrà quindi chiesta l’abolizione del “decreto dignità”.

3) Taglio degli stipendi dei giocatori proporzionato al periodo di stop dei campionati.

4) Un nuovo gioco tipo “Totocalcio” i cui proventi siano destinati solo al calcio e ai club.

Come riportato da Tuttosport, durante l’ultima assemblea virtuale della Lega di Serie A alcuni presidenti si sono scontrati verbalmente: Lotito ha battibeccato dapprima con Cellino qualche giorno fa, ieri poi con Agnelli ed infine con Preziosi; non sono comunque mancate le repliche del patron bianconero e le dichiarazioni del presidente Ferrero e del DG friulano Marino. Il presidente biancoceleste è tra tutti il più ottimista circa un ritorno in campo: «Avete visto i dati? Oh, se sta a ritirà! Ma poi lo so: io parlo coi medici luminari, quelli che stanno in prima linea, no co’ quelli delle squadre…», al che Agnelli ha replicato con una battuta: “Eh certo, ora sei diventato anche virologo”, più cauti di Lotito sono sicuramente Ferrero che ha dichiarato: “C’è gente che muore, combattiamo una guerra che non si vede e parliamo di calcio? Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita, la prima adesso è la Juve e per me finisce così” e Marino, che alla ripresa di questa stagione non pensa proprio: “Sono preoccupato per la sopravvivenza del prossimo campionato, non per questo”, ai quali si allinea anche il patron rossoblù PrezioniPer me il campionato finisce qui”.

Chi sta giocando un ruolo fondamentale per il futuro del calcio è Andrea Agnelli, che non è solo presidente di un top club come la Juventus ma è a capo anche dell’ECA ed ha dunque un continuo dialogo coi vertici UEFA e FIFA, tra i quali spicca un’amicizia importante con Ceferin. Il numero uno bianconero – scrive il Corsport – ha portato avanti le esigenze delle società che vogliono vedere assegnati i titoli domestici e definite le classifiche sul campo. La volontà è quella di creare un calendario omogeneo nel quale la ripresa dei principali 12 campionati europei sia più o meno contemporanea, ma il fatto che Champions ed Europa League verranno disputate a luglio inoltrato metterà tutti sullo stesso piano e non ci sarà concorrenza sleale. Secondo La Gazzetta dello Sport la Lega e FIGC vogliono terminare la stagione ma non sarà possibile se il campionato italiano non riprenderà entro maggio. Chi non sarà occupato nelle coppe europee andrà in vacanza a luglio inoltrato e quando la Serie A riprenderà sarà inizialmente a porte chiuse e qualcuno giocherà lontano da casa per motivi logistici. Le coppe europee potrebbero essere completate con la formula delle Final Four per semifinale e finale mentre la prossima stagione potrebbe partire dopo settembre con la fase a gironi che terminerebbe tra dicembre e gennaio e gli ottavi già a febbraio. Entro il primo giugno ci sarà da terminare la stagione in vista di Euro 2021.

Al momento, dunque, vince la linea voluta da Andrea Agnelli.

 

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Assemblea di Lega: ecco come far ripartire la Serie A

Assemblea di Lega: ecco come far ripartire la Serie A

Domani, martedì 24 marzo, i club di Serie A si incontreranno in conference call per trattare numerosi argomenti riguardo la stagione interrotta dal Coronavirus: come e quando far ripartire la Serie A, come gestire il Fair Play Finanziario, scadenze contrattuali, Coppa Italia, tagli degli stipendi ed eventuale stop definitivo con conseguenze economiche e non.

Come si legge sul Corriere dello Sport, si stanno vagliando quattro opzioni per quanto riguarda la stagione 2019/2020 di Serie A: la ripresa nel breve termine a maggio, la ripresa nel medio termine a giugno, la ripresa nel lungo termine prevista per luglio (che comporterebbe lo slittamento della prossima stagione, altri punto focale di cui discutere) o addirittura l’interruzione anticipata la stagione (che comporterebbe lo spostamento della discussione sull’assegnare o meno il trofeo, consolidare o meno le posizioni e decidere per retrocessioni e promozioni).

Si discuterà poi anche dell’eventuale ripresa della Coppa Italia, competizione che sembra più facilmente collocabile in estate ed in pochi giorni essendo rimaste da disputare solamente tre partite in gara secca.

Nell’assemblea straordinaria di Lega di domani si parlerà inoltre delle situazioni finanziarie dei club in difficoltà (viste le chiusure delle attività del decreto del premier Conte, Sampdoria e Genoa su tutte ne hanno risentito), di un probabilissimo ridimensionamento delle varie leghe che compongono la FIGC e del taglio degli stipendi dei calciatori che fra tutti i punti è il più condiviso dai vari club.

 

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