Speciale Russia 2018: Uruguay, la garra della Celeste
Speciale Russia 2018 è la nuova rubrica targata RadioGoal24 che andrà ad esplorare tutte e 32 le squadre che parteciperanno alla più famosa ed importante competizione calcistica mondiale. Percorreremo, giorno per giorno, la storia, le statistiche e le curiosità di ogni singola formazione del torneo. Vi ricordiamo che potrete seguire la diretta streaming con radiocronaca di tutte le partite sulla nostra sezione Radio, con approfondimenti radiofonici dedicati e molto altro ancora nel nostro flusso dedicato. Questa volta è il turno dell’Uruguay, una delle mine vaganti dell’intero Mondiale, mentre questa mattina è stato il turno dell’Egitto.
Il cammino verso il mondiale
L’Uruguay, che in Russia prenderà parte al suo tredicesimo Mondiale, ha come obiettivo quello di essere una delle principali protagoniste della competizione. La Celeste ha iniziato il cammino nel lontano 08/15/2015 quando si impose per due a zero in casa della Bolivia grazie alle reti di Caceres e Godin; il difensore dell’Atletico Madrid ha timbrato il cartellino anche nel tre a zero contro la Colombia. La prima sconfitta si concretizza il 12/15/2015 contro l’Ecuador ma l’Uruguay si riprende subito, sei giorni dopo, con il netto successo (3-0), ai danni del Cile. Dopo quattro giornate la Celeste ha 9 punti; bottino che aumenterà nelle due gare disputate il 26 ed il 30 marzo del 2016 quando, i ragazzi di Tabárez, ottennero quattro punti tra Brasile e Perù. Dopo la delusione della Copa America, l’Uruguay torna in campo con le qualificazioni Mondiali ma è costretto ad arrendersi all’Argentina che, con un goal del solito Messi, si porta a casa una preziosa vittoria. Da quel momento i ragazzi di Tabárez conquisteranno tre vittorie ed un pareggio totalizzando la bellezza di 11 goal; un periodo piuttosto positivo per la Celeste che, credendosi già qualificata, subisce una flessione in cui Cavani e compagni devono far fronte a tre sconfitte ed un pareggio. Il solo punto conquistato è servito all’Uruguay per tornare sul pezzo; i sette punti negli ultimi tre match consentiranno alla Celeste di strappare il pass per la Russia.
1) La Squadra

L’Uruguay giocherà il Mondiale con il 4-3-1-2 in cui l’estremo difensore sarà Muslera (il portiere ha avuto anche un passato in Serie A, con la maglia della Lazio). La difesa sarà guidata dall’esperto Godin al cui fianco giocherà Giménez, compagno di reparto anche nell’Atletico Madrid; fasce occupate da Caceres e Silva. Una delle caratteristiche principali di questo reparto è la capacità di far male nell’area avversaria dal momento che sono specialisti nel gioco aereo. A centrocampo spazio alla qualità di Bentancur e l’interdizione di Vecino; il terzo dovrebbe essere uno tra Nandez e Torreira con il primo leggermente favorito per una maglia da titolare. Il trequartista sarà De Arrascaeta che dietro le punte è sempre un’arma pericolosa; per quanto riguarda i due attaccanti ci sono, onestamente, pochi dubbi. Saranno Cavani e Suarez i due con il compito di portare goal e punti alla causa della Celeste. Entrambi sono reduci da una grande stagione nei rispettivi club e vogliono confermarsi con la maglia della nazionale.
1.1) L’allenatore: Óscar Washington Tabárez Silva

Óscar Tabárez, soprannominato El Maestro, inizia la carriera da allenatore in Sudamerica con i giovani del Bella Vista; la prima soddisfazione arriva nel 1987 quando, alla guida del Peñarol, porta a casa la Coppa Libertadores. L’avventura di Tabárez sulla panchina dell’Uruguay inizia nel 1990 quando guida la Celeste nel Mondiale italiano (saranno proprio gli azzurri ad eliminare la nazionale sud americana agli ottavi di finale). Il rapporto tra il tecnico e l’Italia, però, non finisce qui: El Maestro, infatti, nel 1994 diventa l’allenatore del Cagliari, ottenendo un buon nono posto. Meno fortunata l’esperienza alla guida del Milan, conclusasi con le dimissioni in seguito alla sconfitta con il Piacenza (per 3-2). Tabárez, le soddisfazioni più grandi, le ha avute sulla panchina dell’Uruguay: nel 2010 portò la Celeste al quarto posto, nel 2011 vinse la Copa America a distanza di sedici anni. Tante gioie ma anche molte delusioni ed una paura, quella nel luglio del 2016, quando gli venne diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré; per sua fortuna la malattia è meno grave del previsto (vi era il rischio di una paralisi) e questo permette al tecnico di continuare ad allenare. Russia 2018 sarà il quinto Mondiale di Tabárez sulla panchina dell’Uruguay.
1.2) La stella: Edinson Cavani

L’Uruguay, per fare un buon Mondiale, punterà forte su Edinson Cavani; l’attaccante del PSG è la stella ed il leader della Celeste, anche più di un certo Luis Suarez. El Matador, a differenza del suo compagno di reparto, è quello più indicato a fare goal (i 10 realizzati nel girone di qualificazione, con cui ha trascinato la nazionale in Russia, ne sono una prova). Cavani, dagli inizi al Danubio, ha avuto un costante miglioramento fino a diventare (con il PSG) uno dei migliori attaccanti al mondo. Forte fisicamente, bravo di testa e con i piedi (in particolare il destro con cui è in grado di segnare da qualsiasi posizione) sa svariare su tutto il fronte offensivo; la caratteristica principale, però, è il killer instinct con cui non perdona nessuna difesa avversaria. Attaccante completo e dal goal facile: l’Uruguay punterà su Cavani per arrivare il più lontano possibile.
2) La storia
La storia della nazionale uruguaiana ha inizio nel 1901, precisamente il 16 maggio, quando la Celeste affronta l’Argentina (che si imporrà per tre a due). Da quel momento, fino al 1916, le sfide tra le due nazionali saranno ben 34. La prima soddisfazione per l’Uruguay arriva nel 1916 quando la Celeste vinse la sua prima Copa America (diventeranno quindici grazie a quella vinta nel 2011). Per quanto riguarda i Mondiali, invece, l’Uruguay ha avuto il merito di essere stata la prima nazionale ad organizzare e vincere un campionato del Mondo (1930); il secondo successo avvenne nel 1950 in quello che è ricordato da tutti come il “Maracanazo” dal momento che la nazionale sudamericana vinse in Brasile contro la nazionale verde-oro, nettamente favorita. Quella vittoria resta l’ultimo grande trionfo in un campionato del Mondo per una nazionale che in Russia non è tra le favorite ma potrebbe essere la sorpresa.








