Speciale Russia 2018: Serbia, il condottiero è Milinkovic
Speciale Russia 2018 è la nuova rubrica targata RadioGoal24 che andrà ad esplorare tutte e 32 le squadre che parteciperanno alla più famosa ed importante competizione calcistica mondiale. Percorreremo, giorno per giorno, la storia, le statistiche e le curiosità di ogni singola formazione del torneo. Vi ricordiamo che potrete seguire la diretta streaming con radiocronaca di tutte le partite sulla nostra sezione Radio, con approfondimenti radiofonici dedicati e molto altro ancora nel nostro flusso dedicato. Questa volta è il turno della Serbia mentre questa mattina è stata analizzata la Costa Rica.
Il cammino verso il mondiale
La Serbia, inserita nel girone con Brasile, Svizzera e Costa Rica, ha iniziato il suo cammino verso la Russia con il due a due contro l’Irlanda; pareggio ottenuto grazie alle reti di Kostic e Tadic. Le prime vittorie arrivano nel mese di ottobre quando i ragazzi di Muslin (sarà esonerato per non aver mai preso in considerazione Milinkovic-Savic) ottengono sei punti contro Moldavia e Austria. Nella quarta e sesta giornata la nazionale serba affronta il Galles e, in entrambe le occasioni, è Mitrovic a recuperare la rete di svantaggio portando punti preziosi alla sua nazionale. La svolta, per Kolarov e compagni, avviene il 05 settembre con la vittoria in casa dell’Irlanda, diretta concorrente per la conquista del primo posto. Il successo, firmato proprio dal difensore della Roma, sembra poter chiudere il discorso qualificazione ma la sconfitta in Austria rimette tutto in discussione. La Serbia, per andare in Russia senza passare dai preliminari, è obbligata a battere la Georgia; la rete, firmata da Prijovic, manda in delirio un popolo intero. L’unico a non essere felice è Muslin, esonerato per “colpa” di Milinkovic-Savic.
1) Serbia: la Squadra

La Serbia, al Mondiale di Russia, si dovrebbe presentare con il 4-3-3 (modulo che sembra perfetto per esaltare e caratteristiche dei giocatori). Tra i pali ci sarà Stojkovic, estremo difensore del Partizan Belgrado mentre la linea difensiva vedrà la presenza di Kolarov, autore di una stagione strepitosa con la Roma, e Rukavina sulle fasce; al centro insieme ad Ivanovic, esperto difensore in forza allo Zenit, uno tra Spajic e Tosic. Il cervello della nazionale sarà Luka Milivojević; il centrocampista del Crystal Palace avrà il compito di far partire tutte le azioni offensive serbe. Al suo fianco spazio a due giocatori di altissimo profilo: stiamo parlando di Matic e Milinkovic-Savic. Al primo sarà affidato un compito di interdizione mentre il secondo sarà libero di inserirsi in area avversaria ed aiutare il reparto offensivo in zona goal. L’attacco può contare sulla fantasia di Ljajic (l’uomo che dovrà accendere la scintilla), la fisicità di Mitrovic e le reti di uno tra Radonjić e Prijovic. Occhio anche ai sostituti, uno su tutti Tadic; il giocatore del Southampton, a partita in corso, può essere un’arma importante per la Serbia.
1.1) L’allenatore: Mladen Krstajić

Il Mondiale 2018 sarà il primo vero appuntamento da allenatore per Mladen Krstajić, diventato commissario tecnico della Serbia dopo l’esonero Muslin. L’attuale tecnico della nazionale serba si è fatto conoscere, fino a questo momento, per le vicende da calciatore. Il difensore, nato a Zenica nel 1994, è stato costretto a trasferirsi nel 1992 in Serbia per via dell guerra civile in Bosnia-Erzegovina. Superato questo momento di difficoltà va a giocare con il Partizan ma la vera fortuna la incontra in Germania con la maglia del Werder prima e quella dello Schalke poi. In nove anni di Germania realizza le bellezza di 28 goal (non pochi per un difensore). Nel 2009 torna al Partizan con cui vince due campionati e due coppe di Serbia. Tra i ricordi più belli di Krstajić giocatore vi è quello di aver fatto parte della Nazionale serba che, nel percorso di qualificazione verso Germania 2006, subì una sola rete. Ora il Mondiale da commissario tecnico con il compito, non semplice, di passare un girone in cui Brasile e Svizzera sono le grandi favorite.
1.2) La stella: Sergej Milinkovic-Savic

E’ curioso come la stella della nazionale serba sia un giocatore che, nel corso delle qualificazioni Mondiali, non è mai stato preso in considerazione. Stiamo parlando di Milinkovic-Savic, centrocampista della Lazio cercato da mezza Europa; i motivi per cui il Sergente (soprannome datogli dai tifosi biancocelesti) non rientrasse nei piani di Muslin sono a noi sconosciuti considerando anche l’ottimo rendimento avuto con la maglia della Lazio. Milinkovic è uno di quei giocatori che è sempre meglio avere dalla tua parte. Forte fisicamente, abile negli inserimenti e con una tecnica niente male Savic è in grado di dominare e decidere le partite in ogni momento. Una delle caratteristiche principali del centrocampista è il colpo di testa; fondamentale grazie al quale potrebbe portare punti preziosi alla Serbia. Krstajić, per tentare il miracolo in un girone quasi impossibile, si affiderà al suo giocatore più importante. Quel Milinkovic-Savic rimasto a guardare le qualificazioni da casa.
2) Serbia: la storia
La Serbia, nei primi periodi della sua storia (esattamente dal 1902 al 1992), era rappresentata dalla nazionale di calcio della Jugoslavia. Nel 1992 venne fondata la nuova nazionale di calcio della Jugoslavia che però non disputò una gara ufficiale fino al 23 dicembre del 1994 quando venne sconfitta dal Brasile per 2-0; la Jugoslavia non partecipò alle qualificazioni per i Mondiali del 1994 e per gli europei del 1996 a causa di sanzioni inflitte dalla FIFA per i conflitti bellici nei balcani. Una prima svolta si ebbe nel 2002 quando il Parlamento federale di Belgrado trovò un accordo per attenuare i legami tra Serbia e Montenegro; lo Stato si trasformò da federazione a confederazione e cambiò nome in Unione Statale di Serbia e Montenegro. Questo portò dei cambiamenti anche nel calcio con la nazionale che divenne nazionale di calcio di Serbia e Montenegro. Il secondo e definitivo cambiamento avvenne il 21 maggio 2006 quando, con un referendum, il Montenegro si dichiara indipendente dalla Serbia; nonostante ciò, però, si decise di formare un’unica nazionale per partecipare al Mondiale del 2006 (competizione terminata al primo turno). La separazione ufficiale ci fu il 28 giugno dello stesso anno e la nazionale serba esordisce il 18 agosto dello stesso anno nell’amichevole, vinta, con la Repubblica Ceca. Da allora le soddisfazione per la nazionale sono la qualificazione ai Mondiali 2006, 2010 e appunto 2018.






Durante le partite di qualificazione, la nazionale svedese si è spesso affidata ad un classico 4-4-2, e in vista del Mondiale non dovrebbe cambiare molto dal punto di vista tattico. In porta ci sarà Olsen, che ha fatto decisamente bene nel doppio match contro l’Italia, togliendo più volte la sua squadra dai guai. La coppia centrale della difesa sarà invece affidata alla spregiudicatezza di Lindelof e all’esperienza di Granqvist: il primo è una giovane promessa e gioca nel Manchester United, mentre il secondo è una vecchia conoscenza della Serie A (ex Genoa), che l’anno prossimo si trasferirà nel Helsigborg. Sulle corsie laterali agiranno il terzino destro del Celtic, Mikael Lustig, e il terzino sinistro del Werder Brema, Hans Augustinsson. Per quanto riguarda il centrocampo, la Svezia può contare su un quartetto davvero niente male: la stella indiscussa è sicuramente Emil Forsberg, ma anche Claesson, Larsson e l’ex juventino Albin Ekdal possono dare il loro importante contributo. Infine le speranze dell’attacco riverseranno su Ola Toivonen del Tolosa e sull’ex Amburgo e PSV Eindhoven, Marcus Berg.
Janne Olof Andersson, meglio conosciuto come Jan Andersson, è divenuto CT della nazionale svedese dopo Euro 2016. La sua carriera da allenatore è iniziata nel 1990, quando ha ricoperto il ruolo di vice tecnico per Stuart Baxter all’Halmstads (Svezia), mentre nel 2004 ha guidato da capo allenatore lo stesso club svedese, conducendolo al secondo posto nell’Allsvenskan, ovvero il massimo campionato di Svezia. Andersson è rimasto nell’Halmstads fino al 2009, per poi dimettersi a causa di un fallimentare 13esimo posto. Nel 2011 è stato invece chiamato sulla panchina del Norrköping, squadra con cui ha vinto gli unici titoli della sua carriera: campionato e Supercoppa di Svezia nel 2015. Il 6 aprile 2016 la Federazione calcistica svedese ha comunicato in maniera ufficiale che dopo gli Europei francesi del 2016 avrebbe sostituito Erik Hamrén come commissario tecnico.
A seguito della non convocazione di Zlatan Ibrahimovic ai Mondiali, il giocatore dotato di maggior classe e talento nella Svezia è sicuramente Emil Forsberg. Il numero 10 dei Blågult (gialloblu) e del Lipsia è uno delle promesse più interessanti della Bundesliga: esterno sinistro molto bravo nell’uno contro uno, nel saper saltare l’uomo, ma soprattutto capace di realizzare molti assist utili per i compagni. In realtà nella stagione appena conclusa ne sono arrivati ben pochi (solo 4 per l’esattezza), ma i 22 realizzati nella stagione 2016-2017 rendono l’idea di come questo ragazzo classe ’91 sia determinante nell’economia di un match. Forsberg è inoltre dotato di una profonda visione di gioco e di un ottimo piede sui calci piazzati: insomma, un giocatore moderno, duttile e bravo tecnicamente, che può fare le fortune della sua nazionale in vista di questo Mondiale.
















