Nel consueto appuntamento settimanale con le stelle oggi non potevamo non parlare di Vincenzo Nibali, lo squalo di Messina, trionfatore domenica scorsa del Giro d’Italia 2016, il secondo della sua straordinaria carriera.
Un Giro d’Italia che lo vedeva partire favorito ai nastri di partenza, ma che poi si è rivelato più difficile che mai, con Vincenzo dato per finito e ormai impossibilitato a vincere solo 2 giorni prima della fine del giro a Torino.
Si perchè anche i grandi campioni possono avere giornate nere, che possono compromettere i tanti sacrifici fatti e gli sforzi per arrivare al top ai grandi appuntamenti. Ma il segreto del successo è quello di non mollare mai, anche quando tutto sembra girare male.
Ed è questo il grande segreto di Vincenzo: oltre ad essere un corridore completo, Nibali ha sempre avuto una forza d’animo fuori dal comune, che gli ha consentito di trionfare in tante corse, anche quando tutto faceva pensare al contrario.
Nato a Messina nel 1984, Vincenzo Nibali è professionista dal 2005. E’ l’unico corridore italiano assieme a Felice Gimondi ad aver vinto tutti e tre i grandi giri: Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a Espana.
Vincenzo inizia a farsi notare nel 2008 al grande pubblico, quando inizia a dare spettacolo sulle strade del giro e del Tour, ma è nel 2010 che inizia la sua straordinaria carriera di successi. Passato alla Liquigas, nel Giro d’Italia 2010, aiuta come gregario Ivan Basso ad ottenere il successo finale e la maglia rosa, ma lo stesso Nibali sale sul podio finale, chiudendo terzo e con una strepitosa vittoria di tappa, quella del Monte Grappa, che lo consacra definitivamente. Per la prima volta in carriera, indossa anche per tre giorni la Maglia Rosa, che poi cederà alla fine al capitano Basso.
Vincenzo Nibali in maglia Rossa, vincitore delle Vuelta 2010
Non partecipa al Tour e si prepara alla Vuelta, che lo vedrà assoluto protagonista. In Spagna ingaggia una lotta al filo dei secondi col corridore iberico Joaquin Rodriguez, che sembra poter battere il siciliano per pochi secondi. Ma Nibali, sull’ultimo arrivo in salita a Bola del Mundo, stacca tutti e prende la maglia rossa simbolo del primato in Spagna, che porterà fino a Madrid.
Ormai la sua carriera è segnata: Nibali può vincere le più grandi corse a tappe.
Nel 2011 punta al Giro d’Italia come capitano della Liquigas, ma trova davanti a sè un Contador strepitoso. Chiude terzo a Milano, dietro allo spagnolo e a Scarponi, ma dopo la squalifica per doping di Contador, il giro verrà assegnato a Michele Scarponi e Nibali sale in seconda posizione.
Nel 2012 rinuncia al Giro e va al Tour, dove riporta un italiano sul podio finale a Parigi, chiudendo al terzo posto la Gran Boucle, dietro alla strepitosa coppia Sky Wiggins-Froome. Dopo Gimondi, Vincenzo è l’unico italiano ad essere salito sul podio di tutti i tre grandi giri; ma lo squalo vuole di più, vuole il successo, almeno in Italia. Si presenta alle olimpiadi di Londra con l’Italia ma chiuderà male l’avventura olimpica, ma a settembre 2012 vince il campionato italiano. Passa al team Astana che gli prepara una squadra vincente per ottenere i più grandi successi.
Vincenzo Nibali in maglia rosa, vince il Giro 2013
A maggio 2013 si presenta al Giro con l’ambizione di vittoria. Nella corsa rosa, Nibali se la gioca con Scarponi, Wiggins, vincitore del Tour 2012, Evans e Hesjedal. Il siciliano dimostra sin da subito la sua superiorità in salita, staccando tutti e vincendo di potenza due grandi tappe, che lo consacrano: a Polsa e sulle Tre cime di Lavaredo, lo squalo azzanna i rivali e va a vincere il suo primo giro d’Italia, davanti a Evans.
La sua ambizione è quindi raggiunta, Nibali ottiene il successo roseo dopo un grande inseguimento, un terzo e un secondo posto. In estate torna alla Vuelta e tenta di bissare il successo del 2010. Successo che sembra ormai ottenuto dopo aver staccato i rivali nelle prime salite ma dopo una giornata critica, lo statunitense Chris Horner lo supera in classifica e vincerà la Vuelta per soli 34″ sul siciliano.
Partecipa, nello stesso settembre, al Mondiale di Firenze ma lo squalo lo perde per pochissimo, arrivando quarto. Rivince il campionato italiano e annuncia che nel 2014 non affronterà il Giro ma si preparerà per il Tour.
E così sarà. Alla Gran Boucle 2014, Nibali parte tra i favoriti assieme a Contador e Froome. Lo squalo sembra però averne di più dei rivali che sin dalle prima battute devono arrendersi al siciliano, che va a vincere la sua prima tappa al Tour per indossare per la prima volta la maglia gialla. Nibali si ripete sul pavet, dove mette in crisi i rivali, con Froome che cade e si ritira mentre Contador perde oltre 3 minuti. Alla vigilia delle Alpi, Nibali, ha grandi margini sui rivali e si ripete vincendo anche sul Tourmalet. Con il ritiro anche di Contador, complice anche qui una caduta, si apre la strada del successo finale per il giovane siciliano, che arriverà a Parigi in maglia gialla. Per lui è l’apoteosi.
Vincenzo Nibali vince una tappa al Tour 2014, in maglia gialla, che porterà fino a Parigi.
Un’impresa fantastica, con Nibali che riporta in Italia il Tour dal 1998, quando a trionfare fu l’indimenticato Marco Pantani. Con la vittoria del Tour, Vincenzo ottiene il successo a tutte e tre le grandi corse a tappe, impresa riuscita solo a Gimondi, Merckx, Anquetil, Hinault e Contador.
Il 2015 però, dopo la vittoria del Giro di Lombardia, è un anno sfortunato. Al Tour va per difendere il successo dell’anno prima, ma Contador e Froome non sono dello stesso parere. Vincenzo non è lo stesso del 2014 e si stacca dai rivali, chiudendo però con una grande vittoria all’Ape D’Huez, ma sul podio parigino non sale. Chiude quarto dietro a Froome, Quintana e Valverde. Va alla Vuelta dove prova a far classica assieme al compagno Aru, ma dopo due tappe viene qualificato. Alla fine, la corsa spagnola viene vinta proprio dal compagno Fabio Aru.
A settembre 2015 Nibali vince ancora il campionato italiano e annuncia che vuole conquistare nuovamente il Giro 2016. Si presenta così alla corsa rosa con ambizioni vincenti e dopo tappe difficili che lo davano ormai prossimo al ritiro Nibali, con una stoccata da fuoriclasse nelle ultime due tappe alpine, va nuovamente a trionfare al Giro, bissando quello del 2013.
Un’impresa stupenda, considerato che Vincenzo a sole due tappe dalla fine era ad oltre 4′ dalla maglia rosa. Chiude davanti a Chavez e un grande Valverde il podio a Torino, dimostrando a tutti la sua incredibile classe e la sua forza d’animo.
Nibali vince la tappa decisiva del Giro 2016 che lo porterà poi al successo finale
Il siciliano, dato ormai per finito, ha zittito la critica e gli sciacalli, pronti a pranzare sul suo cadavere.
« Il mio unico pensiero durante una gara è non aver paura di fare mosse decisive. Se si pensa troppo, se si inizia a giocare con il tempo, allora è finita. Bisogna non aver paura e seguire il proprio istinto. Ecco come ho costruito tutte le mie vittorie più belle »
E con una forza d’animo, sommata alla sua classe cristallina, per Nibali le imprese non sembrano impossibili: ora ha nel mirino il Tour, dove va per aiutare Aru e soprattutto i giochi di Rio 2016, dove c’è un percorso adatto alle sue caratteristiche. Chissà se Nibali riuscirà a vincere l’oro olimpico, come Bettini nel 2004 e ottenere un’impresa che neanche al “cannibale” Merckx è riuscita. Vedremo: tra squali e cannibali, la differenza non è poi tanta, anche perchè i suoi fan, giocando con il suo cognome, si chiamano proprio “i can-Nibali”. Che sia un segno premonitore? Vedremo.