In Serie A regna il caos, ora altre due idee sul tavolo di Gravina

In Serie A regna il caos, ora altre due idee sul tavolo di Gravina

Non si riesce a decidere su questa benedetta Serie A, e la questione dovrebbe sorprendere fino ad un certo punto, dato che il virus ancora imperversa nel nostro paese. Le perplessità sono rivolte a come la Federazione, la Lega, la Uefa e le società stiano gestendo la necessità di ripartire, necessità lecita per ogni settore imprenditoriale, e quindi anche per il calcio. Bisogna pensare inevitabilmente a programmare come e quando si potrà tornare a lavorare, sempre basandosi sulle indicazioni sanitarie. Ma si sta programmando? No. Gli organi competenti e le società non sono riuscite a tirare fuori neanche una bozza di calendario, in Francia ad esempio hanno fissato la ripresa al 17 giugno, è un’indicazione chiara, che non significa che si giocherà al 100%, poiché il rispetto del calendario dipenderà solo ed esclusivamente dalla situazione sanitaria e dal rientrare dell’emergenza, però intanto è stato varato un programma di riferimento. Mentre in Italia e per Gravina di chiaro abbiamo ancora poco, se non che la stragrande maggioranza dei protagonisti sentano il desiderio di ricominciare la stagione. Ogni giorno quindi, tramite gli organi di stampa, vengono rese note idee diverse e possibilità, le ultime, che pare stiano trovando il favore di molti, finite sul tavolo di Gravina sono: evitare le partite nelle aree più colpite del paese come Torino, Milano, Bergamo e Brescia; l’introduzione di 5 sostituzioni a partita, dato che probabilmente le gare saranno giocate ogni tre giorni nei mesi più caldi dell’anno. Sulla prima idea c’è anche da rivelare una conseguenza di tale decisione: il definitivo abbandono per questa stagione di VAR e Goal line technology nel caso in cui venissero scelti dei campi neutri che non abbiano le attrezzature adeguate.