DAZN ha già fallito?
DAZN in Italia è come mettere due piedi in una scarpa.
È complicato guardarlo, è complicato accettarlo, è complicato pronunciarlo, verrebbe da dire cosa c’è di bello in DAZN, la nuova piattaforma che si è presa i diritti della trasmissione esclusiva di tre gare fondamentali della nostra Serie A; in molti direbbero Diletta Leotta (quale maschietto direbbe di no), ma in realtà al momento DAZN ha ricevuto solo una pioggia di insulti: Lorenzo scrive su Instagram: “Preso il ticket da 9 mesi ma se questa è la qualità chiederò il rimborso”; ancora più duro Fabio “Non si capisce un cavolo va a scatti da paura e la mia connessione è potente… adesso in qualche modo mi faccio ridare i soli o metto subito un avvocato, non ho problemi”; ancora più simpatico Simone “La Leotta con questa qualità sembra Raffaella Carrà”. E sono una marea, quasi la totalità, i commenti negativi degli utenti con tre problematiche principali riscontare: La qualità bassa, il buffering e il ritardo di diretta.
Svisceriamo il fatto e analizziamo dove sono le colpe. Che DAZN sia qualcosa di innovativo è senza ombra di dubbio, internet è il futuro dell’intrattenimento, in alcuni casi già il presente; in Italia la diffusione dell’online ha raggiunto l’89% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni, con 43 milioni di italiani che dichiarano di poter accedere a internet, un dato che è in crescita di anno in anno. Dati che porterebbe alla buona riuscita del mezzo DAZN, ma se andiamo a valutare le tre problematiche riscontrate ci rendiamo conto che il problema è differente: come può una piattaforma streaming avere la stessa efficacia di una televisiva? Ma soprattutto i vertici di DAZN hanno chiaro il fatto che il problema persiste a causa del server, che oltre un certo tot non potrà mai essere troppo largo in Italia. Per i meno esperti in materia, un server più è grande più permette molteplici connessioni nello stesso istante, il reale problema di questo esordio di DAZN: dunque torniamo all’origine, come può una piattaforma online avere i diritti ESCLUSIVI di un evento così visto come la Serie A in Italia? DAZN va anche in altri paesi, come la Germania, dove però non ha i diritti della Bundesliga ma dei campionati esteri, non scontrandosi quindi con questi problemi. È dunque nella spartizione dei diritti il problema? Oppure è un modo per “educare” gli italiani verso un futuro a banda larga? Attendiamo l’evoluzione, di certo in un paese che conta la banda minore d’Europa al pari della Grecia non si può non dire che non sia un azzardo. Si pronuncia DAZN, si legge polemica.
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