Speciali Russia 2018: Tunisia, l’obiettivo è il salto di qualità

Speciale Russia 2018 è la nuova rubrica targata RadioGoal24 che andrà ad esplorare tutte e 32 le squadre che parteciperanno alla più famosa ed importante competizione calcistica mondiale. Percorreremo, giorno per giorno, la storia, le statistiche e le curiosità di ogni singola formazione del torneo. Vi ricordiamo che potrete seguire la diretta streaming con radiocronaca di tutte le partite sulla nostra sezione Radio, con approfondimenti radiofonici dedicati e molto altro ancora nel nostro flusso dedicato. Oggi è il turno della Tunisia, considerata una outsider che però mai, come quest’anno, può contare su alcuni singoli di assoluta qualità.

Il cammino verso il Mondiale

La Tunisia ha partecipato alle qualificazione della zona CAF (vale a dire rappresentanti del continente africano) partendo dal secondo round, ovvero con lo scontro diretto contro una squadra uscita dal primo. L’avversaria, la Mauritania, ha creato qualche problema alle Aquile Cartaginesi, passando addirittura in vantaggio nel match di andata con un goal di N’Diaye. Il match si è poi concluso per 2 a 1 a favore della Tunisia, che ha replicato lo stesso risultato anche nella gara di ritorno. Nel terzo round la nazionale tunisina è stata sorteggiata in un girone piuttosto abbordabile, con Congo, Libia e Guinea. Ciò ha permesso di portare avanti una qualificazione piuttosto agevole, che si è conclusa con tuttavia qualche scricchiolio. E’ vero che la squadra non ha mai perso ma, su 6 partite, i 2 pareggi ottenuti contro la Repubblica Domenicana del Congo (2-2) e contro la Libia (0-0) hanno di fatto destato qualche preoccupazione sulla possibilità di incidere nella competizione vera e propria.

1)La Rosa:

In patria molti definiscono la rosa attuale una delle più competitive degli ultimi anni: il modulo non è sempre fisso, varia infatti spesso fra un 4-4-2 più accorto od un 4-2-3-1 più spregiudicato. In porta il titolare sarà quasi sicuramente Aymen Mathlouthi, capitano della squadra e militante nell’ Al-Batin. Sarebbe sicuramente più prestante il giovane Hassen del Châteauroux, se non fosse per il fatto che ha trasgredito il Ramadan scatenando l’indignazione pubblica. In difesa la coppia di centrali titolari è formata da Ben Youssef e Benalouane (vecchia conoscenza del nostro campionato), mentre a destra spazio a Nagguez. A sinistra le gerarchie sono meno definite, con il ballottaggio fra Maâloul e Haddadi che vede il primo, al momento, favorito.  Al centrocampo fiducia a Ben Amor e Srarfi: il primo è il mediano titolare, uno dei pochi a saper far veramente legna in mezzo; il secondo  è invece un giovane talento (ruolo ala destra) di 20 anni che gioca al Nizza, sul quale aleggiano molte aspettative per il futuro. Per gli altri posti le scelte sono tante: per il secondo posto al centro la lotta è fra Skhiri,Chaalali e Khalil, con Badri a sinistra. La punta titolare sarà sicuramente Khazri del Rennes (che gioca invece da trequartista quando il modulo è un 4-2-3-1), accompagnato da uno fra Khalifa e Sliti.

1.1) La Stella: Wahbi Khazri

Khazri è il classico giocatore tunisino ad avere origini francesi, con doppio passaporto, che milita in Ligue1: il legame fra Francia e Tunisia è ben noto a tutti, ha origini nel colonialismo francese di inizio ‘900, e non è quindi strano notare i maggiori giocatori della Nazionale militare sopratutto in quel campionato. Il giocatore, in effetti, ha anche giocato per alcuni anni nelle giovanili dei Galletti, collezionando anche una presenza con l’under-21 prima di scegliere la propria cittadinanza a 18 anni. La carriera del giocatore si è comunque quasi sempre consumata in Ligue 1, prima con l’Ajaccio, poi con il Bastia e infine l’esplosione con il Bordeaux. Fra le qualità migliori del ragazzo la versatilità è anche quella più utile: stiamo parlando infatti di un giocatore offensivo che sa fari tutti i ruoli dalla trequarti in su: al centro, a destra, a sinistra, di punta, Khazri è completamente adattabile in qualsiasi contesto offensivo, oltre ad avere un buon palleggio ed un discreto tiro da fuori. La sua carriera ha avuto una svolta nel 2016, quando è stato chiamato in Premier League dal Southampton. L’avventura (nonostante abbia giocato molte partite) non è finita molto bene, con il giocatore che ha deciso l’anno scorso di tornare in patria al Rennes, dove si è riscoperto.

1.2) L’allenatore: Nabil Maâloul

 

Il tecnico Maâloul è considerato uno dei migliori tecnici in Africa. Ha giocato, nel corso della sua carriera, sopratutto nell’Espérance: qui ha passato 8 anni, vincendo  6 campionati tunisini e 4 Coppe (2 nazionali e 2 internazionali). Ha avuto una esperienza anche in Germania, con l’Hannover, che però è durata solo un anno. Ha chiuso la carriera nel 2000 con l’Al-Ahli. Il suo esordio da allenatore avviene nel 2010 con la sua squadra del cuore, l’Espérance: in molti paragonano la sua venuta a quella di Zidane con il Real Madrid, con i risultati che sembranoin effetti dargli ragione: in 3 anni  riesce a vincere 2 Campionati, una coppa nazionale ed una Champion’s League africana. I buoni risultati lo convincono, nel 2013, ad accettare l’incarico della nazionale Tunisina, che però dura solo un anno a causa del deludente risultato nelle qualificazioni ai mondiali in Sudafrica del 2014. Prima di essere di nuovo chiamato dalla selezione della Tunisia nel 2017, ha allenato anche la nazionale del Kuwait.

2) La Storia

La storia calcistica della Tunisia nasce ancor prima delle fondazione di una federazione ufficiale: prima della dichiarazione di indipendenza dalla Francia nel 1956, vennero infatti formate alcune squadre locali per fronteggiare in amichevoli le varie selezioni francesi. Ottenuto il riconoscimento dello Stato, venne fondata il vero e proprio movimento calcistico tunisino, la cui prima partita non fu però semplice. Andò infatti ad affrontare l’Algeria, che in quegli anni era impegnata in una sanguinosa guerra contro la Francia. Negli anni successivi arrivò anche la prima sconfitta (e la più pesante) della storia, con un 11 a 0 subito dall’Ungheria. Gli anni ’60 si sono invece dimostrati una sorta di periodo d’oro per la nazionale, che esordì nella Coppa d’Africa del 1962 arrivando terza e riuscendo ad giungere addirittura in finale (ma sconfitta dal Ghana) nell’edizione di due anni dopo tenuta proprio in casa. Gli anni ’70 invece si sono rivelati anni bui per la nazionale che, nonostante la conquista della Coppa di Palestina, non ottenne grandi risultati nella Coppa d’Africa. Nel 1978, tuttavia, arrivò la prima qualificazione ai Mondiali, sconfiggendo il Messico all’esordio e diventando la prima squadra africana a vincere una partita nel massimo torneo continentale. Riuscì a pareggiare anche con i campioni in carica della Germania Ovest, perdendo però con la Polonia e venendo eliminata quindi ai gironi. L’edizione della Coppa d’Africa dello stesso anno si rivelò anch’essa molto emozionante, con la sconfitta nelle semifinali contro il Ghana. Negli anni successivi, dopo questo piccolo periodo positivo, tornò un profondo stato di malessere per l’intero movimento che non riuscì a qualificarsi per svariate edizioni sia della Coppa d’Arica che della Coppa del Mondo. Il ritorno nei grandi palcoscenici avvenne solo a fine anni ’90, con l’arrivo in panchina del polacco Kasperczak che centrò la finale della Coppa d’Africa del 1996, persa contro il Sudafrica. Nel 1998 venne eliminata nei quarti di finale della stessa competizione, ma riuscì anche ad aggiudicarsi il pass per Francia ’98. Nel 2002 il calcio tunisino conobbe il suo periodo migliore, grazie sopratutto all’assunzione come commissario tecnico di Roger Lemerre, tecnico della Francia vincitrice agli Europei del 2000. Con il francese alla guida, la Tunisia conquistò la sua prima Coppa d’Africa nel 2004, giocata fra le mure amiche. Riuscì anche a qualificarsi ai mondiali del 2006, senza però passare il girone. Il deludente risultato della maggiore competizione africana del 2008 convinse però Lemerre a lasciare l’incarico. Negli anni successivi si sono alternati diversi allenatori, senza però dare alcun segno di continuità alle Aquile di Cartagine fino al secondo mandato di Maâloul (che aveva già allenato la selezione nel 2013), che ha portato l squadra ai Mondiali del 2018 in Russia con un turno di anticipo.