Lazio, Lotito promette un super-premio scudetto. Psg su Milinkovic

Lazio, Lotito promette un super-premio scudetto. Psg su Milinkovic

Secondo il Corriere dello Sport, Claudio Lotito avrebbe fatto una promessa importante ai giocatori della Lazio per quanto riguarda il premio Scudetto: 10 milioni in caso di vittoria del campionato. Inizialmente erano stati pattuiti come premio complessivo, comprendendo qualificazione in Champions League, Europa League e Coppa Italia, ma essendo stata la Lazio esclusa dalle competizioni a eliminazione diretta, il presidente avrebbe deciso di destinare tutto per la Serie A. Resta da chiarire se siano netti o lordi, ma in ogni caso si parlerebbe di un totale di 400mila euro circa a calciatore. Ragion per cui, all’annuncio di Lotito lo scorso 18 maggio, al centro tecnico biancoceleste ci sarebbero state scene di tripudio. Per Simone Inzaghi il premio lieviterebbe di altri 100mila euro.

 

Sul fronte mercato, il Psg proverà in tutti i modi ad arrivare a Milinkovic-Savic. Dalla Francia infatti arrivano notizie a conferma del fatto che il ds Leonardo stia per tornare alla carica per il biancoceleste. Secondo quanto riportato da le10sport.com, il club francese dovrà prima risolvere alcuni contratti, come quello di Icardi e Thiago Silva, e poi potrà pensare alla trattativa per il gioiello della Lazio. 100 milioni è la cifra da cui parte la Lazio, ma il Psg vorrebbe chiudere l’accordo a circa 60/70 milioni.




Foggia: “Abbiamo 22 punti di vantaggio sulla terza, la A ci spetta di diritto”

Foggia: “Abbiamo 22 punti di vantaggio sulla terza, la A ci spetta di diritto”

Il DS del Benevento, Pasquale Foggia, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di TuttoSalernitana dove ha parlato dei piani del club giallorosso tra mercato e ripresa del campionato, spendendo poi belle parole anche per la società granata. Andiamo a vedere cos’ha detto il DS del Benevento:

DIALOGO SERENO E APERTO TRA SOCIETÀ, DIPENDENTI E CALCIATORI: “Anzitutto mi preme ringraziare tutte quelle persone che hanno mostrato solidarietà nei confronti del Benevento sottolineando che meritiamo la serie A a prescindere da cosa accadrà nelle prossime settimane. Sono giorni complessi e ricchi di lavoro, è chiaro. Sul taglio degli stipendi stiamo ragionando in maniera serena con i calciatori, non dimenticherei il discorso dei medici sociali che, giustamente, non vogliono rispondere legalmente e penalmente di nulla. Quando, però, hai un gruppo di spessore umano e professionale affronti tutto con grande serenità. Aspettiamo indicazioni sul prolungamento automatico dei contratti, sulla ripartenza del mercato e su tutto ciò che accadrà nei prossimi campionati“.

IL CALCIO AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: “In questo momento non possiamo fare diversamente, c’è poco da ragionare. Abbiamo vissuto un momento terribile, inaspettato, che speriamo sia stato messo definitivamente alle spalle. Se, come pare, dovessimo giocare in estate sarà necessario adeguarsi: non è un dramma, è la vita che sta cambiando dopo il Coronavirus e il calcio si deve soltanto adeguare“.

IPOTESI SPAREGGI: “Con 30 punti ancora a disposizione è chiaro che ci sarebbero stati un sacco di ricorsi, lo stesso Livorno ultimo in classifica potrebbe teoricamente salvarsi. C’è anche la sfida tra Ascoli e Cremonese che non è stata disputata, un match fondamentale in ottica playout. Un’estate di ricorsi e di lavoro per gli avvocati avrebbe fatto slittare ulteriormente il prossimo campionato, a questo punto giochiamo e nessuno potrà dire niente. Sarà il campo a decidere e a decretare vincitori e vinti, siamo disposti a tutto per coronare una grande cavalcata“.

LLORENTE E CALCIOMERCATO: “A prescindere dai nomi che stanno uscendo sui giornali, stiamo già lavorando dietro le quinte. La nostra classifica ci ha consentito di anticipare tempi e strategie sotto traccia, Abbiamo idee chiare, proseguiremo sulla strada che abbiamo intrapreso negli ultimi anni. Coda? Non ci sono più margini per riprendere una trattativa, non cambierà assolutamente la situazione. Sappiamo che è un ragazzo eccezionale e un grande professionista, siamo certi darà il massimo fino all’ultima giornata. Gli rivolgo un grande in bocca al lupo per la sua carriera“.

SULLA SALERNITANA: “La ripresa sarà un punto interrogativo per tutti e può accadere qualunque cosa, nella storia del calcio credo non si sia mai verificata una cosa del genere. Nel girone di ritorno è la squadra che mi ha impressionato di più, stava attraversando un momento importante e, per personalità e qualità, può arrivare in A tramite i playoff“.

IPOTESI SCARTATA DEI PLAYOFF: “Era impensabile farci fare i playoff, non potevamo giocarci la serie A dopo tre mesi di stop in uno spareggio. Esistono i meriti sportivi: a noi mancano 4 punti per la matematica promozione, teoricamente basterebbe vincere la prima partita. Quando hai 22 punti di vantaggio sulla terza non puoi essere messo sullo stesso piano delle altre. E’ vero che affrontare in casa l’ottava poteva essere un vantaggio, ma ricordiamo tutti quanto accaduto l’anno scorso col Cittadella e siamo scottati a distanza di 12 mesi. Mi tengo stretto il +22 e non vedo l’ora di celebrare il meritato salto di categoria“.

 

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Lazio, sierologici ed allenamenti divisi in attesa del protocollo

Lazio, sierologici ed allenamenti divisi in attesa del protocollo

Walter Della Frera, membro della commissione medico-scientifica della Figc, ha voluto rassicurare tutti, dicendo anche che non si aspetta sorprese negative dal governo in merito al protocollo definitivo da validare: “Domani (oggi, ndr) riceveremo la risposta ufficiale del Cts“. Le società di A attendono un feedback ufficiale per poter effettivamente passare alla Fase 2 del calcio con gli allenamenti collettivi, che alcune squadre ancora non hanno effettuato.

Tra queste c’è la Lazio, che in queste prime due settimane di lavoro non ha mai sottoposto i propri tesserati ai tamponi. Lo staff sanitario ha eseguito invece, ogni quattro giorni, test sierologici e controlli attraverso un altro macchinario che consentirebbe di avere risultati in 8 minuti e darebbe la possibilità di condividerli subito in un grande database.

Oggi quindi a Formello andrà in scena lo stesso copione dei giorni scorsi, con la squadra divisa per reparti: un gruppo in campo la mattina, due il pomeriggio. Servono due negatività ad altrettanti tamponi prima di cominciare tutti insieme: se nelle prossime ore si avrà il protocollo definitivo, la Lazio sabato potrebbe cominciare con gli esami e partire da lunedì con la squadra al completo agli ordini di mister Inzaghi, che dovrà rimanere con la mascherina sempre a debita distanza.

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Lazio, parla Strakosha: “Voglio tornare ad allenarmi per fare ciò che amo”

Lazio, parla Strakosha: “Voglio tornare ad allenarmi per fare ciò che amo”

Il portiere della Lazio Strakosha è intervenuto ai microfoni della Radio ufficiale del club, LazioStyle Radio, ed ha parlato del rientro in campo, dei miglioramenti suoi e della squadra e di come siano cambiati gli obiettivi nel corso di questa stagione:

Personalmente ho un piccolo problema, ma sto tornando. La situazione rispetto a 3 settimane fa è migliorata, ora aspettiamo che riparta il campionato per fare ciò che a tutti noi piace. Non abbiamo staccato mentalmente, il nostro amore è il calcio. Non se ne va via dalla testa, viviamo di questo”. 

“Il nostro obiettivo rimane il piazzamento Champions, però siamo secondi e aspiriamo anche ad altro per il campionato. Nessuno si aspettava che avremmo potuto lottare per lo scudetto, ad inizio anno neanche noi credevamo di poter lottare per il primo posto, poi abbiamo avuto una crescita importante durante la stagione. Ora siamo al secondo posto e ci si crede. Quanto è accaduto quest’anno non è mai successo, è una cosa nuova. Si vedrà quali mister e quali preparatori sono davvero bravi. Nelle prime partite dovremo ritrovare la forma fisica, nelle prime gare faranno tutti fatica. Il problema sarà anche il caldo, giocare a giugno e luglio e non è mai accaduto. L’importante per noi è la salute. Sarà importante il lavoro dello staff, che dovrà gestire la rosa visto che giocheremo ogni 3 giorni”.

“Da quando sono arrivato la squadra è cresciuta molto di mentalità, le capacità c’erano già a livello tecnico. Quando ero tornato da Salerno si notava la qualità, però credevamo poco in noi stessi e questo con Inzaghi è venuto fuori. Mi sento migliorato su tutto ma posso ancora migliorare molto. Sull’aspetto caratteriale sono tranquillo, comunico l’essenziale alla squadra, anche per non mettere troppo stress ai compagni, in modo che possano giocare tranquilli”.

Il gioco con i piedi? Abbiamo iniziato a provare da quando è arrivato Inzaghi, ci voleva tempo e ora i frutti si vedono, nel nostro gioco si divertono tutti e si crea molto di più anche se si corre qualche rischio in più. Senza rischi le partite finirebbero tutte 0-0 e non avrebbe senso. Mi piace giocare con i piedi, mi fa tenere vivo in partita, mi diverto e mi sento più vivo nel nostro gioco. In allenamento non è cambiato nulla, salvo la mentalità di giocare sempre la palla. Sono il primo nei lanci lunghi nella rosa? Non mi interessano tanto i dati ma sono contento quando la squadra vince, so quando sbaglio e dove correggermi. I dati mi interessano poco. Avere in campo uno come Milinkovic equivale a mettere la palla in banca per poi ripartire”.

Il gruppo? Sono tutti bravi ragazzi, non è facile trovare tutti così in una squadra. Il mister ci toglie lo stress di dosso, e stiamo sereni. E quando si sta sereni le cose vengono meglio. Miglior difesa? Si tratta di una cosa bella, però ancora non è finito niente. Siamo a metà strada.Si è creata una vera famiglia anche perché non sono cambiati tanti giocatori durante questo ciclo, c’è stata continuità nel gruppo. Spero che al termine del campionato la Lazio sarà la miglior difesa della classe, stiamo giocando l’uno per l’altro ed il merito è anche dei nostri tecnici che ci hanno trasmesso questo spirito.  E’ molto importante avere elementi in squadra che usano la testa, quando hai un calciatore che ti chiede la sfera nonostante sia marcato da 3 giocatori ti permette di capire che elementi di personalità hai in squadra e di concentrarti di più sul tuo lavoro”.

 

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Lazio, Inzaghi sorride: Leiva è praticamente recuperato

Lazio, Inzaghi sorride: Leiva è praticamente recuperato

E’ sempre più evidente la totale assenza di programmazione che sta caratterizzando questa fase dell’emergenza sanitaria in ogni campo della nostra vita quotidiana: non si sa ancora assolutamente niente rispetto alle nuove norme che entreranno in vigore dal 18 maggio sia per la nostra routine ordinaria sia per quanto concerne il calcio. Gravina in giornata contatterà Spadafora per esporgli le criticità del protocollo evidenziate dai medici e dai presidenti delle squadre di Serie A, tra i quali solo Pozzo si sta opponendo con decisione alla ripresa del campionato. Intanto  nei rispettivi centri sportivi le squadre sono tornate ad allenarsi e spingono sull’acceleratore per farsi trovare pronte per l’ipotetica data nella quale ricomincerà la Serie A. A Formello sta mattina si sono allenati Correa, Luiz Felipe, Jony, Guerrieri, Bostos ed Andrè Anderson, che hanno svolto un lavoro atletico sotto gli occhi di Inzaghi e del Direttore Sportivo Tare; intanto arrivano anche buone notizie dall’infermeria con Lucas Leiva che è praticamente pronto per il rientro. Il centrocampista brasiliano si era operato ad inizio quarantena al ginocchio in artroscopia, e ieri ha svolto esercizi con il pallone oltre che  quelli atletici.

 

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Inzaghi: “Scudetto? 20 anni dopo ci riprovo, devo tutto a Lotito e Cragnotti”

Inzaghi: “Scudetto? 20 anni dopo ci riprovo, devo tutto a Lotito e Cragnotti”

Oggi a quasi venti anni dall’ultimo Scudetto della Lazio il Corriere dello Sport intervista il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi, che era in campo il 14 maggio del 2000. “Inzaghino” ha raccontato le sensazioni di quella giornata così particolare caratterizzata dall’attesa del risultato tra Perugia e Juventus, dove peraltro giocava il fratello Filippo, del rapporto con i genitori e con la Lazio, con la quale è legato dall’estate 1999; ed infine ha parlato della ripresa e della speranza mai sopita di tornare a vincere il tricolore, stavolta da allenatore. Ecco un estratto dell’intervista:

«Il mio primo pensiero va al momento in cui è finita la partita con la Reggina e abbiamo cominciato a seguire quella del Curi. Mi vengono in mente tutte le emozioni passate nell’aspettare che finisse quella della Juve a Perugia, dove stava giocando mio fratello Pippo. Un susseguirsi di emozioni incredibili».

«Eravamo tutti nello spogliatoio. Mi spostai davanti a un monitor, accanto a me avevo Pancaro e Conceicao, volevamo vedere la Juve in diretta tv, il tempo non passava mai. Ricordo il tripudio nello spogliatoio nel momento dello scudetto. Ho rivisto quelle immagini poco tempo fa mentre stavamo festeggiando all’interno dello spogliatoio e l’intervista fatta a caldo dagli operatori della Rai. Si riconosce Walter Pela, il nostro magazziniere. Era un tifoso della Curva, non lavorava ancora alla Lazio, ma si era infiltrato nello spogliatoio, non so come».

I genitori: «Sapevano già alle 14,30 che uno dei due avrebbe vinto, ma non so quanto fossero sereni. Per uno di noi due sarebbe stata una bella mazzata».

Sulla ripresa: «E’ difficile, come fare un altro ritiro. E poi giocheremo una volta ogni tre giorni. Se il campionato non si fosse fermato, avremmo giocato una partita a settimana. Cambierà tutto. Sappiamo cosa dovremo affrontare e cercheremo di farci trovare pronti. Adesso ci stiamo allenando a gruppi ben distanti e definiti, stiamo cercando di aumentare leggermente i carichi di lavoro per farci trovare pronti quando avremo il via libera per gli allenamenti di gruppo. Con le partite ravvicinate, bisognerà evitare gli infortuni e il recupero diventerà più faticoso. Sarà dura, lo sappiamo».

 

 

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Lazio, pronto un super rinnovo per Inzaghi

Lazio, pronto un super rinnovo per Inzaghi

Più volte nel corso di questa quarantena siamo intervenuti nelle vicende di casa Lazio raccontando la necessità di rinnovare i top player: Milinkovic, Immobile, Luis Alberto, Correa e Luiz Felipe. Anche se calciatore non lo è più Simone Inzaghi è a tutti gli effetti un top player di questa società se non IL top player. La crescita stratosferica di una rosa sulla carta “da medio-alta classifica” è per buona parte merito di Inzaghino e del suo staff, che c’è da  dire ha potuto beneficiare di molto tempo per conoscere la rosa, che negli anni è sempre stata modificata pochissimo, nonostante qualche annata non brillantissima. Ora Simone è pronto a rinnovare con la Lazio, dopo quattro stagioni sulla panchina biancoceleste, ed il suo nuovo contratto scadrà nel 2023 e gli permetterà di guadagnare 3 milioni di euro netti all’anno (il 50% in più dell’attuale contratto). Il Corriere dello Sera riporta anche che le due parti si potrebbero accordare su una “clausola d’ uscita” a favore del tecnico piacentino, probabilmente applicabile solo dopo il 2022; in ogni caso è ormai certo che a giorni arriverà la firma di Simone sul nuovo contratto.

 


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Maldini giura amore eterno al Milan, Rangnick: “Milan? Mi piace l’idea”

Maldini giura amore eterno al Milan, Rangnick: “Milan? Mi piace l’idea”

Rangnick? Ho letto. Sinceramente, da direttore dell’area sportiva, con il dovuto rispetto, non credo che sia il profilo giusto per associarlo al Milan”. Parlava così Paolo Maldini a Sky Sport due mesi fa. Dopo l’addio di Boban, licenziato dal Milan per giusta causa, anche Maldini e Massara hanno visto il loro posto traballare soprattutto da quando il nome di Ralf Rangnick ha iniziato a circolare in orbita Milan.

Fino a ieri Ralf Rangnick è stato un’ombra, un nome, una voce in orbita rossonera che ha solamente alimentato le speranze dei tifosi e confuso i dirigenti attuali del Milan mettendoli in difficoltà verso la società, ma oggi di colpo tutto è cambiato perché Rangnick è finalmente uscito allo scoperto parlando ai microfoni della BILD“Hanno chiesto se ci fosse la possibilità di collaborare. Di conseguenza ho informato la Red Bull e successivamente ci sono stati colloqui con il mio procuratore. Non posso escludere del tutto che andrò lì. Al momento però il club e il campionato hanno altri problemi. Non sono uno che ha difficoltà a immaginare che le cose possano funzionare. Certo, l’avventura mi piace, ma non deve essere una missione suicida. Senza voler essere presuntuoso, ma la cerchia dei club che mi possono interessare è abbastanza ristretta”.

Ha parlato anche Paolo Maldini quest’oggi, in una diretta Instagram con l’amico Filippo Inzaghi, dove ha detto la sua circa il suo ruolo da dirigente, la possibile ripresa della stagione e il ricordo del gruppo storico rossonero allenato da Ancelotti. Queste le sue parole: “La squadra ha ripreso, ma c’è da stare attenti. I ragazzi non ce la facevano più a casa e noi nemmeno. Abbiamo chiuso le parti comuni di Milanello, erano divisi quattro per ogni campo e in dodici riesci a lavorare bene lo stesso. C’è tanta incertezza, tutto dipenderà da quello che deciderà la Serie A. Noi dobbiamo provarci ad andare in campo, sarebbe un disastro sotto tutti i punti di vista, in primis quello economico. Bisogna provarci. La Francia, secondo me, ha sbagliato ma noi accetteremo quello che sarà il verdetto del governo. Naturalmente quando sei calciatore hai altre armi. L’impegno in campo, l’essere sempre a disposizione, puntuale e preciso. Da dirigente devi conquistarti tutto, sei meno credibile di quando dai l’esempio in campo. La cosa bella del fare il dirigente è che capisci, a distanza di tempo, quello che è stato fatto dai tuoi dirigenti ai tempi in cui giocavi. Sono ere diverse, la storia conta e sono sicuro che farò il dirigente solo al Milan. Non lo farò da nessun’altra parte. Il suo gruppo del Milan e della Roma dove ha giocato, si è creato così. Se hai avuto certe esperienze, devi portarle quando sei in panchina. Poi c’era un gruppo maturo e c’era un principio che ci univa tutti, che era quello di responsabilità e volevamo fare qualcosa di straordinario. Non si può vivere la vita da calciatore pensando che sia un lavoro ordinario. Solo se punti al massimo, puoi arrivare al top. Se non vuoi migliorare te stesso, non arrivi a certi livelli. Non è facile creare una simbiosi tra società, allenatore, tifosi e giocatori”.

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Lazio, intesa vicina per il rinnovo di Inzaghi

Lazio, intesa vicina per il rinnovo di Inzaghi

Mentre continua il braccio di ferro tra il Governo e la Lega di Serie A, i club iniziano comunque, per quanto possibile, ha pianificare il futuro prossimo. In casa Lazio l’obbiettivo primario è quello di rinnovare i contratti dei suoi gioielli, si parla molto infatti degli accordi con Immobile e Luis Alberto, ma un altro contratto in attesa di essere prolungato è quello di mister Inzaghi, vero e proprio collaudatore della Lazio da sogno di questa stagione. Simone è da 21 anni a Roma, oramai il suo cuore è biancoceleste, ma le sirene di grandi squadre iniziano a farsi sentire, considerando la crescita che ha avuto il tecnico piacentino in questi 4 anni alla guida della Lazio. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport,  Lotito e Tare avrebbero proposto ad  Inzaghi di prolungare il suo attuale contratto (scadenza 2021) fino al 2025 per provare a puntare allo Scudetto anche nelle prossime stagioni. Sul piatto un’offerta da 2,5 milioni di euro più bonus. Un Inzaghi stile “Simeone” all’Atletico Madrid, con le dovute proporzioni, dato che sarebbe già un successo raggiungere la metà dei traguardi che il Cholo ha ottenuto con il colchoneros.

 

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Lazio, Parolo svela i segreti della crescita della squadra

Lazio, Parolo svela i segreti della crescita della squadra

Il centrocampista della Lazio Marco Parolo ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della società, riportata anche dalla redazione di Tuttomercatoweb. Nella lunga chiacchierata il centrocampista lomabardo si è espresso sulla lontananza dal campo, sulla ripresa, sulla crescita della squadra ed anche sulla drammatica situazione che sta vivendo la sua regione. Ecco le considerazioni di Parolo:

“Manca l’adrenalina da competizione che ci nutre. Più che l’abbraccio con i compagni, ho bisogno della singola sfida nella partitella e  della voglia di superare l’avversario ogni giorno. Poi la vittoria è sempre bella”.

“C’è tanta voglia di ripartire. Il problema della mancanza del pubblico è grande, si era creata una sinergia incredibile: partivamo già 1-0 per noi. La carica che ti davano i tifosi era pazzesca, sapevi che per gli avversari non c’era scampo: i laziali sanno aiutare meglio di tutti, anche in trasferta. Sarà un problema per noi e dovrà essere compensato dalla voglia che abbiamo di raggiungere l’obiettivo. Non so come sarà, si capirà dai primi sguardi quando ci ritroveremo tutti insieme. Come nelle prime settimane di ritiro, già capisci come andrà la stagione. Quest’anno ho subito detto che sarebbe stata una grande annata, c’era una qualità e un’intensità nell’allenamento che non c’erano in passato”.

“L’entusiasmo ci ha trascinato tantissimo. Quando lotti per un qualcosa di concreto è diverso dal quando lo fai per una qualificazione in Champions. Hai sempre tanta energia sì, ma non quanta ne hai quando ti giochi un trofeo. Il sogno scudetto deve essere uno sprono per farci continuare con la stessa fame e voglia di prima”.

“Due step sono stati fatti. Il primo è la costruzione dal basso, siamo migliorati tantissimo perché ci abbiamo lavorato molto. E poi c’è la fase di non possesso, nella quale abbiamo cambiato qualcosa. Non lasciamo più solo i difensori dietro, ma torniamo tutti con delle grandi transizioni negative che prima non facevamo. Il bello di essere in un progetto è quello di poter trovare gli errori e migliorarli durante gli anni. Con il lavoro, vedendo anche i video del passato, siamo riusciti a essere la miglior difesa del campionato. Ci sono calciatori di qualità altissima che però si sono messi a disposizione, capacità che prima non sapevano di avere. Negli ultimi minuti spesso siamo stati in 11 nella nostra metà campo, ci buttiamo a peso morto per fare da scudo su un tiro. Come ha fatto anche la Juventus negli anni passati: sapeva difendersi bene e poi fare male palla al piede”.

“Fortunatamente la zona di Varese è stata colpita in maniera più lieve rispetto a Milano e Bergamo. Ci sono dei disagi ma qualcosa comincia a muoversi. C’è molta attenzione alle richieste dello stato: il rispetto delle distanze e l’uso delle mascherine. L’attenzione delle persone è migliorata, questo è un bene”.