Non solo Pogba: la Top 10 dei calciatori con i capelli più strani

Capelli più strani – Ultimamente i calciatori si fanno notare più per il tipo di capelli che per le giocate. Acconciature sempre più strane caratterizzano i protagonisti della domenica calcistica.

Uno fra tutti è Paul Pogba, ma non solo. Ecco infatti la Top10 dei calciatori con i capelli più strani stilata dalla redazione di RadioGoal24.

10 – Stephan El Shaarawy

Apriamo la nostra classifica con la cresta di Stephan El Shaarawy che da Milano (sponda rossonera) alla Capitale (versante giallorosso) ha portato il suo taglio di capelli. A differenza di quella di Hamsik, la cresta del Faraone è leggermente più bassa ed ha una linea sottile che la separa dalla fronte. Modi diversi per uno stesso taglio.

9 – Hector Bellerin

Il terzino dell’Arsenal ha deciso, recentemente, di entrare di diritto nella classifica dei giocatori con i capelli più strani. Il giocatore spagnolo, infatti, è passato dal codino alle treccine a strati alterni. Una scelta particolare quella del ragazzo.

8 – Marek Hamsik

Simbolo e bandiera del Napoli, Hamsik ha lanciato una vera e propria moda negli ultimi anni; si tratta della “cresta alla Marek”. Sono tantissimi, infatti, i ragazzi che chiedono questo taglio di capelli. Il taglio del centrocampista azzurro è particolare perché resta, nel corso di tutta la partita, sempre composto senza muoversi minimamente. La leggenda narra che Hamsik, qualora se la dovesse tagliare, perderebbe le sue qualità.

7 – Radja Nainggolan

Non poteva mancare in questa speciale classifica Radja Nainggolan. Una delle particolarità del belga, oltre alla grinta che mette sui campi da gioco, è senza dubbio la sua cresta che nel corso del tempo ha subito numerosi cambiamenti: sottile di diversi colori (a volte nera, a volte gialla), simile a quella di un leone, unita a delle treccine. Queste le ultime, strane, capigliature che hanno accompagnato le gesta calcistiche di Nainggolan.

6 – Gervinho

Ve lo ricordate Gervinho? La freccia che ha fatto innamorare i tifosi della Roma, oltre ad essere estremamente veloce ha sempre avuto una capigliatura bizzarra. Il giocatore ha delle treccine con cui, grazie ad una fascia, tiene coperta la sua ampia fronte.

5 – Rodrigo Palacio

L’attaccante, attualmente in forza al Bologna, ha avuto un recente passato all’Inter dove ha dimostrato ottime qualità sia come rifinitore che come realizzatore. Tutta la sua carriera, però, è stata caratterizzata dalla capigliatura. Il giocatore argentino ha una testa completamente rasata (anche se al tempo del Boca Juniors aveva i capelli) con una trecciolina sottile sottile (da qui deriva il soprannome “trenza”, trecciolina appunto).

4 – Marouane Fellaini

Il giocatore del Manchester United è diventato famoso, specialmente sui social, grazie ai suo capelli. La folta chioma che lo caratterizza è simile a quella del leone ma in campo il centrocampista belga fatica a dominare gli avversari.

3 – Mario Balotelli

Saliamo sul podio con Mario Balotelli. In campo non è mai riuscito a dimostrare tutte le sue qualità, sui social invece è sempre uno dei primi grazie anche ad un look tutto suo. Sono state molte le acconciature che hanno reso famoso (a volte anche più delle gesta in campo) l’ex Inter. La più strana, forse, è quella che vedeva la sua testa interamente ricoperta da dei triangoli di diversi colori.

2 – Paul Pogba

Secondo posto, che sa di beffa, per Paul Pogba, uno dei centrocampisti più forti del panorama mondiale che non passa inosservato per la sua acconciatura. I capelli del francese hanno subito varie trasformazioni ma una caratteristica è rimasta sempre la stessa: i disegni. L’ultima idea dell’ex Juventus è stata quella di un taglio “cinese”: un ventaglio con la scritta Pogboom.

1 – Vagner Love

Vince, e non ci sono dubbi, questa speciale classifica Vagner Love. L’attaccante dell’Alanyaspor, con un passato al CSKA Mosca, ha sempre optato per un taglio di capelli che difficilmente passa inosservato. Al giocatore, infatti, sono sempre piaciuti i capelli lunghi caratterizzati da delle treccine colorate (rosse e blu in particolar modo). Ma attenzione, perché la punta brasiliana ha sperimentato anche la testa completamente rasata.

 

 




Serie A, spese folli per gli agenti!

Quanto si spende in Serie A per i procuratori? Tanto, più che in tutto il mondo.

La FIGC ha infatti pubblicato i compensi degli agenti per l’anno 2019, e le spese per le commissioni dei procuratori sportivi di Serie A sono aumentate rispetto allo scorso anno di 16 milioni (9,5%). Dall’1 gennaio al 31 dicembre 2019 le società hanno versato nelle loro tasche 187 milioni di euro. Per fare un paragone, secondo quanto riporta l’Intermediaries in International Transfers Report della Fifa, l’Italia  è  il Paese nel mondo in cima alla lista dei più  “spendaccioni” in commissioni, nonché con la più alta percentuale di trasferimenti nei quali gli intermediari agiscono per conto del club acquirente e la seconda percentuale quando invece è il club che cede ad essere rappresentato. Non è solo il nostro Paese a patire tale incremento di costi, in quanto la medesima fonte parla di un aumento del 35% delle spese in commissioni a livello mondiale (il 97% delle quali avviene in Europa). La FIGC è fino ad ora l’unica federazione nazionale ad aver pubblicatotale rapporto relativo all’anno 2019, una tradizione seguita con zelo dal 2015 anche dalla FA inglese, che però quest’anno pare essere in ritardo. A pagare più di tutte è stata la Juventus con 44,3 milioni di euro, seguita da Inter (31,8 milioni di euro), Roma (23,2 milioni di euro) e Milan ( 19,6 milioni di euro). Tutte le altre squadre annoverano spese inferiori ai 10 milioni a testa. Riportiamo di seguito la lista:

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Ma chi beneficia di questi ingenti movimenti di denaro? La rivista americana Forbes ha pubblicato verso la fine del 2019 una classifica dei 50 procuratori sportivi più pagati nel medesimo anno. Tra questi, 6 hanno a che fare col calcio. Al primo posto Jonathan Barnett, la cui la società, la Stellar Football Ltd., si occupa di Strakosha, Szczesny e Amrabat. Al terzo e al quinto posto compaiono rispettivamente i celeberrimi Jorge Mendes, agente tra gli altri di Cristiano Ronaldo, Miguel Veloso, Bruno Alves e Ghoulam, e Mino Raiola, che cura gli interessi di molti top player del nostro campionato (Ibrahimovic, De Ligt, Insigne per dirne alcuni) Attenzione però, perché al ventiseiesimo posto ecco un’altra conoscenza del calcio nostrano, Alessandro Lucci, procuratore di tantissimi giocatori di Serie A o ex-tali, (Bonucci, Correa e Vecino solo per citare i primi tre nomi sul suo profilo Transfermarkt). La loro presenza in questa classifica basterà a spiegare il grande incremento delle spese per commissioni in Italia e in Serie A?

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Nel podcast tematico sulla Serie A questa settimana abbiamo parlato dei nuovi acquisti dell’Inter: Young, Moses ed Eriksen, tutti e tre provenienti da squadre di Premier League, dunque un calciomercato simile a quello fatto dal duo Marotta-Ausilio già in estate. L’Inter di Conte ora ha tre nuove frecce nella propria faretra, ma cosa possono dare i nuovi arrivati ai nerazzurri? Corsa, dinamismo, tecnica ed esperienza sicuramente, ma basteranno per arrivare alla vittoria del tricolore?




Top & Flop giovani in Europa

Top e flop nei campionati europei

Con i campionati di tutta Europa (tranne quello bielorusso) fermi a causa dell’emergenza Coronavirus, è bene cominciare a tirare un po’ di somme sui giovani che più ci stanno colpendo in questa stagione e su quelli che invece stanno maggiormente deludendo le aspettative.

Top

Elenchiamo i giocatori che, nonostante la giovane età, più si stanno rivelando determinanti ad alti livelli in termini di statistiche. Ne consegue l’esclusione di molti eccellenti come Ansu Fati, Gabriel Martinelli, Mason Greenwood, Mason Mount, Kai Havertz , Nicolò Zaniolo ed altri, anche per garantire un minimo assortimento tra ruoli e campionati e per non privilegiare i soli giocatori offensivi.

Erling Haaland

Il primo della lista, neanche a dirlo, è il giovane attaccante norvegese classe 2000 del Borussia Dortmund. Saltatore alto 194 centimetri, sinistro potente, buone capacità d’inserimento e di rifinitura,  il Salisburgo lo acquista dal Molde nell’inverno 2019 e il resto è storia recente: a settembre contro il Genk diviene il secondo giocatore più giovane nella storia della Champions League a segnare una tripletta all’esordio (dietro Wayne Rooney). Termina la sua esperienza al Salisburgo con 29 reti in 27 presenze, e si conferma al Borussia Dortmund dove fino ad ora ha ne ha totalizzate 12 in 11 partite, impressionando soprattutto per la devastante incisività nei suoi primi minuti giocati in Bundesliga. Vanta 2 presenze con la nazionale norvegese.

Jadon Sancho

Sembra strano citare due giocatori del Borussia Dortmund, squadra ormai da anni lontana dall’élite del calcio continentale. Eppure è impossibile non parlare della giovane ala inglese con origini di Trinidad. Buon dribblatore e veloce in contropiede, nel 2017 passa dal Manchester City al Dortmund per soli 8 milioni di sterline, e viene inserito dal The Guardian tra i migliori 60 giocatori al mondo nati nel 2000.  Quest’anno si trova nel suo momento di massimo splendore, avendo attiratto l’attenzione di molti club europei (soprattutto di Premier) grazie ai suoi 17 gol e 19 assist in 35 partite. Con la nazionale inglese, è il primo millennial ad esser stato convocato, ad aver giocato e ad aver messo a segno una marcatura.

Phil Foden

Centrocampista offensivo inglese classe 2000,  è cresciuto nelle giovanili del Manchester City.  Mancino, molto tecnico e vero jolly di centrocampo. Nel 2017 fa le sue prime apparizioni con gli Sky Blues e dall’anno scorso è in pianta stabile nella rosa di Guardiola, con la quale nell’ultima stagione ha totalizzato 26 presenze, 3 reti e 7 assist.

Alphonso Davies

Esterno canadese classe 2000, il Bayern Monaco lo preleva nel gennaio del 2019 dai Vancouver Whitecaps. Giocatore completo, inizia la carriera da ala, ma in seguito viene adattato al ruolo di terzino che adesso occupa stabilmente.In questa stagione ha totalizzato 29 presenze, 2 gol e 7 assist. Si tratta del giocatore più giovane ad aver esordito e segnato con la nazionale canadese, nonché del primo millennial ad aver realizzato una marcatura in una competizione internazionale.

Eduardo Camavinga

Mediano francese classe 2002 del Rennes, si tratta di un profilo inusuale per questa lista, che raccoglie giocatori già affermati in top club e con esperienza internazionale, ma abbiamo deciso di premiarlo per la giovanissima età e per dare spazio ad un ruolo non offensivo. Può essere anche impiegato come mezzala, è dotato di un buon tiro ed è, secondo gli addetti ai lavori, la next big thing del calcio francese. Cresciuto nelle giovanili del Rennes, diventa il più giovane esordiente in Ligue 1 a soli 16 anni, 4 mesi e 27 giorni. Con la squadra transalpina vanta già 35 presenze, 1 gol e 2 assist.

Flop

Premettiamo, non è mai giusto etichettare come flop giocatori giovanissimi, che hanno ancora tanti anni di carriera davanti per dimostrare il loro valore. Tuttavia su alcuni di essi le aspettative sono state davvero alte e non ripagate.

Vinicius Jr.

Considerato da molti un astro nascente del calcio mondiale , l’esterno offensivo brasiliano classe 2000 non sta garantendo continuità di rendimento nel Real Madrid di Zidane (nonostante un goal nel Clasico), il quale più volte ha fatto a meno di lui in questa stagione. In 28 presenze, Vinicius ha totalizzato solamente 4 gol e 3 assist, un bottino non certo ricco per un attaccante sul quale incombeva il peso di grandi aspettative. Vanta una sola presenza con la casacca verdeoro.

Rodrygo

Simmetricamente alla lista dei top, iniziamo quella dei flop con due giocatori della stessa squadra, clamorosamente il Real Madrid.  Di ruolo ala, brasiliano classe 2001, acquistato per 45 milioni di euro dal Santos (stessa cifra del suo compagno Vinicius), Rodrygo sta avendo un buon rendimento nelle coppe, mentre in campionato è poco utilizzato (anche se, parliamoci chiaro, si tratta sempre del Real Madrid), con sole 12 presenze e 2 gol in Liga. Vanta 2 presenze von la nazionale maggiore.

Kean

Attaccante classe 2000, lo abbiamo conosciuto bene con la Juventus, è passato in estate all’Everton a fronte di un corrispettivo di 28 milioni di euro. A Liverpool solamente 26 presenze, 1 gol e 2 assist. Meglio in nazionale, con 2 apparizioni e 3 gol

Joao Felix

Torniamo a Madrid, stavolta sponda Atletico. Il trequartista portoghese classe 1999 l’anno scorso ha incantato tutti al Benfica anche in campo internazionale, facendoci pensare di essere pronto al grande salto. Quest’anno invece, solamente 6 gol e 3 assist in 28 presenze. Un magro bottino se pensiamo ai 126 milioni di euro spesi dai Colchoneros per portarlo alla corte di Simeone. Conta 5 presenze in nazionale.

De Ligt

Lo abbiamo lasciato per ultimo, dato che di flop vero e proprio non si può veramente parlare. Il difensore olandese classe 1999, passato dall’Ajax alla Juve per 85 milioni di euro nell’ultima sessione di mercato, ha infatti ricevuto subito il compito di non far rimpiangere un pilastro della difesa bianconera come Chiellini, tenuto fuori da un grave infortunio. Nonostante un gol decisivo nel derby, nella prima parte di stagione si è rivelato ancora acerbo in relazione alla sua valutazione di mercato, lo dimostrano gli svariati rigori procurati per fallo di mano. Discorso totalmente opposto in nazionale, dove nonostante la giovane età è già capitano e vanta 21 presenze corredate da 2 gol.

 

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Serie A femminile: 17° giornata, calendario e classifica

La Serie A femminile si appresta a vivere la diciassettesima giornata. L’Hellas Verona sarà impegnato con l’Empoli, mentre la Juventus prima in classifica giocherà nel big match contro il Milan, attualmente terzo in classifica. Partita fondamentale alla quale le bianconere arrivano dopo la roboante vittoria per 4-0 sull’Hellas Verona. Allo stesso tempo il Milan deve riscattarsi dopo la brutta sconfitta sulla Fiorentina. Le ragazze viola osservano guardinghe, cercando di prendersi in solitaria il secondo posto. Per farlo dovranno battere le ragazze del Pink Bari, squadra che sta vivendo un periodo molto complicato, nonostante il pareggio esterno ottenuto sul campo dell’Inter. L’Orobica Bergamo affronterà proprio le nerazzurre milanesi, con il morale non dei migliori considerata la sconfitta nell’ultimo turno con la Florentia. La Roma affronterà proprio le toscane, in uno scontro importante per rimanere accodate al trenino di testa. Il Tavagnacco, reduce dal pareggio con l’Empoli, se la vedrà con il Sassuolo. Andiamo ora a vedere tutti i dettagli sulla Serie A femminile 17° giornata, calendario e classifica:

Serie A femminile 17° giornata:

Serie A femminile classifica:

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Top 10 film sul calcio

Tradurre il calcio su pellicola non è mai stata cosa semplice, eppure ci sono dei film che sono riusciti nell’arduo compito in maniera più o meno fedele alla realtà. Molti di questi hanno posto l’accento più sul mondo che gravita intorno al pallone. Storie di calciatori, storie di chi ha inseguito il sogno e l’ha raggiunto, di chi non ha retto l’urto della popolarità, della celebrità, delle grandi ricchezze economiche che ne sopraggiungono. Storie di chi ha davvero sprecato il proprio talento o semplicemente storie di tifosi, di chi, con anima e corpo, seguirebbe la propria squadra fino in capo al mondo. Storie di gente comune con una passione viscerale, ai limiti del fanatismo. Parodie, si, anche parodie del mondo del calcio che sono diventate famose, le cui citazioni sono ancora utilizzate oggi dopo tantissimi anni dall’uscita in sala. Molti di questi film sono diventati delle vere e proprie pietre miliari e, per gli appassionati di calcio e non solo, rappresentano un aggancio con quella realtà spesso immaginata, sognata, per alcuni anche vissuta che ci accomuna un po’ tutti. Difficile riuscire ad elencarne solamente 10, anche perché negli ultimi anni la lista si è allargata e ne sono entrati alcuni a pieno titolo.

Ecco a voi la Top 10 dei film sul calcio meglio riusciti. Buona lettura e buona visione!

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Il campione

Il Campione è un film uscito nelle sale nel 2019, opera prima di Leonardo D’Agostini, vincitore del Nastro D’argento 2019 come Miglior regista esordiente. La trama del film è incentrata sull’ascesa di Christian Ferro, una giovane promessa della Roma, interpretato dal bravissimo Andrea Carpenzano che non riesce a dare continuità al proprio talento per via di un comportamento spesso sregolato. Viene quindi deciso dalla dirigenza della squadra giallorossa di affiancargli Valerio Fioretti, un professore di italiano e storia, che ha il volto di una garanzia del cinema italiano come Stefano Accorsi, cui viene affidato il compito di seguirlo, con non poche difficoltà, e aiutarlo nello studio per conseguire il diploma. Attorno alla figura di Christian Ferro gravitano parecchie persone, molte delle quali vicini solo per la sua fama, dei veri avvoltoi. Fortunatamente per lui alcuni incontri, in particolare modo quello con il prof e con Alessia (Ludovica Martino), una studentessa di medicina, saranno fondamentali per fargli capire quelli che sono i punti chiave su cui puntare, con umiltà e abnegazione. Il film è molto ben riuscito, ben recitato, scorrevole e divertente al tempo stesso, leggero ma con un profonda morale di fondo. Senza dubbio uno degli ultimi film sul calcio meglio girati degli ultimi anni.

Fuga per la vittoria.

Un cast stellare, davvero stellare per un film che mischia storia e sport e che tra i protagonisti ha tra gli altri un calciatore, uno che la storia di questo sport l’ha fatta veramente: Edson Arantes do Nascimento, meglio noto come Pelè. Uscito nelle sale ormai quasi 40 anni fa, nel 1981, racconta la storia di una partita tra prigionieri di varie nazionalità, nella Francia degli anni ’40 e i nazisti dove la sfida sarà un’occasione unica di fuga per i prigionieri. Celebre nel film la sequenza della rovesciata di Pelè, non il solo giocatore nella pellicola considerando anche la presenza di Bobby Moore, Osvaldo Ardiles, Paul van Himst e Kazimierz Deyna oltre a mostri sacri come Michael Caine, Max Von Sydow e Sylvester Stallone. Tutto filmato sotto la regia di John Huston, uno dei maestri del cinema hollywoodiano. Semplicemente un filone, da vedere obbligatoriamente.

Shaolin Soccer

Un film tra i più divertenti mai girati sul calcio, che mixa con genialità realtà e colpi alla Holly e Benji, con un pizzico di Bruce Lee, uscito nelle sale nel 2001. Una storia simpaticissima ambientata ad Hong Kong, dove una strampalata squadra dovrà affrontarne una molto forte. Fu distribuito in Italia con il doppiaggio di calciatori che all’epoca dell’uscita del film giocavano in Serie A, nella Roma e nella Lazio. Basti pensare che il protagonista ha la voce di Damiano Tommasi e altri personaggi quella di Angelo Peruzzi, Marco Delvecchio, Sinisa Mihjlovic e Vincent Candela. La resa dei gesti atletici é ben riuscita e vale la pena ripescarlo per chi non lo avesse mai visto. La leggenda narra che la versione originale sia ancora più divertente di quella doppiata in italiano.

Febbre a 90°

Un vero e proprio cult per gli appassionati di calcio. Tratto dal libro omonimo dello scrittore Nick Hornby, con un giovane Colin Firth protagonista della pellicola. Il film, uscito nel 1997, si ambienta a Londra alla fine degli anni ’80 e ci racconta la storia di Paul Ashworth, insegnante di lettere alle superiori e soprattutto grandissimo tifoso dell’Arsenal, una passione nata da piccolo. Il film ci fa ripercorrere tutte le fasi di un vero tifoso, dalle delusioni fino alle gioie delle vittorie, obbligatoriamente sofferte fino e oltre il 90°. Tutto è principalmente incentrato sulla stagione ’88/89 della First Division, poi diventata Premier League, quando i Gunners ancora giocavano nel leggendario Highbury e sognavano con i gol di Alan Smith.

Il maledetto United

Film che ripercorre la vita di un allenatore forse oggi poco ricordato ma conosciutissimo nella storia del calcio inglese: Brian Clough. Anche in questo caso è l’adattamento di un libro, un racconto di successo di David Peace uscito nel 2006 diretto da Tom Hooper. La pellicola, uscita tre anni più tardi, è incentrata sui 44 giorni nel lontano 1974 in cui l’allenatore Clough, che aveva già dimostrato le proprie abilità con il Derby County e soprattutto le mostrerà dopo in Europa con il Nottingham Forest che allenò per 18 anni, guidò il glorioso Leeds United. 44 giorni in cui cercò di imporre un codice comportamentale ottenendo però risposta negative dalla sua squadra, tra litigi, incomprensioni e la definitiva resa. Mister Brian Clough ha il volto del bravo attore gallese Michael Sheen.

Goal!

Santiago Muñez, conoscete questo giocatore? No, non è vero giocatore ma le sue avventure hanno appassionato gli amanti del calcio (e del cinema) come fosse realmente esistito. Santi, è un bambino messicano che scappa illegalmente con la sua famiglia dal Messico agli Stati Uniti, precisamente a Los Angeles. Ha un grande talento e gioca, illuminando, nella squadra locale. Fortuna vuole che sia notato e selezionato da un osservatore del Newcastle. Da qui il viaggio in Inghilterra e il confronto con la dura realtà: la difficoltà ad adattarsi al calcio inglese. Alla fine, come spesso accade nei film, riesce a far esplodere tutto il suo grande talento. Questo è il primo film di una trilogia che comprende anche Goal 2, dove il talento messicano vestirà addirittura la maglia del Real Madrid e dove vedremo giocatori veri come Zinédine Zidane, Raul, Ronaldo e David Beckham. Goal 3, stranamente mai distribuito in Italia, è ambientato durante i Mondiali del 2006, vinti come forse ricorderete dalla nostra Nazionale!

Il mio amico Eric

Il mio amico Eric è un bellissimo film uscito nel 2009 e diretto dal grande regista Ken Loach e tratto da un’idea di Eric Cantona, ex stella del Manchester United e sempre più spesso negli ultimi anni, attore. Come tutti i film di Ken Loach, il protagonista è un un uomo della classe operaia, Eric, un postino di 50 anni tifosissimo dello United che vive a Manchester. In gioventù, avventatamente ha lasciato la moglie e la figlia appena nata ma dopo tanti anni la figlia torna e gli chiede di badare a sua nipote perché lei deve laurearsi. A questo punto il protagonista, in preda al panico fuma un pò d’erba e vedrà apparire davanti a lui Eric Cantona, che comincerà ad aiutarlo con la sua filosofia di vita. Per chi ha Prime Video lo può trovare lì in streaming.

Il presidente del Borgorosso Football Club

L’immenso Alberto Sordi, del quale quest’anno ricorrono i cento anni dalla nascita, è il protagonista di questa pellicola, “Il presidente del Borgorosso Football Club” dove interpreta Benito Fornaciari, rampollo di una benestante famiglia di industriali. A seguito della morte del padre erediterà oltre ad una notevole somma in denaro anche la presidenza della squadra di famiglia, il Borgorosso. Il giovane Fornaciari non ha alcuna dimestichezza con il mondo del calcio, dimostrandolo con decisioni avventate. Dopo l’esonero dell’allenatore del quale prende il ruolo, oltre a quello di presidente che già riveste nonostante l’inadeguatezza, e i conseguenti risultati negativi fa uscire il coniglio dal cilindro comprando la stella Omar Sivori, il grande oriundo di Juventus e Napoli, che partecipò di persona al film.

Best

Best è il film autobiografico sulla figura iconica di George Best, il miglior calciatore europeo degli anni Sessanta e Settanta e Pallone d’oro 1968. Best, interpretato dall’attore britannico John Lynch, è stato il classico esempio di genio e sregolatezza, regalando perle di assoluta qualità in campo e vivendo fuori dal rettangolo di gioco in maniera completamente poco inquadrata. Il film è uscito nelle sale nel 1999, per la regia di Mary McGuckian e ci regala in maniera fedele un ritratto del talento del Manchester United, icona pop del suo tempo, non a caso definito il quinto Beatle. Come non ricordare questa frase che meglio di tutte descrive Best: “Ho speso molti soldi per alcool, donne e belle macchine. Il resto l’ho sperperato.

Sognando Beckham

Il film, leggero e divertente uscito nel 2002 e diretto dalla regista Gurinder Chadha. La pellicola racconta la passione calcistica di Jess, una giovane ragazza inglese che, vedendosi ostacolata dalla sua di famiglia indiana, è costretta a coltivare la sua passione segretamente. Varie peripezie la porteranno a legare con una giovane Keira Knightley, tra le attrici protagoniste, con la quale inizialmente competerà sia in campo che in amore per la contesa dell’allenatore della loro squadra, interpretato da Jonathan Rhys Meyers. Il film è stato un vero è proprio successo incassando 76 milioni di sterline a fronte di 6 di produzione.




Top 10 acquisti più costosi del mercato di Gennaio

Il calciomercato di Gennaio, detto anche mercato di riparazione, dà la possibilità ai club di riparare a qualche acquisto fatto in estate rivelatosi non all’altezza o di cogliere qualche occasione per puntellare la squadra. Raramente vengono fatti grandi investimenti, tuttavia negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a più di un grande esborso economico, con delle cifre davvero molto importanti. Il mercato di riparazione non è molto apprezzato dai direttori sportivi e sempre più spesso anche dagli stessi allenatori, restii a farsi stravolgere la squadra nel bel mezzo della stagione. Nel corso di questa finestra di mercato non abbiamo assistito a grandissimi colpi, eccezion fatta per il giovane fenomeno Erling Haaland passato dal Salisburgo al Borussia Dortmund, del danese Christian Eriksen dal Tottenham all’Inter, entrambi però non pagati in maniera spropositata, oltre al grande ritorno, romantico, di Zlatan Ibrahimovic al Milan. Un giocatore importante che incontrerete nell’articolo entra di diritto nella Top 10 dei calciatori più costosi del mercato di gennaio. Scopriamo chi sono, ci saranno delle belle sorprese!

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Philippe Coutinho

Al primo posto troviamo una vecchia conoscenza del calcio italiano: Philippe Coutinho. Il brasiliano classe 92 ha vestito la maglia dell’Inter dal 2010 al 2013 giocando 47 partite e segnando 5 gol (con una parentesi nel 2012 all’Espanyol) prima di passare al Liverpool. In Premier League ha sicuramente vissuto le sue stagioni migliori con la 10 dei Reds sulle spalle, giocando più di 200 partite e segnando 54 gol dal Gennaio 2013 al Gennaio 2018. Proprio nella finestra di mercato invernale del 2018 Coutinho è passato dal Liverpool al Barcellona per la cifra record di 145 milioni di euro, che lo pone di diritto in vetta alla nostra classifica. Con i blaugrana il brasiliano ha disputato una stagione e mezza al di sotto delle aspettative, senza dubbio se paragonate al costo del suo cartellino e per questo nell’estate 2019 è stato ceduto in prestito al Bayern Monaco, dove sta giocando con buona continuità e costanza.

Virgil Van Dijk

Grazie ai tantissimi soldi incassati dalla cessione di Coutinho al Barcellona, i Reds di Jurgen Klopp hanno avuto modo di fare un gran mercato già a partire dalla stessa sessione del 2018. Un grande colpo è stato il difensore olandese Virgil Van Dijk, acquistato per la cifra non indifferente di 84,6 milioni di euro dal Southampton. L’ acquisto inizialmente criticato dai media e dagli addetti ai lavori per il grande esborso economico, si è rivelato invece fondamentale per le stagioni successive del Liverpool. Senza dubbio uno dei difensori centrali più forti in circolazione se non il più forte al momento è una pedina necessaria per la squadra di Klopp. Anche e soprattutto grazie alle formidabili prestazioni del numero 4 sono arrivate una finale di Champions persa contro il Real Madrid nel 2018, una vinta lo scorso anno contro il Tottenham e una Premier League che sembra essere una semplice formalità. Il bottino del difensore da quando veste la maglia dei Reds dice 106 presenze e 11 gol.

Diego Costa

Un ritorno fortemente voluto quello di Diego Costa all’Atletico Madrid nel 2017. Dopo 3 stagioni con il Chelsea, con 2 Premier vinte da protagonista e un Carabao Cup, sono arrivate le conseguenti incomprensioni con mister Antonio Conte che hanno fatto sì che l’attaccante brasiliano naturalizzato spagnolo spingesse fortemente per tornare da Simeone, costringendo i Colchoneros a fare un grande sforzo economico per strapparlo ai Blues. 66 milioni di euro, più di quanto era stato pagato dal Chelsea per prelevarlo proprio dall’Atletico (40 milioni di euro nell’estate 2014). Con i Blues 2 annate di altissimo livello con 40 reti segnate e una, quella di mezzo coincisa con l’esonero di Josè Mourinho, sottotono con 12 reti. Con l’Atletico Madrid, però, sembra essersi un po’ smarrito il feeling con il gol di un tempo, quella vena realizzata della prima esperienza madrilena, con solo14 reti segnate nelle ultime 2 stagioni e mezzo.

Aymeric Laporte

Il Manchester City ci ha abituato ad investimenti milionari nel corso degli ultimi anni, in particolare modo da quando è seduto in panchina Pep Guardiola. Secondo il sito Transermarket attualmente ha un valore di 75 milioni di euro ed è stato pagato 10 milioni di meno. Stiamo parlando del difensore francese classe ’94 Aymeric Laporte, acquistato nel mercato di Gennaio del 2018 per 65 milioni di euro dall’Athletic Bilbao. Il francese, attualmente ai box per un’operazione a seguito di infortunio al ginocchio del Settembre scorso, è divenuto un giocatore chiave per la retroguardia del City, tanto è che da quando è infortunato (si prevede ancora un lungo stop) la squadra ha avuto parecchia difficoltà a trovare continuità in Premier League. Per il numero 14 francese 69 presenze e 5 gol con la maglia dei Citiziens.

Christian Pulisic

Restiamo sempre in Premier League ma ci spostiamo più a sud, a Londra. Nel gennaio dello scorso anno il Chelsea ha acquistato dal Borussia Dortmund il nazionale statunitense Christian Pulisic per la modica cifra di 64 milioni di euro. Nonostante si sia effettivamente aggregato ai Blues nel luglio del 2019 l’acquisto è stato registrato nel mercato di gennaio 2019, perciò entra a pieno diritto nella nostra classifica. Preso nell’arduo compito di far dimenticare Eden Hazard passato al Real Madrid, Pulisic è un giocatore di grande prospetto (è un classe ’98)spesso utilizzato come esterno offensivo ma anche come trequartista. Dopo un’inizio difficoltoso lo statunitense si è pian piano inserito nei meccanismi della squadra di Frank Lampard risultando tra i più decisivi in questa sua prima stagione di Premier League. Attualmente è fermo per infortunio ma sembra essere prossimo al rientro in campo. Per lui 23 partite, 6 gol e 6 assist con il Chelsea.

Pierre-Emerick Aubameyang

Pierre-Emerick Aubameyang, senza alcun dubbio uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi anni. Passato nel mercato di gennaio del 2018 dal Borussia Dortmund all’Arsenal per 63, 7 milioni di euro, Aubameyang risulta essere uno dei migliori acquisti nell’intera storia dell’Arsenal, per rendimento e numero di gol. L’attaccante del Gabon ha ereditato un numero pesante da quelle parti, la 14 della leggenda Thierry Henry ma sembra non averne sentito minimamente il peso sulle spalle. I numeri infatti parlano chiaro: 87 presenze e 54 gol con la maglia dei Gunners e un peso importante nello spogliatoio londinese tanto da diventarne capitano dal novembre scorso. D’altronde ci aveva abituato così anche con il Borussia Dortmund e non ha assolutamente risentito del cambio di campionato e di nazione, nonostante per l’Arsenal non stia attraversando una delle sue migliori stagioni. 

Oscar

Quando nel Gennaio del 2017 il Chelsea ha accettato l’offerta faraonica dello Shanghai SIPG per Oscar (52 milioni di sterline ovvero 60 milioni di euro) molti tifosi dei Blues non la presero affatto bene. Non si può dire certo lo stesso per il brasiliano che ha firmato un contratto da 476.758 euro a settimana, ovvero 25 milioni di euro all’anno, 68.108 euro al giorno, 2.837 euro all’ora, 46 euro al minuto e 77 centesimi al secondo. Non proprio spiccioli. Il brasiliano però è stato molto sincero a tal proposito: a chi lo accusava di aver in un certo modo anticipato la chiusura della sua carriera andando a giocare in un campionato poco competitivo come quello cinese ha risposto che ovviamente lo faceva per soldi, senza troppi giri di parole. Con il Chelsea il centrocampista ha giocato dal 2012 al gennaio 2017, disputando in totale 203 partite e segnando 38 gol.

Fernando Torres

Che giocatore che era con la maglia del Liverpool El Niño Fernando Torres! Nel Gennaio 2011 il passaggio dell’attaccante spagnolo proprio dai Reds al Chelsea per 58,5 milioni di euro, cifra che lo ha reso all’epoca l’acquisto più costoso nella storia della Premier League, è stato come il taglio dei capelli di Sansone: abbiamo assistito all’evidente calo di rendimento del Niño rispetto a quello visto in precedenza. Un passaggio quello dello spagnolo ai Blues che ha suscitato numerose polemiche tra i tifosi del Liverpool, poi ricredutisi vedendo il rendimento con la maglia del Chelsea. C’è chi sostiene che dopo l’infortunio del 2010 non si sia più ripreso. I numeri non mentono, purtroppo. Con la squadra di Londra 172 presenze e 45 gol. Dal Chelsea poi il passaggio veloce al Milan (10 presenze e un gol) per tornare romanticamente al primo amore, l’Atletico Madrid fino all’ultimo club, in Giappone, il Sagan Tosu con cui ha chiuso la propria carriera (ad ogni modo ricchissima di trofei con club e Nazionale) nell’Agosto del 2019.

Bruno Fernandes

Un acquisto fresco fresco entra di dovere nella classifica degli acquisti più costosi del mercato di Gennaio. Da pochi giorni il portoghese Bruno Fernandes è passato dallo Sporting Lisbona al Manchester United per 55 milioni di euro (cifra destinata a salire fino a 80 milioni di euro inclusi alcuni premi). Nella sua carriera ha giocato molti anni in Italia come mezzala e trequartista, prima al Novara, acquistato per 40 mila euro nel 2012, poi 3 anni con la maglia dell’Udinese, infine un anno a Genova, alla Sampdoria prima del fortunato ritorno in patria allo Sporting dove è diventato il capitano e un uomo chiave. Le prestazioni di altissimo spessore ne hanno consacrato il talento a livello nazionale ed internazionale attirando su di lui non solo l’interesse, poi concretizzatosi, dello United ma anche di top club come Real Madrid e Barcellona. Con la squadra Lisbona Bruno Fernandes ha giocato 137 partite e segnato 64 reti. Ora la grande sfida di infiammare l’Old Trafford come fatto da un suo connazionale qualche anno fa…

Alex Teixeira

Chiude la classifica il passaggio del brasiliano Alex Teixeira dallo Shakhtar Donetsk al Jiangsu Suning per 50 milioni di euro nel gennaio 2016. Nel periodo allo Shakhtar Teixeiera era uno dei giocatori più rappresentativi della formazione ucraina, con cui ha giocato 223 partite in 6 anni e vinto tantissimo a livello nazionale. Corteggiato a lungo dal Liverpool e per un periodo anche dal Bayern Monaco e accostato anche all’Inter nello scorso mercato estivo, il trequartista ha preferito accettare il contratto faraonico da 10 milioni di euro del club cinese, dove sta giocando attualmente con un ottimo rendimento: 126 presenze e 60 gol per lui con il Jiangsu Suning.




Top 10 calciatori senza Pallone d’oro

La cerimonia del Pallone d’Oro è in vigore dal 1956 ed è sicuramente il trofeo individuale più ambito da ogni calciatore. Da pochi giorni abbiamo assistito alla consegna del Pallone d’oro numero 63, il sesto nella carriera di Lionel Messi che con questa vittoria stacca nuovamente Cristiano Ronaldo, fermatosi a 5, in questa meravigliosa corsa tra fenomeni che ci accompagna da un decennio. Come ogni premio che si rispetti non possono mancare le polemiche e ovviamente anche quest’anno non si possono fare eccezioni. Sono molti, infatti, i calciatori che a furor di popolo avrebbero meritato questo riconoscimento e non l’hanno ottenuto. Va detto, però, che solo a partire dal 1995 la vittoria del premio è stata estesa anche ai calciatori extraeuropei e va da sé che giocatori come Pelè e Maradona o Romario, che avrebbero vinto senza fatica, non sono stati premiati. Negli ultimi anni i protagonisti assoluti sono sempre stati Messi e Ronaldo, intervallati solo nel 2018 con la vittoria un po’ a sorpresa di Modric. A partire da quest’anno tutto sembra essere tornato alla normalità. Scopriamo, invece, chi sono per noi coloro che avrebbero dovuto vincere ma non sono stati premiati. Vi ricordiamo che potete seguire RadioGoal24 anche tramite la nostra pagina radio ed il nostro canale spreaker. ecco la top 10 dei calciatori senza Pallone d’Oro:

Top 10 senza Pallone d’oro: Gianluigi Buffon



Calciatori senza Pallone d'oro
Andiamo per ordine. Partiamo dal portiere. Nel 2006 l’Italia è campione del Mondo e tra i protagonisti della cavalcata azzurra impossibile non citare Gigi Buffon. Il portierone azzurro oltre al trionfo di Berlino poteva vantare anche stagioni sempre al top con la Juventus, maglia che decide di non abbandonare anche dopo la retrocessione in serie B a seguito dello scandalo di Calciopoli. Così invece non fa Fabio Cannavaro, che lascia il bianconero per Madrid, sponda Real. Le qualità di Cannavaro sono indubbie, soprattutto durante il Mondiale ma probabilmente nel 2006 avrebbe meritato Buffon.


Paolo Maldini


Calciatori senza Pallone d'oro
Rimaniamo sempre in patria. Se in Italia pensi ad un difensore non puoi non pensare automaticamente a Paolo Maldini. Bandiera del Milan con cui ha vinto ogni titolo possibile e pilastro della Nazionale (con la quale, ci è andato molto vicino ma non ha mai vinto) non è stato mai insignito del Pallone d’oro per non si sa bene quale ragione. Ricordiamo, ad esempio, che il trofeo nel 1996 è andato al difensore del Borussia Dortmund Matthias Sammer, autore si di una stagione molto positiva ma sicuramente non paragonabile con Maldini degli anni 90.


Francesco Totti


Calciatori senza Pallone d'oro
Nonostante non abbia vinto molto nella sua lunga carriera (uno Scudetto, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe con la Roma, 1 Europeo Under 21 e 1 Mondiale con la maglia Azzurra e una Scarpa d’Oro a livello individuale) non si può certo dire che Francesco Totti non avesse le qualità tecniche per poter vincere quantomeno un Pallone d’oro. Ha disegnato Calcio di altissima qualità per più di 20 anni e sicuramente l’amore dei suoi tifosi fino al giorno del suo ritiro sarà stato importante quasi come vincere l’ambito trofeo.


Thierry Henry


Calciatori senza Pallone d'oro

Uomo simbolo dell’Arsenal spumeggiante di Arsene Wenger, Thierry Henry non ha mai vinto il Pallone d’oro. Il francese ha incantato per anni sui campi inglesi e in tutta Europa, a suon di gol meravigliosi e regalandoci giocate di una classe indescrivibile ma, nonostante avesse tutte le carte in regola per vincere, non è mai stato premiato.


Zlatan Ibrahimovic


Calciatori senza Pallone d'oro
Impossibile non nominare Re Zlatan! Ibrahimović è uno di quei giocatori straordinari, inarrivabili che però non può vantare né Champions League né Pallone d’oro. Si dice che la Champions sia stata da sempre l’ossessione dello svedese, anche perché a suo avviso non ha bisogno del premio di miglior giocatore dell’anno, lui già sa di esserlo.


Wesley Sneijder


Calciatori senza Pallone d'oro

Nel 2010 Wesley Snejider vince tutto da autentico protagonista e scrive la storia dell’Inter di Mourinho. Sempre nello stesso anno arriva in finale del Mondiale con l’Olanda, venendo poi sconfitto dalla Spagna ai supplementari. Morale? Solamente 4° nella classifica finale del Pallone d’oro, preceduto da Xavi, Iniesta e Messi. Probabilmente il trofeo più immeritato nella carriera dell’argentino.


Andrés Iniesta


Calciatori senza Pallone d'oro
Andrés Iniesta
. Uno dei centrocampisti più forti di tutti i tempi. Tecnica purissima e idee di gioco a velocità raddoppiata per il giocatore spagnolo che non ha mai vinto inspiegabilmente un Pallone d’oro ma può vantare la vittoria di ogni trofeo possibile a livello di club con il Barcellona e con la nazionale spagnola.


Neymar JR.


Top 10 senza pallone d'oro

Il giocatore più pagato nella storia del calcio non ha mai vinto un Pallone d’oro. Neymar da Silva Santos Júnior, o semplicemente noto come Neymar non è ancora riuscito a mettere le mani sul Mondiale e soprattutto sul Pallone d’Oro, complici i tanti infortuni e la poca continuità negli ultimi anni. Riuscirà O’Ney a vincerlo nei prossimi anni?


Fenerenc Puskas


Top 10 senza pallone d'oro
Facciamo un salto nel passato ma più che doveroso per parlare di una delle più grandi ingiustizie nella storia del calcio: il pallone d’oro mai assegnato a Fenerenc Puskás. L’ungherese, capace di segnare valanghe di gol e soprattutto 4 gol nella finale di Champions vinta dal Real contro l’Eintracht nel 1960 non vinse mai il trofeo, venendogli preferito Luis Suarez del Barcellona.


Virgil Van Dijk


Top 10 senza pallone d'oroSenza molti dubbi quest’anno avrebbe meritato di vincere un grande protagonista del Liverpool campione d’Europa, il difensore Virgil Van Dijk. L’olandese, autore di una stagione superlativa, pilastro dei Reds e della Nazionale, capace non subire dribbling per più di 17 mesi, è stato battuto proprio al fotofinish nella classica del Pallone d’oro, superato da una manciata di voti da Leo Messi.




Non solo Giampaolo: la Top 5 degli esoneri più veloci

L’esonero di Giampaolo è stato il più rapido dell’intera storia rossonera. Il Milan negli ultimi anni ha dimostrato spesso poca chiarezza nel progetto tecnico, Pioli è il nono allenatore in 9 anni. Una netta inversione di rotta rispetto alla storia recente del Milan di Berlusconi che ha sempre avuto una particolare cura nei confronti della continuità del progetto tecnico. Giampaolo non è ovviamente l’unico allenatore vittima di alcune fasi societarie un pò confuse: come dimenticare Cellino e Zamparini? I maestri degli esoneri specialmente quelli precoci, o anche Moratti che prima di incontrare Roberto Mancini si era sempre fidato dei ribaltoni tecnici per risollevare  la squadra. Detto ciò, noi di RadioGoal24 abbiamo deciso di stilare una Top 5 degli esoneri più veloci.
Vi ricordiamo di seguire il nostro sito anche su Instagram e Facebook. Segui anche la pagina Radio. Scopriamo insieme la classifica:

TOP 5 degli esoneri precoci

5 – Attilio Tesser (Prima giornata 2005-2006, Cagliari)

Dopo due stagioni di alti e bassi in Serie B con la Triestina a Tesser si aprirono le porte della Serie A: l’offerta arriva dal Cagliari di Cellino. Durante tutto il precampionato il patron del Cagliari inizia con una sfilza di uscite infelici, l’ultima prima dell’esordio in Serie A di Tesser contro il Siena: “Vediamo se lei è un uomo fortunato”. Il Cagliari perderà e poche ore dopo arriverà l’esonero.  Il tecnico veneto riassaporerà il massimo campionato solo un’altra volta nel 2011-2012, retrocedendo con il Novara.

4- Stefano Colantuono (Prima giornata 2008-2009, Palermo)

Altro esonero tanto prematuro quanto inspiegabile. Il rapporto tra Colantuono e Zamparini dura già da un anno, che definire tormentato è poco. Dopo un buon inizio di campionato 2007-2008 nel quale spicca una vittoria casalinga con il Milan campione d’Europa, i rosanero iniziano a rallentare la loro marcia e per il tecnico romano sarà fatale la sconfitta per 5-0 sul campo della Juventus: esonero. Zamparini chiama Guidolin in panchina, ma quattro mesi dopo il 24 marzo 2008 attua uno dei suoi classici dietro-front: ritorna Colantuono. Il Palermo chiuderà undicesimo in campionato. Nel nome della continuità viene riconfermato il tecnico romano, al quale però non vengono perdonate le prime due sconfitte stagionali: in coppa Italia con il Ravenna e alla prima di campionato con l’Udinese. Di nuovo esonero. I rosanero sotto la guida di Ballardini arriveranno ottavi nell’edizione della Serie A 2008-2009.

3- Gigi Simoni (Undicesima giornata 1998-1999, Inter)

Uno dei più particolari e probabilmente ingiusti esoneri del nostro calcio. Sulla griglia di partenza della stagione 1998-1999 l’Inter di Gigi Simoni, al secondo anno sulla panchina nerazzura, è una delle contendenti allo scudetto. Vincitrice della coppa Uefa contro la Lazio grazie anche a Ronaldo il Fenomeno, fresco vincitore del Pallone d’Oro, nella sua forma più devastante. Gigi Simoni è un allenatore umile, uno di quelli che ha dovuto fare tanta gavetta prima di allenare una squadra così competitiva, eppure alla prima stagione con l’Inter (1997-1998) senza nessun tipo di timore reverenziale ha portato nella Milano nerazzurra una Coppa Uefa e un secondo posto in campionato. L’inizio della stagione 1998-1999 non è sicuramente esaltante, ma neanche così tragico: in 11 partite l’Inter conta 5 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte. Settima in campionato, ma a sole 5 lunghezze dalla capolista Fiorentina. In Champions League è prima nel girone con una lunghezza di vantaggio sul Real Madrid, ed è proprio qualche giorno  dopo aver sconfitto i blancos nella gara di ritorno per 3-1 che Gigi Simoni viene esonerato: il 30 Novembre 1998, giornata nella quale viene anche  premiato con la Panchina d’Oro, premio che incorona l’allenatore migliore della passata stagione, dall’Associazione Italiana Allenatori di Calcio. Moratti sceglie Lucescu per sostituire il tecnico emiliano.

2- Luigi Del Neri (Estate 2004, Porto)

 

Ammutinamento, o quasi, la sorte che è toccata a Luigi del Neri. Estate 2004, dopo aver fatto brillare una piccola squadra di quartiere per quattro anni, l’ambizioso tecnico friulano decide di accettare la corte dei Campioni d’Europa. Eh si, il Porto aveva appena vinto la Champions League con Mourinho al timone e per sostituirlo scelsero proprio Luigi Del Neri. L’ex tecnico del Chievo si presenta in Portogallo carico di aspettative, ma anche di pretese, precisione e rigore tattico tipico del calcio italiano. Un bel buco nell’acqua. Dopo appena due mesi lo spogliatoio con non poca superbia decide di non seguire il tecnico italiano, non condividendone le modalità di allenamento così diverse dalla cultura portoghese e chiedendone apertamente l’esonero. Non si può scontentare lo spogliatoio che ha appena compiuto un miracolo sportivo, così la dirigenza deciderà di cambiare allenatore e quindi di esonerare il buon Gigi. Del Neri dopo qualche mese inizierà la sua breve e sfortunata avventura sulla panchina della Roma, mentre il Porto perderà la supercoppa Uefa contro il Valencia, arriverà secondo campionato ed abbandonerà prematuramente la Champions League, cambiando tre tecnici in una stagione: Del Neri, Víctor Fernández e José Couceiro.

1- Brian Clough (12 Settembre 1974, Leeds United)

La storia tra Brian Clough ed il Leeds United è talmente popolare da esser anche diventata un romanzo e successivamente anche una pellicola di successo: Il maledetto United. Per spiegare meglio cosa non andò tra l’allenatore e i giocatori del Leeds bisogna fare qualche passo indietro negli anni. Nel marzo del 1961 il club affronta  una situazione economica disastrosa ed ingaggia Don Rivie che miracolosamente riesce ad evitare la retrocessione in terza divisione. Nel 1964 arriva la promozione che riporta il Leeds nella massima serie del calcio inglese; fino al 1974,  con Don Rivie alla guida della squadra, i Withes arrivarono sempre tra le prime quattro in classifica. Vinsero poi due campionati nel 1969 e nel 1974, la FA cup nel 1972 e la League Cup nel 1968, non sfigurando neanche a livello europeo dove trionfarono in coppa delle Fiere nel 1967 e nella Coppa delle Coppe nel 1973. Le storie d’amore finiscono sempre e spesso dolorosamente e nell’estate del 1974, dopo il secondo titolo nazionale vinto con Leeds, Don Rivie decise di accettare l’offerta della Federazione Inglese. Per sostituirlo la società contatta Brian Clough, rivale nelle ultime stagioni alla guida del Derby County. Tifoseria e giocatori non condividono la scelta e non esitano a palesarlo: nelle passate stagioni infatti il neo tecnico del Leeds non aveva esitato ad accusare Don Rivie e i suoi calciatori di antisportività. La squadra è convinta che Brian voglia affossare il Leeds per l’odio accumulato negli anni di sfide con il Derby County. Dopo appena 44 giorni sarà esonerato. I Withes dopo un inizio di stagione zoppicante torneranno a marciare con il nuovo tecnico Jimmy Armfield arrivando addirittura alla finale di Coppa Campioni ( persa con il Bayern Monaco ). Clough, invece, nel gennaio del 1975 firmerà per il Nottingham Forest, dove si renderà protagonista di una delle storie più belle del calcio europeo: la cenerentola inglese che riuscirà a vincere per due volte la coppa Campioni.




La Top 10 degli errori commessi dal VAR

Le lamentale di Petrachi dopo il caso Kalinic-Pisacane hanno riacceso i riflettori sugli errori VAR e su come debba essere utilizzato. Questa è la terza stagione in cui i direttori di gara possono usufruire dell’ausilio tecnologico, eppure le discussioni non si fermano, essendoci ancora molto spazio per la singola interpretazione arbitrale; da quest’anno l’AIA ha omologato tutti i falli di mano alla stessa maniera, per ridurre al minimo la specificità del caso, trattando questo tipo di irregolarità di gioco in maniera oggettiva come un fuorigioco. Tutti gli altri tipi di interventi da sanzionare sono ancora, giustamente, influenzabili dalla percezione arbitrale. Essendo obbiettivamente complicato riuscire ad applicare un metro di giudizio conforme per tutta la stagione, per tutte le squadre e per tutti i giocatori, non sarebbe forse arrivato il momento di concedere agli allenatori la possibilità di invitare il direttore di gara ad un on field review? Per offrire così la discrezionalità del caso anche ai diretti interessati. Detto ciò, noi di RadioGoal24 abbiamo deciso di stilare una Top 10 degli errori commessi dal VAR. Vi ricordiamo di seguire il nostro sito anche su Instagram e Facebook. Segui anche la pagina Radio. Scopriamo insieme la classifica:

TOP 1O ERRORI VAR: LA CLASSIFICA

10 – Roma-Inter 26/08/17 Skriniar su Perotti

Era la seconda giornata della Serie A 2017-2018, la Roma, alla prima stagione senza Totti, era stata affidata alla guida di Eusebio Di Francesco, mentre l’Inter aveva puntato sull’ex tecnico giallorosso Luciano Spalletti per centrare, dopo tanti anni di assenza, la qualificazione in Champions League. Sul risultato di 1 a 0 a favore dei padroni di casa Perotti, muovendosi sull’out di sinistra, entra in area di rigore avversaria, supera Skriniar, che senza troppi indugi entra goffamente sull’esterno giallorosso. Il VAR non interviene, e l’arbitro Irrati decide di non visionare l’episodio. La gara finirà 1-3 per l’Inter.

Errori Var

9 – Genoa-Juventus 26/08/17 Fuorigioco di Galabinov

Parlando di errori Var, restiamo ancora alla seconda giornata di Serie A 2017/2018: il VAR si perde il fuorigioco di Galabinov sull’imbucata di Taarabt, nel susseguirsi dell’azione l’arbitro Banti ravvisa un intervento scomposto di Rugani proprio sull’attaccante bulgaro ed assegna il calcio di rigore ai rossoblu. La sfida terminerà 2-4 per i bianconeri, che rimonteranno dopo esser passati in svantaggio di 2 reti.

Errori Var

8 – Torino-Hellas Verona 1/10/17 Fuorigioco di Kean

Stessa annata, stesso errore. La tecnologia era appena stata introdotta e si faceva addirittura difficoltà a tracciare le linee del fuorigioco e a farne le spese stavolta fu il Torino dell’attuale tecnico del Bologna Siniša Mihajlović.  I granata erano in vantaggio per 2-0 in casa con l’Hellas, ma negli ultimi minuti parte la rimonta dei veronesi viziata però da una grossolana svista arbitrale. Al minuto 87 Kean deposita il pallone in rete, accorciando le distanze, ma la rete del talentino italiano è palesemente da annullare, essendo il ragazzo in posizione di fuorigioco. Dal VAR non vengono tracciate correttamente le linee per evidenziare l’irregolarità e così l’arbitro Gavillucci convalida la rete. Pazzini segnerà su rigore il definitivo 2-2.

Errori Var

7 – Roma-Cagliari 16/12/17 Goal con la mano di Fazio

A Roma i giallorossi ospitano il Cagliari di Lopez. La gara è totalmente dominata dai ragazzi di Di Francesco, che però non riescono a segnare e sciupano l’inimmaginabile. Al minuto 94 i padroni di casa hanno l’ultima occasione: Kolarov calcia una punizione insidiosa dall’out di sinistra, Cragno respinge in maniera goffa, mandando il pallone nel cuore dell’aria di rigore, dove si fa trovare pronto Fazio che si aggiusta il pallone con un tocco di mano per poi calciare a porta vuota.  Damato va a rivedere l’episodio dubbio e decide poi di convalidare il goal del difensore giallorosso, scatenando l’ira della dirigenza cagliaritana.Errori Var

6 – Sampdoria-Sassuolo 17/12/17 La parata di Torreira

Forse l’errore più clamoroso mai commesso dagli arbitri da quando hanno il supporto tecnologico. La Sampdoria ospita il Sassuolo. Per larghi tratti della partita gli ospiti dominano e poco dopo il minuto 80 ottengono un calcio di rigore. Politano calcia a mezza altezza alla destra di Viviano, che intuisce e respinge la sfera verso destra, Magnanelli si avventa per primo sul pallone e lo rigioca nel cuore dell’area di rigore dove Torreria letteralmente para il traversone del centrocampista del Sassuolo. Senza nessun tipo di logica dal VAR non consigliano a Gavillucci di rivedere e sanzionare l’azione di gioco. I neroverdi vinceranno comunque la gara grazie ad una rete di Matri nel finale.

Errori Var

5 – Cagliari-Juventus 6/1/18 Tocco di mano di Bernardeschi

 

Alla Sardegna Arena va in scena il posticipo della ventesima giornata di Serie A con il Cagliari che ospita la Juventus. I bianconeri trovano il vantaggio al minuto 74 con Bernardeschi, qualche minuto dopo proprio l’ex viola è il protagonista della svista arbitrale: Padoin crossa a rientrare dalla sinistra ed il centrocampista juventino interviene deviando il pallone con il braccio sinistro. Calvarese non interviene e non usufruisce neanche del’on field review.

Errori Var

4 – Crotone-Cagliari 28/1/18 Fuorigioco inesistente di Ceccherini

Ennesimo problema nel tracciare le linee del fuorigioco. A Crotone arriva il Cagliari per un’importantissima sfida salvezza. Alla rete di Trotta risponde Cigarini ed il primo tempo si chiude in parità. Il risultato reggerà fino al termine della partita, per la svista di Tagliavento: nei minuti finali una punizione da destra battuta da Ricci viene deviata in rete da Ceccherini, l’Ezio Scida esplode e i tre punti sembrano oramai alla portata. Tagliavento dopo le numerose proteste decide di andare a rivedere l’azione ed evidenzia un fuorigioco inesistente.

Errori Var

3 – Milan-Lazio 29/1/18 Goal con la mano di Cutrone

Un nuovo errore VAR avviene nella giornata numero 22 di Serie A, quando il Milan di Gattuso a San Siro ospita la Lazio di Simone Inzaghi. Al minuto 15 Cutrone segna con il gomito destro senza che nessuno se ne renda conto. Le immagini che mostrano l’irregolarità della rete arriveranno, anche sta volta inspiegabilmente, solo tra il primo ed il secondo tempo. I rossoneri vinceranno poi la partita 2-1.

2 – Inter-Juventus 29/4/18 Mancata espulsione di Pjanic

Fra gli errori Var rientra la sfida delicatissima sia per la lotta Champions dell’Inter di Spalletti, sia per lo scudetto conteso tra Juventus e Napoli. L’inter al minuto 18 resta in 10 per una follia di Vecino che calpesta il polpaccio di Mandzukic. Con il risultato ancora in bilico sull’1-1 Pjanic, già ammonito, entra scomposto su Rafinha e meriterebbe, come mostra l’immagine, il secondo giallo. Stavolta l’errore non è del VAR, che non può intervenire nei casi concernenti le ammonizioni, ma tutto di Orsato che è anche posizionato perfettamente per giudicare lo scontro. La Juventus vincerà per 2-3.

1 – Fiorentina-Inter 24/2/19 “Mano” di D’ambrosio

Stavolta l’errore è condiviso, lo combinano VAR e direttore di gara, Abisso, insieme. Sul risultato di 2-3 in favore dell’Inter e con il novantesimo superato da 10 minuti (il recupero fu così lungo a seguito di numerosi casi da rivedere), la Viola alla disperata prova ad agguantare il pareggio: Chiesa cerca di crossare ma D’Ambrosio devia nettamente con il petto, Abisso, dopo aver consultato il VAR e revisionato con l’on field review, rimane fermo sulla sua decisione iniziale. Calcio di rigore per i padroni di casa. Veretout non sbaglia dal dischetto, portando così il risultato sul 3-3.




Le mosse del Milan: tra Giampaolo, mercato e Uefa – Calcio (al) Mercato #6

In questo ultimo lunedì di giugno, nel podcast di Calcio (al) Mercato abbiamo approfondito i temi riguardanti il Milan, società che ha cambiato molto del suo organigramma e che sta trattando con l’UEFA per l’accesso alla prossima Europa League.

Una situazione economicamente difficile, per via delle multe accumulate per il Fair Play Finanziario, che non concede ai rossoneri di agire con facilità sul mercato: tanti i nomi in uscita (sopratutto dei giocatori con gli ingaggi più alti) e ricerche approfondite per i colpi in entrata, che devono essere adatti al gioco di Giampaolo.

Cosa dobbiamo dunque aspettarci da questo Milan? Quali sono state finora le scelte vincenti? Quali invece servono per evitare di allargare il gap con le prime tre forze del campionato?