Antonio Conte ha incontrato i giornalisti nella conferenza stampa in previsione della gara di domani contro l’Atalanta. L’inter affronterà gli uomini di Gasperini domani alle ore 15.00.
Come arriva l’Inter alla fine di questo tour de force?
Ci arriva come tutte le squadre. È la settima partita in venti giorni, chiaramente c’è un po’ di stanchezza. Al tempo stesso c’è la voglia di fare una buona partita, cercheremo di fare i giusti calcoli, capire magari chi è più o meno stanco e gestire nei novanta minuti questo tipo di situazione.
Com’è l’umore dopo Madrid? Lukaku va a Bergamo?
L’umore è come dev’essere. Lukaku si è allenato con noi oggi, quindi molto probabilmente verrà convocato per la partita contro l’Atalanta.
L’anno scorso, probabilmente, in Atalanta-Inter si è vista la miglior partita. Cosa deve fare per ripeterla?
Penso che l’anno scorso ci siano state molte partite fatte molto bene. È inevitabile che, andando ad affrontare l’Atalanta, ci si ricordi dello 0-2 finale. Affrontarla non è facile: è allenata da un buonissimo allenatore, Gasperini, che negli anni ha dato credibilità. È difficile giocare con loro, danno molta pressione sui portatori di palla e sono bravi in fase offensiva. Dovremo fare sicuramente una grande gara per uscire indenni dalla trasferta di Bergamo.
C’è preoccupazione da parte di Conte per il discorso classifica, rispetto al distacco dal vertice?
Preoccupato di cosa? Noi dobbiamo fare il nostro percorso. Al di là delle preoccupazioni o meno se meritiamo è giusto che vinciamo le partite, e la classifica migliora. Se non meritiamo è giusto che non vinciamo le partite e la classifica rimane più bassa. Dipende da quello che faremo.
Qualche settimana fa aveva detto che preferiva un 5-4 rispetto a uno 0-0. Adesso, rispetto a com’è la situazione, in vista di domani preferirebbe una vittoria giocando male o comunque un’altra buona prestazione ma non i tre punti?
Di solito le buone prestazioni portano i tre punti, quindi non posso pensare di giocar male per ottenere i tre punti. Di solito giocando bene si ottengono i risultati.
Nelle partite di livello più alto, Real Madrid, Siviglia, Barcellona e Juventus, è mancato poco per riuscire a fare risultati. Dall’alto dell’esperienza di Conte quel poco come lo si può raggiungere in tempi brevi per fare lo step che manca?
Per adesso manca quel “poco”. Quello che dobbiamo fare è lavorare sodo, in maniera intensa, per far sì che si annulli. Per adesso quel “poco” è determinante: l’ho detto ai miei calciatori, significa che ancora non ci siamo.
Domani Atalanta-Inter, assieme a Torino-Crotone, sono le prime due partite fra squadre entrambe in zona rossa. Questo influisce un po’ per il momento particolare?
È inutile dire che tutto questo non influisca. A differenza del passato oggi siamo molto più colpiti: sono colpiti tanto i calciatori, a casa le famiglie, le mogli e i bambini. Fai allenamento non contando sui giocatori, perché ci sono improvvise positività che hanno del clamoroso. Sicuramente la situazione è difficile, non è semplice per nessuno. La dobbiamo affrontare, lo stiamo facendo: spesso qualcuno se ne dimentica, perché al di là dell’aspetto sportivo c’è anche quello umano, che spesso viene tralasciato in favore di altre cose. Sicuramente non è semplice, soprattutto per chi deve gestire queste situazioni.
All’inizio della conferenza parlava di dover gestire le forze, sia durante la partita sia fra le regole. Per un allenatore come cambia la gestione in base ai cinque cambi? A volte perché si è un po’ frenati dal farlo presto, magari già all’intervallo o a inizio secondo tempo?
A Madrid si vede che c’era poca necessità. Menomale l’ha fatto anche Zidane, altrimenti sarei solo io il matto. Partiamo dal presupposto che, per fare cinque cambi, devi avere i giocatori. Noi, in queste partite, siamo partiti con sei giocatori positivi, a cui se n’è aggiunto un altro, Sanchez e Sensi infortunati più ora Lukaku. Devi avere la rosa, pianificare le situazioni e un piano A e B. Si può partire con una squadra meno offensiva e poi farla diventare più offensiva a gara in corso, con cinque sostituzioni. Oppure puoi fare l’opposto: partire forte, andare in vantaggio e diventare più ermetico. Fa parte di una strategia ma devi avere i giocatori a disposizione: quando non li hai perché positivi o rientranti dal Coronavirus, oppure infortunati, diventa difficile per qualsiasi allenatore.
Per Sensi ci sono delle tempistiche più o meno certe sul suo rientro in campo? Si sta lavorando per permettergli di giocare con continuità?
Per quanto riguarda Sensi bisogna parlare coi medici, con l’aspetto dell’area riabilitativa. Per il resto è da un po’ che stiamo cercando di fare qualcosa per cercare di dare continuità al giocatore, però purtroppo non sta dando dei buoni risultati. Il giocatore è quasi sempre indisponibile.