Premier League: riuscirà l’Arsenal a vincere un titolo che manca da 20 anni?

I Gunners hanno vinto anche la ventisettesima giornata di Premier League, 0-3 in “trasferta” contro il Fulham grazie ai gol di Magalhaes, Martinelli e Odegaard, ed hanno mantenuto la distanza di +5 dal Manchester City in classifica. Quella contro la squadra londinese è la quinta vittoria consecutiva arrivata dopo la pesante sconfitta in casa contro la diretta avversaria per la lotta al titolo. Un titolo che manca da 20 anni e che, finalmente, potrà tornare nella bacheca dell’Emirates Stadium.

I ragazzi di Arteta sembrano carichi e concentrati, e non mollano di un passo nonostante la pressione del City che non molla. In realtà una leggera flessione da parte dei Citizen c’è stata: dopo aver strappato agli avversari tre punti nella partita del 15 febbraio (1-3 ad opera di Kevin De Bruyne, Jack Grealish ed Erlin Haaland), si sono arrestati contro il Nottingham Forest, pareggiando 1-1 e regalando di fatto due punti all’Arsenal, che invece ha vinto.

Arsenal che nel frattempo lotta anche sul fronte Europa League. Giovedì 16 dovrà vedersela in casa contro lo Sporting per il ritorno degli ottavi di finale dopo il 2-2 dell’andata. Un risultato che potrebbe arrivare senza troppe sorprese e prolungare quindi l’avventura europea.

I bookmakers danno l’Arsenal favorito per la vittoria finale, e quotano i gunners a 1.70 contro i 2.15 del Manchester City. Erling Haaland, bomber agli ordini di Guardiola, guida in solitaria la classifica dei marcatori e viene bancato da Snai a 1.03 come sicuro Capocannoniere 2022-23. Vediamo allora cosa ci dicono i siti scommesse per le prossime partite di campionato. Ricordiamo che, per chi si avvicina per la prima volta a questo mondo, è possibile utilizzare i bonus benvenuto spiegati da topbonus.info in ogni dettaglio.

L’Arsenal giocherà domenica 19 marzo alle ore 15:00 in casa contro il Crystal Palace, dodicesimo in classifica con quasi quaranta punti in meno. Gli Eagles hanno appena perso contro il City in campionato e arrivano da un periodo affatto positivo. L’ultima vittoria risale al 31 dicembre 2022, 0-2 in casa del Bournemouth terzultimo, dopodiché 5 sconfitte e altrettanti pareggi. Hanno avuto però il merito di pareggiare contro Manchester United, Liverpool e Newcastle, chissà dunque che non riservino brutte sorprese ad Arteta.

Secondo il sito Snai non sarà così. La vittoria della squadra di casa è data a 1.30 contro il 10 per il Crystal Palace. Negli ultimi cinque incontri tra le due leggiamo due vittorie per l’Arsenal, due pareggi e una vittoria per il Crystal Palace: un 3-0 datato 4 aprile 2022, in panchina gli stessi allenatori.

Le formazioni della Premier per il match in questione potrebbero essere:
Ramsdale; Zinchenko, Magalhaes, Saliba, White; Xhaka, Partey, Odegaard; Martinelli, Trossard, Saka per l’Arsenal (4-3-3).
Guaita; Clyne, Andersen, Guehi, Mitchell; Milivojevic, Sambi Lokonga; Schlupp, Olise, Zaha; Ayew per il Crystal Palace (4-2-3-1).

Manchester City che, invece, giocherà direttamente il 1° aprile causa rinvio della partita contro il West Ham. Liverpool che, attualmente, staziona in sesta posizione a –19 dai Citizen. Una partita affatto semplice per gli uomini di Guardiola, che hanno già affrontato i Reds in Coppa di Lega il 22 dicembre 2022 (vincendo 3-2) e in campionato, il 16 ottobre ad Anfield, perdendo 1-0 grazie al gol di Salah al 76’.

Klopp che deve assolutamente ottenere punti per scrollarsi di dosso la minaccia Brighton e Fulham, distanti appena tre punti, e provare ad agganciare il Tottenham quarto a +6 per garantirsi un posto nella Champions League 2023-24. Impresa non certo facile, che passa però dalla vittoria contro il Manchester City. Sarà dunque una partita molto importante sotto tanti punti di vista. Appuntamento a inizio aprile dunque.




I calciatori e la passione per i videogames

A volte guardiamo le partite di calcio e osserviamo 22 “uomini” che si affrontano in uno stadio gremito, davanti a più di 50 mila persone oltre ai milioni di appassionati che seguono da casa e da tutte le parti del mondo, ma ci dimentichiamo che in fondo sono dei ragazzi di poco più di 20 anni che, come altri coetanei, hanno esigenze e passioni, oltre che calcistiche, molto semplici.

Come appunto i videogames. Sicuramente passeranno il loro tempo giocando con le console di ultima generazione e i sistemi di fruizione più evoluti, oppure con i giochi offerti dai casino stranieri, ognuno il suo. Per alcuni è solo un passatempo, per altri una vera e propria ossessione. Andiamo allora a curiosare nella vita dei campioni del calcio per scoprire chi sono i veri “malati” dei videogiochi.

Non sono rare le foto dei campioni intenti a cimentarsi con le ultime uscite, con le mogli che spesso postano sui social scatti rubati ai mariti e frasi contrariate per la mancanza di attenzione. Come nel caso di Ciro Immobile e la moglie Jessica, che scherza spesso sulla questione pubblicando foto del bomber biancoceleste immerso nella realtà virtuale.

Oppure Alvaro Morata, che ammette di giocare anche con il cellulare mentre aspetta la moglie fare shopping o nei viaggi con la squadra. Il suo gioco preferito è Call of Duty, del quale si dichiara un esperto giocatore. Dopotutto, potrebbe averne abbastanza di calcio dopo tante partite e sessioni di allenamento.

Non sono stanchi di calcio, invece, Luis Alberto e Alessandro Florenzi, che hanno tra i preferiti sicuramente FIFA di EA sports. Il laziale ha in casa persino una stanza dedicata ai videogiochi e ha dichiarato di passare molto tempo con i tifosi giocando alla play. Anche l’ex giallorosso si definisce un “malato di Playstation”. Pare che, in occasione della partita contro la Svezia nei playoff con la nazionale Under 21, andò a comprare un televisore nuovo perché quello in camera non aveva l’attacco adatto per la console.

Antoine Griezmann, ai tempi dell’Atletico Madrid, si fece talmente ispirare dal gioco Fortnite da imitare l’esultanza tipica del suo personaggio ad ogni gol realizzato. La “loser dance” è stata mostrata anche in occasione del mondiale 2018 dopo il gol con la Francia. Come lui, anche il centrocampista Dele Alli condivide con Griezmann la passione per il gioco e ne copia le esultanze.

Ma i videogiochi, da semplice svago, possono diventare una vera e propria ossessione, mettendo anche nei guai i più fissati dei calciatori. Come successo a Ousmane Dembelé, che non si presentò agli allenamenti del Barcellona dopo aver passato una notte insonne davanti la Play; o a Neymar, che non si presentò alla cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro per giocare online e in diretta streaming su Twitch a Call of Duty con Marquinhos e Thiago Silva.

Mesut Ozil fece peggio di tutti, chiudendo i rapporti con l’Arsenal per via di un dolore alla schiena provocato da circa 1740 ore davanti alla console giocando a Fortnite. Anche Alessandro Nesta si “infortunò” per colpa del troppo utilizzo del joystick, e David James, portiere del Newcastle, disse che “per colpa dei videogiochi” non riusciva a rendere in campo. Pare che passasse intere ore giocando a Tekken 2 e Tomb Rider.

Insomma, pare che i videogiochi riescano a coinvolgere un po’ tutti, dai ragazzini agli adulti, dai tifosi ai calciatori. E chi più di loro, che allenamenti a parte, hanno tempo e risorse da dedicargli? La prossima volta che ti connetterai a uno dei giochi sopracitati stai in guardia, perché potresti trovarti ad affrontare uno dei tuoi calciatori preferiti senza neanche rendertene conto.




Calcio e criptovalute, i due mondi sempre più vicini

Apparentemente due mondi completamente agli antipodi, ma nei fatti, due realtà che mai prima d’ora sono state così vicine. Il calcio e le criptomonete hanno da tempo siglato accordi di collaborazione che hanno visto le parti unirsi in un matrimonio di intenti davvero proficuo per entrambe. Da una parte un settore che muove milioni di appassionati e che ha un potere mediatico come pochi a questo mondo; dall’altra una tecnologia in rapida espansione che molto presto entrerà nella quotidianità di tutti noi.

Due mondi, quindi, che sono legati da un filo comune, e cioè la diffusione di massa. Il calcio lo è già da tempo, mentre le criptomonete lo saranno tra poco. Uno rappresenta il presente, l’altro il futuro. Insieme daranno vita a un nuovo mondo in cui la moneta virtuale sostituirà quella fisica.

In parte questa transizione sta già accadendo. Sono già molte le aziende che accettano pagamenti in criptomonete e che scelgono anche di pagare i propri dipendenti attraverso la moneta virtuale. Esistono stati nel mondo, come il Venezuela o El Salvador, che hanno sviluppato la loro moneta virtuale e la riconoscono come metodo di pagamento nazionale. Tra gli altri utilizzi delle criptovalute c’è anche il gioco online, come anticipato da bestcriptocasino.com, alcuni siti le accettano come metodo di deposito.

Insomma, manca davvero poco alla nuova realtà, e il calcio diventa l’ambasciatore delle cryptocurrecies nel mondo. Già alcune squadre della Premier League inglese, come il Tottenham o il Leicester, hanno dei contratti di sponsorizzazione con società di criptomonete che pagano utilizzando monete virtuali.

In Italia l’Inter e la Roma hanno scelto come sponsor di maglia l’azienda canadese Digitalbits, che promuove la rivoluzione in chiave crypto per il mondo del commercio; la Lazio ha come main sponsor per questa stagione il servizio di cambio virtuale Binance; l’Udinese ha utilizzato il meme-coin Kibainu; la Juventus ha adottato dei token sul proprio sito, grazia alla collaborazione con Socios.com, con i quali i propri tifosi possono acquistare prodotti di merchandising e biglietti per le partite.

Il rovescio della medaglia, ed è anche normale in un contesto di sperimentazione e di crescita iniziale, sta nell’alta volatilità del mercato valutario. Basti pensare che il valore di un singolo Bitcoin è passato da oltre 56 mila euro a poco più di 18 mila in soli sei mesi. Lo stesso destino che è capitato a Digitalbits e che è costato ai nerazzurri il mancato provento stabilito tra le parti. Ma è un rischio che si deve correre se si vuole andare verso la direzione giusta.

I recenti mondiali in Qatar hanno visto la nascita dei Fan Token delle nazionali che potevano essere scambiati sulle apposite piattaforme dedicate. L’Argentine Football Association fan token (ARG), la Brazil National Football Team fan token (BFT) e la Spain National Football Team fan token (SNFT) sono solo alcune di queste. Pur non partecipando, anche l’Italia ha sviluppato il proprio fan token. Questo per dare un’idea della portata della cosa.

Attualmente esistono più di 17 mila diverse monete virtuali. Alcune del valore di pochi centesimi, altre di diverse migliaia di euro. Per certi versi possono sembrare investimenti che suonano più come scommesse sportive, e per certi versi è anche così. Criptomonete nate da un giorno all’altro, senza una reale base e senza un futuro mettono a rischio i risparmi degli investitori.

Ma esistono realtà più concrete, come la più famosa Bitcoin e anche altre, che sono invece basate su solide tecnologie di sicurezza e criptazione dei dati che avranno una sicura applicazione. Non solo negli scambi di valute, ma anche nella stipula di contratti o nelle compravendite di prodotti fisici. Insomma, una realtà che oggi ci sembra molto confusa e complessa, ma che, tra qualche anno, sarà il pane quotidiano di ognuno di noi.




Classifica dei portieri in Serie A per parate

Italia patria di portieri! Quanti grandissimi numeri 1 abbiamo avuto dal dopoguerra in poi, dalla A alla Z ne possiamo nominare finché volete, da Albertosi a Zoff, passando per Buffon, Peruzzi, Bordon, Tancredi, Garella, Zenga. E la nuova generazione non tradisce la bontà della scuola italiana: in primis, il predestinato Donnarumma, lanciato in serie A a 16 anni da Sinisa Mihajlovic, e ora titolare fisso in Nazionale e nel Paris St. Germain di Mbappè, Messi, Neymar e Verratti.

Eppure, c’è questa insana voglia da parte dei club di serie A a ingaggiare portieri stranieri, tant’è che tanti bravissimi talenti nostrani finiscono per giocare in serie B e addirittura in serie C, pur di aver un posto da titolare.

Infatti, siamo andati a curiosare nella classifica dei portieri in Serie A per parate, che qui trascriviamo aggiornata dopo la settima di campionato, indicando tutti quelli che finora hanno giocato.

 

1 A. Radu Por CRE 40
2 B. Dragowski Por SPE 33
3 L. Montipo Por VER 29
4 L. Skorupski Por BOL 24
5 E. Audero Por SAM 24
6 W. Falcone Por LEC 24
7 L. Sepe Por SAL 24
8 S. Handanovic Por INT 23
9 M. Di Gregorio Por MON 21
10 I. Provedel Por LAZ 21
11 V. Milinkovic-Savic Por TOR 20
12 M. Silvestri Por UDI 19
13 M. Perin Por JUV 18
14 G. Vicario Por EMP 18
15 A. Meret Por NAP 17
16 J. Musso Por ATA 16
17 M. Maignan Por MIL 15
18 Rui Patricio Por ROM 11
19 A. Consigli Por SAS 8
20 P. Gollini Por FIO 6
21 M. Sportiello Por ATA 5
22 P. Terracciano Por FIO 5
23 W. Szczesny Por JUV 3

Sui 23 portieri finora scesi in campo, ci sono 14 giocatori italiani e 9 stranieri, il che è una discreta percentuale (ovvero il 61%), ma ci si aspetterebbe di più vista la bontà della nostra scuola.

Non sorprende che tra i primi posti ci siano portieri che giocano nelle squadre che lottano per salvarsi, è evidente che si devono difendere di più e che dunque i portieri siano più impegnati. Sorprende invece la presenza di Handanovic dell’Inter, un indicatore chiaro della difficoltà dei nerazzurri in questa prima parte di campionato, in cui hanno collezionato già 3 sconfitte. Poche parate per entrambi i portieri della Fiorentina, non a caso la squadra con più 0-0 ottenuti.

Gli appassionati di scommesse sportive trovano nelle quote calcio anche la possibilità di puntare su quante parate faranno i portieri durante una gara: ad esempio, si deve pronosticare se, nell’incontro di riferimento, il numero di parate effettuate dal portiere indicato saranno uguali o maggiori al valore X (ESITO SI) o meno (ESITO NO). Inoltre, ai fini della scommessa valgono solo i tempi regolamentari, inclusi eventuali minuti di recupero; in caso di mancata partecipazione all’incontro del giocatore indicato, le scommesse vengono rimborsate.

Questa classifica può dare dunque qualche indicazione su come effettuare le giocate!




Il nuovo Barcellona può tornare a sognare in grande

Il Barcellona di Xavi, alla guida del club blaugrana dal novembre del 2021 con l’obiettivo di farla tornare a sognare in grande dopo anni di delusioni in Spagna e in Europa, quest’anno ha deciso di rinnovarsi profondamente, con un campagna acquisti importante, nonostante le difficoltà economiche delle ultime stagioni. L’addio a Messi, passato clamorosamente al PSG l’anno scorso, ha infatti migliorato – e di molto – le finanze del club, alleggerendo la società di uno stipendio faraonico, inadeguato sicuramente per i tempi che corrono. E infatti, nella passata stagione, le cose sono andate un po’ meglio, il Barça è tornato a vincere qualcosa, la Coppa di Spagna, la trentunesima per la sua bacheca.

L’acquisto più eclatante di questo mercato è stato senz’altro quello di Robert Lewandoski, che ha fortemente voluto il club catalano dopo anni di successi al Bayern, dove forse il suo ciclo si era concluso. Il polacco, 33 anni, ha voglia e motivazioni forti per vincere nuovi titoli e conquistare nuovi traguardi – magari quel pallone d’oro che l’anno scorso gli è sfuggito, guarda caso, assegnato di nuovo a Lionel Messi – anche lontano da quelle terra germanica che, tra Dortmund e Bayern, è stata la sua casa per gli ultimi 11 anni.

Frank Kessie, Jules Koundè, Andreas Christensen, Raphinha: questi gli altri colpi già piazzati dal club. Rinforzi importanti e un profondo rinnovamento che cambierà decisamente il volto della formazione titolare. Starà a Xavi trovare la quadra con tanti campioni in rosa, anche se alla prima di campionato, in casa, contro il non irresistibile Rayo Vallecano, è andato in scena un tristissimo 0-0, risultato che al Camp Nou, il teatro del bel gioco, dello spettacolo e dei gol, è quasi un’offesa per il pubblico, incredulo di fronte all’incapacità di fare almeno un gol, nonostante le tante occasioni.

La rosa del Barcellona può contare su tantissimi fuoriclasse, oltre ai nuovi acquisti; infatti, in rosa ci sono in difesa gli spagnoli veterani Gerard Pique, oramai trentacinquenne, Jordi Alba, 33 anni, e il nazionale francese Samuel Umtiti. A centrocampo, il veterano nazionale spagnolo Sergio Busquets, i talenti emergenti Gavi e Pedri, l’olandese Frenkie De Jong oltre a Sergi Roberto e Miralem Pjanic, ex Juventus. In attacco, i giovanissimi Ferran Torres e Ansi Fatu scalpitano per avere un posto fisso di fianco al bomber polacco, oltre a Aubameyang, Braithwaite e Dembele.

Una squadra che ai nastri di partenza di questa nuova stagione sembra avere tutte le carte in regola per contendere la vittoria della Liga alle due squadre di Madrid, che negli ultimi 3 anni si sono divisi il titolo di Campione di Spagna, e per dire la sua anche in Champions, trofeo che manca oramai dal 2015, dalla finale vinta per 3-1 contro la Juventus di Max Allegri. Erano ancora i tempi di Messi, Iniesta, Xavi e Neymar, allora guidati da Luis Enrique.

E dunque, secondo i bookmakers, osservando le attuali quote per le scommesse calcio, il Barcellona è dato a 2.50 per la vittoria finale della Liga, poco dietro il Real Madrid quotato a 2, mentre l’Atletico di Madrid per ora è considerato un outsider.




Walter Mazzarri e il nuovo Cagliari 2021-22

Un ricongiungimento che ha fatto sorridere e sognare, lo scorso settembre, quello tra Walter Mazzarri e il Cagliari, sua squadra di esordio in Serie A quasi quarant’anni fa. Un’accoppiata in cui tifosi e addetti ai lavori avevano riposto molte speranze e che i più romantici avevano visto di buon auspicio per la nuova stagione dei rossoblù. All’alba dell’ottava giornata di campionato, tuttavia, i sogni sembrano lasciar spazio a dissenso e delusione e le quote calcio lo confermano. Cosa sta succedendo?

Il Cagliari di Walter Mazzarri: uno sguardo alla classifica

Nella prima intervista da allenatore del Cagliari Walter Mazzarri aveva promesso fatti e non parole, ma dopo sette giornate i risultati auspicati tardano ad arrivare. Dopo un pareggio nella gara d’esordio contro lo Spezia (2-2), infatti, due sconfitte contro Milan (4-1) e Genoa (2-3), un pareggio con la Lazio all’Olimpico (2-2), due sconfitte con Empoli (0-2) e Napoli (2-0) e nuovamente un pareggio in casa contro il Venezia (1-1) fanno vacillare le speranze. Nessuna vittoria, dunque, al momento per un Cagliari che così facendo si trova a stazionare in ultima posizione.

Vero che il distacco dalla zona salvezza è di due punti e che siamo “solo” all’ottava giornata, ma la retrocessione fa paura: e ne fa ancor di più a Walter Mazzarri che ora dovrà trovare il modo, nonostante il poco tempo e i numerosi giocatori assenti, di recuperare un equilibrio e iniziare a vincere prima che arrivino decisioni irreversibili sul suo futuro. Se la settimana di pausa per le qualificazioni ai mondiali 2022 lasciava infatti spazio e tempo all’allenatore toscano per rivedere le sue tecniche e ritrovare empatia con la squadra, Mazzarri dovrà ora fare i conti con il fatto che ben dieci rossoblù sono convocati nelle rispettive nazionali e pertanto saranno impossibilitati a prendere parte agli allenamenti con la squadra.

Ricordiamo infatti che Godin, Nandez, Pereiro, Caceres (Uruguay), Marin (Romania) e Keita Balde (Senegal) sono stati convocati per le gare valide alle qualificazioni ai Mondiali 2022; gli U21 Carboni, Bellanova (Italia) e Iovu (Moldova) parteciperanno alle sfide di qualificazione agli Europei di categoria, e lo stesso farà Cavuoti (Italia) con l’U19.

Rischio esonero?

Come spesso accade in queste situazioni le voci sul possibile esonero del tecnico toscano iniziano a circolare e si diffondono rapidamente. In realtà non c’è nessuna comunicazione ufficiale dalla dirigenza, quindi è probabile che Mazzarri abbia ancora tempo per recuperare e dimostrare che, quella che su carta appare una rosa decisamente migliore di tante altre in Serie A, possa arrivare a vincere e a raccogliere risultati a lungo termine. Ma la pazienza di Giulini e della dirigenza ha un limite che, se non superato, è sicuramente molto vicino alla linea di confine e le voci su eventuali sostituzioni sulla panchina si fanno sempre più insistenti. Liverani e Giampaolo sono i nomi che citati più spesso, ma fino a quando la notizia dell’esonero non sarà ufficiale Mazzarri avrà la possibilità di dimostrare che quel sogno può ancora diventare realtà.




Jorginho sfida Messi per il Pallone d’oro

Dopo la grande abbuffata estiva che ha visto il calcio mondiale impegnato a seguire sia l’Euro 2020 sia la Coppa America, ecco che inevitabilmente ci troviamo ad analizzare il rendimento dei migliori calciatori del momento, specialmente di quelli che hanno ben figurato con le loro nazionali. In questo momento è in ballo il dibattito su chi meriti davvero il pallone d’oro, ossia il premio consegnato ogni anno dalla rivista francese France Football al miglior giocatore della stagione. Dopo che la rivista transalpina ha deciso l’anno scorso di non consegnarlo, ecco dunque che si sta scatenando in questo momento una lotta serrata tra pochi eletti che potrebbero vincerlo alla luce dei titoli di squadra che hanno ottenuto negli ultimi tempi.

Nel periodo di pausa tra la fine degli eventi per le nazionali e l’inizio dei campionati di ogni singolo paese ha inizio la discussione su quale potrebbe essere il giocatore a vincere il prestigioso titolo internazionale. Il nome più risonante è il solito, ossia quello di Lionel Messi, che con il suo Barcellona sarà nuovamente uno dei favoriti a vincere la Liga secondo le quote delle scommesse live relative agli eventi calcistici attuali. L’argentino, che ha vinto la Coppa America con la sua nazionale spezzando una maledizione che durava da 28 anni, ha con questo trionfo messo le basi per la vittoria del suo settimo pallone d’oro. Protagonista della vittoria dei suoi nella coppa continentale, Messi ha realizzato anche un’eccellente stagione al Barça, squadra con la quale ha conquistato la Coppa del Re e ha vinto la classifica dei capocannonieri in Spagna con 30 reti all’attivo. Il numero 10 blaugrana ha fatto molto meglio del suo rivale di sempre Cristiano Ronaldo, anch’egli vincitore del titolo di massimo goleador in Serie A e della Supercoppa italiana ma a secco di titoli con il suo Portogallo, eliminato dal Belgio agli ottavi di finale dell’Europeo finito da poco che ha visto imporsi la nazionale italiana a Wembley contro l’Inghilterra.

Chi invece arriva da outsider a questa gara è Jorge Frello, più conosciuto come Jorginho. Il regista del Chelsea e della nazionale italiana è l’unico, insieme al suo compagno Emerson Palmieri, a essere riuscito a compiere l’accoppiata Champions-Europeo, il che lo rende sicuramente papabile a un’elezione, dato che il Pallone d’oro è spesso consegnato a chi ha vinto titoli importanti. Jorginho ha inoltre trionfato in entrambe le competizioni da vero protagonista: regista vecchio stampo, il naturalizzato italiano è in questo momento un calciatore unico per le sue abilità nel dettare i tempi e riuscire a far girare la palla con velocità e criterio. Rigorista quasi impeccabile, il centrocampista di origini brasiliane potrebbe rappresentare la grande sorpresa di quest’anno.

Dopo di lui si candida Kevin De Bruyne, campione d’Inghilterra con il Manchester City e secondo in Champions League dopo aver perso la finale proprio contro il Chelsea. Il centrocampista belga, per molti il migliore del momento, ha vissuto anch’egli una stagione straordinaria sia per rendimento sia per risultati.




31 anni fa: Live is life, Maradona palleggia!

31 anni fa: Live is life, Maradona palleggia!

Di momenti magici il calcio ne ha regalati tanti, tutto grazie a grandi protagonisti, grandi maghi di questo sport: grandi giocatori.

C’è solo un giocatore nella storia del calcio che può aver reso epico non una partita ma un riscaldamento. Diego Armando Maradona è stato questo, capace di far emozionare con la sua sola presenza; con un pallone vicino ovviamente.

E’ forse la più spettacolare manifestazione di totale libertà e tranquillità sportiva. Prima di una partita, il capitano del Napoli sta ballando. Nessuno mai si sarebbe sognato di farlo, lui invece sì. In quel momento, sportivamente parlando, era perfetto. Stiamo parlando del 19 Aprile 1989, 31 annni fa, Olympiastadion di Monaco, Bayern Moanco-Napoli, durante il riscaldamento gli altoparlanti dello stadio diffondo la canzone “Live is Life” degli Opus, un ritmo cadenzato condito dal canto della gente; una descrizione degna di un goal di Maradona. La partita è tesa, il Napoli ha vinto 2-0 al San Paolo e ora deve difendere il risultato, e Maradona sceglie questo gesto per far capire cosa sia il calcio per lui, come a dire “Tranquilli, sereni, danzate con me” e via e 1 e 2 e 3… LA LA LA LA LA, e via ancora e 1 e 2 e 3, palleggi a ritmo di musica, un inno alla’armonia, un inno al calcio, un inno a Diego Armando Maradona.

 

 

Per tutte le NEWS del giorno in tempo reale clicca qui – LIVE


Ascolta il nostro podcast!

Ascolta l’intervista esclusiva al procuratore sportivo Alessandro Canovi!




Verso Juventus-Sassuolo, cinque statistiche per analizzare la partita

La Juventus ospiterà il Sassuolo di De Zerbi domenica 10 gennaio alle ore 20.45, la gara sarà valevole per il 17° turno di Serie A.  RadioGoal24 vi accompagna al match tramite cinque statistiche delle due squadre per analizzare al meglio come le due compagini arrivano alla sfida.

1 –  La Juventus è la squadra che ha più volte battuto il Sassuolo in Serie A (10 volte),  i bianconeri hanno infatti perso solo una delle quattordici sfide contro il Sassuolo nella massima competizione italiana, pareggiando tre volte.

2 –  Il Sassuolo ha ottenuto solamente un punto in trasferta contro la Juventus: durante la stagione 2020-2021 ha terminato la gara 2-2,  segnando in una solo match gli stessi goal siglati nelle sei partite precedenti allo Stadium.

3 – L’ultima stagione sportiva in cui la Juventus vinse solo quattro delle prime sette gare casalinghe fu quella del 2015/2016, anno in cui si posizionò ottava in Serie A.

4 – Il Sassuolo non ha mai ripetuto lo stesso risultato di fila per due gare consecutive nelle ultime 12 partite di campionato. L’ultimo match dei neroverdi è terminato 2-1 (vs Genoa).

5 – La Juventus non ottiene tre successi consecutivi in Serie A da luglio (7v), al momento viene da due vittorie di fila.




Serie A, il futuro delle partite in tv è su Amazon Prime Video?

Serie A, il futuro delle partite in tv è su Amazon Prime Video?

Serie A, considerando il momento che stiamo vivendo anche la questione legata ai diritti tv del triennio 2021/24 è ferma ma è proprio in questi giorni stanno tornando forti le voci sul futuro scenario della trasmissione delle partite. Prendendo in esame la Premier League, possiamo vedere come Amazon, l’azienda di commercio elettronico statunitense, ha acquistato i diritti di ritrasmissione sulla sua piattaforma video Amazon Prime di 30 partite del campionato, con l’esclusiva di tutto il Boxing Day. Jeff Bezos, fondatore dell’impero di Amazon, sembra proprio voler includere anche la nostra Serie A.

Come già riportava Milano Finanza, in un articolo a firma di Andrea Montanari, anche Amazon starebbe studiando il dossier relativo ai diritti tv della Serie A. La concorrenza sarà con Dazn, che già si è affermato nel nostro Paese da 2 anni, e ovviamente Sky, che detiene attualmente il pacchetto maggiore di partite trasmissibile del campionato.

Nelle ultime assemblee di Lega il tema dei diritti tv non è stato affrontato ma sarà sicuramente argomento di conversazione delle prossime, considerando anche il fatto che, a causa della pandemia e dello slittamento del campionato sono susseguiti numerosi danni economici, perciò è facile aspettarsi che le società e la Lega Serie A stessa vorranno rimpinguare le loro casse.