Apparentemente due mondi completamente agli antipodi, ma nei fatti, due realtà che mai prima d’ora sono state così vicine. Il calcio e le criptomonete hanno da tempo siglato accordi di collaborazione che hanno visto le parti unirsi in un matrimonio di intenti davvero proficuo per entrambe. Da una parte un settore che muove milioni di appassionati e che ha un potere mediatico come pochi a questo mondo; dall’altra una tecnologia in rapida espansione che molto presto entrerà nella quotidianità di tutti noi.
Due mondi, quindi, che sono legati da un filo comune, e cioè la diffusione di massa. Il calcio lo è già da tempo, mentre le criptomonete lo saranno tra poco. Uno rappresenta il presente, l’altro il futuro. Insieme daranno vita a un nuovo mondo in cui la moneta virtuale sostituirà quella fisica.
In parte questa transizione sta già accadendo. Sono già molte le aziende che accettano pagamenti in criptomonete e che scelgono anche di pagare i propri dipendenti attraverso la moneta virtuale. Esistono stati nel mondo, come il Venezuela o El Salvador, che hanno sviluppato la loro moneta virtuale e la riconoscono come metodo di pagamento nazionale. Tra gli altri utilizzi delle criptovalute c’è anche il gioco online, come anticipato da bestcriptocasino.com, alcuni siti le accettano come metodo di deposito.
Insomma, manca davvero poco alla nuova realtà, e il calcio diventa l’ambasciatore delle cryptocurrecies nel mondo. Già alcune squadre della Premier League inglese, come il Tottenham o il Leicester, hanno dei contratti di sponsorizzazione con società di criptomonete che pagano utilizzando monete virtuali.
In Italia l’Inter e la Roma hanno scelto come sponsor di maglia l’azienda canadese Digitalbits, che promuove la rivoluzione in chiave crypto per il mondo del commercio; la Lazio ha come main sponsor per questa stagione il servizio di cambio virtuale Binance; l’Udinese ha utilizzato il meme-coin Kibainu; la Juventus ha adottato dei token sul proprio sito, grazia alla collaborazione con Socios.com, con i quali i propri tifosi possono acquistare prodotti di merchandising e biglietti per le partite.
Il rovescio della medaglia, ed è anche normale in un contesto di sperimentazione e di crescita iniziale, sta nell’alta volatilità del mercato valutario. Basti pensare che il valore di un singolo Bitcoin è passato da oltre 56 mila euro a poco più di 18 mila in soli sei mesi. Lo stesso destino che è capitato a Digitalbits e che è costato ai nerazzurri il mancato provento stabilito tra le parti. Ma è un rischio che si deve correre se si vuole andare verso la direzione giusta.
I recenti mondiali in Qatar hanno visto la nascita dei Fan Token delle nazionali che potevano essere scambiati sulle apposite piattaforme dedicate. L’Argentine Football Association fan token (ARG), la Brazil National Football Team fan token (BFT) e la Spain National Football Team fan token (SNFT) sono solo alcune di queste. Pur non partecipando, anche l’Italia ha sviluppato il proprio fan token. Questo per dare un’idea della portata della cosa.
Attualmente esistono più di 17 mila diverse monete virtuali. Alcune del valore di pochi centesimi, altre di diverse migliaia di euro. Per certi versi possono sembrare investimenti che suonano più come scommesse sportive, e per certi versi è anche così. Criptomonete nate da un giorno all’altro, senza una reale base e senza un futuro mettono a rischio i risparmi degli investitori.
Ma esistono realtà più concrete, come la più famosa Bitcoin e anche altre, che sono invece basate su solide tecnologie di sicurezza e criptazione dei dati che avranno una sicura applicazione. Non solo negli scambi di valute, ma anche nella stipula di contratti o nelle compravendite di prodotti fisici. Insomma, una realtà che oggi ci sembra molto confusa e complessa, ma che, tra qualche anno, sarà il pane quotidiano di ognuno di noi.