“El Niño” Fernando Torres, compie oggi 36 anni, uno dei talenti simbolo del dominio spagnolo in Europa nel primo decennio del duemila, uno dei più grandi giocatori della storia dell’Atletico Madrid.
Il soprannome “bambino” lo deve a quel volto pulito, contornato dai capelli biondi, le guance spesso arrossate ma soprattutto al fatto che a 19 anni aveva già realizzato 44 goal nelle varie competizioni e già era il capitano dell’Atletico Madrid.
Un ingresso nel calcio dei grandi esplosivo, nei primi anni duemila il giocatore spagnolo era già tra i più forti in circolazione, una forza della natura, giocatore dalle doti tecnico-fisiche, strabilianti: il primo Fernando Torres era un giocatore che quasi ricordava il giovane Ronaldo (il fenomeno), capace di giocate in solitaria strabilianti.
Nella prima fase con l’Atletico colleziona 214 presenze condite da 84 goal in 7 stagioni, numeri che gli valgono il trasferimento al Liverpool nel 2007.
Con i “Reds” esplode in maniera esponenziale il talento del Niño, l’impatto è devastante: alla prima stagione segna 33 goal in 46 partite, battendo il record di reti stagionali del Liverpool, appartenuto ad Owen, ed il record di giocatore straniero con più goal in Premier League, superando il precedente score di Ruud Van Nistelrooy. Tre stagioni da sogno, nonostante i primi problemi al ginocchio, che lo portano ad ottenere il terzo piazzamento al Pallone d’oro nel 2008, e a realizzare in totale 65 reti in 102 partite con la maglia reds, diventando anche il giocatore che ha raggiunto il 50° goal in carriera più velocemente nella storia del Liverpool.
In questa fase Torres vive la sua definitiva consacrazione con la maglia della nazionale spagnola: assoluto protagonista dell’Europeo vinto nel 2008, e della Confederations Cup del 2009, dove ottiene anche il titolo di capocannoniere della competizione. Con le furie russe vincerà tutti i trofei dell’epoca d’oro, vincendo il Mondiale del 2010 e l’Europeo del 2012.
Intanto il sodalizio con i “reds” finisce nel 2011, quando con la cifra più alta mai spesa fino ad allora in Premier, il Chelsea di Abramovic si assicura le prestazioni di Torres per 50 Milioni. Inizia qui una nuova fase della carriera di Torres, forse quella che gli costa la caduta e gli impedisce di spingersi oltre ed arrivare sul tetto dei grandi del calcio mondiale. Poche reti in Premier, tanti infortuni. Per il Chelsea diventa un acquisto flop, anche se El Niño segnerà dei goal pesantissimi, come quello contro il Barcellona nella semifinale di Champions del 2012 che poi i blues vinceranno o come il primo dei due goal nella finale di Europa League del 2013, vinta dal Chelsea contro il Benfica. Nonostante dunque le difficoltà, Torres vincerà con i “Blues”, una Coppa d’Inghilterra, una Champions League ed una Europa League.
Torres toccherà il fondo della sua fase decadente con il trasferimento nel 2014 al Milan, in prestito, un’avventura da vera e propria meteora, un solo goal contro l’Empoli in 10 presenze, che gli varranno la cessione a gennaio, cessione che però gli restituirà qualcosa di importante.
L’Atletico Madrid infatti gli regala una seconda chance, Torres torna a casa e la musica cambia. Nonostante l’età e gli acciacchi, El Niño torna a splendere,con 38 reti in 3 stagioni e mezza, arrivando anche ad alzare nuovamente l’Europa League, battendo in finale il Marsiglia, regalando il primo trofeo europeo della storia dei Colchoneros.
La carriera terminerà in Giappone, al Sagan Tosu, dove dopo 35 presenze e 5 reti, nell’estate del 2019 El Niño dirà basta con l’amato pallone, ricevendo onorificenze da tutto il mondo calcio, riconoscente a quel “bambino”, che ha fatto sognare tutti i tifosi che hanno avuto l’onore di vederlo splendere.