Un’altra stagione sta per chiudersi ed il Napoli è costretto a guardare ancora una volta la Juventus vincere il suo ennesimo scudetto. La matematica non è ancora d’accordo, perché mancano due giornate al termine del campionato e le squadre sono separate da sei punti, ma la differenza reti è talmente abissale che gli azzurri dovrebbero fare 17 reti nelle ultime due partite, sperando che la squadra bianconera le perda entrambe senza segnare alcun goal. Impresa impossibile, quasi da film di fantascienza, perché la Vecchia Signora nei momenti che contano risponde sempre presente, a differenza di un Napoli che invece manifesta ancora diverse lacune dal punto di vista mentale. Lo dimostrano la sconfitta con la Fiorentina e il pareggio contro il Torino, che evidenziano l’incapacità della squadra azzurra di saper gestire le situazioni determinanti della stagione. Questo era sicuramente l’anno buono per provare a vincere il tricolore, anche perché il club di Aurelio De Laurentiis sembra ormai giunto al termine di un ciclo, a cui a dire addio per primo sarebbe proprio Maurizio Sarri. L’anno prossimo sarà difficile per i partenopei ripetere il lavoro svolto dal tecnico di Bagnoli in questi anni, a meno che non si riparta dai tre punti che noi di RadioGoal24 abbiamo individuato.
Forza mentale
La squadra di Sarri gioca un calcio meraviglioso, che ha incantato mezza Europa, tanto che sono arrivati complimenti importanti anche da parte di allenatori internazionali, tra cui un certo Pep Guardiola. La difficoltà sta però nel fatto che non sempre il bel gioco porta ai risultati sperati, anzi, è proprio quando la squadra ne avrebbe più bisogno che questo viene meno, accompagnato dal nervosismo in campo e anche in panchina. Questo è sicuramente sinonimo di una forte debolezza mentale, perché una squadra, se vuole confermarsi grande e puntare a vincere qualcosa di importante, deve innanzi tutto compattarsi nei momenti di massima difficoltà e venirne fuori attraverso dei risultati concreti, che non devono per forza arrivare tramite i consueti meccanismi di gioco. Inoltre bisogna entrare in campo concentrati prima su se stessi e poi sugli altri, e questo è un errore che il Napoli ha sempre commesso da qualche anno a questa parte: l’esempio più attuale è quello relativo alla gara persa contro la Fiorentina, arrivata il giorno dopo la vittoria della Juventus sull’Inter. In quel caso gli azzurri, reduci dalla bella vittoria dell’Allianz Stadium e favoriti per la vittoria finale, hanno gettato alle ortiche l’unico punto di distacco che li separava dai bianconeri, diventati poi sei a causa del pareggio rinvenuto contro il Torino.
Rosa di alta qualità
Per la prossima stagione il Napoli deve assolutamente mirare a migliorare l’organico con degli ottimi rinforzi se vuole vincere il campionato e giocare la Champions League in maniera adeguata. Quest’anno ci sono stati diversi battibecchi tra De Laurentiis e Sarri, dovuti soprattutto alle critiche mosse dal presidente contro il suo stesso allenatore, bacchettato più volte per aver fatto giocare sempre gli stessi giocatori. Il tecnico si è difeso manifestando la propria perplessità riguardo la lunghezza e la qualità della rosa, tanto da essere costretto a rinunciare a Champions League, Coppa Italia ed Europa League pur di arrivare a coronare il sogno di un’intera città, ovvero la vittoria del terzo scudetto del club. Alla fine non gli è riuscito nemmeno quello, e forse il patron azzurro deve farsi un esame di coscienza ed iniziare a mettere mano in maniera pesante al portafogli: il suo modus operandi è sempre stato quello di cercare giocatori promettenti, che possano esplodere e creare da un lato valore aggiunto alla squadra, dall’altro plusvalenze importanti in cui reinvestire, ma per la prossima stagione serve un cambio di rotta immediato, con il quale bisogna puntare a giocatori esperti, affermati e soprattutto abituati a vincere.
Ricerca di un allenatore più pragmatico
“Cosa penso delle dichiarazioni di De Laurentiis? Al presidente non devo replicare niente: mi ha fatto vivere un’avventura straordinaria che è quella di allenare la squadra che tifavo da bambino. Mi dispiace se non è contento, io ho la coscienza a posto, ho cercato sempre di fare il meglio per la squadra, quindi mi spiace ma fino a un certo punto. Se sto riflettendo sul mio futuro? Non certo per quello che ha detto il presidente: anche se dovessi rimanere qui so che De Laurentiis un’esternazione del genere ogni tanto la farebbe, sono abituato, non ci rimango male”. Parole che sanno di addio queste, pronunciate da un Maurizio Sarri attonito dopo il pareggio contro il Torino. Il tecnico naturalizzato toscano ha dato molto al Napoli e la piazza partenopea ha dato tanto a lui, ma ormai le due strade sembrano aver preso dei binari diametralmente opposti. Per la seguente stagione si fanno i nomi di Spalletti, Giampaolo ed Inzaghi, tecnici che piacciono molto a De Laurentiis e che avrebbero certamente l’obbligo di proseguire il cammino sulla lunga strada spianata da Sarri. Il suo calcio ha portato un nuovo concetto di filosofia calcistica in Italia, che elogia la bellezza ed allontana il catenaccio, e l’anno prossimo servirà un allenatore bravo prima nel gestire la rosa, poi capace di conferire gioco e risultati alla squadra: certamente non dovrà fare tutto da solo, ma bisognerà ritrovare la giusta unità di vedute, con società, direttore sportivo e staff tecnico pronti ad unirsi per raggiungere un obiettivo comune.