Trentasette anni dopo l’ultima volta, la finale della competizione europea più importante sarà Real Madrid-Liverpool. Dopo molte polemiche, spettacolo e tanti goal, i Blancos e i Reds si sfideranno nella finale di Champions League in programma sabato 26 maggio allo stadio Olimpico di Kiev, h. 20.45. La squadra di Zidane arriva alla finale dopo aver eliminato il Bayern Monaco, battendo i bavaresi in casa per 2-1 e pareggiando 2-2 al Benabeu. Per quanto riguarda la squadra di Klopp, l’ultimo ostacolo verso la finale è stata la doppia sfida contro la Roma, vinta grazie al 5-2 di Anfield, che ha reso vano il 4-2 dell’Olimpico. Andiamo a confrontare le due formazioni, l’andamento della stagione e i segreti tattici delle due finaliste dell’edizione 2017/18.
Rose a confronto
Pochissime squadre al mondo possono vantare una rosa stellare come quella del Real Madrid: Zidane ha a disposizione una dozzina di fuoriclasse puri, con qualche riserva di lusso in panchina. Nonostante gli ottimi giocatori su cui può puntare Klopp nel reparto difensivo e in quello nevraligico del campo, il confronto con i Blancos non può reggere: Carvajal-Ramos-Varane-Marcelo hanno oggettivamente più qualità ed esperienza del quartetto Alexander-Arnold-Lovren-Van Dijk-Robertson; così come Modric-Casemiro-Kroos (senza contare il jolly Isco) sono di un livello più alto del rispettabilissimo terzetto formato da Henderson-Milner-Wijnaldum. I Reds possono però vantare un portiere più in forma e in salute, non tanto per il distacco tecnico che c’è tra Karius e Navas, ma quanto per il pessimo periodo che sta attraversando il costaricano, sempre sommerso dalle critiche. Infine, l’attacco è forse il reparto dove le due formazioni se la giocano alla pari. L’ottima stagione del tridente inglese fa sperare i tifosi, fomentati dalla pazzesca crescita esponenziale che sta vivendo il gioiello Salah. Secondo quanto riportato dalla stampa europea, l’egiziano potrebbe insidiare Cristiano Ronaldo per la corsa al pallone d’Oro, ovviamente in caso di vittoria della Champions League.
Andamento della stagione
Se il terzo posto del Liverpool in Premier League può essere considerato un buon risultato per la squadra di Klopp, non si può dire altrettanto della terza posizione del Real in Liga: i 15 punti che distanziano la squadra di Zidane dal Barcellona capolista sono sintomo di una stagione particolare per i Blancos, a tratti quasi confusionaria, forse caratterizzata in negativo dai molti impegni internazionali (come il Mondiale per Club). I dati e le statistiche sono contro l’allenatore francese, che però ha saputo tenere un altissimo rendimento in Champions. Inoltre, ha già portato a casa tre trofei in questa stagione: Supercoppa Europa, Mondiale per Club e la Supercoppa spagnola. Come scritto in precedenza, il Liverpool può ritenersi soddisfatto del cammino in campionato. Difficile puntare più in alto per la squadra di Klopp, soprattutto con un Manchester City che in Premier sembra non poter aver rivali. Nelle coppe inglesi invece il rendimento non è stato dei migliori: eliminazione al 4° turno di FA Cup e al 3° turno in EFL Cup.
Analisi tattica
Stesso schema tattico per le due finaliste, con entrambi gli allenatori che spesso e volentieri adottano il 4-3-3. Il gioco però si differenza e non poco: i Blancos si affidano agli ottimi piedi di Modric e Kroos e alla loro visione di gioco, con Casemiro che fa da schermo tra il centrocampo e la difesa. Inoltre Isco può dare quella brillantezza e imprevidibilità che il Liverpool ha perso con la partenza di Coutinho (senza però risentirne particolarmente). Il centrocampo madrileno dialoga spesso con le imbucate di Ronaldo, Bale e Benzema, sempre freddi davanti al portiere e vogliosi di costruire gioco al limite dell’area. Il Liverpool è caratterizzato da un centrocampo più fisico e pesante, anche per bilanciare i pochi centimetri che offre il tridente Mané-Firmino-Salah. Sono proprio quest’ultimi ad essere il fulcro del gioco di Klopp, sempre pronti a ripartire con una velocità impressionante, a cercarsi fra di loro e a scambiarsi palloni che spesso si trasformano in palle-goal.